Qualcuno lo spieghi alla signora Lamorgese
Le alternative sono due: è vero o non è vero che qui c’è una terribile epidemia di una malattia incurabile, che può essere trattata solo con tachipirina, vigile attesa e intubazione. Se è vero, è assolutamente criminale tenere i confini aperti e permettere che sbarchino da noi migliaia di persone che vengono da luoghi senza guerre e senza la terribile epidemia. Se è falso, è assolutamente criminale impedire agli italiani i diritti costituzionali del lavoro, della scuola, della religione sempre più ammaccata da regole pandemiche, del diritto elementare garantito dalla Dichiarazione Dei Diritti Dell’Uomo di potersi spostare e di potersi spostare a qualsiasi ora del giorno e della notte.
Continuano i morti in mare, morti che non ci sarebbero se nessuno partisse. Nessuno partirebbe se sapesse che nessuna nazione fa l’idiozia di lasciare le frontiere spalancate a chiunque desideri calpestare il suo suolo e farsi mantenere sui cittadini. Purtroppo questa nazione esiste e siamo noi.
Uno stato dittatoriale che ha proibito ai suoi cittadini anche il diritto di sedersi su una panchina al sole a leggere il giornale o di correre in un bosco, cioè ha impedito ai suoi cittadini le azioni necessarie a preservare il proprio sistema immunitario, uno stato dittatoriale che ha imposto il coprifuoco, ed è addirittura arrivato a vietare il lavoro contraddicendo la propria costituzione, non compie il dovere elementare di proteggere le frontiere. Non sappiamo chi siano queste persone, non sappiamo quali vite si lascino alle spalle, se siano in fuga da mandati di arresto, non sappiamo dove abbiano trovato la somma perla traversata, una somma iperbolica per l’Africa, sappiamo solo che dovremo mantenerle, e che se protestiamo Gad Lerner ci tratterà da razzisti. Dobbiamo mantenere loro e gli avvocati che campano facendo, a spese dei contribuenti, cause lunghissime per ottenere, anzi per non ottenere perché non ci sono i requisiti, lo status rifugiato politico. Tranquilli, dopo che lo stato di rifugiato politico è stato rifiutato, resta sempre il permesse umanitario. Una nazione senza confini è una nazione senza libertà. Una nazione senza confini e con il coprifuoco è una nazione che sta subendo un’occupazione militare, un’occupazione incredibilmente gestita non da un esercito straniero, ma dalla propria polizia. A chiudere la Torteria, un delizioso bar pasticceria dove si mangiavano torte di altissima qualità della signora Rosanna Spatari di Chivasso, che ha osato tenere aperto nonostante la burla del colore rosso della regione, sapientemente ottenuto facendo più tamponi, sono andati decine e decine e decine di uomini delle forze dell’ordine, circa il triplo di quelli che sono stati necessari per catturare Osama Bin Laden. Erano presenti tutte le armi. Mancavano solo i paracadutisti, i lagunari e la marina che, spero, non si siano offesi.
Gli italiani sono vessati in maniera talmente crudele da essere sadica. Chiunque si presenti a Lampedusa dopo aver sperperato cifre in Africa molto alte, cinque o seimila dollari, dissanguando la sua gente, per arrivare fino a noi è accolto come un eroe. Energumeni che si dichiarano minorenni sono accolti come tali senza che nessuno osi fare loro l’esame radiografico che permetterebbe di accertare la reale età. Questo esame radiografico è un atto medico che non può essere fatto contro la volontà della persona, neanche per accertare la verità che cambia la realtà giuridica di quella persona. Tutto questo in una nazione che impone ai propri cittadini trattamenti sanitari, uso della mascherina, che è un trattamento sanitario, tamponi e addirittura vaccini o meglio inoculazione di farmaci di vario genere chiamati col termine per alcuni di loro improprio di vaccini, in fase sperimentale. Tutto questo in una nazione che ha fatto un TSO trascinando in un reparto psichiatrico un diciottenne che, seguendo le indicazioni dell’OMS, non portava la mascherina in assenza di malati, mascherina che gli stessi DPCM affermano non debba essere portata quando si è seduti al banco.
Siamo una nazione dittatoriale e sta costruendo strani villaggi di container con le sbarre alle finestre. Questi villaggi tutti uguali stanno comparendo in ogni regione, uno per regione, possono ospitare fino a 8000 persone ognuno. La signora Lamorgese potrebbe spiegare cosa sono e a chi accidente servono?
Mentre la anima candide continuano a propinarci la parola resilinza, le libertà più elementari sono calpestate.
I tizi che stanno al governo sono stati regolarmente eletti in un’elezione nazionale che ha espresso una volontà che si è modificata nel tempo, che si è drammaticamente modificata nel tempo, come è stato dimostrato da innumerevoli elezioni regionali. I tizi che abbiamo governo e al parlamento non riflettono più la volontà popolare, la democrazia è sospesa. Il bizzarro partito Cinque Stelle, il cui unico baluardo era l’onestà, non è più amato nel paese, eppure continua a occupare il parlamento. Qualcuno dovrebbe spiegare questi improbabili tizi che l’incompetenza, non essere capaci di valere il proprio stipendio, è una forma grave di disonestà. Qualcuno dovrebbe spiegare a questi amabili tizi che l’onestà è uguale per tutti o non vale per nessuno, e che non è bellissimo che, dopo aver starnazzato la parola onestà in tutte le possibili intonazioni, abbiano tenuto le loro boccucce chiuse e gli occhietti bassi davanti allo scempio delle dichiarazioni del loro fondatore Beppe Grillo. Qualcuno dovrebbe spiegare a questi incredibili tizi che continuare a restare in parlamento (minuscolo) quando ormai è evidente, dimostrato al di là di ogni ragionevole dubbio, che questa non è più volontà popolare, è una forma di disonestà talmente grave da essere la forma di disonestà più grave in assoluto: la dittatura.
Il primo requisito di uno stato che non siano dittatura è una magistratura onesta. Ringraziamo il dottor Palamara di aver ufficializzato quello che noi abbiamo sempre saputo.
Il primo requisito di uno stato che non sia dittatura è una magistratura non politicizzata. Un magistrato non deve solo essere onesto, deve anche sembrarlo. Non escludo che un magistrato di magistratura democratica (minuscolo) possa essere onesto, vale a dire estremamente imparziale, ma quando mi trovo di fronte un magistrato di magistratura democratica, nessuno mi può levare dalla testa che lui abbia verso di me un’acrimonia dovuta alle mie opposte idee politiche e che lo manifesterà nelle sue sentenze. Non escludo che sia io a sbagliarmi, ma è comunque gravissimo che quel magistrato mi abbia fatto conoscere su idee politiche iscrivendosi una corrente politicizzata.
La nostra magistratura non punisce furto. Tutte le volte che informiamo le forze dell’ordine che abbiamo subito diffuso in casa, che le nostre case sono state svaligiate, non si fanno indagini, nessun poliziotto viene a prendere le impronte digitali e quando abbiamo forti dubbi di chi sia il ladro, per esempio abbiamo dubbi su un certo campo nomadi, nessuno fa perquisizioni. Le impronte digitali si prendono solo per gli omicidi. Le perquisizioni si fanno solo con mandati di perquisizione che non si danno per i furti nelle nostre case. Per i furti nelle case di magistrati e uomini politici le indagini si fanno, con impronte digitali e perquisizioni, per i furti nelle nostre cosa no, poliziotti e carabinieri erano troppo impegnati a dare la caccia alle torte della signora Rosanna per occuparsi delle nostre case devastate. Periodicamente il ministero degli interni, minuscolo, squittisce la lieta novella che in Italia i reati stanno diminuendo. Qualcuno li informi che semplicemente non li denunciamo più. Dopo che ci hanno rubato il portafoglio dalla borsa, dopo che troviamo la macchina aperta e scassinata, dopo che rientrando a casa troviamo tutte le nostre cose buttate per terra e la casa devastata, perché sprecare il nostro tempo per andare a dirlo a un poliziotto o ai carabinieri? Ci limitiamo ad andare in chiesa e accende la candela perché ce la siamo cavata con così poco. Se i ladri dopo averci svuotato la casa se ne vanno, ricordiamoci di passare nella chiesa più vicina e accendere un paio di candele alla Madonna in ringraziamento del fatto che se ne sono andati rubando solo qualcosa, spesso le cose più preziose e amate, certo, ma solo qualcosa, lasciando tutto il resto e soprattutto la casa. Se invece rubano tutto, se invece restano nella casa, cambiandone serenamente la serratura, il magistrato ritiene siano fatti privati. Una grossa fetta della nostra magistratura è clamorosamente convinta del vecchio assioma marxista che recita: la proprietà è un furto, e quindi il furto è una forma per ristabilire la giustizia sociale. Peccato che i furti di case avvengano solo nei quartieri popolari, quelli che chissà come mai votano per le destre. Peccato che i furti di case non avvengano mai nei ricchi quartieri del centro che sono quelli dove abitano magistrati e uomini politici.
Tra tutte le ignominie che un cittadino possa subire il furto di casa e la più grave. Bizzarro che l’unico cui importi qualcosa sia Mario Giordano. Auguro a tutti magistrati italiani di tornare a casa loro e trovare la serratura cambiata e nella loro casa una qualche famigliola ricca di ricordi drammatici sulla traversata del Mediterraneo, magari talmente povera da dover ricorrere allo spaccio per sopravvivere. In questa maniera il magistrato, soprattutto di sinistra, potrà finalmente fare il suo compito antropologico, non quello per cui è gli è pagato lo stipendio, quello che si è scelto da solo: educare il popolo. Potremmo finalmente vedere, magari con tutte le troupe televisive il radioso sorriso con cui il magistrato spiegherà ai giornalisti quanto è felice e che la sua casa possa finalmente diventare la rappresentazione tangibile della sua misericordia.
Auguro con tutto il cuore che questo succeda a tutti magistrati italiani che militano per la abolizione dell’odiosa proprietà privata, che finalmente possano mostrare la grandezza del loro meraviglioso cuore.