Prevenire è meglio che curare.
Se la prevenzione è efficace e non ammazza, è una buona regola. Il cancro è meglio prevenirlo che curarlo. Il cancro è una malattia atroce, che sta aumentando. Secondo gli oncologi dopo la comparsa al mondo dei cosiddetti vaccini covid i casi di tumore maligno sono aumentati e si è abbassata l’età di incidenza, quindi una buona regola di prevenzione potrebbe essere: non fatevi iniettare farmaci sulla cui scheda tecnica è scritto che non sono stati fatti studi sulla cancerogenicità. Il cancro è una patologia che si instaura quando si sommano nel disastro una possibile predisposizione genetica, l’esposizione a oncogeni, per esempio il fumo o una centrale nucleare in fiamme. Il cibo che noi mangiamo, i suoi conservanti, i coloranti, i terrificanti fertilizzanti, diserbanti e insetticidi necessari per metterlo insieme, sono tra i maggiori imputati. Non fumare, mangiare solo roba decente, fare lavori puliti, non vivere dove le centrali atomiche esplodono e dove il vostro stato fa esperimenti atomici, vivere in cittadine piccole o in campagna possono essere protezioni per il cancro. I migliori libri su come evitare il cancro sono Anticancro, di David Servain Schreber, neuropsichiatra e paziente oncologico che è riuscito a combattere la sua malattia. Il libro pubblicato nel 2007 è ancora attuale ed è di facile lettura anche per non medici. Il secondo testo, imperdibile, è Prevenzione antiinfettiva e oncologica secondo la medicina basata sull’evidenza di Giuseppe Di Bella, decisamente molto tecnico, perfetto per ogni medico, ma anche per chiunque voglia assumersi la responsabilità della propria salute. Il libro analizza i meccanismi estremamente complessi che portano alla malattia tumorale, e delle necessità terapeutiche che devono intervenire sulla proliferazione, la differenziazione, l’angiogenesi e l’azione metastatizzante. Il libro è incentrato sul nuovo concetto di riprogrammazione cellulare e ci ricorda che il destino delle cellule, e quindi il nostro, non è segnato. Il libro è il risultato di studi di estremo rigore e come è ovvio contiene anche le istruzioni per potenziare il sistema immunitario e salvarci dalle malattie virali e batteriche: spesso sono le stese molecole che combattono il cancro o combattono l’infezione. Visto che il cancro è meglio prevenirlo che curarlo, il governatore della Puglia, Emiliano, ha messo l’obbligatorietà anche sul vaccino contro il papilloma virus, che può causare cancro della cervice uterina, a riprova ulteriore, casomai qualcuno avesse dei dubbi, che le vaccinazioni e la loro obbligatorietà c’entrano con la politica e non con la scienza. Lo stesso Emiliano ha messo per gli sciagurati medici della sua sfortunata regione obbligatoria anche una quarta dose dei cosiddetti vaccini anticovid, di comprovata inutilità per quanto riguarda la trasmissibilità della malattia e comprovata pericolosità. I medici pugliesi devono essere tizi molto ubbidienti, molto pazienti e molti miti. Contrariamente al covid che è una malattia infettiva, che si trasmette da una persona all’altra con grande facilità, il papilloma virus si contagia solo con comportamenti molti intimi: cosa gliene frega all’autorità e perché si ritiene in dovere di intervenire? Come spiega la pubblicità che martella gli Stati Uniti, il vaccino contro il papilloma evita un tipo di cancro, sarebbe folle non farlo. Emiliano deve aver visto una pubblicità del genere. Purtroppo non tutti sono d’accordo su questa teoria. Uno spaventoso numero di ricercatori e di medici ha concluso che la capacità del vaccino contro il papilloma virus di prevenire in cancro della cervice uterina possa essere serenamente dichiarata poco più che nulla a fronte di effetti collaterali gravissimi e anche mortali. L’efficacia di questo vaccino è stata parzialmente dimostrata solo nelle donne adulte e solo verso le displasie iniziali che nella maggioranza dei casi guariscono spontaneamente. Questi rischi sono completamente ingiustificati perché la prevenzione del cancro della cervice uterina può essere fatta a rischio zero ed efficacia massima mediante il Pap test ed eventuale conizzazione, intervento che si fa in day hospital e non lede nessuna funzione. Leggete lo spaventoso elenco di effetti collaterali sulla scheda tecnica (Emiliano li ha letti? Oppure si mettono obbligatori i farmaci a capocchia senza saperne un accidente?), cui si aggiungono tutti gli effetti collaterali, malattie autoimmuni, insufficienza ovarica (menopausa precoce) dolore cronico e morte che non essendosi manifestati a ridossa della vaccinazione non sono riconosciuti come effetti collaterali. In compenso i guadagni legati a questa vaccinazione sono astronomici. Tra i molti libri sull’argomento ne cito due. Il primo è “The HPV vaccine in trial, seeking justice for a generation betrayed” di Holland, Rosemberg, Iorio, con una prefazione di Luc Montagner. Il libro spiega la competa inutilità e pericolosità della vaccinazione, sottolinea le cifre di denaro enormi legate a questa vaccinazione ed è arricchito da una spaventosa iconografia, le fotografie delle ragazzine prima e dopo la vaccinazione, il dopo è rappresentato dalla foto di una gravissima disabile o direttamente di una lapide. Le fotografie si riferiscono ai casi riconosciuti giuridicamente, i casi cioè dove la correlazione tra la disabilità, o la morte e il vaccino sono dimostrate al di là di ogni ragionevole dubbio. L’altro testo è “Vaccinazione contro il Paillomavirus” di Roberto Gava, che spiega le fortissime pressioni commerciali che ci sono dietro questa vaccinazione, che il rischio di sviluppare un carcinoma è fortunatamente eccezionale, che non ci sono studi prolungati nel tempo, i dati sugli effetti collaterali sono carenti mentre aumentano le segnalazioni di gravi danni. La protezione quanto dura? Non si sa. Previene veramente il carcinoma del collo dell’utero? Non si sa, non è dimostrato. E neanche si sa come si modificherà il virus in risposta al vaccino. Esiste un rischio teorico che la vaccinazione selezioni nuovi ceppi più cancerogeni? Visto che prevenire è meglio che curare, per prevenire i danni da vaccini covid, l’unica vera strada è evitare la cosiddetta vaccinazione. Per prevenire i danni da vaccino è necessario anche evitare la trasfusione? Nella trasfusione è ipotizzabile contaminazione da proteina spike vaccinale, contaminazione con microtrombi da spike, anomalie immunitarie, contaminazione di nanoparticelle lipidiche. Dato che non esiste nessuno studio randomizzato che escluda questi fenomeni e al contrario numerose osservazioni suggeriscono che siano possibili, per il principio di prudenza è assolutamente corretto che un paziente rifiuti il sangue. In Veneto un’associazione di cittadini ha creato un’associazione che insegna a fare testamento biologico e chiedere in caso di necessità di usare i sostituti delle trasfusioni, come i testimoni di Geova e se possibile l’autotrasfusione. Ne hanno parlato Zona Bianca. Il dottor Pregliasco li ha derisi con la prima affermazione sorprendente, che non è possibile distinguere il sangue dei vaccinati da quello dei non vaccinati, evidentemente ignora l’esistenza dei data base e dell’anamnesi: basta chiedere al momento del prelievo e verificare perché i vaccinati sono stati tutti accuratamente schedati grazie al green pass. Poi continua con la seconda affermazione sorprendente, che la proteina spike vaccinale è assolutamente innocua e non può fare danni a nessuno, né a chi se la fabbrica nel suo corpo dopo essersi fatto inoculare il cosiddetto vaccino, né ai trasfusi. Qualcuno lo informi delle spaventose statistiche e dei lavori clinici che testimoniano i danni da spike vaccinale. Qualcuno lo informi che la miocardite è ufficialmente segnalata dai produttori tra gli effetti collaterali. La trasmissione prosegue deridendo la vendita di integratori nella speranza di detossificare l’organismo dalla proteina spike vaccinale, che è tossica e che può essere stampata per tempi anche lunghissimi dall’ RNA vaccinale. Questi integratori si vendono dappertutto, alcuni più seri, altri vere e proprie truffe, perché ce n’è un bisogno disperato, dato che un enorme numero di persone si scopre effetti collaterali spaventosi. Tra tutti i risultati migliori si ottengono con glutatione, n acetil cisteina e vitamina c per fleboclisi. Se nessuno si fosse mai fatto iniettare un micidiale farmaco genico sperimentale, non ci sarebbe bisogno di integratori nella speranza più o meno sensata di annullarne la tossicità. Il dottor Pregliasco ha coperto di ridicolo sé stesso e la medicina quando con due colleghi si è messo a latrare in musica “va va va vaccinatevi”, in riferimento a farmaci genici, che in quanto sperimentali, specificavano nella scheda tecnica effetti collaterali