Una strada per Arafat
Lo stato turco, meraviglioso stato pacifista e umanitario, è quello che resta dell’Impero ottomano. L’impero ottomano è stata una potenza militare, e solo militare: dal punto di vista della scienza, della letteratura e della filosofia l’impero ottomano è stato un’impotenza. Il motivo di tale impotenza lo spiega Hans Magnus Enzensberger nel bel libro Il perdente radicale. Quando Gutemberg inventò la stampa nel 1455, il suo uso fu vietato nell’impero ottomano in quanto il libro che importava era il Corano e altra stampa poteva essere dannosa nel pericolo di levargli attenzione. La stampa fu vietata ai mussulmani, ma non agli ebrei e soprattutto ai cristiani, che erano il 100 % della popolazione in origine, l’80% della popolazione al momento della conquista e ancora il 30 % della popolazione a metà dell’800. Avere la stampa rese queste minoranze l’élite culturale: la maggioranza dei medici e aa maggioranza degli ingegneri erano armeni. L’impero ottomano e lo stato turco suo successore hanno annientato, nel senso letterario di ridotto a niente, la popolazione di religione cristiana di lingua e civiltà greco latina dell’Anatolia. L’apocalisse di San Giovanni è stata scritta in un posto che adesso si chiama Turchia, in una lingua che nessuno capisce, parla di una religione che nessuno professa più. A metà dell’800 i Cristiani in Turchia erano il 30 %, della popolazione turca: oggi i Cristiani sono lo 0,6% . Lo sterminio degli armeni è il primo sterminio su suolo europeo dove è stata utilizzata sistematicamente la fame per uccidere e la nudità per umiliare: le donne armene, siamo nel 1915, erano spesso costrette a stare e morire nude, dopo aver assistito alla castrazione di mariti, padri e figli. Senza lo sterminio degli armeni in questo stato criminale che è la Turchia, non avremmo avuto lo sterminio degli ebrei da parte di Hitler. Il tramite tra i due è sempre lui, il Gran Mufti di Gerusalemme, Amin al Husseini, la più alta autorità sunnita oltre che il capo spirituale dei mussulmani palestinesi. Il gentiluomo Yassir Arafat, cui dobbiamo due attentati a Fiumicino per un totale di 48 morti, l’assassinio del bimbo Stefano Tashè e il ferimento di altri bambini per l’attentato alla Sinagoga di Roma, il sequestro dell’Achille Lauro e secondo Cossiga la strage di Bologna, era nipote di quest’altro gentiluomo. Amin al Husseini, Gran Mufti di Gerusalemme aveva attivamente, entusiasticamente partecipato allo sterminio di Ebrei e Armeni in Turchia, non sappiamo quante persone abbia personalmente ucciso, evirato e stuprato, ma sappiamo che ci si è tanto divertito. Anche l’eroico popolo palestinese quando non può ammazzare ebrei, perché sono armati fino ai denti e hanno preso la antipatica abitudine di aprire il fuoco su chiunque voglia ucciderli, devono sfogarsi sui cristiani, per esempio quando i miliziani dell’Olp arrivano in Libano massacrano 18000, diciottomila, Cristiani Maroniti, che la comunità internazionale e i pacifisti si affrettano a buttare nel dimenticatoio e far sparire dalla memoria collettiva. I cristiani Maroni come vendetta, assolutamente sbagliata, massacrarono 800 palestinesi, inclusi donne e bambini nei due campi di Sabra e Chatilla, un’operazione certamene ignobile, fatta per la disperazione di uno sterminio ignorato, fatta perché il mondo li vedesse. Il mondo ha attribuito l’episodi agli israeliani e i cristiani maroniti sono rimasti invisibili. Secondo molti storici i nazisti allo sterminio degli ebrei non ci erano arrivati: era troppo grossa persino per loro. Il genocidio non poteva esistere nella cultura europea, non esisteva nemmeno la parola, genocidio, è stato necessario crearla al processo di Norimberga, proprio perché la parola non esisteva. Amin al Husseini, Gran Mufti di Gerusalemme già sterminatore di armeni (ed ebrei) durante lo sterminio del 1915 in Turchia è, secondo alcuni storici, colui che portò l’idea, il grilletto, il detonatore. Secondo questi storici Hitler all’idea ci sterminare gli ebrei non ci era ancora arrivato, era troppo grossa persino per lui. Esistevano campi di concentramento, non veri campi di sterminio fino alla fine del 41, molti ebrei erano stati uccisi, ma senza sistematicità, e in genere i bambini e le donne non venivano toccati. A novembre del 41 fu siglato il patto tra Hitler e il Gran Mufti. Hitler dichiarò che il nazismo ha due anime tedesca e islamica, e proclamò che islam e nazismo avevano la stessa anima, gli stessi valori e gli stessi nemici. Molti ipotizzano che in cambio di una fatwa che ha schierato a fianco di Hitler tutto l’islam sunnita, abbia concesso lo sterminio totale degli ebrei, progetto non ancora formulato: La soluzione finale è del febbraio 42.
Lo sterminio degli Armeni è turco. Lo sterminio degli ebrei su suolo europeo non è solo tedesco: è tedesco, turco, bosniaco e palestinese, ma come sempre noi consideriamo solo la responsabilità europea, per il terrore dell’accusa di razzismo: noi non accusiamo mai paesi poveri o del terzo mondo, cui neghiamo la responsabilità. Questo è il senso delle parole pauperista terzomondista: qualcuno che usa due pesi, due misure, se il crimine è stato perpetrato da poveri o da ricchi, da appartenenti alla nostra civiltà o a altre. La causa? L’odio di sé, un odio per noi stessi fabbricata e istillata dagli enormi, ricchissimi e fortissimi partiti comunisti e i loro nipotini. I palestinesi sono venuti sulla mia terra a sparare e uccidere mentre io ero in pace, quindi sono “il nemico”. Poi che il nemico sia meglio non odiarlo, restare lucidi e anche compassionevoli è un discorso che dobbiamo fare, ma il nemico va riconosciuto e trattato da nemico, altrimenti non siamo buoni, ma aspiranti suicidi. Aspiranti suicidi che agli assassini della loro gente dedicano strade. Ad Arafat sarà dedicata una strada a Palermo. In cosa Stefano Tashè, il bimbo ucciso a due anni dai palestinesi a Roma è diverso dai bambini rastrellati nel Getto di Roma dalle SS? Perché le 48 vittime nei due attentati palestinesi s Fiumicino meritavano di morire? Perché un anziano turista ebreo sulla sedia a rotelle è stato ucciso sull’Achille Lauro? Era un civile innocente. Per i palestinesi tutti gli ebrei sono colpevoli a prescindere. Non esiste un terrorismo tibetano come non è esistito un terrorismo armeno. Il terrorismo contro civili non nasce dal dolore di un popolo: nasce dalla cultura di morte in cui quel popolo è immerso. Questa cultura di morte che è arrivata al suo punto più basso con il mito del bambino terrorista suicida, è stata fecondata e irrigata da Arafat.
Arafat, nipote di quel Gran Mufti di Gerusalemme fondatore della XIII divisione SS, è l’autore della frase Noi vi sgozzeremo tutti, sgozzeremo i figli nelle madri. (Algeri 1985)
Il sindaco di Palermo vuole intitolare una strada ad Arafat: è sicuro di quello che sta facendo?
Queste parole sono prese dall’Intervista che Oriana Fallaci fece ad Arafat.
Arafat La fine di Israele è lo scopo della nostra lotta, ed essa non ammette né compromessi né mediazioni….
Fallaci Conclusione: voi non volete affatto la pace che tutti auspicano.
Arafat No! Non vogliamo la pace. Vogliamo la guerra, la vittoria. La pace per noi significa distruzione di Israele e nient’altro. Ciò che voi chiamate pace, è pace per Israele e gli imperialisti. Per noi è ingiustizia e vergogna. Combatteremo fino alla vittoria. Decine di anni se necessario, generazioni.
Secondo la signora Fallaci Ghedaffi era l’individuo più stupido e crudele che lei avesse mai incontrato in vita sua dopo Arafat. Arafat era the winner. Uno dei pochi punti in cui non condivido il parere di Oriana. Infinitamente crudele, certo, ma Arafat non era stupido: è riuscito a trasformare il suo popolo nell’incredibile gallina dalle uova d’oro che gli ha permesso di diventare Paperon de Paperoni.
Arafat è morto ricchissimo. Del denaro dato dalla comunità internazionale al suo popolo ha intascato percentuali da capogiro. Possedeva di tutto, inclusi i beni più inverosimili, dai villaggi vacanze alle Maldive alle fabbriche di cemento che hanno venduto il materiale alla costruzione della barriera difensiva israeliana, il famoso muro. Sua moglie ha sempre vissuto, in pianta stabile, per decenni, in una suite dell’hotel Ritz di Parigi al costo di 16000 dollari a notte.
Delle prodezze di Arafat ne ricorderò una sola
Era il 9 ottobre 1982, nella sinagoga di Roma c’era una festa, la benedizione dei bambini, secondo la tradizione.
I fedeli uscirono dal Tempio, le famiglie con i bambini per mano e furono accolti da una scarica di mitra e lanci di bombe a mano.
Stefano Gay Taché, un bambino di 2 anni, morì crivellato dai colpi, i feriti 35 di cui ancora oggi molti con le schegge conficcate nel corpo.
Stefano era nipote di uno dei pochi ebrei scampati alla deportazione del Ghetto di Roma. Stefano aveva due anni, come Emilia, la bimba descritta da Primo Levi.
Il sindaco di Palermo ci spieghi: perché è stato etico uccidere Stefano Tachè?