Il paradiso nell’Islam.
Nell’islam i paradisi sono divisi, maschi e femmine. Questo già pone un problema per le persone intersessuali, persone che alla nascita per malformazioni anatomiche ed endocrine, non sono riconoscibili come appartenenti a nessuno dei due sessi. Si tratta di malformazioni, esattamente come esistono persone che nascono senza il numero corretto di arti e dita (I cosiddetti trans sono invece persone che un assetto anatomico ed endocrinologico assolutamente normale). Come certamente saprete, i maschi che muoiono nel Jihad, cioè nella guerra armata che Maometto ordina ai suoi seguaci, hanno sicuro accesso al paradiso, un paradiso dove non ci sono le donne della loro vita. I maschi quindi non incontreranno mai più per l’eternità le loro madri, le loro figlie e soprattutto le loro mogli. L’amore filiale di un figlio per la propria madre e soprattutto l’amore coniugale, l’amore di un uomo per la propria sposa, non sono un valore nell’islam: se l’uomo ama troppo sua moglie, se le vuole veramente bene, non può essere felice senza di lei, quindi non può apprezzare un paradiso da cui lei è esclusa, in più duro Apartheid mai immaginato. Dato che in paradiso ogni uomo ha a disposizione 72 vergini, la presenza della madre o della sposa sarebbe onestamente imbarazzante. Nel paradiso, quando noi ce lo inventiamo, mettiamo quello che ci manca: gli affamati partenopei vedevano montagne di spaghetti, la piccola fiammiferaia vedeva tepore e tavole imbandite. La descrizione del paradiso islamico ci fa capire le condizioni di Maometto e degli uomini che lo seguivano. Erano soli, senza donne, nel deserto, spesso affamati, con l’acqua poca, preziosa e contata, a volte l’acqua era sporca, a volte mancava del tutto sotto un sole implacabile. Il paradiso degli islamici è fatto quindi di luoghi ombrosi, verdissimi dove ovunque risuona il rumore degli zampilli. È un paradiso di gente che faceva la guerra in mezzo a un deserto. La guerra non è solo paura e dolore, il dolore delle ferite, il dolore delle fratture, il dolore della gangrena. La guerra è fatica, la fatica di trascinarsi anche quando non puoi più e devi continuare ad avanzare, la fatica di sostenere il peso delle armi anche quando il braccio è talmente stanco da non riuscire a sollevarlo. Il sogno del paradiso islamico è stare sdraiati all’ombra e al fresco, dove l’acqua zampilla. E poi è il sogno di uomini non solo senza donne, ma con un’ossessione sessuale. Un uomo senza donne sogna una donna, una donna magnifica di cui innamorarsi, di cui essere felice, se è molto frustrato sogna un bordello tutto per lui, che è sicuramente una cosa divertente, un sogno comprensibile per un maschio, ma un giorno o due, facciamo tre settimane, mezzo secolo al massimo. Tutta l’eternità con 72 vergini, scusate, ma è uno strazio, non è più nemmeno sesso, è bassa macelleria. Le 72 vergini non sono donne, sono vagine rivestite da un corpo. Queste vergini esistono o non esistono? Sono ologrammi o esistono davvero? Devono avere caratteristiche precise, occhi grandi, seni pieni, ed essere di pelle bianchissima. Questo genera un disprezzo ufficiale teologicamente giustificato per le donne di pelle scura e con il seno piccolo, che si trovano esposte al pubblico ludibrio. Da un lato è una gravissima forma di razzismo, dall’altro crea una inevitabile eccitazione per le donne di pelle bianca. Le 72 vergini devono essere caste, niente risatine da bordello, non si devono divertire. Il loro grandi occhi devono essere tenuti bassi. Queste donne vengono penetrate e poi ritornano vergini. Qual è vantaggio per un uomo di una donna vergine? La sicurezza che gli eventuali figli sono suoi e poi il fatto di essere l’unico che lei ha scelto, quello per cui lei ha fatto qualcosa che non ha fatto per nessun altro. Il piacere della deflorazione di un imene che si riformerà immediatamente è semplicemente il piacere di causare dolore, un piacere sadico. Che cosa manca al paradiso dei musulmani? Manca la madre, manca la sposa, ma soprattutto manca Dio. Allah nel Corano non c’è, non c’è da nessuna parte. Allah è una parete nera da cui escono ordini. Non si sa come è fatto. Non si sa perché ha creato il mondo. Manca nel paradiso. Nel paradiso islamico non c’è la contemplazione di Dio. Evidentemente a chi ha creato l’idea di questo paradiso mancava acqua, ombra, fresco, riposo e donne, non la propria donna, ma donne nel senso di qualcuno dotato di una vagina rivestita da un corpo bianco con grandi mammelle, e grandi occhi. Evidentemente a chi ha creato questo paradiso non interessava la contemplazione di Dio: al punto da non desiderarla in paradiso. Il paradiso delle donne è fatto solo da donne, non ci sarà il marito, non ci sarà il figlio perso per sempre al momento della morte. Le donne si ritroveranno tutte giovani e tutte belle. E vergini. Vergini? A che pro? Ma che senso ha in un luogo dove non solo non c’è Dio, ma non ci sono maschi, non c’è niente. Se l’imene si riforma, scompare anche il ricordo del marito e dei figli. Il paradiso dei maschi ha settantadue creature poppute e bianche, perché evidentemente le bianche sono meglio, ma ha anche una vasta disponibilità da “fanciulli” bellissimi vestiti di verde. Se analizziamo le righe con cui un cronista burocrate turco contemporaneo descrive la presa di Costantinopoli abbiamo la netta impressione che i fanciulli non abbiano solo uno scopo decorativo.
Quando per il favore divino la fortezza fu espugnata, il nemico perdette ogni forza e fu incapace di reagire. Il popolo fedele non incontrò più ostacoli e pose mano al saccheggio in piena sicurezza. Si potrebbe dire che la vista della possibilità di poter fare bottino di ragazzi e belle donne devastasse i loro cuori e i loro animi. Trassero fuori da tutti i palazzi, che uguagliavano il palazzo di Salomone e si avvicinavano alla sfera del cielo, trassero nelle strade strappandole dai letti d’oro, dalle tende tempestate di pietre preziose, le beltà greche, franche, russe, ungheresi, cinesi, khotanesi, cioè in breve le belle dai morbidi capelli, uguali alle chiome degli idoli, appartenenti alle razze più diverse, e i “giovinetti” che suscitavano turbamento, incontri paradisiaci.
Questa è la descrizione della presa di Costantinopoli da parte di Maometto II. Il brano è tratto da Storia del signore della conquista di Tarsun Beg Kemal, vale a dire che è il racconto ufficiale, quello su cui i bambini turchi studiano la storia. Hanno signorilmente sorvolato sui bambini decapitati nella Chiesa di Santa Sofia insieme alle loro madri, su tutti i crocifissi e gli impalati, e si sono limitati a “abbiamo stuprato le donne e i ragazzini”. Queste righe per esprimere tutta la mia disistima al vescovo di Treviso che sta facendo tutto il suo possibile per favorire un’invasione che pagheremo noi e i nostri figli. Questi Vescovi calpestano il Vangelo perché non evangelizzano, con convertono i musulmani, non ci provano nemmeno. Negano agli islamici il Bene più grande, Gesù Cristo e in cambio danno loro una terra che non è la loro. è la nostra. “Quelli tiepidi li vomiterò dalla mia bocca”, è scritto sull’Apocalisse. Un vescovo che incontra un iman e non tenta nemmeno di convertirlo, ma gli garantisce aiuto per l’invasione di un paese cristiano, fa parte solo dei tiepidi?