In Francia è stata torturata e uccisa una sopravvissuta alla Shoa
Jacques Hamel, 86 anni, il parroco della chiesa di Saint-Etienne-du Rouvray, vicino a Rouen, è stato sgozzato nel 2016 perché stava celebrando la Messa e perché, pare, si era rifiutato di inginocchiarsi davanti agli assalitori. L’ 85enne Mireille Knoll, è stata assassinata con particolare ferocia pochi giorni fa per la colpa di essere ebrea. Occorre una particolare ferocia per pugnalare e ancora pugnalare un corpo anziano, un corpo fragile, per uccidere un “nemico” inerme nell’ultima parte della vita. Occorre parlare di questa ferocia, non negarla, capire cosa la alimenta, perché è evidente che è alimentata, occorre alzare muri di cinta per proteggere le vite fragili. I gessetti colorati mettiamoli via.
Un continente che non protegge le proprie frontiere, che permette a chi non la ama di diventarne cittadino, espone gli inermi al martirio. Amo moltissimo gli immigrati che amano la nazione che li accoglie, Magdi Cristiani Allam, Suad Sbai, il cardiologo pachistano che ha operato mio marito, Azer Sharif e la comunità copta di Torino. Non amo coloro che non la amano. Nessun popolo deve essere costretto ad accogliere chi non lo ama, chi lo odia. Non esiste questo obbligo. Senza muri a proteggerli, gli inermi saranno attaccati. Chi costruisce ponti tra aspiranti carnefici e quelli che diventeranno loro vittime sta compiendo in azione che si chiama favoreggiamento.
Sto leggendo questo libro e volevo condividere questa citazione.
“La Magli si spinge fino ad affermare che essendo «le migrazioni, l’arma principale per giungere in breve tempo alla disintegrazione delle singole culture» deve esserci un qualche burattinaio: «Non conosciamo i nomi di coloro che ci lavorano ma esiste sicuramente un centro direttivo, fornito di imponenti mezzi psicologici, propagandistici e finanziari, che sollecita e aiuta milioni di persone ad abbandonare il proprio Paese, l’Africa soprattutto, per dirigersi verso l’Italia e l’Europa. Contemporaneamente sono state date le istruzioni opportune a tutte le istituzioni politiche, sociali e religiose, per predisporre i popoli oggetto dell’invasione al «dovere dell’accoglienza», con un martellamento incessante da parte degli strumenti di comunicazione di massa, dei politici e, almeno per quanto riguarda l’Italia, anche con una predicazione aggiuntiva e intimidatoria da parte della Chiesa». Ida Magli, Difendere l’Italia, cit., p. 52.” (da “Traditi sottomessi invasi” di Antonio Socci)