Chi trova un amico trova un tesoro.
Questo è sempre stato il proverbio più scritto e più raccomandato. Non c’era Almanacco, Dario di Frate Indovino o libro di lettura che potesse evitarlo. L’affermazione è assolutamente vera. I tesori sono preziosi ma dannatamente rari, difficili da trovare e ancora più difficili da conservare. Seppelliti dai pirati su isole improbabili, protetti da chiavistelli e segrete, nascosti dentro giungle impenetrabili e dentro l’oblio: ne conservano traccia solo mappe indecifrabili, in lingue sconosciute, bruciacchiate e macchiate dalla muffa o dal sangue. L’amicizia più o meno è così. L’egoismo e l’ egocentrismo sono la norma della mente umana. Tendiamo a fare il nostro interesse: questo ci garantisce la sopravvivenza e la sopravvivenza è il nostro maggior istinto. Siamo costantemente concentrati su di noi. Nella nostra testa ci siamo solo noi, come stiamo, come ci sentiamo, quanto siamo contenti, quanto siamo disperati, quanto siamo arrabbiati: è difficile far posto a un altro. Nell’innamoramento c’è l’istinto ad aiutarci. Vogliamo vivere, e vogliamo anche riprodurci, che è il nostro secondo istinto primario. L’amore per i figli è un amore ovvio. L’amore per un coniuge è un amore non sempre facile, ma certamente meno difficile dell’affetto per un amico. Non c’è nessun istinto primordiale non c’è nessuna fisiologia ad aiutare e ci sono questi due ego che cozzano sempre uno contro l’altro. Voler bene vuol dire aprire una porta, una porta da cui può anche arrivare il male. Un amico può ferire. Anche un coniuge, se è per questo, e tanto, ma almeno col coniuge si fa anche l’amore, e questo facilita ogni cosa, smussa gli angoli, è una magnifica motivazione per fare pace. Il coniuge è la persona di cui riconosciamo i lineamenti del viso dei nostri figli. Ci sono innumerevoli libri, innumerevoli miti che hanno descritto l’amicizia. La saga di Harry Potter di J.K. Rowling la descrive in maniera particolarmente geniale. Parla dell’amicizia in Harry Potter lo scrittore Paolo Gulisano nel bel saggio Potterologia. L’amicizia tra i tre protagonisti, Harry, Ron ed Hermione, li porta a rischiare la vita insieme più di una volta ma non impedisce feroci litigi per motivi più o meno insulsi che li portano a non rivolgersi la parola per mesi. Quella che per l’altro è stata una decisione banale o addirittura obbligata, ha ferito il nostro orgoglio, il nostro ego, lo scorbutico monolite che c’è dentro ognuno di noi a garantire la nostra la sopravvivenza e ostacolare gli affetti. Assolutamente vero è che l’amicizia si formi fortissima dove ci sia una battaglia comune. La saga di Harry Potter non è un libro esoterico, tutt’altro. L’esoterismo è un’impressione che si ricava dai pirotecnici e brutti film: ammassi di effetti speciali. La magia nei libri è solamente un espediente narrativo, meno potente della nostra tecnologia. I valori della saga sono profondamente cristiani: la famiglia, l’amore coniugale che dura nel tempo e genera figli che possono vivere al riparo di questo amore, la difesa della giustizia, la difesa della vita, la difesa degli inermi. La saga di Harry Potter ha venduto milioni e milioni di libri. Se fosse un libro esoterico sarebbe una catastrofe, ma fortunatamente è un libro di valori cristiani, accuratamente nascosti, certo. Viviamo in una società dove essere cristiani e disdicevole. I figli di genitori credenti sono ferocemente aggrediti a scuola, esattamente come i figli di genitori di famiglie numerose, come quella di Ron. Ho parlato della profonda religiosità cristiana in Harry Potter nei libri La realtà dell’orco e Il fantastico nella letteratura per ragazzi. Contrariamente a moltissimi altri autori J:K: Rowling non ha ceduto alla tentazione di dare fascino al suo signore oscuro. Lord Voldemort è stato ritenuto il personaggio meno riuscito: al contrario è perfetto. Non ha la sensualità oscura di Dracula, non ispira compassione come in mostro di Frankestain. Non c’è fascino in Hitler che con il cervello devastati dalla metanfetamina, che sposta sulle cartine divisioni inesistenti nella Berlino accerchiata dei sovietici dopo aver firmato la condanna a morte di milioni di innocenti, non c’è nessun fascino né c’è mai stato in Beria che stupra ragazzine nei sotterranei del KGB in mezzo alle urla dei torturati, nei Giovani Turchi che bruciano col kerosene le donne armene. Di questi valori parla a lungo Marina Lenti nel suo ultimo saggio: J. K. Rowling. Nel suo mondo di parole, libro che analizza la vita della creatrice di Harry Potter, il dolore, l’impotenza, la frustrazione che hanno riempito anni spesso non facili e che lei ha ammantato nelle volute d’oro e d’argento del racconto fantastico trasferendoli nel suo personaggio principale, che è assolutamente credibile proprio per questo impasto di dolore, impotenza e frustrazione. Nella saga la psicologia dei personaggi è studiata e credibile, un continuo amalgama di magnificenza e meschinità, come la psiche delle creature umane vere. In Harry Potter gli incantesimi sono fantastici, ma il dolore e l’amicizia sono veri, esattamente come vera è amicizia di J. K. Rowling per i suoi lettori e la sua volontà d’acciaio di proteggerli da un incantesimo malefico, un incantesimo che distrugge la mente e mutila i corpi. J. K. Rowling ha osato affermare la verità: gli uomini sono uomini e le donne sono donne, nulla può trasformare un uomo in una donna e viceversa. È solo un tragico inganno, grazie al quale sempre più ragazzini e ragazzine restano intrappolati in un incantesimo di confusione, permettendo che i loro corpi vengano devastati da trattamenti ormonali pericolosi e i loro corpi siano mutilati in interventi chirurgici distruttivi. Il libro di Marina Lenti in questo momento diventa imperdibile. J.K. Rowling con la sua profondissima etica e il suo straordinario senso dell’amicizia, ha deciso di sfidare un incantesimo malefico che inganna gli uomini e donne, che stravolge la loro mente, che spinge i bambini in un luogo di confusione e di mutilazioni. La voce forte della scrittrice ha inoltre denunciato con un Twitter lo scandalo di Jacob Breslow, personaggio molto dubbio che parla a favore delle persone attratte dai minori e dell’amore transgenerazionale, quello che noi cafoni chiamiamo pedofilia e abuso di minore. Jacob Breslow professore associato di genere e sessualità presso la London School of Economics (LSE). ha espresso il suo disprezzo per noi e collabora con la società inglese che vuole aiutare i bambini nell’impossibile e delirante impresa di cambiare sesso. La società fondata da Jacob Breslow, Mermaids, è sostenuta da formidabili finanziamenti pubblici. Ha scritto J. K. Rowling «Una banale ricerca su Google avrebbe consentito a Mermaids di leggere le parole di Breslow. Quindi, delle due l’una: o non hanno fatto letteralmente alcun controllo, oppure erano d’accordo con le sue opinioni. In ogni caso è qualcosa di disastroso… I rappresentanti dell’ente sono stati ammessi nelle classi, hanno formato la polizia e hanno avuto una influenza senza precedenti sulla politica sanitaria, anche se per loro stessa ammissione non sono un ente medico. Abbiamo pure scoperto che, senza il consenso dei genitori, inviano a delle ragazzine minorenni dei dispositivi per appiattire il seno». Appiattire il seno è la nuova moda per le ragazzine in fase puberale imbarazzate dai cambiamenti del loro corpo, come spesso succede. È una pratica estremamente pericolosa per il tessuto mammario e per una respirazione corretta, che prepara all’amputazione bilaterale delle mammelle. Quando questa fase puberale è superata, in età più matura, aver subito queste mutilazioni è devastante. Per le sue affermazioni e per il suo coraggio J. K. Rowling è aggredita tutti i giorni. Innumerevoli personaggi si sentono in dovere di esprimere il loro disprezzo nei suoi confronti, ma innumerevoli ragazzini grazie alla sua voce forte si stanno rendendo conto che tutto quello che passa sotto il nome di transizione è realtà una trappola. Esiste un’ amicizia particolare: quella di uno scrittore con i suoi lettori. Noi che abbiamo l’altissimo onore di raccontare storie, abbiamo avuto l’amore di persone che non conosciamo personalmente, ma verso le quali abbiamo dei doveri perché ormai sono nostri amici. Il nostro più grande dovere è quello della verità. La prima cosa che dobbiamo agli amici, è la verità, anche se la verità può essere ruvida e aspra, anche se può fare male, come il vino versato sulle ferite.