Studio
Terrificanti statistiche ci informano che stiamo diventando sempre più scemi. Nel mondo
occidentale c’è un lento e progressivo abbassarsi del QI. Il QI è un test sicuramente arbitrario, come
arbitrari sono tutti i test in ambito psicologico, ma ha un suo valore di indicatore sui grand numeri.
In fenomeno è dovuto a tre fattori: l’uso ricreativo di simpatiche sostanze, principalmente cannabis,
meta anfetamina, cocaina ed eroina, la prima venduta anche in appositi negozi, la seconda fornita
nelle discoteche, le ultime due fornite da spacciatori di un metro e novanta per un metro di spalle
importati e mantenuti a spese dei contribuenti in quanto in fuga da guerre e carestie.
Il cervello si modifica a seconda di come lo usiamo. Semplificando al massimo possiamo dire che la
nostra intelligenza è data dalla somma dei neuroni e delle sinapsi, le correlazioni tra i neuroni. Il
numero di neuroni è determinato geneticamente, è può essere disastrosamente influenzato dalla
fame, dalla mancanza di proteine, che sia arrivata durante la gravidanza o l’allattamento, da
meningiti, encefaliti o traumi: non rompetevi la testa, era un vecchio slogan. Una società demente
permette l’uso dei motorini ai ragazzini e permette le sostanze stupefacenti, altra causa di crollo del
numero dei neuroni. Non ho mai incontrato un consumatore cronico di cannabis che mi abbia
impressionato per la sua intelligenza. Tutte le volte che impariamo qualcosa di nuovo fabbrichiamo
una sinapsi. Maggiore è il numero di cose che abbiamo imparato a scuola, maggiore è il numero di
sinapsi, maggiore è la nostra capacità di risolvere i problemi. Se le sinapsi le abbiamo fabbricate
studiando greco antico o algebra, il discorso è lo stesso, più ne abbiamo, maggiore è la potenza del
nostro cervello, e minore e più tardivo è il rischio di sviluppare una demenza.
Il secondo fattore di instupidimento è l’uso di internet e dei social, che ha portato alla cosiddetta
frammentazione. A seconda di come usiamo il nostro cervello, lui si modifica. È evidente che il
movimento è frutto del muscolo, altrettanto evidente è che il muscolo è frutto del movimento. Se mi
alleno tutti i giorni a sollevare pesi, i muscoli saranno più forti, se il gesso costringe un arto
all’immobilità per quaranta giorni, i muscoli si ipotrofizzano, diventano più deboli e sottili. Lo
stesso vale per il cervello. Le persone che sanno suonate il violino, e che hanno imparato da
bambini, hanno un maggiore sviluppo dall’era corticale destra che controlla il movimento della
mano sinistra. Ci usa i social per troppo tempo, soprattutto se è molto giovane, sviluppa una
incapacità di concentrazione, essendo abituato a tenere l’attenzione su un oggetto per pochi secondi.
Il cervello è plastico, si modifica a seconda di come lo usiamo. La perdita di concertazione è tale
che molti adolescenti non sono più in grado di leggere una pagina filata, oppure di guardare un
intero film, essendo abituati alle serie televisive, interrotte da pubblicità. Anche la pubblicità, un
racconto brevissimi e accattivante, crea frammentazione, anche lo schema dei video musicali con
stacchi continui, frammentati.
Il danno maggiore lo ha fatto il crollo della scuola.
From crayons to condoms the ugly on America’s public schools ̧ (Dalla matita al condom, la
squallida verità sulla scuola pubblica americana) è il titolo del pamphlet di Steve Baldwin & Karen
Volgate sul progressivo decadimento del livello scolastico statunitense, sull’ accurato, crollo degli
elementi intellettuali insegnati, ma anche del conseguente declino delle funzioni cognitive, vezzoso
eufemismo per indicare il rimbecillirsi. Le scuole europee hanno seguito esattamente lo stesso itera
questo inclinarsi verso il basso della capacità di intelaierei e delle competenze, fa riscontro
un’impennata verso l’altro delle conoscenze di erotismo osceno racchiuse in allucinanti lezioni di
educazione sessuale, che sarebbe più corretto definire follia sessuale. Il sesso è qualcosa di
meraviglioso, il più alto dono di Dio dopo la vita e la morte. Le parole Crescete e moltiplicatevi ci
parlano di una sessualità sacra che permette a un uomo e una donna di amarsi nel piacere e nella
fedeltà, entrambi elementi imprescindibili dall’amore, perché il mondo si popoli di bimbi, dei loro
occhioni e delle loro manine. Il sesso non è cosa da bambini, crescete, prima di moltiplicarvi, poi vi
moltiplicate, perché non è un giocattolo e può fare morti e feriti, i morti sono tanti e i feriti gravi.
Quello che insegnano a scuola è un erotismo sguaiato, senza affettività, deresponsabilizzato e
insulso, con distribuzione di condom e assicurazione che nel caso di, ecco, di incidente, l’aborto è
una cosa normale e pagata dal servizio pubblico. L’aborto è un gesto tragico e violentemente
antifisiologico, che fa un morto e un ferito, l’erotismo usa e getta insegnato a scuole crea non meno
insicurezza di You porn, altrettanto fruibile grazie all’invenzione degli smart phone e della
incredibile idea di darli in mano ai dodicenni. Mettere al mondo un figlio, invece, è azione bizzarra
e irresponsabile, nei libri di educazione sessuale per bambini, dove si descrive il rapporto anale
come cosa buone e giusta, si accenna alla gravidanza solo sotto la voce anticoncezionali, che sono
venduti come innocue caramelle, sorvolando su quanto sia brutale e antifisiologico somministrare a
un corpo sano farmaci che ne causeranno il blocco di una funzione fisiologica e effetti collaterali
che possono arrivare fino l’ictus. Se qualcun lo facesse a una gatta o a una cagna, la società
protezioni animali insorgerebbe. La scuola di inventa che il sesso possa essere un giocattolo e
distribuisce condom per rafforzare l’idea.
Ancora più grave è la perdita della matita. A scuola sono stati persi i fondamentali. Il ’68 è stato un
movimento non spontaneo, con lo scopo di distruggere la società occidentale, così da renderla più
facilmente conquistabile da parte del comunismo. Per arrivarci è fondamentale scardinare il
principio di autorità. Senza il principio di autorità, nessun apprendimento è possibile. La guerra al
cosiddetto nozionismo è la distruzione delle fondamenta su cui si costruisce il sapere. Le tabelline
devono essere imparate in seconda e terza elementare. Se non sono imparate in quel periodo
saranno sempre deficitarie. Chi non è capace di fare una divisione a due cifre, anche se fornito di
calcolatrice sul cellulare, non potrà mai volare, non potrà mai amare la matematica. Gli è stato tolto
l’amore, la passione. Chi non abbia alcuni punti chiari, data del crollo dell’impero romano
d’occidente, dell’impero romano d’oriente, scoperta dell’America, battaglia di Vienna, rivoluzione
francese eccetera, non può costruire nessun pensiero logico. La perdita del cosiddetto nozionismo,
cioè la perdita dei fondamentali, ha due funzioni: rendere le persone maggiormente ignoranti, e
renderle manipolabili. Dove la scuola dia delle nozioni, è possibile che nasca il pensiero critico.
Dove queste nozioni non vengono date, il pensiero critico non nasce, vengono dati solo “concetti”,
in realtà dogmi. Come ha notato il filosofo Ellul, la scuola è un formidabile mezzo di
apprendimento di pensiero dogmatico marxista, essendo tutta la storia e letteratura occidentale in
mano alla critica marxista. Ripeto: il ’68 non è stato un fenomeno spontaneo, c’era dietro l’Unione
Sovietica, nazione incapace di fabbricare antibiotici decenti, ma magnifica per capacità di
propaganda. Se le elementari stanno distruggendo la capacità di apprendimento, le università stanno
distruggendo la cultura, troppo sessista, non inclusiva, razzista, omofoba. Le grandi università
americane vietano già lo studio dell’arte rinascimentale italiana perché troppo sessista e violenta, le
università europee stanno per vietare Shakespeare e Dante.
Quindi?
Quindi fate dispetto al potere che vi vuole scemi studiate il più possibile. La sera spegnete la
televisione e imparate il latino chi l’ha detto che dovete morire senza saperlo? E cos’ scoprirete
anche un’altra cosa che tutti stanno tenendo nascosta: la bellezza del sapere. L’unico immenso
potere che nessuno può toglierci.
Ricordo queste righe di Machiavelli, che la sera, dopo un giorno immerso nel fango e nello sporco,
si leva idealmente i suoi panni e mette quelli di un prelato e di un re e si immerge nella bellezza.
Venuta la sera, mi ritorno a casa ed entro nel mio scrittoio; e in sull’uscio mi spoglio quella veste
cotidiana, piena di fango e di loto, e mi metto panni reali e curiali; e rivestito condecentemente,
entro nelle antique corti delli antiqui huomini, dove, da loro ricevuto amorevolmente, mi pasco di
quel cibo che solum è mio e ch’io nacqui per lui; dove io non mi vergogno parlare con loro e
domandarli della ragione delle loro azioni; e quelli per loro humanità mi rispondono; e non sento
per quattro hore di tempo alcuna noia, sdimentico ogni affanno, non temo la povertà, non mi
sbigottisce la morte: tutto mi transferisco in loro.