Pride
È fortunatamente finito il mese di giugno, il mese in cui mentre le famiglie dei bambini disabili vedono i pochi aiuti di anno in anno sempre più tagliati, il denaro pubblico viene sperperato in cerimonia dell’orgoglio in cui energumeni ci mostrano orgogliosamente il loro deretano e la nostra religione e i nostri valori vengono orgogliosamente sbeffeggiati. Mentre le persone a comportamento omoerotico vengono massacrate a Gaza, Arabia Saudita, e Iran, gli onorevoli Elena Schlein e Alessandro Zan zampettavano felici facendo il segno del cuoricino con le mani e dicendo sciocchezze, tipo che l’amore è sempre amore. Che l’amore sia sempre uguale e abbia sempre un valore, anzi abbia sempre lo stesso valore, vuol dire che l’amore tra uomo e donna che genera la vita ha lo stesso valore dello strofinio tra due maschi o due femmine, che non genera la vita: è una frase atroce che afferma che la vita non ha valore. Alle processioni di orgoglio dell’uso improprio del tubo digerente, sono stati cacciati ebrei ed israeliani, e si è inneggiato ad Hamas in quanto entità “anticoloniale”, considerando irrilevante che Hamas massacri i gay in maniera atroce. . Il movimento LGBT quindi ama un movimento che condanna le persone a comportamento omoerotico a morte e anche a morti atroci, perché la cultura LGBT è autoaggressione e odio di sé, basta leggere Mario Mieli e Leo Bersani, considerati i due maggiori intellettuali gay, per verificarlo. Nel saggio “Apocalisse Queer, elementi di teoria antisociale” dell’intellettuale queer Lorenzo Bernini, è spiegato come la cultura LGBTQ abbia come scopo la dissoluzione della civiltà occidentale, e che possa essere rappresentata metaforicamente dalla figura dello Zombie, essendo cultura di morte. Mentre le chiese in terra dell’islam, ma anche in occidente, bruciano, una minoranza talmente bistrattata che tutte le multinazionali sponsorizzano i pride e che i giocatori di calcio sono costretti a portare l’arcobaleno, può mostrare a spese dei contribuenti tutto il suo odio per la nostra religione. Se digitate su Google le parole Pride, Cristo Madonna arriverete a tutte le ingiurie alla religione nostra e dei nostri padri. Se digitate su Google le parole Pride, Cristo e Madonna, arriverete a tutte le immagini della blasfemia più triviale. A questo punto vale la pena di chiedersi: Cristo è esistito o no? E se esistito, la storia su cui si basa il Cristianesimo, è vera o falsa? Perché se è vera, nei Pride quello che è sbeffeggiato è il figlio di Dio e se i Pride sono finanziati con denaro pubblico, tutti noi contribuenti siamo corresponsabili. Se la nostra magistratura non sembra a conoscenza del fatto che esiste un reato di vilipendio alla religione, c’è un altro Tribunale che potrebbe ricordarselo. A questo punto è molto interessante il libro “Gesù di Nazaret una storia vera? I Vangeli alla prova della scienza” di Marco Fasol, Edizioni Ares – gennaio 2024. Friedrich Nietzsche scrive chi è giunto alla libertà della ragione, non può mai sentirsi sulla terra nient’altro che un viandante, non un viaggiatore diretto a una meta finale: perché questa non esiste. La mancanza di una meta finale di natura trascendente caratterizza l’uomo contemporaneo a cui la tecnologia ha dato la falsa convinzione di essere padrone della propria vita e di poter manipolare la natura, ma, come ci rammenta lo psicanalista Viktor Frankl, l’essere umano è sempre alla ricerca di un significato, di un senso per cui vivere. Da qui lo smarrimento dell’uomo postmoderno.
I Vangeli, considerati autentici per secoli, nel Settecento illuminista vedono la loro attendibilità storica messa in discussione, questo atteggiamento critico è andato via, via aumentando fino ai giorni nostri. Marco Fasol, nel suo saggio “Gesù di Nazaret una storia vera? I Vangeli alla prova della scienza” fornisce importanti e decisive prove a sostegno della loro veridicità. La ricerca dell’Autore si basa sul metodo storico-critico che sgombra il campo dalle accuse di fanatismo e superstizione portando argomentazioni in grado non solo di rafforzare le convinzioni del credente, ma grazie alle scienze storiche, lo mette in condizione di poter dimostrare con fondate argomentazioni che la sua fede non è frutto di credulità.
Ormai anche gli studiosi concordano sul fatto che i Vangeli di Matteo, Marco, Luca e Giovanni rappresentano le fonti storiche più antiche e veritiere su Gesù. La morte di Gesù per crocifissione, avvenuta a Gerusalemme attorno all’anno 30, è confermata non solo dagli scritti del Nuovo Testamento e da tutti gli scrittori cristiani dei primi due secoli, ma anche da storici laici come Tacito e Giuseppe Flavio. Ѐ molto probabile che le prime comunità cristiane abbiano tramandato a voce le parole del Maestro secondo le regole di precisione e fedeltà osservate dalla tradizione giudaica dell’epoca. Nei decenni successivi venne realizzata la traduzione dall’ebraico e dall’aramaico al greco, in osservanza delle parole di Gesù che aveva esortato i discepoli a diffondere il Suo insegnamento in tutto il mondo. Il mondo antico parlava greco; l’aramaico era un dialetto locale. Per quattordici secoli, fino all’invenzione della stampa intorno al 1450, i Vangeli sono stati copiati a mano dagli amanuensi, senza il loro instancabile operato il testo che ha cambiato la storia dell’umanità non sarebbe giunto fino a noi. In luoghi diversi e in epoche diverse questi lavoratori silenziosi hanno copiato il testo originale con la massima precisione, in assenza di mezzi di comunicazione non hanno certo potuto concordare la stessa versione eppure, come scrive Marco Fasol, ciascun manoscritto conferma ed è confermato da tutti gli altri. Migliaia di manoscritti che riportano tutti lo stesso testo permettono di smentire le accuse di manipolazioni. Esistono errori di copiatura, ma questi errori non riguardano mai contenuti fondamentali. Gli errori degli amanuensi sono raccolti meticolosamente nell’apparato critico delle edizioni del testo originale greco. L’opera esamina con precisione e rigore, forte di una solida documentazione storica, le prove dell’autenticità dei Vangeli e confuta una per una le tesi contrarie, sulla base dei fatti. Storia e Scienza si incontrano nell’analisi della Sindone di Torino che Giovanni Paolo II ha definito “Specchio del Vangelo”. Le correlazioni tra il Sacro Lino e le descrizioni contenute nei Vangeli della passione e risurrezione di Gesù sono stupefacenti. Dopo aver mostrato la rispondenza della Sindone al racconto evangelico, Marco Fasol illustra le prove scientifiche a sostegno dell’autenticità del telo sindonico. Nuovi studi e nuove tecnologie hanno permesso di smentire le conclusioni del 1988 circa la sua origine medievale. Nel 2008, i fisici dell’Enea hanno irradiato alcune stoffe di lino con un laser che emette una radiazione violetta ad alta intensità ottenendo un’immagine che presenta significative analogie con quella della Sindone a conferma che l’immagine sul Sacro Telo è stata prodotta da un irraggiamento ultravioletto direzionale. L’opera di Marco Fasol ci consegna in tutta la loro veridicità i Vangeli, grazie al loro messaggio l’amore donativo è entrato nella storia e le discriminazioni sono state condannate. Una rivoluzione etica e sociale che ha cambiato la struttura della civiltà occidentale. E ci pone un problema. In nome della cosiddetta tolleranza, noi tolleriamo che il Messia sia sbeffeggiato da Alessandro Zan, Elena Schlein e i loro amichetti. Forse siamo parecchio scemi. La signora Elena Schlein vuole una legge che punisca l’omofobia, vale a dire che punisca San Paolo, San Agostino, San Tommaso, Santa Caterina da Siena, permette versioni del Vangelo edulcorate in cui le parole di Cristo quando ricorda la distruzione di Sodoma e quando raccomanda una macina al colo a chi scandalizza i piccoli siano edulcorate. Il cristianesimo è omofobo, detesta l’uso improprio del tubo digerente, quindi quando affermo che l’omofobia è un diritto umano sto difendendo la libertà religiosa. Nel mio ultimo libro, La ballata dei bambini senza nome, un avvocato spiega a un ragazzino nigeriano, unico sopravvissuto a un massacro di cristiani, che, sconvolto dalla oscena violenza anticristiana del Pride al punto di aver preso a pugno alcuni partecipanti, quanto questa brutalità sia sbagliata, e gli consiglia un altro sistema: sdraiarsi davanti ai carri così da fermarli e restare lì fino a quando la polizia non lo porti via di peso. È un reato, ma un reato bello, intelligente, quello che si chiama non violenza. Al prossimo mese dell’orgoglio Gay, possiamo farci un pensierino anche noi e trasformarlo nel mese dell’orgoglio cristiano? Che i Pride passino in mezzo a file di oranti con il Rosario in mano. Che i sindaci e i partiti che sponsorizzano i Pride perdano le elezioni, anche, è un punto fondamentale.