Danni cerebrali e non solo da cosiddetta vaccinazione COVID
Il dottor Bassetti ha appena dato dei cialtroni a me e gli altri medici che, avendo verificato come utilizzando il protocollo professor Cavanna la malattia era curabile e quindi gestibile, hanno sconsigliato l’uso dei cosiddetti vaccini covid. Il rapporto costo benefici di questi farmaci è tragicamente negativo. I loro effetti negativi sono di gran lunga superiori ai loro benefici, come già aveva segnalato Peter Doshi (cialtrone anche lui?).
Si definisce iatrogeno un danno conseguente alla somministrazione di un atto medico. Le vaccinazioni sono atti medici che si somministrano a sani. Antibiotici e chemioterapici possono avere effetti collaterali anche devastanti, ma si somministrano a malati. Hanno lo scopo di evitare una morte per infezione oppure una morte per cancro. Se infliggono un danno 10 per evitare un danno 20, la loro somministrazione è un gesto sensato. La vaccinazione si fa su un organismo sano. Se infligge un danno 10 per evitare di incontrare una malattia senza cure alternative con alto tasso di mortalità, è comunque un gesto discutibile, su cui è lecito discutere. Se infligge un danno 100 per evitare una malattia curabile e che, se correttamente curata, avrebbe un tasso di mortalità bassissimo, è un illecito medico. Nel nostro organismo ci sono punti particolarmente preziosi: il DNA e il cervello. Nel momento in cui il nostro DNA e il nostro cervello subiscono modificazioni a seguito della somministrazione di un farmaco, siamo nel campo dell’illecito grave. Con il termine genotossicità si intende la capacità di modificare il DNA. Innumerevoli siti “anti bufala”, la totalità dei siti medici governativi, per non parlare dei sempre più pirotecnici, virologi televisivi, ci hanno informato che l’RNA non può modificare il DNAe che chi lo pensa è un terrapiattisti. Si tratta quindi di anime candide che non hanno mai sentito nominare le parole trascrittasi inversa e polimerasi delta. Peccato che le stesse schede tecniche dei due farmaci in questione non abbiano la loro stessa grandiosa sicurezza. Sulla scheda tecnica Pfizer è premesso che non si conoscono gli effetti sulla genotossicità e cancerogenicità, ma “si ritiene” che i componenti del vaccino non presentino nessun potenziale genotossico. Si ritiene in base a che cosa visto che non sono stati fatti studi? La frase si ritiene che i componenti non presentino nessun potenziale cancerogeno non c’è. Inoltre si ritiene non vuol dire siamo certi non hanno lo stesso significato. Sulla scheda tecnica del farmaco Moderna è addirittura scritto che ha un potenziale di bassa genotossicità, bassa genotossicità e non nessuna genotossicità . Quello che taglia la testa al toro è un lavoro svedese https://www.mdpi.com/1467-3045/44/3/73/htm, pubblicato nel febbraio 2022 che ha evidenziato al di là di ogni dubbio come l’RNA messaggero contenuto nel siero Pfizer entra nelle cellule epatiche umane per essere trascritto da una polimerasi inversa nei DNA. Il DNA umano è modificato e continuerà per l’eternità, o meglio fino alla morte del paziente, a fabbricare proteina Spike che è tossica. Chiunque affermi che i sieri non sono genotossici non ha studiato la letteratura. Nello specifico tra i componenti che troviamo all’elenco degli eccipienti ci sono tre componenti che sono elementi di sicura preoccupazione: ALC-0315, ALC-0159 e il DSPCALC109. L’EMA ha concesso il permesso di usare questi componenti che hanno potenziale genotossico e cancerogeno perché al di sotto delle due somministrazioni questi potenziali sono lievi. Sulla scheda tecnica del farmaco infatti è scritto che sono consigliate due somministrazioni. Ma i medici vaccinatori ne hanno iniettate ben più di due. Non solo: i Ministeri della Salute hanno comprato dosi in maniera da poterne iniettare a ogni persona ben più di due dosi. Il ricercatore Colleen Huber NMD (la traduzione in italiano è qui https://www.sabinopaciolla.com/danni-cerebrali-dopo-la-vaccinazione-covid/), ha scritto su Substack che a chi ha sviluppato il vaccino COVID era noto già a novembre 2020 che il farmaco era in grado di superare la barriera ematoencefalica e quindi entrare nel cervello. La barriera emato-encefalica è formata dalle giunzioni strette tra le cellule endoteliali che costituiscono la parete dei capillari, coadiuvata dal liquido cerebrospinale. Queste barriere solide e liquide si frappongono a molecole e patogeni. È stato detto che i vaccini COVID rimanevano nel punto d’inoculazione e non diffondevano nel resto del corpo, nonostante la fisiologia della circolazione, nota da secoli, smentisca questa affermazione. Nel novembre 2020, la ricerca commissionata da Pfizer ad Acuitas Therapeutics per testare il vaccino nei ratti evidenzia, nella relazione sulla farmacocinetica, che i componenti del vaccino COVID e l’mRNA che questi trasportavano, sono stati trovati in un tempo variabile da pochi minuti ad alcune ore, in cervello, occhi, cuore, fegato, milza, ovaie e in altri organi dei ratti. Il rapporto sui risultati è stato presentato da Pfizer alla FDA su ordine del tribunale. Altri studi hanno evidenziato come l’mRNA inglobato in particelle lipidiche (LNP) attraversi la barriera emato-encefalica e raggiunga il cervello dove svolge un’azione altamente infiammatoria. Molte di queste lesioni sono pericolose per la vita, ad esempio la trombosi del seno venoso cerebrale, che blocca un vaso sanguigno del cervello impedisce la circolazione anche nei vasi più piccoli che si dipartono da esso causando lesioni del tessuto cerebrale, come accade in un ictus. Seneff e colleghi descrivono anche disturbi neuro cognitivi in seguito alla vaccinazione COVID perché la proteina spike che viene prodotta dalle cellule e si accumula può causare neuro infiammazione e anche ripiegarsi in placche amiloidi. Possono aumentare sintomi tipo Alzheimer. Abramczyk et al. hanno dimostrato in vitro il danno ai mitocondri esposti all’mRNA del vaccino COVID, con diminuzione della produzione di ATP che serve alle cellule per produrre energia, in difetto della quale siamo più deboli e vulnerabili alle malattie, compreso il cancro. La lesione neuronale più facilmente evidenziabile, grazie alla risonanza magnetica, è la perdita della mielina, la guaina che circonda il prolungamento di ciascun neurone e conduce gli impulsi nervosi. La sclerosi multipla è una manifestazione comune della demielinizzazione e sta aumentando. In seguito a vaccinazione si sono evidenziati casi di aggravamento della sclerosi multipla preesistente o latente, o la sua nuova insorgenza. Sono state segnalate altre patologie demielinizzanti, come la sindrome di Guillan Barré, patologia autoimmune in cui il sistema immunitario attacca il sistema nervoso, provocando debolezza fino alla paralisi. Uno studio di Lancet riporta che la paralisi del nervo faciale o paralisi di Bell, è stata osservata da 3,5 a 7 volte in più nella popolazione sottoposta a vaccino COVID rispetto a quella non vaccinata. Sono state segnalate inoltre encefalopatie, encefaliti, crisi epilettiche ed esacerbazione delle crisi nei soggetti già affetti. Nel 2021, anno in cui si è avuto il picco delle vaccinazioni COVID, la medicina ha riconosciuto danni funzionali quali perdita di memoria, afasia, deficit motori e sensoriali, debolezza muscolare e tremori, cefalee devastati e invalidanti. In altri casi si è avuto un peggioramento della patologia neurologica preesistente, come il Parkinson e dei disturbi neurologici funzionali, anche nei giovani. Ho conservato gli studi che ho citato in questo articolo perché stanno scomparendo dal Web. La mia domanda è: gli autori di questi studi sono tutti cialtroni? I colleghi dell’Ordine dei Medici sono a conoscenza che i farmaci da loro chiamati vaccini anticovid sono dichiarati dalla letteratura genotossici, cancerogeni e in grado di causare trombosi, demenza, cancro e malattie demielinizzanti e sintomatologie tipo Alzheimer, paralisi? Stanno iniettando in bambini, ragazzi e donne incinte farmaci che modificano il DNA e superano la barriera ematoencefalica. La malattia al di sotto dei quarant’anni ha una mortalità bassissima. L’efficacia dei cosiddetti vaccini bassissima. Le stesse case farmaceutiche denunciano un’efficacia relativa del 95%. Quello che è importante però è l’efficacia assoluta che si ottiene moltiplicando l’efficacia relativa per l’incidenza della malattia: il dato che viene fuori e 0,7. E tutto questo dopo aver fatto firmare al paziente un foglio che scarica sulle sue spalle tutta la responsabilità. È un onore non far più parte dell’Ordine dei Medici.