Sono stata radiata dall’ordine dei medici: evviva!
Con infinita fierezza comunico che in data 6 giugno mi è arrivata la comunicazione della decisione della commissione per gli iscritti all’Albo dei Medici Chirurghi della provincia di Torino sulla trattazione del mio procedimento disciplinare: radiazione dall’Ordine dei Medici. Il presidente è il dottor Guido Giustetto, consigliera segretaria la dottoressa Rosella Zerbi, i consiglieri sono il dottor Domenico Bertero, il dottor Riccardo Falcetta, il dottor Riccardo Faletti, il dottor Gilberto Fiore, la dottoressa Ivana Garione, il dottor Aldo Mazzone, il dottor Fernando Muià, la dottoressa Angelica Salvadori, il dottor Emanuele Straminioni, il dottor Roberto Venesia.
Le colpe che mi sono attribuite consistono nell’ aver fatto affermazioni estremamente utili alle persone. I colleghi usano la parola esternazione, dimostrando una notevole capacità di utilizzare un dizionario dei sinonimi. La parola esternazione ha una forte sfumatura negativa. Le esternazioni sono baggianate. Dal punto di vista medico al contrario la maggioranza delle mie affermazioni sono addirittura banalità che ogni medico dovrebbe conoscere dal quarto anno di medicina. Ve ne riporto qualcuna
“Prima di tutto non ammalatevi: mezzo cucchiaino giorno di olio di fegato di merluzzo, vitamina C in dosi di 1 g al giorno, lactoferrina (una scoperta italiana), lo spray(uni spray a base di polifenoli di ulivo), e soprattutto due ore al giorno all’aria aperta; se non ci potete stare perché dovete lavorare, allora state all’aria aperta sei ore al sabato e otto ore la domenica e compensate. Se piove dovete stare all’aria aperta di più perché ci sono meno ultravioletti”.
Mi ricordo quando ho pronunciato queste frasi. Sorridevo perché il compito di un medico è anche rassicurare le persone. Finalmente qualcuno parlava della possibilità di non ammalarsi. Il terrore a cui le persone sono state sottoposte ha fatto fabbricare ormoni da stress che hanno depresso il sistema immunitario. Il terrore ha spinto le persone verso la disperazione, a volte verso il suicidio. Sono cose che tutti i medici dovrebbe sapere. Deduco con perplessità che i dottori Guido Giustetto, Rosella Zerbi, Domenico Bertero, Riccardo Falcetta, Riccardo Faletti, Gilberto Fiore, Ivana Garione, Aldo Mazzone, Fernando Muià, Angelica Salvadori, Emanuele Straminioni, Roberto Venesia ignorano l’importanza della comunicazione e ancora di più l’importanza estrema delle vitamine in particolare C e D nella prevenzione della malattia da SARS cov 2. Ho consigliato l’olio di fegato di merluzzo perché contiene vitamina D e Omega 3 e ho consigliato di stare al sole per aumentare la vitamina D. Evidentemente i dottori Guido Giustetto, Rosella Zerbi, Domenico Bertero, Riccardo Falcetta, Riccardo Faletti, Gilberto Fiore, Ivana Garione, Aldo Mazzone, Fernando Muià, Angelica Salvadori, Emanuele Straminioni, Roberto Venesia ignorano anche gli studi del professor Giancarlo Isaia dell’università di Torino che mettono in correlazione la carenza di vitamina D con la maggiore mortalità da coronavirus. Qui https://www.ous-research.no/home/corona/Projects/21222 il lavoro dell’università di Oslo che conferma la spettacolare capacità dell’olio di fegato di merluzzo di prevenire o almeno attenuare l’infezione SARS Cov 2. Come facevo a saperlo un anno prima di questo studio? La logica: ho studiato fisiologia, ricordo l’esame di patologia generale. So dell’importanza della vitamina D, e dell’Omega tre, contenuti nell’olio di fegato di merluzzo, per la potenza del sistema immunitario. E a questo punto vorrei domandare ai dottori Guido Giustetto, Rosella Zerbi, Domenico Bertero, Riccardo Falcetta, Riccardo Faletti, Gilberto Fiore, Ivana Garione, Aldo Mazzone, Fernando Muià, Angelica Salvadori, Emanuele Straminioni, Roberto Venesia, e lo domando esigendo una risposta precisa, secondo loro quante vite ho salvato dando questa banalissime informazioni? Secondo l’Università di Oslo, ma anche secondo il professor Isaia, decine di migliaia mentre tutti, e temo anche loro, si limitavano a consigliare terrore agli asintomatici mentre ai sintomatici sono stati consigliati il pessimo farmaco tachipirina, che abbatte il glutatione, e la vigile attesa che non abbiamo ancora capito che accidente voglia dire. La vitamina D serve non solo per il sistema immunitario, ma anche perché contrasta l’azione dell’ l’interleuchina 17, una delle citochine più coinvolte, tipica delle malattie autoimmuni, e la CoViD-19 è di tipo autoimmune, come dimostrato da innumerevoli lavori (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33130000/) . Perché non è stata somministrata, addirittura sconsigliata? Per quanto riguarda la vitamina C, l’Istituto Superiore di Sanità scrive che non ci sono evidenze scientifiche che dosi elevate di vitamina C proteggano dall’infezione, quando invece l’acido ascorbico, o vitamina C, è fra i più potenti antinfettivi e antivirali, confermato nella precedente SARS, promuove la fagocitosi, migliora la differenziazione e la proliferazione dei linfociti B e T e protegge le barriere epiteliali. Uno studio randomizzato in doppio cieco su ospedalizzati con infezioni respiratorie acute ha evidenziato che la vitamina C ne migliora il decorso (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/7814237/). A questo punto sono io che domando: perché non è stata somministrata vitamina C? Perché il ministero l’ha sconsigliata? Perché i cosiddetti Ordini dei Medici non sono intervenuti per evitare un errore terapeutico così grave, non dare vitamina C per prevenire e curare infezioni respiratorie? Perché anzi il ministero si è espresso contro? La vitamina C non ha effetti collaterali, come per esempio un antibiotico. Se anche la vitamina C fosse stata inutile, se qualcuno l’ avesse presa inutilmente, che male ci sarebbe stato? Tra le mie affermazioni (esternazioni?): non si inocula mai un farmaco di cui non si conoscono gli effetti collaterali. Sui foglietti illustrativi dei micidiali sieri Pfeiffer e Moderna sono scritte terrificanti parole: non si conoscono gli effetti a distanza, non si conoscono gli effetti sulla cancerogenicità. Mentre si stanno abbattendo sull’Italia tre nuove epidemie: malori improvvisi dannatamente mortali, miocarditi e cancri talmente violenti che è stata coniata la parola turbo cancro, sono io che chiedo ai colleghi pretendendo una risposta. Come avete potuto iniettare farmaci che avevano scritto sul foglietto illustrativo che non si conoscono gli effetti collaterali a distanza e sulla cancerogenicità? Come avete potuto obbligare le persone? Questi farmaci sono in fase sperimentale. Non potevano essere somministrati a esseri umani trasformati in cavie, come è stato affermato delle convenzioni di Norimberga, Helsinki e Oviedo che forse i colleghi non hanno mai sentito nominare. I colleghi hanno mai sentito nominare il principio di prudenza? I colleghi sono stati informati del fatto che la malattia era perfettamente curabile con una mortalità bel più bassa dell’1%, se solo qualcuno avesse dato medicine vere e non la dannata tachipirina, con vigile attesa di contorno? Credo che siano migliaia i pazienti che, grazie alle mie parole, hanno rinunciato a farsi inoculare farmaci sperimentali con gravi effetti collaterali. Vorrei ricordare ai colleghi un episodio che sicuramente fa parte delle moltissime cose che non conoscono. Sto parlando della strage di Gruaro che causò la morte di 28 bambini tra l’aprile e il maggio 1933 a causa della sperimentazione di un vaccino, uno dei crimini meno noti del fascismo. Le autorità scelsero il piccolo paese per sperimentare un nuovo vaccino contro la difterite in una dose sola invece che le tradizionali tre. La stragrande maggioranza dei medici eseguì l’ ordine e usò i bambini come cavie. 28 bambini morirono e numerosi innumerevoli altri subirono danni per la vita. I morti sono stati solo 28 perché ci fu un medico coraggioso che rifiutò di eseguire gli ordini, il dottor Sergio Borellini, il medico condotto, che al tempo operava tra Giussago e Lugugnana, seppe resistere agli ordini perentori del regime fascista. Grazie a lui i bambini inoculati furono solo 500 mentre avrebbe dovuto essere alcune migliaia. Il dottor Borellini ebbe la carriera distrutta, ma adesso c’è una lapide con il suo nome. Il mondo va così. Prima o poi però, se non molli, ti mettono una lapide.
Come ho già detto sono estremamente fiera di questa radiazione. Ho l’onore di appartenere una famiglia che ha tenuto testa ai Borbone, ai Savoia e ai nazifascisti. Il coraggio è molto più facile se te lo insegnano da bambina, se hai padre e nonni che non hanno mai ceduto.
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