pensati libera?
A Sanremo è stato detto alle donne che devono pensarsi libere. Anzi, è stato scritto! Le donne, come anche gli uomini, nell’Italia della costituzione calpestata, non sono state libere di rifiutare l’inoculazione di sieri genici di dubbia capacità e conservare il proprio lavoro, il diritto a salire su un treno, usare il bagno di un bar. È stato scritto “pensatevi libere “, un notevole esempio temo di umorismo involontario tenendo presente che il messaggio è arrivato da una signora che si è presentata in una delle varie esibizioni con una corazza d’oro, una catena al collo e gli orecchini a forma di virus covid. La prima libertà delle donne è quella di nascere. Le donne in molte famiglie, in intere nazioni, non sono libere di nascere. Il movimento di emancipazione femminile, le suffragette, era costituito da gente seria che combatteva battaglie serie, per avere diritti seri tra cui quello del voto, e dell’accesso a tutte le facoltà e a tutte le professioni non basate sulla forza fisica. Le suffragette erano assolutamente contrarie a qualsiasi facilitazione e liberalizzazione dell’aborto, perché era evidente che sarebbe diventata una trappola mortale, grazie alla quale sarebbero state tolte alle donne tutte le protezioni e gli appoggi on gravidanza. Il movimento di liberazione femminile, da non confondere con movimento di emancipazione, è stato creato a tavolino dal grande capitale per buttare sul mercato del lavoro le donne così che entrassero in competizione con gli uomini e fosse possibile abbattere i salari. Le élite sono dannatamente malthusiane, odiano i nostri figli quanto odiano, però ammazzarli pare brutto, è molto più intelligente farli ammazzare a noi, spiegandoci che è un nostro diritto: il diritto all’aborto è il loro fiore all’occhiello. L’aborto è un intervento antifisiologico che causa la morte del bimbo che la donna porta in grembo, interrompe il processo fisiologico della gravidanza, in assoluto il processo più complesso e delicato che esiste in natura, può essere complicato da emorragia, infezione, morte, infertilità. È un diritto un po’ squallido, e , una volta banalizzato, è diventato un dovere. L’aborto è semplice, facile, non ci sono complicazioni, è la bacchetta magica che leva la gravidanza, hanno mentito le femministe occidentali, ubriache di onnipotenza: una donna ha in pugno la vita e la morte di un essere umano, e lo può sopprimere a suo insindacabile giudizio con la complicità di un’intera società e i quattrini del sistema sanitario nazionale. Se questo diritto può appartenere a una donna, al suo insindacabile giudizio, perché non a uno stato molto comunista, oppure a una famiglia molto patriarcale, per la quale una bimba è un peso? Una volta che il diritto è stato creato, può appartenere a tutti coloro se ne impossessano. La dittatura cinese ha preso la palla al balzo e ha creato l’aborto obbligatorio di stato, tutti coloro che non amano le bambine hanno preso la palla al balzo e hanno creato l’aborto volontario del feto femmina. Bisogna pensarci bene prima di inventare diritti. Bisognerebbe avere l’intelligenza elementare di domandarsi dove andranno a finire. Bisognerebbe farsi venire in mente che qualcun altro pagherà con la schiavitù più terribile, il proprio bimbo ucciso nel ventre, le spassose conquiste del mondo occidentale. Centinaia di migliaia, probabilmente milioni di donne in Cina sono stati costrette ad abortire contro la loro volontà. La banalizzazione si è estesa, è arrivata nei paesi dove la nascita di una bimba è considerata una disgrazia. Quello più abortito non è il feto disabile, è il feto femmina. Mancano cento milioni di bambine tra Cina e India, il più grande sterminio della storia. Non tutte le donne sono libere di nascere. Non tutte le donne hanno la libertà di mettere al mondo una bambina. Di questo spaventoso sterminio, di questa atroce violenza, donne sane costrette ad abortire i loro figli sani in quanto figli femmina, a Sanremo non è stata detta nemmeno una parola. Non era questa evidentemente la libertà a cui dobbiamo pensare. Le donne devono avere libertà che il loro corpo non sia mutilato. L’infibulazione non solo leva la possibilità alla donna di provare l’ orgasmo, ma rende l’atto sessuale una tortura e moltiplica i rischi del parto. Viene fatta senza anestesia, sfregiando e suturando tessuti sensibilissimi, su una bimba di 4 o 5 anni, che per un mese avrà dolore, un dolore che diventa lancinante quando deve urinare o defecare, per un mese dovrà tenere le gambe legate una con l’altra perché la ferita con grave perdita di sostanza possa cicatrizzare. La perdita di sostanza causa retrazione anelastica dei tessuti: queste bambine non possono fare la spaccata, divaricare le gambe per dare un calcio a un pallone, a volte non riescono nemmeno a correre. Nessuna di loro giocherà mai a pallavolo. Il dolore e la vergogna la segnano per la vita. Nella sola Nigeria ci sono 20 milioni di donne infibulate. Il governo nigeriano ha vietato questa pratica sei anni fa, ma il divieto è rimasto sulla carta. L’infibulazione continua. A Sanremo c’è stata anche una donna cittadina italiana di origine nigeriana. Non ha parlato di infibulazione. Non era la libertà di non essere torturata e mutilata quindi quella di cui hanno parlato. Una donna ha diritto di poter vivere anche se cristiana in un paese islamico senza essere rapita e stuprata, rapita e stuprata dai miliziani di Boko Haram oppure più modestamente rapite davanti alla scuola e consegnate come seconda o terza sposa si un islamico. Nella sola Nigeria sono innumerevoli le persone assassinate in quanto cristiane, in continuazione studentesse e giovani donne cristiane sono rapite da gruppi armati che le riducono in schiavitù sessuale, ma soprattutto sono migliaia le bambine cristiane rapite a dieci o undici anni per essere data in moglie a uomini islamici contro la loro volontà, una piaga praticamente considerata normale. Benché una delle protagoniste di Sanremo sia stata una donna d’origine nigeriana, su questo scempio non ha detto una parola. Non era quindi la libertà di non essere rapite e stuprati quella di cui hanno parlato. In Nigeria le persone a comportamento omoerotico, così come le adultere, sono condannate alla lapidazione. Benché a Sanremo ci fossero molte persone che vantavano i loro comportamenti omoerotici e ci fosse addirittura donna di origine nigeriana su questa atrocità non è stata detta una parola. Con la cosiddetta gravidanza per altri tutta la donna viene venduta e umiliata. In Nigeria innumerevoli donne sono degradate in questo abominio. Portano gravidanze che hanno più rischi perché non sono fisiologiche, hanno un maggior tasso di aborto e parto prematuro. La gravidanza nasce dall’ovulo di una donna bionda oppure orientale, non certo nigeriana, e lo sperma è di un uomo che non ama e nemmeno desidera la donna che porta il bambino e che soffrirà per il parto. Una donna ha diritto di non essere venduta. Quasi il 50% delle prostitute in Italia sono di origine nigeriana. Si tratta di ragazzine strappate dai loro villaggi con promesse fantastiche, lavoro e ricchezza, e poi ridotte sul marciapiede in condizioni spaventose. Se qualcuna di queste giovanissime osa pensarsi libera e rifiutare qualcosa è massacrata dalla mafia nigeriana, che non è molto fluida né inclusiva, e ama i machete. Non se ne è parlato a Sanremo. Una donna dovrebbe avere la libertà di non essere derisa nel suo dolore. L’istinto materno esiste ed è potentissimo. Il dolore delle donne che hanno perso un figlio, è enorme. Tutte le donne dolenti perché non riescono a diventare madri, perché la loro gravidanza si è interrotta nel, dolore devono ascoltare la derisione del loro dolore. L’aborto non è salute riproduttiva. E nemmeno la procreazione assistita, fatta di pena e rischi. Avere una gravidanza concependo il bimbo facendo l’amore con il proprio uomo e portarla a termine: questo è salute riproduttiva. Grazie alla inoculazione dei così detti vaccini la fertilità è diminuita e gli aborti si sono moltiplicati, una inoculazione che Sanremo ha sponsorizzato con tutte le sue forze. Anche la miseria leva alle donne il coraggio di essere madri. Se ci provano da povere le assistenti sociali leveranno loro il bambino. Non è un caso il metallo con cui è fatta la collana che rappresenta il corpo femminile: oro.