L’autorizzazione dei vaccini è valida?
Il cardiochirurgo Raffaele De Simone, dell’Università di Heidelberg ha studiato la sperimentazione dei vaccini.
Ecco una review dei dati scientifici che hanno portato all’autorizzazione dei vaccini anti COVID-19 da parte dalla EMA e della FDA con le relative referenze bibliografiche.
Quando è iniziato la corsa al vaccino, alcuni scienziati hanno rammendato alle case farmaceutiche quali erano le regole ed i parametri da prendere in considerazione per valutare l’efficacia dei vaccini [1] [Lancet Infect Dis. 2021 Feb;21(2):e26-e35] [https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33125914/]
L’articolo intitolato „Cosa definisce un vaccino efficace contro il COVID-19?“ afferma che un vaccino per essere definito efficace deve prevenire:
(1) di ammalarsi di malattia severa,
(2) l’ammissione all’ospedale,
(3) l’ingresso nella terapia intensiva,
(4) la trasmissione del virus
(5) e la morte.
Dopo aver mantenuto segreti i protocolli di studio di fase III, le case farmaceutiche sono state poi costrette a pubblicarli, perché finanziati generosamente con denaro pubblico.
L’analisi dei protocolli ha mostrato inaccettabili deficienze: Erano tutti palesemente insufficienti a dimostrare l’efficacia del vaccino.
L’articolo pubblicato sul British Medical Journal, intitolato “Pubblicati i protocolli di sperimentazione del vaccino contro il Covid-19. Una rara opportunità per il controllo pubblico di questi studi chiave” ha analizzato i quattro protocolli (Moderna, Pfizer, AstraZeneca e Janssen) [2] [BMJ 2020;371:m4058] [https://www.bmj.com/content/371/bmj.m4058]
Ecco cosa riporta l’articolo:
“Nessuno degli studi sui vaccini è progettato per rilevare una riduzione significativa dei ricoveri ospedalieri, dei ricoveri in terapia intensiva o della morte. Piuttosto che studiare malattie gravi, questi tutti gli studi hanno studiato solo un indice primario di covid-19 sintomatico sostanzialmente di qualsiasi gravità: un risultato positivo di laboratorio più sintomi lievi come tosse e febbre contano come eventi di esito (tabella 1).
Questi studi sembrano progettati per rispondere alla domanda più semplice nel minor tempo possibile, non alle domande clinicamente più rilevanti.”
Ossia i vaccini che stiamo usando sono stati testati solo per essere efficaci a prevenire una sintomatologia lieve.
Sulla stessa rivista scientifica [3] [BMJ 2020;371:m4037] [http://dx.doi.org/10.1136/bmj.m4037] si chiede se i vaccini salveranno vite umane:
“Al pubblico questo sembra abbastanza ovvio. L’obiettivo principale di un vaccino contro il covid-19 è impedire alle persone di ammalarsi gravemente e morire”, ha detto senza mezzi termini una trasmissione della National Public Radio.
Invece la conclusione della pubblicazione afferma:
“Nessuno degli studi attualmente in corso è progettato per rilevare una riduzione di eventuali esiti gravi come ricoveri ospedalieri, uso di cure intensive o decessi. Né i vaccini sono allo studio per determinare se possono interrompere la trasmissione del virus”
Queste erano le premesse: Anche se gli studi avessero avuto esito positivo, essi non avrebbero fornito alcuna indicazione sull’efficacia dei vaccini contro malattia severa, ricovero in ospedale, ricovero in terapia intensiva, trasmissione del virus e morte.
Il 1. Dicembre 2020 fu presentata all’ EMA (European Medicines Agency) una petizione [4] [https://dokumen.pub/wodarg-yeadon-covid-19-vaccine-petition.html]
fornita di dettagliati e convincenti argomenti scientifici e clinici, corredata da ottime referenze, per tentare di risolvere e correggere i gravi errori della sperimentazione clinica ed ottenere così dati scientificamente affidabili sull’efficacia del vaccino.
Poiché gli studi sono stati finanziati da consistenti contributi pubblici, l’interesse della collettività è più che legittimo.
Neppure questa petizione ha impedito l’approvazione del vaccino Pfizer sulla base di uno studio clinica palesemente incompleta e fallace. Si noti che definire “fallace” la sperimentazione di un nuovo vaccino contro il covid-19 non equivale segnalare un peccato veniale. La casa farmaceutica ha una grave responsabilità civile e penale nei confronti della collettività.
Il documento può essere scaricato al seguente link [https://dokumen.pub/wodarg-yeadon-covid-19-vaccine-petition.html]
Ecco una breve descrizione delle maggiori inesattezze e incongruenze (meglio definirle vere e proprie omissioni):
La presunta “efficacia statistica” del “vaccino” è stata ottenuta così (dal protocollo): “…in presenza di almeno uno dei seguenti sintomi (altamente aspecifici, generici e lievi): febbre, tosse, difficoltà di respiro, brividi, dolori muscolare, mal di gola, diarrea, o vomito… e di test positivo sono stati contati 162 “casi” nel gruppo placebo e solo 8 nel gruppo dei vaccinati.
È stato però consentito l’uso di kit di tests diversi! E proprio non si capisce il perché!
- Cepheid Xpert Xpress SARS-CoV-2 (tende a generare molti più falsi positivi rispetto agli altri kit di test
- Roche cobas SARS-CoV-2 real-time RT-PCR test (EUA200009/A001)
- Abbott Molecular/RealTime SARS-CoV-2 assay (EUA200023/A001)
I risultati generati da questi kit di test non sono comparabili tra loro poiché i kit di test Cepheid che utilizzano un valore Ct molto alto fino a 44,9 per il “rilevamento dell’RNA genomico di SARS-CoV-2” tendono a generare molti più falsi positivi rispetto agli altri kit di test.
Al momento dell’iscrizione, i partecipanti allo studio sono stati informati che a ciascuno di loro sarebbe stato iniettato un vaccino per proteggere dall’infezione da COVID-19 o un placebo salino senza rivelare quale dei due fosse stato iniettato nel partecipante. Tuttavia, tutti i partecipanti sono stati anche informati che il vaccino può causare le seguenti reazioni:
- Febbre ≥39,0°C (≥102,1°F).
- Arrossamento o gonfiore nel sito di iniezione di dimensioni superiori a 10 cm (>20 unità di misura).
- Forte dolore al sito di iniezione.
- Qualsiasi evento sistemico grave.
Colui che iniettava il preparato non era a conoscenza del tipo di sostanza, ma il funzionario locale si.
È noto in generale e in particolare ai partecipanti agli studi clinici che l’iniezione intramuscolare di una quantità piccola di soluzione fisiologica non causerà febbre, arrossamento, gonfiore e dolore severo o reazioni sistemiche.
La motivazione di un partecipante allo studio è senz’altro la protezione da parte del vaccino. Se il probando non ha la reazione cutanea, sospetta naturalmente di non aver ricevuto il vaccino.
Ossia, il probando capiva di essere stato assegnato al placebo dall’assenza di reazione cutanea! Di conseguenza, un numero maggiore di probandi che ricevevano placebo, naturalmente preoccupati dall’assenza di reazione cutanea, rispetto a quelli che ricevevano il vaccino, riferivano al responsabile locale del centro quando sviluppavano sintomi minori, come mal di gola o tosse per paura di contrarre COVID-19.
Il responsabile del sito aveva il compito di indagare sui sintomi riportati e la facoltà di prescrivere un test RT-qPCR mediante dosaggio Cepheid da eseguire presso il Laboratorio Centrale secondo il Protocollo.
Il responsabile locale ordinava in presenza di uno dei seguenti sintomi (ASPECIFICI) febbre, o tosse, o difficoltà di respiro, brividi, dolori muscolare, mal di gola, diarrea, vomito… un test basato sull’amplificazione degli acidi nucleici da eseguire (cito testualmente) o presso il laboratorio centrale oppure presso una struttura di test locale, utilizzando un protocollo definito accettabile.
Non si conoscono i criteri con cui i casi sospetti siano stati assegnati dai funzionari locali al test del laboratorio centrale (Cepheid) o di una struttura locale (?!?).
I casi più gravi potrebbero essere stati testati localmente con kit Abbott o Roche perché potrebbero dover essere testati in ospedale dopo il ricovero e perché molti ospedali sono consapevoli degli alti tassi di falsi positivi generati dai kit Cepheid.
Un numero maggiore di risultati di test falsi positivi nei partecipanti che ricevono placebo aumenterebbe artificialmente l’efficacia del vaccino.
Purtroppo la Scienza come la Medicina conosce una sola modalità: la completa trasparenza. Gli interessi dell’Industria farmaceutica divergono da quelli della Medicina.
Perché mai non è stato usato un solo test??? Si tratta di un principio di base, ben noto ad ogni studente e messo in evidenza da ogni comitato etico che debba approvare uno studio clinico. Tale omissione è da considerare estremanete grave, perché inficia la validità dei dati raccolti.
I veri (e obiettivabili) indicatori dell’efficacia (cosiddetti “endpoints”) sono stati da sempre: il ricovero in ospedale,la sintomatologia grave con intubazione, la morte, la trasmissione del virus. Essi non sono stati testati con la scusa dell’emergenza (Lancet Infect Dis 2020, October 27). Questi sono gli eventi contro cui volevamo immunizzarci, vero? Non certo contro il mal di gola o contro la positività ad un test di dubbio significato clinico.
Infine, i firmatari della petizione hanno proposto alla Pfizer di verificare i casi ammalati del gruppo placebo mediante sequenziamento nucleotidico per eliminare tutti i risultati del test falsi positivi.
Una verifica del sequenziamento del DNA dei risultati del test positivo per RT-qPCR sarebbe stata assolutamente necessaria in questo studio clinico randomizzato controllato con placebo perché di fatto si è verificato lo smascheramento del “doppio cieco” tra i partecipanti.
Poiché c’erano sono solo 180 casi confermati di COVID-19 in questa serie di studi clinici che supportano l’efficacia clinica del vaccino, è stato proposto di eseguire test di sequenziamento Sanger di conferma su questi 180 campioni residui di estratto di RNA. Lo Sponsor (BioNTech/Pfizer) ha inspiegabilmente rifiutato!
Non è pensabile che lo Sponsor (BioNTech/Pfizer) non sia stato in grado di eseguire test di sequenziamento Sanger di conferma su questi 180 campioni residui di estratto di RNA, e presentare i dati di laboratorio per supportare l’efficacia del vaccino alla valutazione della FDA.
Pertanto, non ci sono scuse per lo Sponsor di rifiutare di utilizzare la tecnologia di sequenziamento Sanger standard per convalidare i risultati dello studio.
Se non si usano parametri oggettivi, ossia indici che possono essere controllati in ogni momento e da ogni osservatore, non si può parlare di Scienza.
Del resto perché poi dovremmo aspettarci che le case farmaceutiche, il cui scopo primario è applicare tecniche biomediche per produrre profitti, facciano Scienza?
È compito delle Istituzioni Scientifiche pubbliche di fare Scienza e metterla al servizio della comunità. Come è compito dei Medici di tutelare la salute della collettività dalla somministrazione di nuove sostanze senza dati oggettivi ottenuti con un adeguato studio clinico.
Infine vorrei citare un’ultima analisi di Peter Doshi: Pfizer and Moderna’s “95% effective” vaccines—we need more details and the raw data.
I 371 individui esclusi dall’analisi di efficacia del vaccino Pfizer
Un altro motivo per cui abbiamo bisogno di più dati è analizzare un dettaglio inspiegabile trovato in una tabella della revisione della FDA del vaccino di Pfizer: 371 individui esclusi dall’analisi di efficacia per “importanti deviazioni del protocollo entro o prima di 7 giorni dopo la dose 2”. Ciò che preoccupa è lo squilibrio tra i gruppi randomizzati nel numero di questi individui esclusi: 311 del gruppo vaccinato contro 60 del placebo. (Al contrario, nello studio di Moderna, c’erano solo 36 partecipanti esclusi dall’analisi di efficacia per “grande deviazione dal protocollo” – 12 gruppi vaccini contro 24 gruppi placebo.)
Quali erano queste deviazioni del protocollo nello studio di Pfizer e perché c’erano cinque volte più partecipanti esclusi nel gruppo del vaccino? Il rapporto della FDA non lo dice e queste esclusioni sono difficili da individuare anche nel rapporto di Pfizer e nella pubblicazione del giornale.
Febbre e farmaci antidolorifici, smascheramento e comitati di aggiudicazione degli eventi primari
Il mese scorso ho espresso preoccupazione per il potenziale ruolo confondente dei farmaci per il dolore e la febbre nel trattamento dei sintomi. Ho ipotizzato che tali farmaci potessero mascherare i sintomi, portando a una sottoindividuazione dei casi di covid-19, possibilmente in numero maggiore nelle persone che hanno ricevuto il vaccino nel tentativo di prevenire o curare gli eventi avversi. Tuttavia, sembra che il loro potenziale per confondere i risultati fosse abbastanza limitato: sebbene i risultati indichino che questi medicinali sono stati assunti circa 3-4 volte più spesso nei soggetti vaccinati rispetto ai destinatari del placebo (almeno per il vaccino di Pfizer – Moderna non ha riferito in modo altrettanto chiaro), il loro l’uso è stato presumibilmente concentrato nella prima settimana dopo l’uso del vaccino, assunto per alleviare gli eventi avversi locali e sistemici post-iniezione. Ma le curve di incidenza cumulativa suggeriscono un tasso abbastanza costante di casi confermati di covid-19 nel tempo, con date di insorgenza dei sintomi che si estendono ben oltre una settimana dopo la somministrazione.
Detto questo, il più alto tasso di uso di farmaci nel braccio del vaccino fornisce un ulteriore motivo per preoccuparsi dell’apertura non ufficiale del cieco. Data la “reattogenicità” dei vaccini, è difficile immaginare che i partecipanti e gli investigatori non potessero fare ipotesi plausibili su quale gruppo si trovassero. L’endpoint primario negli studi è relativamente soggettivo, rendendo l’apertura del cieco una preoccupazione importante. Eppure né la FDA né le aziende sembrano aver formalmente sondato l’affidabilità della procedura di doppio cieco e i suoi effetti sui risultati riportati.
Né sappiamo abbastanza sui processi dei comitati di aggiudicazione degli eventi primari che hanno contato i casi di covid-19. Non erano a conoscenza dei dati sugli anticorpi e delle informazioni sui sintomi dei pazienti nella prima settimana dopo la vaccinazione? Quali criteri hanno impiegato e perché, con un evento primario costituito da un esito riportato dal paziente (sintomi covid-19) e dal risultato del test PCR, era addirittura necessario un comitato del genere?
È anche importante capire chi faceva parte di questi comitati. Mentre Moderna ha nominato il suo comitato di aggiudicazione di quattro membri – tutti medici affiliati all’università – il protocollo di Pfizer afferma che tre dipendenti Pfizer hanno svolto il lavoro. Sì, membri dello staff Pfizer.
Discussione
In occasione dell’approvazione dei vaccini è stato molto lodato il grande progresso della Scienza. In verità per la produzione del vaccino non è stata resa possibile da nessuna nuova scoperta scientifica né dall’invenzione di una nuova tecnologia.
Si è trattato piuttosto di una temeraria e molto disinibita applicazione di tecnologie e metodiche già presenti da anni, applicate per compassione a malati terminali di cancro. Con risultati molto incostanti e discutibili.
Nel caso dei vaccini è stata semplicemente colta l’occasione per applicare questa ben nota tecnologia biomedica ad un enorme numero di persone. Di nuovo non è stato inventato proprio un bel niente. Nuovo è stato l’esperimento su larghissima scala per dimostrare che un pezzetto di mRNA possa convincere il nostro organismo a produrre anticorpi contro una sostanza allo stesso tempo estranea, ma prodotta dalle nostre stesse cellule.
I protocolli della sperimentazione di fase III sono disponibili ai seguente links
- Moderna TX. Protocol mRNA-1273-P301, amendment 3. 2020 https://www.moder- natx.com/sites/default/files/mRNA-1273-P301-Protocol.pdf
- PF-07302048 (BNT162 RNA-based covid-19 vaccines) protocol C4591001. 2020. https://pfe-pfizercom-d8-prod.s3.amazonaws.com/2020-09/C4591001_Clinical_Protocol.pdf
- Clinical study protocol—amendment 2 AZD1222- D8110C00001. 2020. https://s3.amazonaws.com/ctr-med-7111/D8110C00001/52bec400-80f6-4c1b-8791- 0483923d0867/c8070a4e-6a9d-46f9-8c32-cece903592b9/D8110C00001_CSP-v2.pdf
- Janssen Vaccines and Prevention. VAC31518 (JNJ-78436735) clinical protocol VAC31518COV3001 amendment 1. 2020. https://www.jnj.com/coronavirus/covid-19-phase-3-study-clinical-protocol
Allegati
[1] [Lancet Infect Dis. 2021 Feb;21(2):e26-e35] [https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33125914/]
[2] [BMJ 2020;371:m4058] [https://www.bmj.com/content/371/bmj.m4058]
[3] [BMJ 2020;371:m4037] [http://dx.doi.org/10.1136/bmj.m4037]
[4] [https://dokumen.pub/wodarg-yeadon-covid-19-vaccine-petition.html