Coraggio e senso del sacro
Tra i doni chiesti 7 mesi fa a Natale a Gesù Bambino la pace per i cristiani perseguitati, una casa per terremotati nel gelo, nel gelo più totale, più assoluto, nel gelo di governo che di certo non li ha amati, e per noi il coraggio, un coraggio infinito, perché è quello che adesso ci vuole per non essere travolti.
Molti pastori hanno abbandonato, hanno tradito, si sono venduti, le pecore sono sole davanti ai lupi.
Chiediamo il coraggio a Cristo di diventare i cani da pastore, quelli che difendono il gregge dalle menzogne più totali, la prima delle quali è la perdita del sacro, la perdita dello sguardo di Dio, la riduzione del messaggio di Cristo a un molto selettivo pauperismo. Perso il senso del sacro si spampana la distinzione tra bene e male, giusto e sbagliato, vero e falso. La perdita del sacro è la perdita della via che Cristo è venuto ad aprire. Il senso del sacro vuol dire svegliarsi e sapere che Dio sa che ci sei, camminare, scrivere, mettere in ordine la cucina e sapere che sei nello sguardo di Dio. Il senso del sacro vuol dire che ogni istante ha una luce dorata. Il senso del sacro vuol dire che mai farai passare un giorno senza pregare perché sarebbe un giorno perso, dato che quando preghi la luce dorata diventa più calda e scintillante, penetra il tuo essere.
Il tempo del cristianesimo gratuito è finito.
Ora cominciamo a rischiare le nostre vite, la nostra libertà, il nostro denaro.
Il coraggio è divertente. Cristo ama i coraggiosi. Ama i peccatori, è venuto a salvarli, attraverso il coraggio della redenzione e del pentimento, la sua misericordia è infinita ma non low cost, e Cristo ammonisce i tiepidi e i vili: vuole il loro coraggio.