Avvelenare i pozzi.
Era una antica pratica di guerra prettamente islamica, nata cioè nel deserto dove i pozzi sono pochi e quindi è tecnicamente possibile avvelenarne una percentuale importante, tale da modificare la vita e il conflitto. Durante la peste del ‘300 gli ebrei furono accusati di aver avvelenato i pozzi, anche in questo caso l’accusa nacque nella Spagna occupata dall’Islam, e da lì si trasferì in ambiente cristiano, dove anche scatenò persecuzioni terribili e ignobili.. Avvelenare i pozzi è quindi una tattica che danneggia anche i civili e si ritorce prima o poi sugli avvelenatori, se dovessero entrare o rientrare in possesso della terra che hanno avvelenato. Per “avvelenare i pozzi” si intende una menzogna continuata per cui sono delegittimate a priori tutte le ragioni del nemico, cui non è mai riconosciuta nemmeno la possibilità teorica di essere in buona fede o veritiero. Il processo è però talmente strutturale nella menzogna che finisce per danneggiare il concetto stesso di verità e giustizia, così che tutti, anche gli avvelenatori, prima o poi ne saranno danneggiati, se non distrutti.
L’Onu ha riconosciuto nel ’48 il diritto all’esistenza dello stato di Israele. Non poteva fare altro, se ne avesse negato in quel momento il diritto all’esistenza la sua parzialità sarebbe stata manifesta e attaccabile. Cedendo al ricatto dei produttori di petrolio, ricatto che teneva in pugno anche gli Stati Uniti, ha avvelenato i pozzi creando una specifica organizzazione per i rifugiati palestinesi, l’Unrwa, così da rendere impossibile ogni possibile pace fino a che Israele esiste. Le organizzazioni ONU per i rifugiati sono due, una è l’Unrwa, che si occupa solo dei rifugiati palestinesi, mentre tutti gli altri rifugiati del mondo, un totale di centoquattordici milioni di persone che includono induisti scacciati dal Bangladesh con crudeltà spaventosa, quello che resta del popolo armeno, i milioni di rifugiati dal Sudan, del Ruanda, del Congo, tutti con alle spalle atrocità irraccontabili sono tutti assistititi da un’unica organizzazione, l’Unhcr. I palestinesi, quindi, sono dichiarati con un’’organizzazione a loro dedicata, come i più importanti, quelli che hanno subito il peggio, che maggiormente hanno diritto alla vendetta. La differenza è anche nello stato. I palestinesi sono gli unici per i quali lo status di rifugiato è ereditario. Un rifugiato palestinese quindi vale numericamente quanto venti rifugiati non palestinesi, ed è qualitativamente enormemente superiore a ognuno di loro, che potrà contare sull’aiuto ONU solo nella prima generazione, mentre i palestinesi continuano a essere considerati rifugiati dopo tre quarti di secolo, anche se non sono mai stati in Israele e se sono figli e anche nipoti di persone che non sono mai state in Israele. Nel ’48 quando nacque lo stato di Israele Ben Gurion chiese per radio a tutti gli arabi israeliani di restare (ci sono le registrazioni), una parte di loro è restata dove era, da loro discendono i due milioni di arabi israeliani; un’altra ha abbandonato le sue case ed è andata a unirsi alle truppe di Siria, Giordania Iraq ed Egitto che avrebbero dovuto distruggere Israele. Contro ogni aspettativa Israele vinse, evitò la distruzione , aumentò anche di qualche kilometro quadrato il suo territorio e, come è ovvio, rifiutò a persone che avevano combattuto per la sua distruzione di tornare a casa. Questi, i loro figli, i loro nipoti e i loro pronipoti sono i profughi palestinesi assistiti dall’ Unrwa. Assistere vuol dire dare fiumi di denaro, denaro prelevato dalle nostre tasse, che se fosse investito per il benessere dei palestinesi avrebbe reso ognuno di loro un benestante che vive nella terra del latte e del miele. Il fiume di denaro è stato investito invece in corruzione, armi, altra corruzione, lo scavo di una incredibile rete di cunicoli per armi e rampe di missili, tante armi e tante rampe, che avrebbero salvato tutti i civili durante i bombardamenti di Israele tutti annunciati in anticipo, se i miliziani non avessero impedito l’accesso, scuole dove i bambini portano l’uniforme militare e sognano di morire da terroristi suicidi, risarcimenti milionari per le famiglie dei terroristi suicidi, libri di scuola su cui è scritto; ”se ci sono dieci ebrei e ne hai già uccisi quattro, quanti ne devi ancora uccidere?” . Le scuole sono intitolate a terroristi suicidi. In una trasmissione televisiva sono stati intervistati bambini palestinesi e alla domanda “cosa vuoi fare da grande”, hanno invariabilmente risposto: morire da terrorista suicida. Morire da terrorista suicida è offerto alle donne adultere come alternativa alla lapidazione. Come spiega esaurientemente Mosab Hassan Yousef nel suo libro autobiografico Figlio di Hamas, se i palestinesi accettassero la pace, il fiume di denaro che arriva ai loro capi finirebbe. I loro capi sabotano quindi ogni possibilità di pace. Quando Israele offrì il 95% dei cosiddetti territori occupati, Gaza, Gerico e Gerusalemme est, i negoziati di pace furono sabotati dalla seconda intifada, e i leader poterono rifiutare ogni accordo grazie all’ Unrwa, chiedendo il Diritto al Ritorno in Israele non solo dei rifugiati del ’48, ormai poche migliaia di persone, ma di tutti i loro discendenti, per un totale di sei milioni di persone, sei milioni di persone che hanno studiato l’aritmetica chiedendosi quanti ebrei restavano da ammazzare se ne avevi già ammazzati quattro su dieci e che sono stati allevato ed educati nel culto del terrorismo suicida. Nessuna nazione ha mai chiesto il Diritto al ritorno dei suoi profughi, l’Italia non lo ha chiesto alla Jugoslavia per i profughi dall’Istria, la Germania non lo ha chiesto per i milioni di profughi dopo la seconda guerra mondiale. Il risultato è che queste situazione, nate con violenza e dolore indicibili, nel giro di una generazione si sono risolte. I paesi arabi, forti produttori di petrolio e quindi in grado di ricattare, pretesero dopo la sconfitta del 48 l’ Unrwa e il diritto al ritorno, così da avvelenare i pozzi. Tutti i dirigenti di Al Fatah e Hamas, gli stessi leader che perderebbero in una eventuale pace finanziamenti e potere sono inflessibili. L’unico trattato di pace che potrà essere accettato devi includere l’ingresso in Israele di 6 milioni di persone che odiano Israele. L’unica pace possibile quindi passa dalla distruzione dello stato di Israele. Nel mondo e nella storia i rifugiati sono rifugiati solo per una generazione, come è giusto che sia, perché in una generazione le persone trovano una nuova patria. Trovano una nazione che le accoglie e in questa nazione possono naturalizzarsi, prendendo la cittadinanza del Paese ospite. I palestinesi sono stati rifiutati da tutti i paesi arabi, a eccezione della Giordania, proprio perché restassero profughi, proiettili da lanciare contro Israele. Un colpo da maestro è quello di Gaza. I suoi abitanti non si sono mai spostati da Gaza, ma sono ugualmente riconosciuti come profughi. Quando Gaza è stata occupata dagli israeliani, nel 1967 dopo la guerra dei 6 giorni, gli abitanti erano circa 700000. Ora sono più di due milioni. Grazie alle infrastrutture costruite dagli israeliani, acqua corrente , elettricità, fogne , le condizioni di vita sono enormemente migliorate così che ora gli abitanti sono due milioni. A tutti coloro che parlano di lager o prigione a cielo aperto occorre ricordare che nelle prigioni e nei lager le persone muoiono e la popolazione diminuisce. Se triplica in pochi decenni, non siamo di fronte a una prigione. Se calcoliamo le condizioni precedenti al 7 ottobre scopriamo che un bambino di Gaza ha a disposizione il quintuplo dello spazio che ha un bambino del Cairo e ha un rischio di morire di morte violenta che è la metà di quella di un bambino del Cairo. Tutti coloro che parlano di lager o prigione a cielo aperto, stanno avvelenando i pozzi. Anche le fanciulle di Non una di meno hanno avvelenato i pozzi. C’è l’incredibile video di una delle impavide fanciulle che con la faccia imbronciata spiega che occorre una commissione internazionale per stabilire se gli stupri ci sono stati davvero. I miliziani palestinesi li hanno ripresi loro stessi. Il 7 ottobre donne, ragazzine e bambine israeliane sono state stuprate e mutilate, rapite, uccise, bruciate, fatte a pezzi, umiliate, denudate e mostrate nude. La violenza contro di loro è stata infinitamente superiore di quella contro i maschi. Le violenze su di loro sono state filmate dai loro stessi aguzzini. Il corteo di Roma ha quindi ha affermato che queste violenze sono state lecite, perché giustificate dalla collera di palestinesi. Quindi la violenza più inumana e bestiale contro una donna può essere giustificata. Questo varrà anche per le violenze che aumentano di anno in anno sulle donne d’Europa e che continueranno ad aumentare. A Roma hanno avvelenato i pozzi. I nostri.