Perché il cognome deve essere paterno.

Solo uno scemo può pensare che una volta abbattuta la famiglia la società possa sopravvivere. L’alleanza tra sinistra e movimento omosessualista ha la funzione di un attacco continuo alla civiltà, e anche di un attacco alla donna: la parola madre cancellata e sostituita dalla parola genitore che in italiano, sia che sia genitore 1 sia che sia genitore 2 è sempre e solo maschile, (la parola genitore ha un preciso femminile che è genitrice), gli attacchi alle religioni che condannano la cosiddetta omosessualità, e che in quanto omofobe meritano di essere cancellate ( o stravolte in un tripudio arcobaleno come la nuova chiesa 3.0), la perdita di importanza della famiglia, che non è più protetta ed è equiparato a un qualsiasi assembramento di persone in qualche maniera legati da un qualche sentimentalismo (love is love), rinunciando a dare valore alla potenza generativa della famiglia: un uomo e una donna se fanno l’amore tra di loro generano bambini, e una politica decente di uno stato decente protegge i bambini quindi la famiglia, quella vera, quella in cui un ovulo e un plotone di spermatozoi da cui si stacca il migliore si incontrano nel tepore delle lenzuola, non nel gelo di una provetta. Nei film gli uomini sono sempre più scemi e/o più ottusamente brutali, stupratori, picchiatori, geni maligni del male: unica soluzione sopprimerli. Nelle commedie i maschi sono sempre più ridicoli. In tutti i film e telefilm, in tutti i remake attorno al tema “ho sposato una strega”, il personaggio maschile è sempre più imbarazzante. Il padre nei Simpson e nei Griffin è ad ogni stagione più ripugnante. I maschi nelle pubblicità sono quelli a cui occorreva spiegare come funziona la chiavetta del computer: la loro unica competenza è nei lavori di casa: sanno che bisogna pulire il bagno con l’anticalcare e lo spiegano a lungo. Segnalo a puro scopo informativo che l’unica attività per un uomo meno sexy che spiegare come vanno i piatti in lavastoviglie è inneggiare all’anticalcare. Ci sono donne che dovendo scegliere tra andare con un uomo che pulisce il bagno col Viacal e la detenzione a Guantanamo, preferirebbero Guantanamo, pare che il water borning non sia comunque mortale. Ora arriva l’ultima formidabile boiata: la proposta e al bambino sia dato il cognome della madre, che sarebbe in sostanza il cognome del nonno materno. La proposta è oggettivamente più semplice dal punto di vista anagrafico di quella che prevede che il bambino abbia entrambi i cognomi, quello della madre è quello del padre. Generazione successiva i cognomi diventano quattro, poi otto, poi sedici, e prima dei trentadue bisognerebbe trovare altre soluzioni. Per quale motivo il cognome deve essere paterno? Il motivo che fino adesso si è sempre fatto così è un motivo più che valido. Ci sono cognomi che contengono quello che era stato il nome del padre, per esempio Johnson. In Russia al nome segue sempre il patronimico fatto dal nome di battesimo del padre I cambiamenti sono una sofferenza per la mente umana, e chi li impone gratuitamente, senza una reale necessità, è stupido. Chesterton diceva: prima di distruggere una palizzata chiediti per quale motivo è stata costruita. Per quale motivo noi portiamo il cognome paterno? Il periodo più lungo di permanenza della creatura umana sul pianeta è il paleolitico: 2 milioni e mezzo di anni. Tutto quello che viene dopo è lungo 10.000 anni, cioè un soffio. Il nostro cervello è un cervello adatto al paleolitico. Nel paleolitico l’unica possibilità che ha un maschio di sopravvivere è la caccia. Fondamentale anche la guerra per difendere la tribù dalle altre tribù (nel paleolitico è in uso il cannibalismo). L’unica possibilità che una donna ha per sopravvivere è sedurre un maschio che divida con lei la sua preda in cambio della sua bellezza, dei figli che lei metterà al mondo che sono la gioia della vita, e anche l’unica possibilità di assicurazione sulla vecchiaia, e l’accudimento, la certezza che quando lui tornerà stravolto e forse ferito , lei si chinerà a curarlo, ed accudirlo. Le caratteristiche virili sono forza, coraggio, aggressività, cameratismo (contro la tigre dai denti a sciabola meglio andare in gruppo) e formidabile istinto di protezione. Caratteristiche femminili sono la civetteria, il desiderio di essere belle così da essere scelte, la competizione con altre donne, (specchio delle mie brame chi è la più bella del reame?) e l’accudimento. Nel paleolitico non esiste una polizia a cui fare denuncia per stalking, violenza sessuale e violenza di qualsiasi genere. Porto il cognome di mio padre per chiarire qual è l’uomo che ti spaccherà tutte le ossa se mi fai del male. Porto il cognome di mio marito per chiarire qual è l’uomo che vi massacrerà se mi fate del male. Se un uomo dice a una donna “tu sei mia”, vuoi dire in linguaggio paleolitico “nessuno può farti del male se io sono vivo, tu non soffrirai mai la fame se io sono vivo, io andrò alla morte per proteggerti”. Nel caso sprofondassimo sul serio in un mondo post apocalittico, e con la baronessa di Bruxelles che vuol scatenare la terza guerra mondiale non è del tutto impossibile, un maschio che sia disposto a combattere e morire per noi risulterebbe molto più utile di quelli che puliscono bagno con il Viacal. Nel mondo attuale ci sono anche una polizia e una magistratura per punire chi ci fa del male? Tanto di guadagnato, ma la mia prima difesa sono mio padre e mio marito. La prima difesa di un bambino è l’amore di sua madre, la seconda l’ascia di suo padre. Da bambina ho sempre saputo che se qualcuno mi avesse fatto del male mio padre lo avrebbe ridotto in pezzi talmente piccoli che nemmeno la sua stessa mamma sarebbe poi riuscita a distinguerlo dei ciccioli del minestrone. La similitudine è di mio padre. Se qualcuno mi avesse fatto del male, i carabinieri sarebbero stati l’ultimo dei suoi problemi. Mio padre sarebbe stato il primo. Anche a costo di finire all’ergastolo. Sapere questo mi ha dato il senso del mio valore. A me non poteva succedere di mettermi con un uomo che picchia o uccide, perché ho sempre avuto il senso del mio valore, grazie a mio padre ( che tra l’altro mi ha anche insegnato qualche elementare ma efficace tecnica di autodifesa). Quando una donna è picchiata o uccisa dall’uomo che si è scelta, è perché si è scelta l’uomo sbagliato, dato che suo padre non le dato il senso del suo valore. Ogni donna uccisa dal suo ex è la prova del fallimanto di suo padre nel suo primo compito di padre, difendere con la sua potenza e la sua violenza la figlia. Mio padre non avrebbe rilasciato interviste, non avrebbe scritto libri, non avrebbe tenuto corsi. Sarebbe arrivato su chi mi aveva fatto del male prima della polizia, perché questo era uno dei suoi compiti di padre. Gli uomini che uccidono le donne non hanno paura del padre delle assassinate. E questa mancanza di paura uno dei problemi che lascia le donne sole davanti agli uomini malvagi, che sono fortunatamente pochissimi (le donne assassinate da uomini sono poche decine su una popolazione di 60 milioni di persone), ma esistono. Nella mia prima infanzia la frase che più spesso ho rivolto a mio padre è: dov’è mamma? Quando a casa nostra è crollato di notte uno scaffale ho chiamato papà! Se c’era un’aggressione, volevo che mio padre venisse mettere i suoi 80 kg tra me l’aggressore. Dove il padre se ne va, dove è stato cacciato, dove non c’è aumentano i disturbi ansiosi di figli fino al disturbo fobico. Un’ultima cosa: se alle donne è riconosciuto il diritto di aborto, al punto tale da far fare quest’operazione atroce a spese dello Stato, il diritto di aborto deve essere riconosciuto anche i maschi. Se una donna può disconoscere la sua maternità, anche un uomo deve poter disconoscere la sua paternità. Anche i maschi devono avere il diritto di dire idiozie come quelle scritte sui giornali femminili e scandite dalle femministe. Anche loro devono poter dire: io sono mio, il mio corpo mi appartiene, la mia vita mi appartiene, ricomincio da me perché io valgo, non potete punire la mia attività sessuale che deve essere libera, cioè completamente irresponsabile, con un figlio che io non desidero. Se le donne possono abortire, perché un uomo deve pagare gli alimenti, se non ha voglia di pagarli e se quel figlio non interessa? Perché deve pagare gli alimenti alla sua ex con il suo denaro? Io ci penserei prima di levare il legame del cognome paterno. Qualcuno spieghi a Franceschini che se vuole fare qualcosa di utile per le donne blocchi l’ingresso di decine di migliaia di maschi islamici in età militare, che non riconoscono nessuna dignità e nessun rispetto alle donne occidentali cristiani. Anche vietare la pornografia potrebbe essere una mossa intelligente. Far fare qualche mese di galera a chi ha sfruttato orrendamente il corpo delle donne nella gravidanza per altri vuol dire battersi per la dignità delle donne? E nel frattempo, giù le mani dal cognome dei nostri figli.