Gestione del covid
Faccio un rapido riassunto per quelli che erano distratti. Hanno disprezzato la vitamina D3, sostenendo che non serve a un fico. Come dimostrato il professor Elia di Torino diminuisce la mortalità dell’80%, esplica un’azione anti infettiva stimolando la produzione di catelicidina, ad alte dosi blocca la reazione autoimmune che scatena le tromboembolia nella SARS 2 covid 19. Hanno disprezzato la vitamina C sostenendo che non serve a un fico. È uno dei più potenti anti infettivi e antivirali, può essere somministrata anche in altri dosi per endovena dando spettacolari risultati anche in pazienti covid 19 in terapia intensiva. Hanno disprezzato gli antiinfiammatori che avrebbero ridotto le ospedalizzazioni dell’80%. Hanno disprezzato e demonizzato l’idrossiclorochina che contrasta il meccanismo autoimmune, hanno ridicolizzato l’azitromicina che impedisce la sovrapposizione batterica di micoplasmi, hanno ritardato l’uso del cortisone, il più grande antiinfiammatorio che esista e la malattia covid è una malattia infiammatoria, hanno sconsigliato addirittura l’eparina, ricordo le parole di Burioni, che fronteggiava la tromboembolia. Hanno consigliato per contrastare una malattia infiammatoria autoimmune e tromboembolica il paracetamolo, o tachipirina, che non contrasta l’infiammazione, anzi la favorisce abbattendo il glutatione, leva solo la febbre che è una difesa dell’organismo. Il plasma iperimmune funzionava e funziona. Avrebbe salvato migliaia di vite. All’estero è usato normalmente. Di Donno è stato aggredito e azzannato. Tutti i miei amici che hanno superato il covi del si sono recati all’Avis nella speranza di poter donare il loro plasma. Nessuno di loro c’è riuscito Hanno aggredito anche gli integratori. La lactoferrina, frutto di uno studio italiano, funziona benissimo sia come preventivo che come curativo. La quercetina, ottimo antiossidante, anche. La Nacetilcisteina aumenta il glutatione e spacca i ponti disolfuro della proteina Spike. Tra gli innumerevoli presidi che avrebbero potuto rendere la SARS 2 covid 19 una normale influenza che non massacra il mondo, non distrugge la socialità e l’economia, non mette fuorilegge le Messe e le corse nel parco ci sono i polifenoli dell’olivo. Ci sono 28 ricerche scientifiche pubblicate in PubMed che hanno dimostrato che l’olivo contiene sostanze con potere anti-infiammatorio, anti-ossidante e anti-virale utili per combattere l’infezione da SARS-CoV-2, l’agente eziologico del COVID-19. Molte ricerche scientifiche si sono concentrate sullo studio degli estratti polifenolici di foglie di olivo e di olive per combattere il COVID-19. E’ infatti dimostrato che le olive e le foglie di olivo contengono molte molecole bioattive con diversi effetti anti-infiammatori, anti-ossidanti, e anti-virali utili contro il SARS-CoV-2. Lo studio dell’effetto dei polifenoli contro il SARS-CoV-2 inizia tramite programmi e algoritmi che predicono l’efficacia delle molecole contro particolari target farmacologici, in questo caso le proteine del virus. Lo studio di Thangavel et al. ha individuato potenziali secoiridoidi dell’oliva in grado di bloccare l’ingresso, la replicazione e le relative reazioni iperinfiammatorie del SARS-CoV-2 grazie al docking molecolare e alla ricerca virtuale assistita da dinamica molecolare della directory OliveNetTM. Uno studio di Vijayanet al. ha esaminato il ruolo dell’oleuropeina, composto fenolico presente nelle foglie di ulivo, come potente inibitore della SARS-CoV-2. Hanno esaminato un database di prodotti naturali alla ricerca di composti contro la proteina virale NSP15 e hanno scoperto che l’oleuropeina dell’olivo si lega a NSP15 formando un complesso stabile con un’elevata energia di legame. Successivamente, gli studi passano in vitro, ovvero in laboratorio. Le molecole selezionate in precedenza vengono testate su cellule infettate dal virus, per provare la loro efficacia. Uno studio di Takeda et al. ha esaminato l’attività di inattivazione della SARS-CoV-2 dell’estratto acquoso di polpa di oliva ricco di idrossitirosolo in vitro. Hanno dimostrato che la soluzione di polifenoli da oliva ha effetti anti-SARS-CoV-2 dipendenti dal tempo. Inoltre, hanno analizzato il meccanismo d’azione dimostrando che modifica strutturalmente il SARS-CoV-2, alterando la proteina spike.
Questo studio vede coinvolto lo scienziato italiano Professor Crea, che ha dichiarato l’utilità di queste molecole nella covid 19. Molti trial clinici sono stati pubblicati per valutare l’effetto dei polifenoli da olivo contro il COVID-19. Questa pianta millenaria molto diffusa nel mediterraneo può dunque ancora offrici importanti scoperte e permetterci di testare i suoi estratti polifenolici in diverse condizioni, compreso il COVID o la sua prevenzione. C’è scritto proprio prevenzione. Quindi non c’è solo il vaccino o cosiddetto tale che puó svolgere azione preventiva.
A proposito di vaccino: le stesse sostanze che contrastano la Spike naturale contrastano la Spike vaccinale, e possono aiutare nelle reazioni avverse.