Essere uomini.
Da qualche giorno ci ha lasciato Roger Scruton, scrittore e filosofo conservatore. Di lui raccomando Essere conservatore: il libro si riferisce ovviamente al conservatorismo anglosassone, ma riporta l’interessante concetto che “i diritti sono come le briscole”, cioè vincono sempre. Se in tribunale si può dimostrare che il proprio interesse nella causa è riconosciuto come diritto, la causa è vinta. Il diritto alle tradizioni etniche giustifica l’insediamento di un campo nomadi in spregio ai regolamenti municipali, un comico che ha ripreso una coppia lesbica che al suo spettacolo amoreggiava rumorosamente in prima fila ha violato un “diritto” riconosciuto ed è stato massacrato.
Quindi, quando sentiamo che la corte europea, la politica nazionale o anche quella locale riconoscvono un nuovo diritto, evitiamo di pensare che sia qualcosa di benevolo di cui
non ci frega niente. Non è benevolo e prima o poi ci arriverà sul cranio con la dolcezza di un sasso che viene giù dal quinto piano. Forse ce lo troveremo di fronte in tribunale o peggio ancora nelle dolci vesti di un’assistente sociale, che viene a levarti i figli perché sei omofobo, come è già successo a Bibbiano e come succederà sistematicamente dopo che la legge sulla Omotransfobia sarà stata approvata.
Tra i suoi incredibili e innumerevoli pregi il compianto Scruton ha scritto “Sulla caccia. Riflessioni filosofiche per un’apologia dell’ars venandi” , libro dove parla profusamente della caccia alla volpe. In qualche maniera mi sento chiamata in causa Io sono nata negli anni 50. Noi le volpi ce le siamo mangiate. La mamma di Red? Ce la siamo mangiata noi. I nostri padri non inseguivano le volpi a cavallo con i cani come descrive Scruton, ma le abbattevano con lo schioppo perché ci devastavano i pollai. Le nostre mamme le cucinavano con le cipolle e poi con le code ci facevano i colletti sui cappottini. Anche la mamma di Bambi probabilmente ce la siamo mangiata noi, anche i cervi ci mangiavamo visto che devastavano patate e mais. Pure gli orsi: loro si mangiavano le nostre pecore e noi ci mangiavamo loro, a spezzatino con i chiodi di garofano. Nelle nostre case di integralisti cattolici non mancava mai l’acqua santa, il rametto di ulivo della domenica delle Palme, il Messale in latino, la statuetta di San Michele Arcangelo e i chiodi di garofano per tutto quello che i nostri
padri abbattevano, salvando i campi e rimandando per una volta di andare dal macellaio.
L’irrazionale teoria di considerare gli erbivori migliori, eticamente superiori rispetto a chi mangia la carne nasce dai film di cartoni animati, soprattutto Disney, con umanizzazione degli animali e da una precisa corrente di anti umanesimo, di odio per l’uomo visto come bestia infestante per il pianeta. Questi cartoni sono stati fatti in buona fede, o c’è una geniale e sottile tentativo di spingere la gente all’odio di sé? La dolcissima leonessa sbrana lo gnu per darlo da mangiare alla prole con la stessa serenità con cui la mia dolcissima nonna tirava il collo alle galline per riconvertirle in brodo. Gesù non era vegetariano, insieme ai pani ha moltiplicato i pesci, non il tofu o la soia.
È una delle cause della catastrofe emotiva attuale, la perdita di identità, inclusa l’identità umana, creatura onnivora, appartenente a una civiltà che viene rinnegata come cattiva. Non è amore per gli animali, è odio per l’uomo e anche analfabetismo scientifico incapace di capire il concetto di ecosistema, dove i carnivori sono importanti quanto gli erbivori, quanto i saprofiti e nessuno muore di vecchiaia perché appena non riesce più a scappare viene sbranato. La morte fa parte della vita, chi odia la vita è totalmente terrorizzato dalla morte, al punto che evita entrambe: non mettiamo al mondo fogli così non moriranno. Ci stiamo estinguendo e simpatiche ONG con la benedizione della nuova Chiesa 3.0 stanno serenamente provvedendo alla sostituzione etnica. Un cane fa più compagnia ed è più semplice di un figlio.
Un figlio è meglio di due. Nessun figlio è meglio di uno. Tre figli sono qualcosa di balzano e irresponsabile . Anche la Chiesa 3.0 approva e ha testualmente raccomandato di non figliare come conigli.
In questo tripudio di protezione della vita gli unici che non rientrano cono i cristiani massacrati, e il feto umano. In effetti una donna che abortisce, oggi, ispira più simpatia di una che ha messo al mondo il suo bambino. Quella che abortisce ha sicuramente applicato la raccomandazione di ogni voce che si rivolga alle donna: metti te stessa al centro. Quella che ha messo al mondo un pargolo sta mettendo al centro della sua vita il piccolo e ha contraddetto il sacro comandamento “Ogni donna ha se stessa come unica priorità”, e poi col suo pargolo rischia di riscaldare ulteriormente un pianeta già molto irritabile, e troppo scaldato, secondo le inoppugnabili teorie di una tizia che ha saltato scuola un giorno su cinque, in un posto dove evidentemente non esiste la bocciatura per eccesso di assenze ed è un peccato.
Una banda di isterici ha pianto più lacrime per un gorilla oppure per un orsa piuttosto che per migliaia di
cristiani massacrati in Nigeria, il leone denominato Cecil li ha commossi più dei bambini dello Zimbabwe, due o tre l’anno, che muoiono sbranati dai leoni.
Un istinto negato diventa patologia.
Amate l’uomo, perché ha capacità di sofferenza infinita. Amate gli animali. Amate la natura. Se mangiare
carne ricordate che un animale è stato ucciso, quindi è un gesto sacro. Ringraziate e pregate prima di
mangiare e dopo e poi guadagnatevelo. La vostra vita è costata la morte quindi non può più essere vuota, non può più essere sprecata, non può più essere buttata via. Mangiare è una gesto sacro, come sacra deve essere l’unione di un uomo e una donna, sacra l’uccisione di un animale, perché il dolore e la morte non devono essere sprecati. Ma nemmeno negati, perché altrimenti la vita si ferma e l’apparente compassione diventa odio per l’uomo.
E se potete mangiate un animale che è stato cacciato, che è vissuto libero, che ha mangiato quello che gli pare, che si accoppiato come ha voluto.
Se potete cercate una fattoria dove le galline corrano per l’aia. Essere ucciso per essere mangiato fa parte del destino naturale di un animale, essere allevato in un allevamento intensivo, senza spazio, con fiumi di antibiotici e ormoni di bassa qualità, senza lo spazio minimo necessario è violazione della natura una violazione che diventa malattia.
Noi siamo anche la nostra ferocia. Senza il nostro lao oscuro non saremmo perfetti, semplicemente non saremmo, non ci saremmo, non ce l’avremmo fatta. Senza il nosro lato scuro, siamo incompleti. E sono colore che rinnegan il lato oscuro che ne saranno travolti.
Nel frattempo onore a Roger Scruton.