Buon Samaritano

Parliamo del nostro dovere cristiano di accoglienza e parliamo della parabola del buon samaritano. Noi dobbiamo essere come il buon samaritano, sempre. Il buon samaritano raccoglie uno a terra, aggredito dai banditi, ferito e sanguinante.
Il buon samaritano non soccorre un energumeno sano, con la collanona d’oro al collo e i capelli scolpiti da barbiere bravo, come quelli sulla nave Diciotti: quando è salito a bordo Richard Gere, sono state immortalate le catene d’oro e i cellulari. Il buon samaritano non è un ingenuo che favorisce un’invasione, è uno che soccorre un sofferente. Non si soccorrono i non sofferenti, perché se noi col nostro denaro soccorriamo i non sofferenti, stiamo semplicemente favorendo una truffa. Essere vittime di una truffa non è un’opera di misericordia. Il cristiano non è un ingenuo che si fa truffare, è uno che soccorre i sofferenti. Il buon samaritano medica sofferente con vino e olio. Il suo vino e il suo olio. Tutta roba sua. La generosità si fa con la roba propria. Per inciso: è un’applicazione terapeutica corretta. Prima si lava con vino che con il suo contenuto di alcol sterilizza e poi si mette l’olio così che le bende non attacchino. E anche una metafora del soccorso spirituale: prima è necessario il vino, che brucia, vale a dire avvertire i peccatori che sono peccato, e poi c’è l’olio della misericordia. Non si mette l’olio se prima non si è messo il vino, perché se manca questa azione di sterilizzazione, se non hai avvertito il peccatore che è nel peccato, poi arriva l’infezione, fino alla suppurazione. In molti casi l’opera di carità è dire no. Dopo aver soccorso il sofferente, il buon samaritano col suo denaro gli trova una collocazione. Lo fa con il suo denaro, non con il denaro della comunità, perché la comunità ha il diritto di non essere interessata al salvataggio, perché la bontà imposta per legge, qualsiasi tipo di bontà, si chiama teocrazia. La generosità cristiana è un valore cristiano che appartiene all’individuo, non deve appartenere allo Stato, altrimenti diventiamo una teocrazia, e perché ci sono possibilità di corruzione inenarrabili. Dopo aver soccorso col suo olio e il suo vino, il buon samaritano col suo denaro mette quello che ha soccorso in un albergo, non lo porta a casa sua. Il fatto che un uomo sia stato picchiato, non vuole automaticamente dire che sia buono. Essere perseguitati è una disgrazia, non necessariamente una nota di merito. Per quanto ne sa il buon samaritano potrebbe anche essere un filibustiere, potrebbe anche essere un criminale, magari il motivo per cui un uomo è stato picchiato, il motivo per cui è dovuto fuggire da una terra dove non c’è né guerra ne carestia, e che è uno spacciatore messo alle corde da spacciatori più cattivi, un delinquente messo in fuga da delinquenti peggiori. E solo un ingenuo mette uno sconosciuto in un posto dove può far male a sua moglie e ai suoi bambini. Solo un popolo di idioti permette l’ingresso a sconosciuti che possono far male alle donne e ai bambini.
Quindi noi dobbiamo essere come il buon samaritano: si soccorre solo gente oggettivamente sofferente, realmente in fuga, per esempio i cristiani in fuga dai paesi islamici dove li massacrano, li decapitano, li crocifiggono. Un ultimo particolare: nessuno scappa dalla fame.
Nel momento in cui c’è una carestia, nessuno è più in grado di scappare. Quindi sono energumeni islamici in età militare, quelli che stanno arrivando.
Nel cristianesimo solo i cristiani sono nostri fratelli. Quando ero bambina il cattolicesimo era una cosa seria, non una roba di mammolette, pretini tanto carini e vescovi ancora più carini che ritengono che favorire un’invasione sia un atto di carità.
Alla fine della messa ti leggevano il primo pezzo del Vangelo di San Giovanni. Così lo capivi che era la fede in Cristo che ti rende figlio di Dio e quindi fratello degli altri. Gli islamici non sono nostri fratelli, in effetti sono nostri nemici.
Noi dobbiamo renderli nostri fratelli convertendoli. Un cristiano ama i suoi nemici, uno sprovveduto non riconosce i suoi nemici. I due termini, cristiano e sprovveduto, non sono sinonimi. Perché gli islamici sono nostri nemici? Perché seguono il Corano. Sul Corano è scritto uccidi gli infedeli ovunque si trovino. Voi siete infedeli, anche i vostri bambini. Molti di loro lo stanno facendo, molti di loro stanno bruciando le nostre chiese, molti di loro ci accoltellano per strada. Mi dicono che non posso generalizzare, non tutti gli immigrati sono così. A me basta che un 10% sia aggressivo perché la mia vita diventa un inferno. Quindi è il contrario. Io non faccio entrare a nessuno in casa mia fino a quando mi dà garanzie assolute che non mi farà del male. Altrimenti non sono un cristiano, sono uno sprovveduto.
Sperperando 800 miliardi di nostri soldi in anni, c’è un risvolto forse positivo. È possibile che siccome spendiamo tutti i nostri soldi, potrebbero non esserci soldi per le ONG che ci portano in casa l’invasione.