Chi bella vuole apparire molto deve soffrire.
Tragicamente vero. E spesso la sofferenza arriva fino alla morte. L’analisi degli scheletri ritrovati a Pompei ci danno drammatiche informazioni sanitarie sull’antica Roma. I denti delle donne presentano i segni inconfondibili del saturnismo, cioè l’intossicazione da piombo. Il saturnismo è stato un problema per molti romani. L’acqua, passando attraverso i loro magnifici acquedotti, poteva caricarsi di piombo. Le donne però sono molto più colpite degli uomini. Le donne mettevano sulla faccia la biacca, un composto a base di piombo che rendeva la loro pelle più bianca. L’impero Romano è morto per mancanza di figli. La denatalità è stata dovuta in parte all’intossicazione di metalli pesanti delle donne. Il primo sintomo di intossicazione di metalli pesanti è una pelle orrenda, per cui si mette più prodotto, il secondo sintomo è l’infertilità. A questi poi si aggiungono insufficienza epatica e renale e la morte. Il secondo motivo di infertilità fu la sodomia che permise di portare nel corpo delle donne batteri fecali con conseguenti aborti da escherichia coli e sterilità da annessite, mentre i maschi si ammalavano di prostatite e infezioni del prepuzio. Personalmente ho dei grossi dubbi anche sui cosmetici attuali, e questo è uno dei due motivi per cui non mi trucco. L’altro è la mia sterminata arroganza: se la mia faccia vi piace, così com’è, rughe incluse, mi fa piacere, se non vi piace pazienza, ma è escluso che sprechi tempo, energia e soldi a truccarla, cioè a ricorrere a un trucco, perché vi piaccia di più. Poi la faccia bisogna struccarla, un altro strazio: poche cose sono squallide e sudice come l’ovatta con cui ci si strucca, che oltretutto aumenta gli inquinanti del mondo. Le prove sulla innocuità di queste sostanze sono assolutamente insufficienti. Qualche settimana fa è esploso il caso Sinner: il giovane tennista è stato ritrovato positivo al doping per una crema sulle mani del suo massaggiatore. La nostra pelle è una barriera, ma le sostanze liposolubili la superano. Molti farmaci, anche farmaci salvavita, sono somministrati per crema o per cerotto. Le sostanze contenute nei cosmetici possono superare la barriera e finire il nostro cervello e nel nostro fegato? In tutti i casi, per il solo fatto di avere la faccia coperta viene alterato il microbioma cutaneo, cioè l’insieme dei batteri che non sono dannosi ma ci danno una mano. Solamente i cosmetici più cari, quelli venduti in farmacia o nelle profumerie del centro, un qualche controllo ce l’hanno, quelli più economici sicuramente no. Nessuno ha fatto sulle lunghe distanze studi randomizzati. Nessuno chiede alla malata di cancro o di malattie degenerative se si è truccata, per quanti decenni, e con quali prodotti. Ogni tanto una qualche sostanza viene eliminata, per esempio nel 2022 è stato vietato butil-fenil-metil-propionato in quanto cancerogeno. Come fate a sapere che non sono pericolose le sostanze nei cosmetici che state usando adesso, con conseguenze che magari si scopriranno tra tre anni? Per quale motivo il cancro e le malattie degenerative sono così alte nelle donne che pure hanno in genere lavori molto meno inquinanti degli uomini? Uno studio promosso e coordinato dall’Istituto nazionale tumori Regina Elena (Ire) di Roma e dall’Istituto di biochimica e biologia cellulare del Consiglio nazionale delle ricerche (Ibbc-Cnr), pubblicato sulla rivista ‘Bmc Medicine’ del gruppo Springer Nature, evidenzia “un significativo aumento dell’incidenza di tumori aggressivi” nelle under 35. Una parte è dovuta ai cosiddetti vaccini anticovid, ma quelli sono stati somministrati anche ai maschi. L’aumento di malattie neoplastiche nello studio è attribuito al fatto che le ragazze hanno assunto abitudini autodistruttive come il fumo, l’uso di sostanze e l’alcool fino all’ubriacatura. Pillola anticoncezionale, varie pillole dei vari giorni dopo, aborto chimico, procreazione assistita prevedono mostruose somministrazioni di ormoni che possono favorire vari tipi di neoplasie, ma non possiamo escludere che possano essere chiamati in causa i cosmetici, usati sempre di più, in età sempre più acerbe. Una ragazzina che si compra i cosmetici da sola compra i meno cari, intrugli fabbricati in qualche posto dove gli operai sono pagati quasi niente, le materie prime sono le meno care e i controlli non ci sono proprio. Il trucco crea dipendenza, e truccarsi è una causa di dismorfofobia: mi guardo allo specchio mi vedo brutta. Una persona abituata a truccarsi, nel momento in cui è struccata si vede brutta. C’è un’altra cosa: le donne si truccano prima di uscire di casa, il che vuol dire che mostrano all’esterno una immagine “migliorata” di sé. In realtà quelli che ci interessano di più sono i nostri familiari, e soprattutto quello che ci interessa di più è nostro marito, se abbiamo la fortuna di averne uno. Dato che andiamo a letto struccate, dopo aver buttato gli orrendi batuffoli di cotone sporchi del trucco appena tolto, il coniuge (fidanzato, compagno, quello che è), che l’unico di cui dovrebbe importarci qualcosa, vede la faccia non “migliorata”, e dei tizi di cui non ci frega assolutamente niente, i colleghi di lavoro, vedono la faccia “migliorata”. Questo è anche uno degli equivoci. Una donna si trucca perché non può più farne a meno, molte si truccano anche se sono sole in casa. Un uomo non capisce che una donna, la collega di scrivania, ha impiegato trenta minuti a truccarsi non per sedurre lui. Il truccarsi, lo stare un numero spaventoso di ore l’anno (fate il conto) davanti lo specchio a guardare la propria faccia, porta inevitabilmente al narcisismo. Non è un caso che le pubblicità di cosmetici usino queste frasi di un’idiozia esasperante tipiche anche di quella catastrofe sociale che sono i giornali femminili: “perché io valgo”, “ricomincio da me” eccetera. Noi creature umane costruiamo il nostro “senso del sé” nella relazione con l’altro, non con lo specchio. Nessun senso del sé si forma davanti allo specchio, anzi il senso del sé davanti allo specchio si dissolve, e questo crea la dipendenza dallo specchio. Se eliminassimo i cosmetici miglioreremmo la nostra salute, miglioreremmo l’economia delle nostre famiglie (fate il conto), miglioreremmo la salute del pianeta, i cosmetici sono inutili inquinanti, leveremmo la possibilità agli uomini di scimmiottare le donne. Una volta privi di cosmetici i cosiddetti drag queen, gli atleti che levano le medaglie alle atlete, e che, se pugili, le massacrano, i trans che con la loro violenta arroganza maschile hanno preteso l’ingresso nei nostri bagni e nelle nostre chat, tutti coloro che pretendono di essere una donna senza esserlo, restano in braghe di tela. Nessun maschio senza trucco può somigliare a una donna. Ancora più atroce è la chirurgia estetica, che è sempre e solo un danno e che dovrebbe essere vietata. La chirurgia plastica nasce per ridare un volto agli sfigurati, per ricostruire le mammelle amputate per il tumore e si occupa del malato più difficile di tutti: l’ustionato. La chirurgia estetica viola il principio cardine della medicina, che è non nuocere. Un intervento chirurgico è malattia, diminuisce il livello di salute del nostro organismo. Può essere proposto solo per curare una malattia più grave. Qualsiasi anestesia diminuisce il livello di salute del nostro organismo. Le anestesie generali se troppo lunghe e frequenti, possono essere un problema neurologico. Si nota molto nelle persone anziane, le cui funzioni cognitive possono essere destabilizzate. La chirurgia estetica è sempre un danno perché sposta l’attenzione dalla strada giusta, scopro il fascino che ho già, a una strada sbagliata: sarò amabile solo se sarò modificata chirurgicamente. Di liposuzione si può morire e si muore. La chirurgia estetica crea dipendenza, alcune persone hanno fatto decine di interventi: causa perdita di fede il sé stessi e si propone come unico rimedio per ricuperare la fede in sé stessi. Narciso inchiodato davanti allo specchio si fa massacrare.