Giù le mani da Biancaneve
Giù le mani da Biancaneve
Le fiabe sono nate dal basso, fra gente anonima e analfabeta, poi hanno viaggiato di popolo in popolo, di tempo in tempo, modificandosi ma rimanendo sempre fedeli a sé stesse. Contengono il dolore del popolo, la sua forza, la sua speranza, ma anche il suo eroismo e la sua fede. Tutti i totalitarismi hanno in odio le fiabe, in particolare Biancaneve, vietata durante il Nazismo: le fiabe dei fratelli Grimm erano proibite, perché antiquate. Biancaneve e i sette nani? Una “nauseabonda glorificazione di esseri storpiati. Non trovava posto nelle scuole naziste ove vi erano soltanto sani e aitanti corpi di giovani nordici”. In quanto borghese fu vietata da Stalin, vietata agli inizi di questo sciagurato terzo millennio in Francia nelle scuole perché troppo sessista. Adesso è stata vietata anche da noi, sostituita da orripilanti fiabe gender. Biancaneve ha moltissimi significati: la regina vuole essere sempre la più bella del reame, chi vuol essere sempre il più bello del reame ha un Io rattrappito, come chi si paragona sempre agli altri. Ognuno di noi è già il più bello del reame costituito da se stesso, unico e irripetibile. Grimilde deve interrogare lo specchio, non può decidere da sé, perché queste persone hanno bisogno di un valutatore esterno, il Concorso di Miss Mondo, la bilancia…Specchio, specchio delle mie brame chi è la più magra del reame? La ragazza vuole essere più magra non per sedurre il ragazzo, ma per essere più magra della compagna di banco. I disturbi della sfera alimentare sono disturbi dello schema di competizione. È meglio avere denaro che non averne, il denaro ci dà libertà e potenza, il denaro è un mezzo. Nel momento in cui diventa un fine abbiamo lo schema di Paperon de’ Paperoni, ma anche di George Soros e di Bill Gates per i quali il denaro rappresenta l’ identità. Per la regina, la bellezza è la sua identità. Lei interroga lo specchio e questo, per levarsela di torno perché non ne può più, risponde che Biancaneve è più bella, mentre, noi che abbiamo visto il primo film della Disney sappiamo che Grimilde è molto più bella di questa ragazzina garrula che fa le faccende cantando. Non per niente nel celebre film “I fratelli Grimm e l’incantevole strega” la strega è Monica Bellucci, sicuramente bellissima. Prima o poi incontrerà la fata madrina che la toccherà con la bacchetta magica e imparerà a recitare, fino a quel momento non c’è speranza. Come fa la regina a uccidere Biancaneve? La mela è il piano B. La regina dà ordine al cacciatore di uccidere la giovane e lui non lo esegue perché non si uccide l’innocente. Punto. Non va a piagnucolare al processo che quelli erano i suoi ordini o che ha applicato il protocollo. Il cacciatore sa che non farà una bella fine, ma non uccidere un innocente è un buon motivo per morire, e morire per qualche cosa è più divertente che vivere per niente, dunque avverte la principessa, lei scappa nel bosco e arriva finalmente dai sette nani. I sette nani sono la metafora di un mondo bambino. L’infanzia è impotenza. Un bambino può essere preso, picchiato, venduto, comprato, abusato, messo su un treno, trasformato in organi da trapiantare. Quando il mondo diventa incomprensibile e atroce, il sogno di ogni bambino è rifugiarsi in un mondo dove nessuno sia più alto di lui. Il bambino rappresenta anche se stesso. Nei cunicoli delle miniere lavoravano nani e bambini. Solo nel ‘900 è stato vietato scendere in miniera ai minori di dodici anni. Nella storia d’Europa c’è anche il loro dolore, l’orrore della miniera, morire di rachitismo e tubercolosi, come ora muoiono i bambini minatori del Burkina Fasu e del Ciad. Nelle miniere di Biancaneve che brillano di diamanti c’è anche il ricordo di tutte miniere, di tutti i morti, anche quelli di Marcinelle, morti in Belgio un terribile 8 agosto, i cui bambini a casa, in Calabria, ascoltavano Biancaneve e pensavano ai loro padri. La regina di Biancaneve ha due significati. Rappresenta la madre iper competitiva, la madre che deve sempre essere la più bella del reame e lo stato criminale che stermina una minoranza. L’invidia è in assoluto l’emozione più violentemente distruttiva, quella che spinge alle azioni più atroci. Fino a quando la bimba ha otto anni non ci sono problemi. La madre può essere la più bella del reame e contemporaneamente la mamma della bimba più bella del reame. Nel momento in cui la figlia supera la pubertà e diventa donna, compete con la madre, che reagirà massacrandola. Il secondo significato è sociale. Questa straordinaria fiaba contiene la spiegazione del genocidio. Il genocidio vero, Armeni, Ebrei, Tutsi del Ruanda, è sempre il gesto di un inferiore contro un superiore. La minoranza sterminata ha una superiorità culturale clamorosa sugli sterminatori. L’invidia è la più potente arma del diavolo. La regina, pur di uccidere Biancaneve, sacrifica la vita e la sua bellezza. È lo schema del perdente radicale: quando hai perso, se devi sempre essere tu il più bello del reame, non hai alta strada che distruggere te stesso e distruggi il mondo. Adolf Hitler nel bunker è il perdente radicale, il terrorista suicida è il perdente radicale, anche i personaggi che si riuniscono a Davos stanno tagliando il ramo su cui sono seduti. La mela rappresenta un’offerta che sembra bella, ma è avvelenata: le serie televisive, le nostre scuole, i videogames, il cellulare che ruba il nostro tempo e favorisce la demenza cognitiva. Nella fiaba originale la regina matrigna muore danzando con le scarpe arroventate: è un ricordo delle fiamme dell’inferno, per chi commette il male e non se ne pente. Le nostre fiabe sono potenti e impavide. Chi è la matrigna? Una madre patria malvagia, lo Stato criminale che perseguita una minoranza, una minoranza etnica, oppure una minoranza per comportamento, per esempio non inoculati, ma anche mamma quando è cattiva perché non è vero che mamma è sempre buona. In Biancaneve una madre compete con la figlia per chi è la più bella del reame in un mondo femminile che diventa narcisismo mortale, e si salva perché intervengono figure maschili: il cacciatore, i nani e, soprattutto, il principe che salva la principessa, bloccata nel perfezionismo ereditato dalla madre, risvegliandola alla sessualità e alla vita. Nella fiaba originale il principe non bacia Biancaneve. La porta con se, e nello spostarla, nel levarla da dove è, causando un movimento, le permette di liberarsi del boccone avvelenato che le cade dalla bocca. È La Bella Addormentata la fiaba con il bacio. Nella fiaba originale contenuta ne Lo cunto de li cunti di Basile, il principe si china sulla principessa con tale entusiasmo che lei si sveglia già incinta. E il consenso? Le fiabe contengono le istruzioni. Quando non puoi dare il consenso, quando sei stata stuprata dai Saraceni, flagello delle nostre coste in passato, o dai Lanzichenecchi, cerca l’umanità nell’uomo che sta facendo questo e cerca di sopravvivere. Le fiabe contengono ingentilite le tragedie della nostra storia, le fiabe nascondono il dolore e le atrocità subite, fino al cannibalismo raccontato in Hansel e Gretel e Pollicino, fino all’incesto, raccontato in Pelle d’Asino. Nell’eterna figura dell’orfano è contenuto il dolore del bambino non amato. Biancaneve è la nostra storia. Ora hanno fatto un film dove Biancaneve non ha la pelle bianca e i nani non sono nani. Quei nani contenevano la tragedia delle miniere e dei bambini disperati. Biancaneve è una nostro passato con un nostro ideale di bellezza. Tutti i popoli hanno diritto alla loro storia con il loro ideale di bellezza. Ciò che sta succedendo non è solamente razzismo contro i bianchi, che non hanno nemmeno il diritto di essere i protagonisti delle loro storie. È un etnocidio, l’uccisione di una civiltà, ridicolizzata, colpevolizzata e derisa in tutti i suoi aspetti, in attesa di far scomparire anche i corpi, forse con un genocidio oppure più probabilmente con una riduzione progressiva nella natalità e contemporanea sostituzione etnica. Nella fiaba originale il principe salva Biancaneve perché è l’uomo che ci salva dal restare rinchiuse nel nostro narcisismo. Le fiabe servivano anche per insegnare i ruoli. Il compito del maschio è la protezione, è rischiare la vita per salvare la nostra, come è successo sul Titanic. Voi che state modificando tutto, siete così bravi: inventatevi una storia vostra. Piantatela di correggere, ingentilire, edulcorare, rendere insipide, insulse, inclusive, vegane e gay friendly le storie della nostra gente. Siete così intelligenti, creativi e astuti? Scrivetevi una storia vostra. Nel frattempo giù le mani da Biancaneve. Non ci rompete gli stereotipi. A noi piacciono. Ci teniamo. A voi non piacciono? Mostrateci il vostro valore scrivendo qualcosa di valore. Finora abbiamo visto solo paccottiglia. La più bella del reame resta Biancaneve.