Manuel il cavaliere.
Manuel, giovane uomo di diciannove anni colpito alla colonna vertebrale da un proiettile, sta dando al mondo la lezione più grande di coraggio e amore per la vita. Per lui i versi della bellissima poesia Invictus – Non vinto, scritta dal poeta inglese William Ernest Henley sul letto dell’ospedale dove gli avevano amputato una gamba per la tubercolosi ossea.
Per quanto infinita possa essere la notte che mi circonda da tutti i lati,
Io sono e resto l’unico capitano della mia anima.
Quindi, abbiamo un diciannovenne colpito alla colonna vertebrale da un proiettile, campione di nuoto, che si è trovato, da un istante all’altro, con metà del corpo paralizzato.
E quello che ha detto è : coraggio mamma, comincia una nuova battaglia.
Comincia una nuova battaglia.
Una battaglia durante la quale il cuore di tutti noi sarà con questo ragazzo, la nostra anima sarà con lui.
Tutti i giorni lo ricorderemo un istante nelle nostre preghiere.
Fai il meglio che puoi con quello che hai.
Noi, non sempre possiamo scegliere cosa la vita ci mette davanti, ma possiamo scegliere come affrontarlo.
Manuel ha deciso che lui è e sempre sarà Invictus – non vinto.
Resterà sempre l’unico capitano della mia anima.
Per Manuel ricostruiamo le regole d’onore. Non permettiamo ai nostri figli di essere cialtroni, che siano cavalieri. Leviamo la fragilità, ricominciamo a insegnare il coraggio.
Un paio di anni fa una giovane donna di 19 anni, è stata beccata a copiare alla maturità. Uso la parola giovano donna perché dovremmo smettere di essere ragazzi e ragazze a 18 anni. Copiare è un furto: si rubano voti più alti così da avere risultati e vantaggi rubati, si divide il mondo in furbi e fessi. Copiare è un piccolo reato che fa un giovane che non ha ancora la possibilità di fare cose più serie: tranquilli, quando sarà più grande ruberà posti di lavoro ai più meritevoli o il denaro dei contribuenti. Sorpresa a copiare, perché la giovane donna si è fatta anche beccare, è stata sospesa dall’esame di maturità. I suoi genitori, però, sono due tenaci, due che non si arrendono mai. Le hanno fatto fare ricorso al Tar che ha dato ragione alla giovane studentessa: gli esaminatori dovevano capire che lei aveva paura: copiare era stato un mezzo per esorcizzare la paura. L’esame di maturità verifica appunto la maturità, anche quella di gestire la paura: si tratta di un esame, non si rischia la fucilazione, non sono le trincee dove diciottenni sono andati a morire. Chi non è in grado di affrontare il normale stress dell’esame di maturità non lo dia e vada a fare altro. Ci sono lavori pieni di dignità che si possono fare anche senza la maturità. Chi copia è un ladro: alzatevi in piedi e denunciatelo al professore. Denunciare, uscire dall’omertà, è un comportamento peraltro normale in Giappone ma anche negli Stati Uniti. Vi linceranno e voi resisterete al linciaggio. Mia madre fu linciata ai suoi bei tempi perché si era rifiutata di Far il tema “Perché amo il Duce” ed è sopravvissuta. Non è vero che dobbiamo sempre essere amati. Se nessuno ti odia vuol dire che non ti sei battuto mai per nessuna causa ( W: Churchill)
La nostra democrazia è comunque costata lacrime e sangue. Non è perfetta, anzi, ma è meglio di qualsiasi dittatura, quindi imparate a combattere adesso, da ragazzi, per il bene comune.
Chi scrive sui muri danneggia il bene comune: non fatelo e se qualcuno lo fa denunciatelo. Le sostanze chimiche per pulire i muri e levare le scritte sono inquinanti. Si parla sempre di ecologia: le scritte sui muri sono inquinanti. Scrivere sui muri è una violenza al proprietario del muro e a tutti coloro che non vogliono leggere e sono costretti a farlo, è una violenza piccola, non per questo meno grave. Volete scrivere? Avete la possibilità di aprire un blog o una pagina FB: vivete in un’epoca che permette questa magnificenza. Qualche anno fa ho tenuto una conferenza alla facoltà di Letteratura Italiana dell’università di Capo D’Istria. Non c’era una sola scritta né sui muri dell’università né su altri. Lunghi muri che servivano a fare il muro. Giornali, articoli, blog e pagine fb servivano a comunicare.
Vostro figlio ha preso una serie di insufficienze? Sgridatelo, spiegando che ha fatto una seria di scelte sbagliate sulle priorità, (non dicendo che è stupido), nel caso chiedetevi se sia il caso di affiancargli un aiuto, andate dai professori a concordare una strategia comune, non certo a protestare per le insufficienze. Sequestrate cellulare, tablet, telecomando, computer salvo di giorno e solo per studio: ha preso insufficienze? Non se li merita. Ha preso insufficienze? Non ha la capacità di gestire il tempo e sicuramente dorme troppo poco perché resta sveglio fino oltre mezzanotte e fare sciocchezzuole su internet. È uno studente lavoratore o va solo a scuola? Se va solo a scuola c’è un minimo sindacale sotto cui non può scendere. Se di quello che studia a scuola non gli importa un fico, vuol dire che a scuola ci va solo perché considera i lavori manuali roba da essere inferiori. Si chiama snobismo, e nasce da S. Nob: sine nobilitate, senza nobiltà, abbreviazione che si scriveva nelle università inglesi di fianco ai cognomi di quelli che non erano conti o baroni di niente.
Se vostro figlio insieme ad altri ha fatto una cosa atroce a un compagno, per poi mettere il video su you tube, fategli capire cosa vuol dire essere il più debole. Anche un solo spinello fa danni al cervello, anche un solo spinello sostiene trafficanti e traffici immondi. Anche un solo spinello è un danno al mondo. Guardare pornografia è un danno al proprio cervello e al mondo. Non c’ è nessuna scusa, non esiste giustificazione. Chi lo usa per andare a cercare lo spinello non merita il motorino, chi lo usa per guardare porno non merita il cellulare. Non permettiamo ai nostri figli di restare incastrati in dipendenze. La pornogrfia altera i rapporti con l’altro sesso, altera la percezione di se. Se il ragazzo protesta, fategli leggere un libro scritto da un’adolescente, la quattordicenne Anna Frank. Rileggete il linguaggio altissimo, lo struggente desiderio di andare a scuola, di fare una passeggiata. E fategli leggere le parole di Manuel, fategliele ascoltare, sta girando sul web la sua voce forte e allegra, una voce magnifica.
Un sedicenne che resta due settimane o anche due anni, senza smart phone , fino a quando porta una sufficienza piena, fino a quando non dimostra lealtà e coraggio, tranquilli, ce la può fare.
E che diventi un cavaliere. Cum nobilitate. Come Manuel.