La censura, come la giustizia, non è uguale per tutti.
Uno spettacolare tripudio di anime belle sta strillando indignata per la censura a un tale Tony Effe, cantante che invita a sputare sulle donne o qualcosa del genere: è pura arte, e l’arte non può essere mai censurata. Peccato che il concetto non sia stato ritenuto valido per i miei libri e per le mie conferenze: l’ultima censura a Verona dove il circolo Pink ha convinto i gestori del Don Calabria, istituto che avrebbe dovuto ospitare una mia conferenza, a negarmi il locale pochi giorni prima della data stabilita. A Torino, a causa della mia presenza, è stata negata la sala, già data dalla Regione, per una conferenza tenuta dall’assessore Maurizio Marrone, dalla dottoressa Francesca Romana Poleggi dell’associazione Pro vita e famiglia e da me. La conferenza è stata tenuta altrove e sono state necessarie tre camionette della polizia per proteggerla. Il diritto della donna a far massacrare il bimbo che porta a spese dello stato e dei contribuenti, cui non è riconosciuto il diritto di sottrarsi a finanziare questo scempio, è sacro. È vietato mostrare la realtà dell’aborto, la realtà dell’aspiratore pieno di piccoli pezzi, gambe, braccia, testoline che un inserviente privo del diritto all’obiezione di coscienza dovrà svuotare, perché altrimenti il cuoricino della donna che ha abortito potrebbe intristirsi. La censura copre il cuoricino che batte, che la donna non deve ascoltare, l corpicino che sgambetta all’ecografia che la donna non deve vedere, perché altrimenti potrebbe rendersi conto di che crimine sia l’aborto e le nostre élite neomaltusiane ci restano male. Le sedi di Pro vita e famiglia sono costantemente vandalizzate. Innumerevoli mie conferenze, una alla GAM di Torino, si sono viste negare la sede già pagata , con le locandine già distribuite, per gli strilli del locale circolo non diciamo di cosa. La condanna alla censura non vale per il cantante Povia, sotto boicottaggio. L’ANPI, associazione di reduci eterni, definisce vergognoso che si tengano concerti con la sua presenza. Povia ha osato ricordare in una sua canzone la verità scientificamente inoppugnabile che la cosiddetta omosessualità non ha nulla di genetico, ma è un comportamento da cui si diventa dipendenti e che, sia pure con grande fatica, può essere abbandonato. In cantante Povia ha osato ricordare la realtà ignorata e censurata degli ex gay, che sono più numerosi dei gay, ma non lo sa nessuno. L’assoluta baggianata del “Born this way”, nato così, è stata addirittura rilanciata da un gruppo di gesuiti, immagino in conflitto di interesse, a uno dei primi Pride di New York, ed è quella che permette l’ingresso in Chiesa di individui in peccato mortale, un peccato che grida vendetta a Dio, senza pretenderne il pentimento. I diritti LGBT consistono nella distruzione più totale delle libertà più elementari, inclusa la libertà religiosa e umana di ritenere la sodomia un peccato, oltre che antiigienica, data l’inevitabile contaminazione fecale, e di osare dirlo ad alta voce. Quando ho affermato che l’omofobia è un diritto umano, ho difeso il diritto di parola di Gesù Cristo, che più volte ricorda la distruzione di Sodoma, di San Paolo, San Tommaso, Sant’Agostino, innumerevoli altri santi padri della Chiesa, e soprattutto di Santa Caterina da Siena che nei Dialoghi della Divina Provvidenza riporta che Cristo stesso ha affermato che il maledetto peccato contro natura è ripugnante non solo per Lui , ma addirittura per i demoni, perché, anche se amano il peccato, in passato furono angeli. I calciatori sono costretti a indossare il bracciale arcobaleno, pena l’annientamento della loro carriera. In Gran Bretagna, patria del diritto calpestato, ai Pride gli attivisti distribuiscono orride bandiere falso arcobaleno ai passanti minacciando di denunciarli ai poliziotti per omofobia se si rifiutano di prenderle. Il diritto dei sodomiti di essere amati è al di sopra delle libertà più elementari, inclusa quella di affermare che questi comportamenti moltiplicano le malattie sessualmente trasmissibili e quelle a trasmissione oro fecale, gravando in maniera spaventosa sulla nostra sanità. Il diritto gay di contare e trasmettere malattie sessualmente trasmissibili è talmente sacro che i test per la sifilide, la gonorrea e l’AIDS si fanno direttamente all’interno dei circoli, per esempio il Mario Mieli di Roma, perché il gay non deve essere costretto a mettersi in coda alla ASL come un cittadino qualsiasi. Se la baggianata dell’origine genetica del comportamento sodomita fosse vera, vorrebbe dire che Cristo, San Paolo, Santa Caterina da Siena hanno torto quindi dovrebbero essere vietati o almeno addomesticati, che è quello che sta facendo l’attuale chiesa 3.0