Storia della devianza
Come non mi stancherò mai di ripetere dobbiamo ringraziare la Provvidenza di averci dato Enrico Letta. Contrariamente a noi cafoni, però dico frequenta le stanze dei piani alti, e contrariamente alla maggioranza degli altri che stanno in alto, potremmo usare ad esempio il termine élite oppure cupola, Enrico non ha la malizia necessaria per capire quali cose devono essere taciute o preannunciate in maniera ambigua, usando rigidamente la neolingua, per poi arrivare a un colpo di fioretto talmente sottile da essere impercettibile: l’avversario non deve capire come mai stia sanguinando. Enrico va giù di clava, ha la sincerità innocente del bimbo piccolo. Con il termine devianza si intende ogni atto o comportamento che rifiuta le fondamentali norme etiche e comportamentali della società. La società è basata su norme etiche e comportamentali. La devianza quindi è un’aggressione a quelle norme, quindi a quel popolo. Io lo penso e lo dico: viva le devianze. La frase, scritta da Letta su twitter è uno straordinario esempio di umorismo involontario, altro campo dove Enrico Letta è un talento, tenendo presente la spietata persecuzione di chiunque abbia osato deviare dalla narrazione pandemica. È stato definito criminale chi correva da solo in un bosco o su una spiaggia, l’avvocato Alessia Morani deputato alla camera del PD ha proposto di chiamare i no vax con il loro vero nome, delinquenti. Il twitt era una risposta a Giorgia Meloni di aumentare gli investimenti nello sport giovanile per contrastare le devianze giovanili, che sono: tabagismo, tossicodipendenza, piccolo spaccio, alcolismo, sessualità precoce, promiscua, stupro e aborto, dismorfofobia e autoaggressione (tagli sul braccio, suicidio, rifiuto della propria realtà biologica, anoressia, bulimia), crimine solitario o di gruppo, bullismo (orrido anglicismo con cui si indica la persecuzione fisica e psichica di un innocente non in grado di rispondere), vandalismo. L’affermazione è talmente vera da essere ovvia. È giusto sottolineare, quindi, come sia stato un crimine l’aver allontanato delle attività sportive le persone giovani prima per assurdi Lock Down e poi per non aver subito l’inoculazione di farmaci sperimentali e dubbi che avrebbero dovuto diminuire la violenza di una malattia che nelle persone giovani è praticamente irrilevante. Questo non ha solo aumentato l’ infelicità, annientato la gioia di vivere, la voglia di battersi per il futuro: ha aumentato le devianze, e alcune di queste devianze sono anche reati. Il twitt però non specifica le parole devianze giovali. Nel termine devianze senza altre specificazione quindi rientra tutta la criminalità, inclusa la mafia, tutto lo spaccio, tutte le devianze sessuali, pedopornografia e abuso su minore, sadismo e tortura fino all’assassinio, coprofagia, zoofilia, necrofilia. Vale la pena di ricordare, ma ne parlerò diffusamente in un prossimo articolo, che sesso con minori, anzi sesso proprio con bambini, persone clamorosamente in fase prepuberale, sadismo e tortura fino all’assassinio, coprofagia, zoofilia, necrofilia sono i valori che Mario Mieli ha diffusamente osannato nel suo libro Elementi di critica omosessuale e in numerose interviste. Il circolo intitolato a Mario Mieli riceve fiumi di denaro pubblico attraverso l’UNAR, fiore all’occhiello del PD, ed è l’organo scelto per vaccinazioni e test di malattia per persone che non possono mettersi in coda alla ASL come i comuni mortali, ma devono poter fare gli esami per sifilide e AIDS belli comodi nel loro circolo preferito. Il popolo ideale del segretario del PD quindi è un popolo di devianti, di tossicodipendenti, ladri, rapinatori, alcolizzati, necrofili che si masturbano nei cimiteri, zoofili che come riferisce the Lancet hanno contagiato il vaiolo delle scimmie al loro cane, quei pedofili che sbavano davanti a bambini torturati in video di pedopornografia di cui però, quando si dice la sfortuna, non si riesce mai a rintracciare l’origine e i pedofili direttamente abusanti. Tutti questi comportamenti rientrano sotto la definizione di devianza.
Come da devianza diventi prima comportamento tollerato, poi norma e infine norma obbligatoria con persecuzione dei dissidenti lo ha spiegato il filosofo Overton, La teoria della finestra di Overton afferma che per rendere accettabile l’inaccettabile occorre cerare un caso limite che ammantando di pietismo l’inaccettabile gli dia un aspetto un pochino più simpatica, poi si passa a una seconda fase dove viene espresso a fiumi il concetto di tolleranza. Si tollera qualcosa che non piace, quindi nella fase due non c’è ancora la beatificazione dell’intollerabile, occorre solo tollerarlo, che è una contraddizione in termini o, se preferite, una violenza.
Se un popolo è costretto a tollerare qualcosa che ha sempre trovato intollerabile, invasione di estranei, costumi sessuali ripugnanti, cibo nauseante, spettacoli pubblici osceni e blasfemi secondo il suo costume e la sua religione, sta subendo violenza.
La tolleranza all’intollerabile viene introdotta mediante l’affermazione, falsa, che l’intollerabile sia geneticamente determinato, al di fuori cioè della volontà. Quindi si arriva all’inclusione. Se il comportamento ignobile, intollerabile è geneticamente determinato, è una forma di cortesia minima includerlo. Quindi si arriva alla beatificazione dell’intollerabile che si accompagna inevitabilmente alla persecuzione degli renitenti alle beatificazione, del branco di cafoni bifolchi che si permette di continuare a fermare che quella roba lì è intollerabile, ripugnante, ignobile. I termini usati da sociologo sono: inconcepibile, estremo, accettabile, ragionevole, diffuso, legalizzato.
L’avvocato Emanuele Fusi ha fatto uno studio particolarmente ricco sulla simpatia della sinistra del vietato vietare con la pedofilia e l’abuso su minore, ampollosamente ribattezzato libertà sessuale dei bambini. L’imperdibile libro si intitola La sinistra degli orchi.
La parola pedofilia, termine derivante dal tema greco παῖς (bambino) e φιλία (amicizia, affetto), indica un disturbo della preferenza sessuale avente per oggetto bambini e neonati, e comunque prepuberi. In ambito psichiatrico la pedofilia è catalogata nel gruppo delle parafilie, ovvero tra i disturbi del desiderio sessuale, e consiste nella perversione sessuale da parte di un soggetto giunto alla maturità genitale per soggetti che invece non sono ancora sessualmente maturi, cioè che sono in età pre-puberale. La pedofilia non è un reato, è una situazione mentale. Occorre quindi distinguere tra pedofili abusanti e pedofili non abusanti. Gli abusanti sono una devianza che interessa tutti. I non abusanti rappresentano una devianza che riguarda solo il loro psichiatra. Il limite di riferimento di età varia da persona a persona poiché ogni individuo raggiunge la maturità sessuale in tempi diversi e oscilla generalmente tra gli 11 e 13 anni. Dal punto di vista legale, generalmente si può definire pedofilia la preferenza sessuale per i minori di 13 anni. Negli Stati Uniti d’America, esiste dal 1978, la “North American Man/Boy Love Association”, indicata frequentemente attraverso l’acronimo NAMBLA, con sedi a New York e San Francisco e che si oppone alle leggi che vietano rapporti sessuali tra uomini adulti e minori di sesso maschile. L’associazione richiede “l’adozione di leggi che tutelino i minori da esperienze sessuali imposte e che, allo stesso tempo, li lascino liberi di stabilire il contenuto delle proprie esperienze sessuali”. Alcune riviste, la più famosa Les Crapuillot in lingua francese, dedicano un numero alla libertà sessuale dei bambini, in realtà alla schiavitù sessuale dei bambini. La Nambla afferma, infatti, che i minori dovrebbero avere il ” diritto” ad avere rapporti con uomini adulti, “se lo desiderano”. Quindi noi abbiamo questa distinzione meravigliosa: quelli che vogliono fare sesso con i bambini che non lo desiderano, che sono cattivi, e quelli che invece vogliono fare sesso con i bambini che lo desiderano: questi sono i buoni. In realtà un bambino normale, che abbia avuto una famiglia normale e una figura paterna presente e forte, che non abbia bisogno di prostituirsi per sbarcare il lunario o sperare in un futuro, non ha mai desiderio di avere rapporti con adulto, anzi lo trova disgustoso. Il subire questi atti ha conseguenze devastati fisiche (incontinenza fecale, prolasso, rischio altissimo di contrarre malattie sessualmente trasmissibili) e psicologiche (abbattimento del senso del sè, inversione del senso del piacere e del dolore e conseguente anore per il dolore, cioè per la distruzione del corpo, il masochismo, ruolo passivo, dolente e sottomesso che diventa un destino invincibile). Occorre cercare quindi un ragazzino de munito e disperato che veda nel pedofilo abusante la sua unica possibilità di uscita da una situazione disperata. È spiegato con chiarezza nel primo capitolo del libro Male Inter-Generational Intimacy: Historical, Socio-Psychological, and Legal Perspectives , storia sociopsicologica e prospettive legale dell’amore intergenerazionale (quello che noi cafoni definiamo pedofilia e abuso su minore) a cura del pedofilo Edward Brongersma.
Il libro è una guida culturale e giuridica per pedofili abusanti, ricco di consigli antropologici e giuridici, una guida di pedofili abusanti per pedofili abusanti e raccoglie testi pubblicati nel 1990 sul Journal of Homosexuality, considerato la principale pubblicazione in lingua inglese “mainstream” del movimento LGBT.
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