Dire a nuora perché suocera intenda
Nel 2011 l’Ajatollah Khatami, che se non ricordo male è quello moderato, ha detto che quando l’islam avrà la bomba atomica il problema palestinese sarà risolto: l’eufemismo vuol dire che gli israeliani saranno sterminati in un olocausto nucleare. Aggiunge Khatami, è questo che vuol dire essere una cultura di morte, gli israeliani risponderanno con le loro testate nucleari e ci faranno qualche milioni di morti: siamo un miliardo e duecento milioni di persone, ce lo possiamo permettere. Khatami parla di un miliardo e duecento milioni di persone: il noi non indica gli iraniani, indica tutto l’Islam che è compatto contro Israele e che è disposto a morire e a far morire i propri bambini pur di distruggerlo. I defunti includono anche i palestinesi bimbi inclusi, della cui vita non importa un accidente a nessuno. È la loro morte che è un valore. Questa è la differenza; quando ci fu la crisi di Cuba, l’ambasciatore sovietico e lo stesso Kruschov dissero: non siamo pazzi. Non vogliamo morire. Al contrario “Perché non dovremmo voler morire”, chiede Khatami: chi muore per uccidere i nemici dell’islam va in paradiso. Le sue affermazioni non sono isolate esternazioni di un isolato e sprovveduto ministro. Sono le affermazioni del capo spirituale dell’Iran, confermate l’anno successivo dal capo politico Mahmud Ahmadinejad che espresse il desiderio di far “svanire dalle pagine del tempo il regime che occupa Gerusalemme“. In un discorso del maggio 2012 tenuto ad un raduno della difesa a Teheran, il Capo di stato maggiore delle forze armate dell’Iran ha dichiarato: “La nazione iraniana è nella posizione permanente della sua causa e questa è il completo annientamento di Israele“. Il generale di brigata Gholam Reza Jalali, a capo dell'”Organizzazione di difesa passiva dell’Iran”, ha affermato nel 2013 che Israele deve essere distrutto, il generale Mohammad Ali Jafari, il comandante del Corpo delle guardie della rivoluzione islamica, disse che alla fine sarebbe scoppiata una guerra con Israele, durante la quale l’Iran avrebbe sradicato quello che definiva un “tumore canceroso“. Il 2 ottobre del 2012 Hojjath al-Eslam Ali Shirazi, il rappresentante della Guida suprema dell’Iran l’Ayatollah Ali Khamenei, della forza Quds ha affermato che l’Iran ha richiesto solo “24 ore e una scusa” per sradicare Israele. L’Iran e Israele non hanno nemmeno una frontiera in comune, le due nazioni erano cordialmente amiche fino a quando è stato al potere lo Scià Reza Pahlavi. Le dichiarazioni ripetute di olocausto nucleare dell’Iran sono sempre state considerate assolutamente lecite e non hanno scandalizzato nessuno. L’Iran non è stato boicottato, nessuno ha bruciato la sua bandiera. Benny Morris scriveva qualche anno fa: “Il secondo Olocausto sarà diverso. Un bel giorno, magari nel pieno di una crisi regionale, o quando meno ce lo aspetteremo, i mullah di Qom convocheranno una seduta segreta, sulla quale campeggerà il ritratto di Khomeini, con i suoi occhi di ghiaccio, per dare il placet. I missili Shihab-3 e 4 saranno lanciati verso Tel Aviv, Beersheba, Haifa, Gerusalemme. Qualche missile sarà dotato di testata nucleare. Per un paese delle dimensioni e la conformazione di Israele, quattro o cinque lanci saranno sufficienti. E addio Israele. Nessun iraniano vedrà né toccherà alcun israeliano. Tutto si svolgerà in modo molto impersonale”. Aggiungo che l’olocausto nucleare prospettato per Israele includerà anche i palestinesi che l’islam considera carne da macello e Gerusalemme, che l’islam è serenamente disposto a distruggere perché non è una città santa dell’Islam, è santo che appartenga all’islam e che non appartenga a nessun altro. L’Iran ha serenamente minacciato la morte di 9 milioni di persone, 7 milioni di ebrei e due milioni di arabi, senza che nessun attivista o intellettuale lo trovasse sconveniente, grazie al sacrificio del popolo palestinese di essere un popolo di profughi cronici. Israele e Iran non confinano. L’Iran non ha mai avuto nessun possibile torto da Israele. Ha anche avuto qualche aiuto, all’epoca della guerra con l’Iraq, le fogne di Teheran sono state fatte dagli israeliani. C’è tuttora un notevole commercio grazie alla triangolazione di paesi terzi tra Iran e Israele: l’Iran vende pistacchi e marmo e ottiene fertilizzanti e semi. L’Iran interviene per motivi religiosi. Che il popolo ebraico sia riuscito a riscattare la sua primitiva patria dall’occupazione islamica è un insulto all’Islam. L’islam domina e non può essere dominato. Nel mondo ci sono state negli ultimi 75 anni miriadi di guerre e milioni di profughi. Alla fine le guerre finiscono e i profughi trovano una sistemazione nel mondo, spesso con dolore e sofferenza, almeno per la prima generazione, ma la trovano. I loro figli non sono più profughi. Fa eccezione il popolo cosiddetta palestinese. Il fatto di essere gli unici profughi che ricevono un tributo, gli unici che hanno un’agenzia dell’ONU espressamente a loro dedicata, ha fatto sì che la situazione di profugo diventasse per loro uno status pagato ed ereditario, che ora è arrivato alla terza generazione. Il fiume di denaro che i palestinesi ricevono ha permesso di selezionare una classe politica particolarmente corrotta e feroce che vede nella pace la fine del proprio potere e ha tutto l’interesse a non raggiungerla mai. Il popolo palestinese diventa la vittima sacrificale dell’Islam, disposto a finanziarlo e a farne la sua bandiera , ma solo se resta in guerra. . . . Quindi per cortesia, piantiamola di parlare del problema Israele/Palestinesi. Il problema e Israele/Islam. La questione è irrisolvibile perché è una questione religiosa. Non può essere risolta dalla vecchia fallimentare teoria dello stato palestinese. Può essere risolta solo con la distruzione di Israele. La notizia è che Israele il “problema palestinese” è già in grado di risolverlo, per usare l’eufemismo di Khatami, visto che ha un’ aviazione militare e che i palestinesi non hanno una contraerea. Israele ha anche l’atomica? Fino ad oggi lo sapevano anche i sassi, ma non era ufficiale. Ha ufficializzato l’informazione Il ministro israeliano Amichai Eliyahu ha affermato che l’uso dell’atomica su Gaza è un’opzione. In questa maniera ha ufficializzato il fatto che Israele possieda l’atomica. Lo sapevano anche i sassi, ma non era stato mai dichiarato. Il governo ha sconfessato il ministro, ha affermato che l’opzione nucleare è qualcosa che non rientra tra le opzioni prese in considerazione dalle forze armate israeliane, e il ministro è stato invitato a dimettersi. Le sue parole hanno destato uno scandalo enorme. Eppure quando le stesse cose le minacciano i capi religiosi, politici e militari dell’Iran, nessuno si scandalizza. Le parole di Amichai Eliyahu hanno avuto l’effetto di circoscrivere il conflitto. Né Hezbollah né la Cisgiordania interverranno. Il veri destinatari del messaggio però sono gli iraniani. Il popolo iraniano che è già da mesi in una situazione di rivolta, non ha nessuna intenzione di essere coinvolto in un conflitto che potrebbe essere mondiale e nucleare. Dopo le parole di Amichai Eliyahu l’astio degli iraniani per il loro governo è ulteriormente aumentato. La situazione al momento non ha soluzione. È a dir poco velleitaria l’idea di uno stato palestinese affidata alla corrotta autorità palestinese che non ha né la volontà, né la capacità di fermare il terrorismo e il lancio di missili qassam. L’odio ha raggiunto vertici mai raggiunti prima. Il crollo del turismo di Israele e della Cisgiordania è irreversibile. L’economia israeliana è in ginocchio , quella della Cisgiordania anche. L’aumento della disoccupazione palestinese, e di conseguenza la dipendenza delle persone dall’unica fonte di ricchezza, i finanziamenti all’’Autorità palestinese” peggioreranno tutto il tessuto sociale. È interessante come nessuno noti che i palestinesi non hanno mai fatto nulla per ottenere la pace. Non hanno mai usato cultura, arte, diplomazia per creare un fronte di vero pacifismo e creare veramente la pace, affermare i propri diritti. Il loro essere vittima è fondamentale, come ha spiegato lo stesso capo di Hamas. Il sangue delle donne e dei bambini palestinesi deve essere sempre di più perché è il motore della macchina che prima distruggerà Israele e poi attaccherà militarmente l’occidente. Abbiamo nelle nostre strade un esercito islamico pronto a mobilitarsi: lo abbiamo visto in questi giorni urlare morte a Israele. Fino a quando Israele resiste, l’attacco all’occidente non può essere attuato. Il conflitto è in questo momento delimitato e il disastro rimandato. Paradossalmente le parole di Amichai Eliyahu sono state l’unica azione che ha limitato la guerra.