Un Papa benedica.
31 dicembre 2019: il Papa rifiuta con violenza il gesto di una donna che deve assolutamente trattenerlo, deve parlargli. Questo dopo anni di un assordante parlare di accoglienza, questo dopo un continuo esporsi al contatto eccessivo e non mediato, un contatto costantemente mediocre, fatto di selfie e MAI di preghiera, dove mai nessuno fa il segno della Croce e mai viene pronunciata la benedizione “Sia lodato Gesù Cristo, un contatto da rockstar, non da religioso, che non aumento né la fede in Cristo né l’amore per Lui. Se non vengono impartite benedizioni, a che serve? Se non impartisce benedizioni, chi è in realtà?
È stato un gesto grave quello fatto il 31 dicembre. Grave è che sia stato fatto dopo il Te Deum, in un momento in cui il cuore di un celebrante, se il celebrante è credente, dovrebbe essere pieno di gratitudine.
Il Te Deum, secondo la tradizione composto da Sant’Agostino e Sant’ Ambrogio, è il canto del 31 dicembre ed è gioia pura. Se cantato con vera fede, è un canto che dovrebbe riempire il cuore di un celebrante di un tale tripudio di gratitudine da rendere impensabile un gesto di stizza.
È stato un gesto grave perché avrebbe dovuto essere seguito da scuse immediate, un gesto grave per la faccia furiosa mentre chi avrebbe dovuto accogliere si allontana da una donna che è stata ferita e rifiutata in mondovisione.
Una donna che non ha il cellulare in mano. Non vuole un selfie. Si fa il segno della Croce, ed è l’unica persona che lo fa.
E ha l’urgenza di dire qualcosa, lo dice con un viso addolorato, è qualcosa di importante, qualcosa che deve essere accolto, che deve essere ascoltato. Ma è rifiutata. Lui la strattona e se ne va con la faccia furiosa.
È stato detto per giustificare che aveva palese dolore fisico. Aveva “palese dolore fisico?”. Davvero? Un dolore come quello di San Lorenzo sul fuoco, di Santo Stefano lapidato? Un dolore come la flagellazione o come i chiodi? Un dolore come quello dei bambini cristiani crocefissi a Mosul, di quelli bruciati vivi nelle loro Chiese? Deve essere stato un dolore atroce per impedirgli di abbozzare un sorriso a quella donna. Ho visto sorridere bambini con le metastasi ossee. In realtà l’espressione è di stizza, non di dolore, ma se anche fosse dolore (e veramente non sembra) un adulto normale è in grado di abbozzare un sorriso anche con le metastasi ossee. Tanto più se è il rappresentante di una religione basata sul martirio. Il colore porpora e scarlatto di cardinali e vescovi indica la disponibilità in qualsiasi momento a dare il sangue nel martirio, non sono colori scelti perché facevano allegria.
Ancora più gravi le scuse. Ho dato il cattivo esempio. Ho dato il cattivo esempio, ho sgualcito la mia immagine. Di nuovo una frase che comincia per IO. Di chiedere perdono a Cristo offeso con un comportamento indegno del Suo Vicario non se ne parla, e di chiedere perdono a una donna umiliata in mondovisione nemmeno. Questo da parte di un signore che ha pronunciato la strampalata frase “se qualcuno offende mia mamma io gli do un pugno”, quasi a giustificare l’eccidio di Charles Hebdo, ma non si è mai minimamente adombrato per le offese terribili che quotidianamente arrivano a Cristo e alla Madonna. Tutto questo dopo la orrida Pachamama messa sugli altari, Allah ricordato nelle chiese e i dogmi Mariani violati e derisi.
Altri Papi hanno impugnato la spada e firmato condanne a morte, e sono stati gesti gravi, su cui possiamo interrogarci, e non sempre lo hanno fatto per difendere la fede. Altri hanno avuto amanti e figli e hanno brigato per la gloria della loro casata, quindi che i Papi siano al di sopra di ogni critica è un’idea falsa.
Un cattolico può criticare il Papa? Un cattolico deve criticare le gerarchie quando negano il Vangelo e deragliano. Il cattolicissimo Dante mette qualche Papa, incluso quello regnante ai suoi tempi, all’inferno. Ci sono stati nella Chiesa Papi pessimi e antipapi. Non tappatevi la bocca quindi difendendo l’indifendibile.
E a proposito di Pachamama. Era stata prevista l’apostasia della Chiesa. Non il ridicolo. Errore nostro. Avremmo dovuto intuire che l’apostasia non poteva che essere ridicola. Ridicola come la Pachamama messa sugli altari, comelLa rappresentazione di monsignor Paglia in mutande nell’affresco della Cattedrale di Terni, ridicola come una Chiesa che finge di stigmatizzare l’aborto e poi dichiara la signora Bonino una grande Italiana. Ridicola come la strampalata storia del bellissimo libro scitto da Sua Santità Benedetto XVI e dal Cardinal Sarah Ridicola come una Chiesa che ha rinunciato alle benedizioni per i selfie, come una Chiesa che non ascolta le grida dei suoi martiri.