San Giuda Taddeo, prega per noi.
In un’epoca difficile come questa, è il caso di raccomandarsi ai Santi. I miei santi preferiti sono quattro.
San Michele Arcangelo, che ci difende nella battaglia, e ci insegna che chi ama combatte. Fino a pochi decenni fa alla fine delle nostre magnifiche messe in latino, dicevamo sempre la invocazione a S. Michele Arcangelo. Vale la pena di conoscerla, sia in latino che in italiano.
Sancte Michael Archangele,
defende nos in proelio;
contra nequitiam et insidias diaboli esto praesidium.
Imperet illi Deus, supplices deprecamur:
tuque, Princeps militiae caelestis,
Satanam aliosque spiritus malignos,
qui ad perditionem animarum pervagantur in mundo,
divina virtute, in infernum detrude.
San Michele Arcangelo,
difendici nella battaglia,
contro la perfidia e le insidie del diavolo sii Tu il nostro sostegno.
Che Dio eserciti il suo domino su di lui, noi supplichevoli Lo preghiamo!
E tu, Principe delle milizie celesti,
ricaccia nell’inferno Satana e gli altri spiriti maligni,
che si aggirano nel mondo a perdizione delle anime.
San Giorgio uccide il drago per salvare la principessa. Come sostiene giustamente Chesterton, in ogni vita ci deve essere il principio di San Giorgio che uccide il drago per salvare la principessa; la nostra ridicola epoca ha separato il principio dell’amore della battaglia: fate l’amore e non la guerra. In realtà chi ama combatte.
San Giuseppe: anche San Giuseppe è un Santo armato. I due misteri più belli un Bambino bellissimo e una Donna bellissima non potevano essere affidati a un uomo disarmato, in una terra oltre tutto sotto occupazione militare. San Giuseppe faceva il falegname, non il sarto o il fornaio, in un’epoca in cui, sempre, i falegnami portavano con se un’ascia, per la necessità di tagliare il ramo giusto o l’albero giusto nel momento in cui lo avessero incontrato. San Giuseppe è un uomo di una forza enorme, che per tutta la vita respira vicino a una donna bellissima restandone il custode. San Giuseppe è il simbolo del cristiano: dobbiamo essere miti e armati, i due termini non sono antitetici. Maria è co artefice della redenzione. Lei riesce ad assistere alla Passione del Figlio, senza mai intervenire, senza mai chiedergli di salvarsi. Giuseppe non ci sarebbe riuscito. Lui muore prima della Passione, perché, se fosse stato presente, sarebbe morto nel tentativo, certamente inutile, di evitarla. Non l’avrebbe evitata, ma una mezza dozzina di soldati romani sarebbero rimasti per terra, e non doveva succedere. Se nel momento in cui Cristo deve trascinarsi sul Golgota, col peso della croce lui fosse vivo, Giuseppe andrebbe a morire per tentare proteggerlo con la sua ascia.
Il quarto santo che porto nel cuore e San Giuda Taddeo, apostolo martire, protettore delle cause perse, quelle battaglie per cui si combatte per il dovere di combattere, anche se nessuna speranza di vittoria possibile. Quindi, quando tutto sembra perduto, noi ricorriamo a San Giuda Taddeo.