da Brullo, ecco la nostra intervista!
“QUANDO TENGO UNA CONFERENZA RISCHIO LA VITA”: DIALOGO CON SILVANA DE MARI, FENOMENO DEL FANTASY ITALIANO. CHE STA SULLE SCATOLE PER LE SUE IDEE SU OMOSESSUALITÀ, SESSUALITÀ E ISLAM
Partiamo da un dato di fatto letterario. La storia di Silvana De Mari è un po’ quella di una Rowling italiana. Con qualche vertigine in più. Medico di professione, con una decisa dose di coraggio – pratica anche in Africa, lavora durante l’era dell’Aids che uccide – comincia a scrivere fantasy nel 1988 e a spedire manoscritti per 12 anni. Tenace e rigorosa, la De Mari (che vedete qui). Alla fine, Salani le dà fiducia. Primo libro nel 2000 – L’ultima stella a destra della luna – ne seguono altri quattro, tra cui il più celebre, L’ultimo elfo (2004), che inaugura la saga omonima. Il libro è tradotto ovunque e l’autrice vince il Premio Andersen. Come si dice, è ‘la svolta’. Da lì in poi seguono tanti libri, per editori importanti (Giunti, Fanucci), e una fama crescente. La De Mari diventa il fenomeno del fantasy italiano, una autrice “da seicentomila copie vendute”. L’ultimo libro del ciclo – seguitissimo – de ‘L’ultimo elfo’ lo ha appena pubblicato Ares, s’intitola Arduin il rinnegato (pp.480, euro 19,00), e si focalizza sul tema etico, ci dice la De Mari, dei “bambini soldato”. I problemi non tardano ad arrivare. Come mai? Perché la De Mari pensa. Pensa, intanto, che la letteratura abbia una funzione ‘etica’ e non meramente ‘ornamentale’. Pensa, appunto. E i suoi pensieri non seguono la scia dell’andazzo comune. Per i suoi pensieri – condivisibili o meno, ognuno fa i conti col proprio cervello – la scrittrice De Mari è ciclicamente insultata; è stata anche minacciata di morte. Con l’esito che alle conferenze deve andare scortata dalla Digos. Cosa pensa di così devastante la De Mari (che ha all’attivo una passata militanza nel partito di Magdi Allam)? Che la Chiesa cattolica è diventata una specie di marshmallow, che l’Islam è una religione violenta per natura, che l’accoglienza non è un obbligo, che l’Occidente non può disintegrare i propri pilastri culturali, che l’etica è una cosa seria e indiscutibile. Cose che non dice solo lei. Ciò che urta è il suo pensiero sull’omosessualità e sulla sessualità, che in questa intervista, sterminando maldicenze e fraintendimenti, la De Mari cerca di mettere in chiaro. Con lucidità, ma anche con una tenerezza superiore. “Giuro che continuerò a dire quello che so essere vero anche se mi sta costando denaro, la carriera, anzi due carriere, medico e scrittore, forse la libertà, forse la vita, se qualcuna delle persone che mi scrive che vuole la mia morte passa all’atto. So che me lo scrivono perché sono disperati, sono dolenti, e io so che per loro è possibile uscire dal dolore”. Quello che afferma la De Mari è di gravità quadrupla. I pensieri di uno scrittore ‘contro’ sono diventati un problema. Editori preferiscono evitare la pubblicazione di un autore ‘politicamente scorretto’, scoccano minacce. Qui il punto non è pensarla o meno come la De Mari, ma garantire la possibilità di un pensiero e ribadire la centralità dell’opera letteraria.
Lei è, nitidamente, un ‘fenomeno’. Medico, è diventato, leggo nel suo scarno profilo biografico, una autrice “da seicentomila copie vendute”, pubblicata dagli editori di settore più importanti d’Italia. Come si fa? Soprattutto, come le è venuta l’idea di ‘darsi’ al fantasy? Ci racconti.
Nel fantasy si rifugiano i grandi valori, la lealtà, il coraggio, la cavalleria, il rispetto dell’autorità, quando questa sia degna, certo, il rispetto dell’etica, la fede nella provvidenza. La grande letteratura fantasy è stata fondata da J.R.R. Tolkien e C.S. Lewis che ci hanno verbalizzato, scritto e sottoscritto, di aver messo nei loro libri i valori della spiritualità biblico evangelica rinnegati nelle due terrificanti religioni atee del ventesimo secolo, il comunismo sovietico e il nazismo tedesco, che non sono stati movimenti politici, ma movimenti religiosi messianici e salvifici, con un semidio, Lenin, Stalin, Hitler, una nuova etica, il ritorno al sacrificio umano. La letteratura fantastica permette di parlare dei temi più atroci restando su un piano di leggerezza e nello stesso tempo di usare un linguaggio universale. L’ultimo elfo è un libro che parla di un elfo che è rimasto ultimo perché gli altri sono stati sterminati: si affronta il tema del genocidio, tema non affrontabile con altrettanta lievità in un vero romanzo storico. Inoltre se parliamo di armeni non parliamo di ebrei, se parliamo di ebrei non parliamo di tutzi e così via. Parlando di elfi abbiamo parlato di tutti. E a questo significato se ne è aggiunto un altro, cui non avevo ancora pensato quando nel 2004 ho scritto il libro: il bimbo cristiano che scappa da un villaggio o da una chiesa distrutti in Nigeria, o in Kenia, o in Pakistan, o in Irak, o in Egitto. L’ultimo orco e Hania trattano del bambino concepito nella violenza, nato da uno stupro. Arduin il rinnegato parla dei giusti: coloro che nati persecutori, combattono per i perseguitati. La letteratura fantasy, quella più alta almeno, parla del dolore nella storia e della speranza anche, mai persa, che alla fine la luce prevarrà sul buio. Come si fa? Ho cominciato a scrivere nel 1988 e il mio primo libro pubblicato è del 2000. Ho continuato per 12 anni a mandare manoscritti che nessuno pubblicava. Credo che l’ostinazione sia una dote necessaria. L’altra è l’arroganza: ero certa che quei manoscritti avessero un valore, per questo ho continuato.
“Arduin il rinnegato”, il suo ultimo libro, appartiene al ciclo de ‘L’ultimo elfo’. Ma… ancora gli elfi? Come ha dato autenticità al suo mondo fantastico, quali sono le ‘fonti’ di cui si nutre, letterarie e non?
La storia: in particolare la storia del XX secolo. Siamo il secolo del genocidio, nel 2015 abbiamo compiuto questo terrificante anniversario. Questo è il motivo per cui i due generi ossessivamente presenti sono il fantasy e l’horror. Entrambi rappresentano uno scontro frontale tra una cultura di vita e una cultura di morte. Perché gli elfi? Per spiegare le linee guida del genocidio. Perché possa essere usato il termine di genocidio, oggi usato a casaccio e a sproposito, non è sufficiente che siano uccise molte persone. Un popolo deve essere sterminato a cominciare dai neonati. Non schiavizzato o oppresso: sterminato. Perché uccidere anche i neonati? Perché fanno paura. In parole povere il popolo sterminato ha una superiorità culturale nettissima sul popolo sterminatore. Saper leggere e scrivere, saper leggere e scrivere bene fa paura. I colti sono odiati. Hanno in mano la scienza, quindi sono accusati di tutti i mali, causare epidemie, controllare il mondo. Gli armeni erano il 10% della popolazione turca, ma erano il 50% dei medici e degli ingegneri, una percentuale analoga per gli ebrei di Europa. In Cambogia sono stati sterminati in maniera genetica, cioè uccidendone anche i figli, gli appartenenti alla classe borghese, chi sapeva leggere e scrivere. I tutzi erano l’aristocrazia culturale del Ruanda, dopo essere stata l’aristocrazia guerriera nei secoli precedenti alla colonizzazione. Gli elfi, odiati perché hanno qualche potere magico che tutti temono, diventano quindi la metafora di una minoranza percepita come più forte e quindi odiata. E poi c’è lui, Arduin, signore dell’onore e del coraggio, che rinnega il suo essere orco, essendo gli orchi coloro che uccidono volontariamente i bambini e dopo averli uccisi festeggiano. Arduin guida il popolo degli uomini annientato e sconfitto a riconquistare la sua terra, insegna a combattere ai contadini perché le fattorie non siano più luoghi di massacro. Arduin l’orco diventa il paradigma del libero arbitrio: nato orco, combatte per difendere i bambini. Il fantasy ci parla di campi di sterminio e di terrorismo contro i civili. Essere orco è una scelta, non un destino. Anche non esserlo.
Che ‘visione del mondo’ sta a fondamento dei suoi libri?
Il libero arbitrio: la capacità di scegliere, la possibilità sempre presente di scegliere il bene. Le linee etiche, che devono essere rigide. Noi apparteniamo al post moderno, riteniamo che, sempre, flessibile sia una bella parola e rigido sia una parolaccia. Le regole di sicurezza di una centrale nucleare, di un treno, di una funivia, devono essere rigide. Le regole di asepsi di una sala operatoria devono essere rigide. L’etica deve essere rigida. Nel momento in cui diventa flessibile, se non lo faccio io lo farà un altro, ma bisogna calcolare la sua qualità di vita, allora ci si avvia verso il disastro.
Su di lei, facendo ‘zapping’ in rete, si legge di tutto. Pare non sia ben voluta dal movimento LGBT, pare ne abbia dette di ogni contro omosessuali, islam, papa Francesco, indistintamente. Ad ogni modo, ha il pregio di parlar chiaro in un tempo di ignavi e di non essere ‘politicamente corretta’. Ci spieghi come stanno le cose.
Cominciamo con lo stabilire che le mie parole sono state stravolte, e cambiate: non ho mai detto moltissime delle frasi che mi sono attribuite. Per quarant’anni ho curato MSM, uomini che fanno sesso con altri uomini, dizione peraltro scorretta perché dal punto di vista biologico il sesso è tra uomo e donna e legato alla riproduzione. Gli insulti e le minacce che ricevo sono migliaia e mi costringono a tenere conferenze con la protezione degli uomini della Digos. I miei libri hanno venduto centinaia di migliaia di copie, ma innumerevoli editori sia italiani che stranieri hanno fatto un passo indietro per un boicottaggio massiccio ed ho praticamente fermato la mia attività professionale dopo un episodio molto inquietante avvenuto l’anno scorso. Tutto quello che oggi è insegnato nella scuole sulla cosiddetta omosessualità, in realtà omoerotismo, è drammaticamente carente. Cosa occorre aggiungere? Potremmo aggiungere i dati dell’OMS sulla maggiore morbilità e mortalità dei cosiddetti MSM, maschi che fanno sesso con altri maschi, una morbilità e una mortalità enormemente superiori. Le riassumo qualcosa. Gli uomini gay hanno un rischio 140 volte maggiore per l’HIV e la sifilide di nuova diagnosi rispetto agli uomini eterosessuali (vedi qui). Il rischio di cancro anale è circa 17 volte più alto negli uomini gay e bisessuali sessualmente attivi che negli uomini che fanno sesso solo con le donne (vedi qui). Il rischio di tutte le malattie sessuali è moltiplicato enormemente nel MSM: qui può trovare una piccola parte dei link, piccola parte perché la letteratura medica è veramente sterminata. Io ho in casa interi testi di medicina (Sexuality ransmitted Diseases in Homosexual Men, David Ostrow Terry Sandholzer) dedicati alla maggiore mortalità e morbilità proctologia e soprattutto infettivologica, testi che era possibile pubblicare fino agli anni Ottanta: la loro pubblicazione oggi è impedita dai movimenti lgbt, vietata da una serie di leggi liberticide, per cui gli studi devono essere frammentate in miriadi di articoli e non possono più essere pubblicati in trattati organici. La sessualità è binaria, uomo donna, e ha la funziona biologica di creare la generazione successiva mediante l’incontro di gamete maschile e gamete femminile. Dato che madre natura segue linee logiche, i corpi sono complementari tra di loro e possono unirsi con picchi di piacere, orgasmo, e senza subire danni, con organi ragionevolmente difesi contro le malattie sessualmente trasmissibili. Anche le menti degli uomini sono complementari con quelle delle donne e l’alleanza stabile tra un uomo e una donna crea il tipo di coppia con la maggiore statistica di equilibrio, di aumento della longevità e diminuzione della morbilità. Tra i cosiddetti MSM, uomini che hanno sesso con altri uomini, il consumo di alcool, cannabis, psicofarmaci sono molto più alti. Più alto è il suicidio. Non tutti gli atti sessuali tra un uomo e una donna producono una vita, ma tutte le vite, nessuna esclusa, sono nate dall’incontro di un ovulo e uno spermatozoo, quindi la prima affermazione “omofoba”, per usare questo neologismo cacofonico e scorretto, è che la sessualità uomo donna è biologicamente vincente, o potenzialmente vincente, e qualsiasi rapporto che non sia sessualità uomo donna, è, nel migliore dei casi, biologicamente inutile. La seconda affermazione “omofoba” è che il rapporto tra due maschi per quello dei due che ha il ruolo bottom, cioè passivo, non è solo biologicamente inutile, è biologicamente perdente. Gli apparati sessuali sono due, maschile e femminile e sono fatti in maniera da combaciare, sia dal punto di vista anatomico che da quello fisiologico, con l’apogeo neuroendocrino che è l’orgasmo. Dove non ci sia niente che combaci si ricorre all’apparato digerente nel suo segmento finale, che ha un carattere astioso e poco comunicativo, non combacia con nessuno, contiene materiale fecale, di odore giustamente sgradevole perché per noi esseri umani è pericoloso data la presenza di batteri e virus che sarebbe meglio non andassero in giro (non è così per altri mammiferi) . Il tubo digerente e soprattutto la sua ultima porzione si offende con spaventosa facilità e la sua offesa si manifesta in una miriade di patologie estremamente dolorose, e dato che subisce microlacerazioni e che ha un funzione assorbente, per cui assorbe anche virus e batteri, le malattie sessualmente trasmissibili schizzano verso l’alto, soprattutto per gli MSM passivi. Quelli che si ammalano con maggiore frequenza sono i bottom. Quelli che occorre operare a volte per le conseguenza sono i bottom, quelli che sono confrontati alla sofferenza e al danno perché qualcosa con una circonferenza di quasi dodici centimetri si trova dove è previsto il passaggio di qualcosa con una circonferenza massimo di 6, sono i bottom. Il dolore può diventare piacere: si ha l’inversione del senso del piacere e del dolore, ma questo non abolisce il danno biologico. Per questo motivo, oltre che per la morbilità, questi atti, altrettanto pericolosi se hanno come complemento oggetto una donna, sono vietati in maniera categorica dalla religione, da San Paolo a Santa Caterina da Siena. Mi perdoni se scendo in particolari tecnici, so benissimo che nessuno li vuole conoscere, è molto più carino pensare a due tizi molto belli, palestrati e sorridenti, che si guardano negli occhi, ma io sono un medico, ho curato corpi, corpi dolenti che contenevano anime dolenti. Ho fatto il medico quando l’AIDS c’era, ma non c’erano gli antiretrovirali, quando l’epatite B uccideva e non esisteva la vaccinazione. Io porto nel cuore i giovani pazienti morti di AIDS o di cirrosi epatica, porto nel cuore il loro dolore, porto nel cuore le loro lunghissime confidenze, ero l’unica persona che li ascoltasse. Ho fatto il medico in Africa, dove le minori norme igieniche e la minore disponibilità di medicinali, rendono tutto questo particolarmente grave. Sono la prima a riconoscere che la mia esperienza è limitata, estremamente limitata: è limitata ai casi peggiori ed è limitata solo ai maschi MSM bottom. Mi dicono che esistono persone MSM sane e felici e sarà così. Ma ci sono anche eserciti di MSM che non lo sono, che spingono la loro ricerca di qualcosa che dia un senso alla loro vita con pratiche sempre più estreme, che spingono la ricerca di qualcuno che dia un senso alla loro vita con una promiscuità sempre più spinta. Sono sempre stata estremamente accogliente con tutte queste persone senza mai minimamente criticare il loro stile di vita perché ho sempre avuto la convinzione che si trattasse di una situazione irreversibile. Che fosse disfunzionale lo avevo sotto gli occhi, ma ero convinta fosse irreversibile. Se qualcuno è in uno stato immutabile e disfunzionale, l’unica cosa che si può fare è essere il più cortesi possibili, per non aggiungere disagio ad altro disagio. Pochi anni fa ho avuto la prova del contrario. La cosiddetta omosessualità è una condizione reversibile, soprattutto quella maschile passiva. Ha ragione Nicolosi: l’omosessualità può essere una maniera per riparare un senso del sé e della propria virilità danneggiato, e in questi casi scompare quando il senso del se ricupera la sua potenza. Questa affermazione in altre nazioni costa già anni di prigione e temo ormai sarà così anche in Italia. Ma questa affermazione è vera. È sufficiente un’unica pecora nera perché l’affermazione che tutte le pecore sono bianche sia falsa. I libri di Luca di Tolve, Richard Cohen, e Joseph Sciambra, e innumerevoli altri casi conosciuti personalmente mi hanno chiarito che la cosiddetta omosessualità maschile passiva è una condizione acquisita che diventa una dipendenza e che può essere reversibile, con infinita fatica, certo, ci vuole una motivazione d’acciaio, e che chi la modifica vive molto più felice, oltre che più sano. Quindi? Quindi cosa una persona fa con i suoi genitali deve restare nel privato. Sono affari suoi e nessuno può immischiarsi. Nel momento in cui pride, articoli, libi di scuola pubblicizzano uno stile di vita problematico come uno stile di vita sano, allora è un dovere intervenire. Perché con termini così crudi? Perché così hanno avuto clamore mediatico. La terza voce “omofoba” che si dovrebbe far ascoltare è la testimonianza di qualcuno che è stato gay e ha smesso di esserlo, sentire una voce che dice: quella che vivo ora è una vita vera. Sono un medico, ho fatto un giuramento. Giuro di fare il bene dei pazienti, giuro di curarli anche a costo di contrarre patologie, come facevo quando suturavo e medicavo i feriti affetti da epatite B e AIDS (non tutti i medici lo facevano, molti erano terrorizzati). Giuro che continuerò a dire quello che so essere vero anche se mi sta costando denaro, la carriera, anzi due carriere, medico e scrittore, forse la libertà, forse la vita, se qualcuna delle persone che mi scrive che vuole la mia morte passa all’atto. So che me lo scrivono perché sono disperati, sono dolenti, e io so che per loro è possibile uscire dal dolore. Non ho potuto impedire la morte dei ragazzi che ho visto morire di AIDS, e li porto nel cuore. Nel loro nome ne impedirò altre.
L’altra tragedia è la desacralizzazione della sessualità. La diffusione di tecniche anticoncezionali e soprattutto orride lezioni di educazioni sessuali hanno ridotto il sesso a uno strofinio di organi con un qualche piacere che se ne ricava. La pornografia ha fatto il resto. Il sesso ridotto a uno strofinio di organi sessuali per le donne è di una tale noia che devono ricorrere a 50 sfumature di sado maso per non morire di tedio. Lo scopo non è più la riproduzione che si è persa e si è dispersa in una natalità talmente impalpabile da rendere molto verosimile una libanizzazione nel giro di pochi decenni. Con il termine libanizzazione si intende la conquista di un territorio da parte dell’islam mediante la demografia e non mediante la conquista armata. L’islam è una religione fondata da un capo politico militare, che la impose mediante conflitti armati e arte diplomatica, descritta come diritto alla doppia verità, che in termini più plebei potremmo definire menzogna. L’islam ha una struttura politico militare e la necessità teologica della conquista del mondo mediante conflitti armati e arte diplomatica basata sul diritto alla doppia verità. La libanizzazione è un evento reso estremamente probabile dal nostro crollo di natalità e da una politica di accoglienza indiscriminata.
I migranti sono al 90 % maschi islamici in ottima salute, proveniente da nazioni non in guerra, in età militare, 15/45 anni. Non esiste un obbligo di accoglienza. Nessun popolo ha questo obbligo.
Per quanto riguarda la Chiesa, ha reso il cristianesimo flessibile, porzionabile, opinabile, simpatico, e conciliante, potremmo definirlo un cristianesimo molto low cost, praticamente ai saldi: mi pare di ricordare che il Vangelo dica esattamente il contrario. Stiamo annegando in una misericordia tonda e paffuta come lo zucchero filato. Mi pare di ricordare che dovevamo essere il sale della terra. Ho visto la signora Bonino esaltata come una rockstar: mi pare di ricordare che dovevamo difendere la vita dal concepimento, perché essa è sempre un atto del volere di Dio. Mentre i cristiani vengono massacrati come cani nelle terre dell’islam, siamo invitati alla misericordia totale e permanente per un’unica categoria: maschi sani di religione islamica arrivati in Italia senza documenti. L’impressione sempre più forte è che il nemico sia dentro le porte.
Domanda cretina: che c’entra il fantasy con la fede? Specifico: la fede non entra in contraddizione con la sua capacità immaginativa, creativa, fantastica?
La metafora permette questo passaggio. La civiltà occidentale è nata dalla fusione di quattro principi: la spiritualità biblico-evangelica (l’aria), la filosofia greca (l’acqua), il diritto e il pragmatismo romani (la terra), la violenza e la passione dei barbari (il fuoco). Se rinnega le proprie radici, non diventa migliore: muore. Negando il cristianesimo, anzi la spiritualità biblico evangelica come pilone portante della civiltà europea, l’Illuminismo nega quella civiltà, mettendo quindi le fondamenta per le catastrofi successive, le due terrificanti religioni atee, il comunismo e il nazismo.
Nella letteratura fantastica mettiamo, sempre, la realtà storica e il sogno. Nella grande letteratura fantastica è descritta la realtà attuale, siamo una cultura di morte, e il sogno: che la cultura di morte sia sconfitta.
La scrittura deve essere ‘morale’, etica ed estetica devono andare a braccetto? Allo scrittore è chiesto di ‘prendere parte’? Lo chiedo a una scrittrice fortemente ‘impegnata’ (penso alla sua militanza nel gruppo di Magdi Allam).
Non è possibile scrivere senza riversare nel libro la propria etica. Ogni popolo deve avere il diritto a conservare la propria terra, la propria lingua, le proprie tradizioni e, ancora di più, le proprie tradizioni. I popoli che rinnegano la propria storia, che tagliano le proprie radici, che pensano che la libertà sia gratuita e che si possa conservarla senza combattere, si candidano a diventare un popolo di schiavi o un popolo di morti.
Senta, ma… ora a che libro sta lavorando? Ci sono sviluppi nel suo poliedrico mondo fantastico?
Tra qualche giorno uscirà un romanzo storico Sulla ali della libertà (Lindau) di nuovo dedicato a un pubblico giovane, dai dodici anni che parla di un tema scomparso dai libri di scuola: lo schiavismo islamico che ha massacrato il sud dell’Europa. Le nostre coste sono disseminate di torri di avvistamento, a ricordo di una guerra terribile. Le coste sono state abbandonate, i porti si sono impaludati, Gli schiavi cristiani nell’islam come gli schiavi africani sono morti senza discendenza: agli schiavi non era permesso avere figli, e noi ne abbiamo perso la memoria. E un ragazzino nigeriano è il protagonista del prossimo libro, Joseph delle paludi (Ares) in uscita questo autunno.
Sono ancora, però, troppo immersa in Arduin per staccarmi da lui. In Arduin c’è il terribile coraggio di andare contro la propria gente per diventare un salvatore. È un tema che amo molto (direi che sono una specialista sull’andare sola contro tutti) ed è presente anche ne La nuova dinastia, libro divertente e leggero, come L’ultimo elfo, per ragazzi, che come L’ultimo elfo affronta temi forti, mentre Arduin il rinnegato è un libro adulto. Ho amato Arduin alla follia, e quindi continuo a raccontarne la storia. Il prossimo libro racconterà le sue battaglie, viste però dal punto di vista di altri personaggi e quello che segue alla sua morte. Arduin il rinnegato è un libro autonomo, anzi quello che andrebbe letto per primo, che racconta di un orco che si batte per gli uomini. È un libro feroce. Nella prima parte racchiude una realtà storica particolare: i bambini soldati. Al mito nazional socialista dei bambini soldati si è ai nostri tempi affiancato il mito ancora più orrendo del bambino terrorista suicida. Nei popoli perbene combattono gli uomini. Sempre e solo gli uomini. Quando vedete in una foto dei bambini che prendono a sassate un carro armato, coloro che li hanno inviati hanno perso anche l’etica elementare di proteggere la propria prole. L’addestramento dei bambini soldati, sempre, è feroce: il bambino deve essere meno terrorizzato dalla morte in guerra di quanto non sia dal suo sergente istruttore, altrimenti non andrà avanti. Arduin rinuncia alla sua identità, sacrifica la sua eternità perché i bambini non vengano uccisi.
Tratto da: Pangea