Un cervello in ritmo alfa
La nuova forma di narrazione della nostra epoca è la serie televisiva. La serie televisiva dura ore e ore, dura decine di ore nel caso se ne produca più di una stagione. Sia che la si veda una volta alla settimana, sia che si scarichi un episodio dopo l’altro, questa esposizione continuata inchioda a un coinvolgimento emotivo enorme. Si creano pagine di fan dove si discute, gli attori vengono completamente identificati con i personaggi sempre chiamati per nome di battesimo, si piangono i morti, si odiano i malvagi, si ipotizza cosa succederà nella successiva puntata e così via. Le immagini, e soprattutto le immagini che sembrano vere, come quelle di un film o di una serie televisiva vengono interiorizzate dall’emisfero cerebrale destro che non ha senso critico e che non le distingue dalla realtà. Le parole, ascoltate o, meglio, scritte, vengono decodificate dall’emisfero cerebrale sinistro, quello dominante, razionale, che ha spirito critico. Guardare la televisione o un qualsiasi altro schermo che la sostituisca, mette il nostro cervello in ritmo alfa. Il nostro pensiero è un fenomeno elettrico, e di conseguenza ha una frequenza, che può essere misurata mediante un apparecchio che si chiama elettroencefalogramma. Quando noi siamo molto rilassati, quando qualcuno ci racconta una storia, siamo in ritmo alfa. Dal ritmo alfa possiamo addormentarci: spesso ci si addormenta mentre si guarda la televisione. Quando si è in ritmo alfa si può andare in ipnosi. Il ritmo alfa è un ritmo ipnogeno. Quando invece siamo lucidi, presenti e attenti siamo in ritmo beta. Se siamo in ritmo beta non ci addormentiamo e non possiamo essere messi in ipnosi. Il ritmo alfa è come lo zucchero nel sangue: la mancanza non è compatibile con la sopravvivenza e l’eccesso uccide. Più il vostro cervello resta in ritmo alfa, più vi è facile prima o poi scivolare in una demenza Per carità un pochino di ritmo alfa ci vuole. Se passi tutta la giornata in ritmo beta, dopo un po’ crolli, ti spezzi. Esattamente come ogni tanto è necessario per il nostro fisico stravaccarsi e mettersi comodo, è necessario ogni tanto per la nostra mente andare in ritmo alfa. Se però una persona passasse tutta la sua vita stravaccata sarebbe debole e malata. Anche la nostra mente se passa tutto il tempo stravaccata in ritmo alfa diventa debole e malata, incapace di senso critico, più predisposta a una demenza. La serie televisiva contiene una serie di “valori”, e questi “valori” arrivano al cervello mentre il cervello è stravaccato, in ritmo alfa, con lo spirito critico a zero oltretutto direttamente nell’emisfero di destra, quello che segue non linee logiche ma analogiche. Nel momento in cui leggo qualcosa che contenga un’affermazione come per esempio l’aborto è bello, oppure tutte le persone a comportamento omoerotico, per il solo fatto di avere un comportamento omoerotico, sono intelligenti e buone, ho il cervello in ritmo beta. Esercito il mio spirito critico. L’informazione è mediata dall’emisfero sinistro del cervello, quello razionale. Se i concetti “aborto è bello” e “Gay è sempre buono e intelligente”, sono contenuti nella trama di una bella fiction, con bei dialoghi e belle musiche, sono raccontate con immagini, non ho spirito critico, mi entra dentro. Se in Grace Anatomy una protagonista molto positiva, oltretutto con un’ottima posizione sociale e sposata, abortisce, cioè distrugge la sua creatura, solo narcisismo carrierista, e tutto questo con l’approvazione della protagonista, interiorizzo che abortire è bello e che combattere l’aborto è meschino. Le serie televisive servono per mettere la nostra testa tutte le idee del mainstream direttamente nell’emisfero di destra, graziosamente impacchettate con le parole di personaggi amati. Gay è bello, trans è meglio, l’aborto è veramente una cosa meravigliosa che evita alle donne l’ingiustizia della maternità, e così via. Altro nuovo valore oltre gay è sempre bello e abortire è sempre sano, è l’alterazione della storia. La maggioranza delle persone giovani, attualmente è semi analfabeta in quasi tutti i campi, in particolare in quello storico. Nel momento in cui un semianalfabeta vede Anna Bolena di colore o Achille chiaramente africano il suo cervello inconscio si convince che tutta la storia dell’Europa sia stata una storia di persone di vari colori e che quindi non ci nessuna invasione in atto. Questo è un pensiero particolarmente potente per un bambino, tanto più che i personaggi di colore come i personaggi gay sono sempre personaggi positivi, spesso vittime. L’attore di origine africana meglio se visibilmente gay può fare Robin Hood, mentre lo sceriffo odioso e scemo che lo vuole impiccare sarà sempre bianco e etero. Nessuno dedicherà un serie agli schiavi bianchi, milioni e milioni, rubati da saraceni e tartari. Nessuno dedicherà una serie televisiva a san Carlo Lwanga e agli altri martiri bruciati vivi per aver rifiutato in nome della fede di cedere ai desideri carnali di un re a preferenze omoerotiche. E quindi c’è tutta un’interiorizzazione dei valori mainstream, se non direttamente woke, bianco è sporco brutto e cattivo, etero anche. Sono valori che ci entrano dentro direttamente nell’emisfero destro, che non ha capacità di critica, o ne ha molto poca, soprattutto se il nostro cervello è in ritmo alfa. Alcune persone riescono vedere serie televisive senza diventarne dipendenti e evitando di esserne troppo influenzati, quelli con vite più deboli e vuote sviluppano dipendenze paragonabili a quelle del porno, e insieme al porno possono rendere possibile l’agenda 20/30. L’agenda 20/ 30 prodotta dal Foro di Davos ed entusiasticamente rilanciata da ONU e Unione europea, pubblicizzata dai libri di scuola nella materia chiamata educazione civica, stabilisce che nel 2030, non avremo più niente ma saremo felici. Mancano solo sei anni a tutta questa felicità. Non avere oggetti, non avere casa, non avere nulla per una creatura umana è angosciante in quanto impedisce anche le libertà più elementari. Non possedere nulla dà la stessa angoscia che dà a un animale non avere territorio, un’angoscia fatta di frustrazione e paura. Chi non ha territorio non ha difese. Perché saremo felici? Perché sarà vietato lamentarsi e poi perché le serie televisive riempiranno il nulla delle nostre vite. Se si chiude qualcuno in una monocamera senza automobile, con una finestra che guarda su un muro, ma gli si dà uno smartphone che riceve tutto il divertimento del mondo, il prigioniero può riempire il nulla cui è stata ridotta la sua vita identificandosi con una regina che cavalca un drago, o con quell’eroe che va a combattere contro un potere oscuro e lo distrugge. Le serie televisive stanno alla vita vera come il porno sta al sesso vero fatto con qualcuno cui vuoi bene. Il porno distrugge il sesso, si sostituisce ad esso e le serie televisive distruggono le vite vere, si sostituiscono ad esse. Il porno causa danni neurologici, alterazioni gravi del metabolismo della dopamina ed endorfine, che vengono secrete solo durante la visione del porno, da qui la dipendenza, e una ipotrofia dei lobi frontali con perdita di forza di volontà e capacità di concentrazione, come hanno dimostrato i pochi e striminziti lavori sull’argomento (un lavoro scientifico necessita di fiumi di denaro). Nessuno studio è stato fatto sinora sugli effetti delle serie televisive, e probabilmente mai ce ne saranno perché non si capisce chi dovrebbe finanziarli), ma molti ne sono dipendenti in maniera così drammatica che sospetto un coinvolgimento simile. Le serie televisive danno un coinvolgimento emotivo talmente violento che possono destabilizzare una persona già psicologicamente fragile. Io sono stata costretta a guardarmi il Trono di Spade per capire cosa succedeva, un mio paziente era destabilizzato, andava in crisi dopo aver visto le puntate più sanguinolente o ripugnanti, tanto eran violente le emozioni che li permeavano, però restava incollato alla serie. Le emozioni che contagiano le serie televisiva sono enormi, superiori per violenza a qualsiasi altra narrazione, e quindi possono sostituire le emozioni vere di una vita non vissuta perché ci hanno rinchiusi. Senza serie televisive e senza porno il lock down non sarebbe stato possibile. Con le serie televisive e il porno l’agenda 20/30 diventa possibile. L’eutanasia semplificherà la gestione dei casi di demenza.