Adulterio e pillole di cattolicesimo.
San Paolo condanna sodomiti, effeminati e adulteri. Anzi, San Paolo ci ricorda che Dio condanna sodomiti, effeminati e adulteri, a meno che non si pentano e tornino a Lui. Si è pentito e salvato San Paolo, che era un assassino e uno sterminatore di cristiani, si possono pentire e salvare tutti. Quelli che non si salveranno sono coloro che hanno peccato contro lo Spirito Santo, distribuisco questi coriandoli di conoscenza religiosa perché il vero catechismo della vera Chiesa in questo momento non va per la maggiore. Il peccato contro lo spirito consiste nel negare le leggi di Dio, non nel violarle, nel negarle. Un sacerdote, vescovo, un cardinale, o peggio ancora un Papa, che neghino le leggi di Dio, stanno commettendo un peccato contro lo Spirito. Gli adulteri hanno conquistato il mondo, sorridono dai giornali di gossip, ma non fanno i Pride e quindi di loro si può parlare senza denunce penali. L’adulterio è stato considerato come crimine punibile e tutt’ora è punibile con la morte nei paesi islamici. Per quale motivo una pena così severa, nelle nostre epoche precedenti? Perché l’umanità è riuscita a sopravvivere grazie alla regola antropologica del matrimonio rigido con la fedeltà della donna difesa letteralmente a sassate. Gli uomini si ammazzavano letteralmente di fatica, incidenti sul lavoro, malattie professionali. Era quindi necessario garantire la sicurezza della paternità, garantirla al 1000%, o la società si sarebbe sfrangiata, e le donne avrebbero rischiato di non essere più protette all’interno di un matrimonio inflessibile. Poi la vita dell’adultera viene graziata e si va avanti tra alterne vicende e fortune, nella Venezia dell’epoca d’oro le classi alte erano più liberali, nella Francia del re Sole anche, all’epoca mia era ancora un reato, lo è stato fino al ‘68: uno rischiava di trovarsi i carabinieri in camera da letto. Oggi sembra eccessivo, ma ricordiamoci che le malattie sessualmente trasmissibili prima della scoperta degli antibiotici erano incurabili. Immaginate di trovarvi con la sifilide, e di scoprire che l’avete anche trasmessa ai vostri figli perché vostro marito ha fatto spiritosaggini in giro. Il matrimonio era un contratto e l’adulterio era la rottura di un contratto. Io sono assolutamente contraria a che l’adulterio sia perseguitato. Sono sconvolta dal fatto che le adultere (ma non gli adulteri) siano lapidate in molte nazioni. Ho il diritto però di dire che l’adulterio è un peccato. Gesù dice all’adultera: Va e non peccare più. È un peccato che gli uomini non devono più punire con la morte e nemmeno con la carcerazione, ma è un peccato. Stesso discorso vale per la sodomia e l’essere effeminati. Il tizio che si fa chiamare Drusilla vattelappesca e il signor Vladimir Guadagno non entreranno nel regno dei cieli. Sarebbe meglio non entrassero nemmeno nei bagni femminili. Per inciso il balckface, tingersi la faccia di nero e imitare gli afroamericani, è giustamente considerato un insulto razzista, ed è stigmatizzato. Gli uomini che si vestono da donna, come Drusilla Vattelappesca, Vladimir Guadagno e tutti gli uomini che si travestono come una parodia di una donna, cioè le drag queen, stanno insultando tutte le donne, stanno deridendo me, mia madre, le mie nonne. Ogni uomo che dichiarandosi donna entra negli spogliatori femminili sta insultando e aggredendo tutte le donne. Ogni uomo che sottrae diritti che appartengono alle donne e devono appartenere solo a loro, sta aggredendo tutte le donne. Le adultere possono pronunciare la frase “Noi siamo sempre state perseguitate nei secoli”, e sarebbe una frase sbagliata e ridicola. Le adultere non sono un gruppo etnico (gli ebrei sono un gruppo etnico, gli armeni sono un gruppo etnico. Quelli attuali sono i discendenti di quelli antichi) Le adultere attuali non sono le discendenti delle adultere di 2000 anni fa. Noi e loro siamo tutti discendenti dallo stesso popolo, un popolo che in molte fasi della sua vita ha perseguitato gli adulteri, ritenendo, forse a torto, forse a ragione che l’adulterio avrebbe frammentato e spacciato la società rendendola non vitale. Negli ultimi decenni, grazie a quella sciagura che sono i giornali femminili, film e serie televisive, la gente normale ha preso come modelli gli attori, che spesso hanno vite più disordinate dei ragionieri, l’adulterio si è ammantato di una patina di scintillante leggerezza. Resta un peccato. Un giuramento tradito. Noi giuriamo a Dio che ci prenderemo cura dell’altro. Il fatto che io affermi che è un peccato è un mio diritto religioso. Mi renderà poco simpatica e do per scontato che qualcuno me lo dica, ma è un mio diritto. Se qualcuno afferma che, dicendo questo, sono adulterofobica e scateno la caccia alle adultere al momento presente nei paesi islamici, mi metto a ridere perché una sciocchezza. Peraltro l’adulterio deve essere un colpo di fioretto, deve essere fatto con patema d’animo e di nascosto, e allora ha una certa valenza estetica, quella data dalla trasgressione. Stesso discorso per la sodomia. Se non c’è più trasgressione, abbiamo l’adulterio e la sodomia statali. Se l’adulterio è garantito per legge, una legge che lo rende un diritto nel matrimonio, prima o poi la moglie dirà al marito: “questa sera viene Gianni, stai in salotto e metti tu a letto i bambini”, allora tutto diventa pesantissimo. Prima o poi arriveranno i carabinieri a punire la adulterofobia. Il cristianesimo sarà vietato perché osa affermare che l’adulterio è un peccato. Quindi gli adulteri pecchino, se proprio non possono farne a meno, e lo facciano con leggerezza e dando a noi il diritto di affermare che è un peccato. Anche il matrimonio può essere un peccato, anche un peccato mortale. A Portofino una signora che si chiama Kardashan si è sposata con un enorme velo, su cui c’era il viso della Madonna, che lasciava intravedere il suo sedere ricoperto di lingerie bianca. Mettere la Madonna sotto il proprio sedere e portare il tutto davanti a un’altra immagine della Madonna fa parte dei peccati gravi. Ci ha avvertito San Paolo che la collera del Signori degli Eserciti si abbatterà su adulteri, sodomiti e effemminati, e su chi ha deriso la sacralità del matrimonio. Il giorno della vostra morte, signori, trovatevi un buon avvocato, ma potrebbe non bastare. A meno che non vi ricordiate che Cristo è morto anche per voi e che vi basta il pentimento per tornare figli di Dio.
Sulla sodomia:
«Le passioni sono tutte disonorevoli, perché l’anima viene più danneggiata e degradata dai peccati di quanto il corpo lo venga dalle malattie; ma la peggiore fra tutte le passioni è la bramosia fra maschi. (…)I peccati contro natura sono più difficili e meno remunerativi, tanto che non si può nemmeno affermare che essi procurino piacere, perché il vero piacere è solo quello che si accorda con la natura.»
SAN GIOVANNI CRISOSTOMO Homilia IV in Epistula Pauli ad Romanos.
- «Questo vizio non va affatto considerato come un vizio ordinario, perché supera per gravità tutti gli altri vizi. Esso infatti uccide il corpo, rovina l’anima, contamina la carne, estingue la luce dell’intelletto, scaccia lo Spirito Santo dal tempio dell’anima, vi introduce il demonio istigatore della lussuria, induce nell’errore, svelle in radice la verità dalla mente ingannata, prepara insidie al viatore, lo getta in un abisso(..)» San Pier Damiani O.S.B., Liber Gomorrhanus, in Patrologia Latina
• «La passione per delle forme indebite è prossima alla pazzia; questo vizio sconvolge l’intelletto, spezza l’animo elevato e generoso, trascina dai grandi pensieri agli infimi, rende pusillanimi, iracondi, ostinati e induriti, servilmente blandi e incapaci di tutto; inoltre, essendo l’animo agitato da insaziabile bramosia di godere, non segue la ragione ma il furore. (…)»
(San Bernardino da Siena, O.F.M., Predica XXXIX, in: Prediche volgari.
- «I delitti che vanno contro natura, ad esempio quelli compiuti dai sodomiti, devono essere condannati e puniti ovunque e sempre. Quand’anche tutti gli uomini li commettessero, verrebbero tutti coinvolti nella stessa condanna divina: Dio infatti non ha creato gli uomini perché commettessero un tale abuso di loro stessi. Quando, mossi da una perversa passione, si profana la natura stessa che Dio ha creato, è la stessa unione che deve esistere fra Dio e noi a venire violata»
(Sant’Agostino, Confessioni, c. III, p. 8).
- «nei peccati contro natura in cui viene violato l’ordine naturale, viene offeso Dio stesso in qualità di ordinatore della natura»
(San Tommaso d’Aquino, Summa Theologica, II-II, q. 154,
a. 12).
- «Non solo essi hanno quell’immondezza e fragilità, alla quale siete inclinati per la vostra fragile natura (benché la ragione, quando lo vuole il libero arbitrio, faccia star quieta questa ribellione), ma quei miseri non raffrenano quella fragilità: anzi fanno peggio, commettendo il maledetto peccato contro natura. Quali ciechi e stolti, essendo offuscato il lume del loro intelletto, non conoscono il fetore e la miseria in cui sono; poiché non solo essa fa schifo a Me, che sono somma ed eterna purità (a cui è tanto abominevole, che per questo solo peccato cinque città sprofondarono per mio divino giudizio, non volendo più oltre sopportarle la mia giustizia), ma dispiace anche ai demoni, che di quei miseri si sono fatti signori. Non è che ai demoni dispiaccia il male, quasi che a loro piaccia un qualche bene, ma perché la loro natura è angelica, e perciò schiva di vedere o di stare a veder commettere quell’enorme peccato»
(S. Caterina da Siena, op. cit., cap. 124).
- “Come dice la Sacra Scrittura, i sodomiti erano pessima gente e fin troppo peccatori. San Pietro e san Paolo condannano questo nefasto e turpe peccato. Difatti la Scrittura denuncia l’enormità di una tale sconcezza con queste parole: ‘Lo scandalo dei sodomiti e dei gomorrani si è moltiplicato e il loro peccato si è troppo aggravato’. Pertanto gli angeli dissero al giusto Loth, che aborriva massimamente le turpitudini dei sodomiti: ‘Abbandoniamo questa città, etc. ’ (…) La Sacra Scrittura non tace le cause che spinsero i sodomiti a questo gravissimo peccato
e che possono spingere anche altri. Leggiamo infatti nel libro di Ezechiele: ‘Questa fu l’iniquità di Sodoma: la superbia, la sazietà di cibo ed abbondanza di beni, e l’ozio loro e delle loro figlie; non aiutarono il povero e il bisognoso, ma insuperbirono e fecero ciò che è abominevole al mio cospetto; per questo Io la distrussi’ (Ez. 16, 49-50). Di questa turpitudine mai abbastanza esecrata sono schiavi coloro che non si vergognano di violare la legge divina e naturale”
(San Pietro Canisio, Summa Doctrina Christianae, III a/b, p. 455)
Dottore della Chiesa
- “Avendo noi rivolto il nostro animo a rimuovere tutto quanto può offendere in qualche modo la divina maestà, abbiamo stabilito di punire innanzitutto e senza indugi quelle cose che, sia con l’autorità delle Sacre Scritture che con gravissimi esempi, risultano essere spiacenti a Dio più di ogni altro e che lo spingono all’ira: ossia la trascuratezza del culto divino, la rovinosa simonia, il crimine della bestemmia e l’esecrabile vizio libidinoso contro natura; colpe per le quali i popoli e le nazioni vengono flagellati da Dio, a giusta condanna, con sciagure, guerre,
fame e pestilenze. (…)Sappiano i magistrati che, se anche dopo questa nostra Costituzione saranno negligenti nel punire questi delitti, ne saranno colpevoli al cospetto del giudizio divino, e incorreranno anche nella nostra indignazione. (…)Se qualcuno compirà quel nefando crimine contro natura, per colpa del quale l’ira divina piombò su figli dell’iniquità, verrà consegnato per punizione al braccio secolare, e se chierico, verrà sottoposto ad analoga pena dopo essere stato privato di ogni grado”
(San Pio V, Costituzione Cum primum, del 1° aprile
1566, in Bullarium Romanum, t. IV, c. II, pp. 284-286)
- «E il serpente disse: <<Manderò il mio soffio affinché la successione dei figli degli uomini si spenga, e allora gli uomini bruceranno di passione per gli altri uomini, commettendo atti vergognosi>> ”.“E il serpente, provandoci godimento, gridò: <<Questa è la suprema offesa contro Colui che ha dato all’uomo il corpo. Che la sua forma scompaia perché ha evitato il rapporto naturale con le donne>>.”….“È quindi il diavolo che li convince a diventare infedeli e seduttori, che li induce a odiare e a uccidere, diventando banditi e ladri, perché il peccato di
omosessualità porta alle più vergognose violenze e a tutti i vizi. Quando tutti questi peccati si saranno manifestati, allora la vigenza della legge di Dio sarà spezzata e la Chiesa sarà perseguitata come una vedova»
“Liber Divinorum Operum” di Santa Ildegarda di Bingen
- ” Il peccato contro natura si commette effondendo il seme in qualsiasi modo, fuorché nell’organo della concezione, vale a dire nell’organo della donna. Tutti coloro che si macchiano di questi peccati sono strada calpestata dai demoni e scomparto di rifiuti. E perciò la semente della parola di Dio in essi va perduta, e ciò che è stato seminato viene rapito dal diavolo.”
Sant’Antonio da Padova,I Sermoni parte prima.
- «Il senso della sessualità è condurre l’uomo e la donna l’uno all’altra e con ciò assicurare all’umanità progenie, bambini, futuro(…)Tutto il resto è contro il senso più profondo della sessualità. Ed a questo dobbiamo restare fedeli, anche se al nostro tempo non piace. Si tratta della profonda verità di ciò che la sessualità significa nella struttura dell’essere umano. Se qualcuno presenta delle tendenze omosessuali profondamente radicate… allora questa è per lui una grande prova, così come una persona può dovere sopportare altre prove. Ma non per
questo l’omosessualità diviene moralmente giusta, bensì rimane qualcosa che è contro la natura di quello che Dio ha originariamente voluto».
Benedetto XVI, Luce del mondo.
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’68 tra macerie e speranzne di Giovanni Formicola,
Femminismo da non credere di Bruno Etzi,
Piccolo dizionario della neolingua di Francesco avanzini
La realtà dell’orco di Silvana De Mari.
La siistra degli orchi di Emanuele Fusi