Una scienza inesatta, una dittatura perfetta.
Nel suo ottimo libro Lo stato di emergenza, riflessioni critiche sulla pandemia, Andrea Zhok mette a fuoco un elemento che, da solo, è sufficiente a dimostrare la tragica pericolosità e la totale ascientificità di tutta la narrazione pandemica. Si è trattato infatti di una narrazione, una narrazione orchestrata e diretta con scopi precisi. La scienza non può essere orchestrata e non può essere diretta, procede per ipotesi e verifiche oppure confutazioni, perché l’unica scienza esatta è il senno di poi. Le varie branche della medicina sono talmente complesse che al momento non possono neanche essere considerate scienze. La medicina quindi per definizione procede sempre con affermazioni a volte provate a volte contraddette, disaccordi e dissidi, e quindi con una continua e assoluta assunzione di responsabilità.
Nella cosiddetta pandemia, la scienza è stata considerata gerarchica, prima imbecillità che dimostra come il tutto sia stato tragicamente ascientifico. In cima alla gerarchia sono stati messi alcuni esperti che hanno avuto prevalenza su altri. Già questo di suo sarebbe stato stupido, e in più i cosiddetti esperti dello Stato italiano, tutti nessuno escluso, hanno meno pubblicazioni di molti esclusi e più conflitti di interessi. Chiunque si permetta di criticare tutta la narrazione, anche solo rifiutando l’inoculazione, se è medico, è aggredito dagli stessi Ordini dei medici ed escluso dal lavoro. Se non è medico, nota Zhok, è considerato uno sciocco presuntuoso anatroccolo, paragonato a un qualunque passeggero che, una volta su un aereo, si permetta di andare dal pilota a chiedere perché stia schiacciando quel bottone e perché non ne schiacci un altro. Peccato che quello stesso passeggero non abbia scelto se salire o no sull’aereo spontaneamente, vi è stato costretto pena la perdita non solo di diritti civili, ma della stessa vita: non possiamo sopravvivere senza denaro e non guadagniamo se ci è impedito di lavorare. Peccato che quello stesso passeggero, considerato troppo idiota per decidere da solo se vaccinarsi o meno, per subire l’inoculazione abbia dovuto firmare un consenso cosiddetto informato, dove si assume lui ogni responsabilità. Per rigogliosi tre minuti, il cittadino è promosso sul campo esperto totale, uno che sa tutto sugli effetti collaterali del farmaco incluso quello che non sanno gli stessi produttori che hanno pudicamente scritto sui foglietti illustrativi che ignorano sia gli effetti a distanza, che quelli sulla fertilità, così che in caso di qualsiasi danno nulla gli sia dovuto. Il cittadino, deresponsabilizzato di qualsiasi scelta sulla propria vita, a cui viene detto come soffiarsi il naso, se può o non può uscire di casa e, nel caso sia uscito, a che ora deve rientrare, si assume completamente la responsabilità degli effetti collaterali di un farmaco sperimentale levandola agli “scienziati” che glielo stanno imponendo. I laureati in medicina sono però ufficialmente capaci di intendere di volere. Se rifiutano l’inoculazione del farmaco, non possono essere accusati di semi analfabetismo scientifico. Eppure sono stati zittiti, chi parla contro i cosiddetti vaccini rischia la radiazione degli Ordini dei medici, e sospesi dal lavoro. È un’idea piuttosto stalinista della scienza. La scienza è il nuovo Dio e per lei è tragicamente valida l’affermazione di Nietzsche: Dio è morto. La scienza è morta. In Italia è morta la medicina La medicina non sopravvive dove le voci siano azzittite e dove regnino interessi economici e politici più forti della verità è più forti dell’interesse del singolo e quindi del popolo.
La strategia italiana sulla SARS 2 covid 19 è sfociata con l’adozione del Green pass attraverso una campagna moralistica che ha violato la convivenza civile, una violazione della deontologia medica consolidata, una strategia che allontana indefinitivamente il ritorno alla normalità, scrive Zhok in un articolo che il quotidiano La Stampa, che lo aveva commissionato, non pubblica.
Mi permetto di concludere che è evidente che il pass non abbia nulla a che fare col contenimento della malattia, e con la sua risoluzione, ma con una distruzione di ogni pretesa di ogni qualsiasi libertà.
Dove le voci sono unanimi, dove Facebook cancella le voci dissidenti, dove gli Ordini dei medici cancellano le voci dissidenti, dove uno Stato paghi le voci obbedienti, dove i medici dissidenti sono processati benché abbiano salvato migliaia di vite, dove i medici che rifiutano l’inoculazione sono impediti nella loro attività, non avete scienza: avete una mostruosa propaganda che ha avuto lo scopo di annientare le libertà più elementari e di aumentare la morbilità di una nazione. L’idea che un virus a RNA, quindi mutabile, si fermi creando una immunità di gregge vaccinando tutti e un’idea talmente idiota che è difficile credere alla buona fede. L’ipotesi sarebbe possibile se il virus non mutasse, se il cosiddetto vaccino impedisse la trasmissione della malattia, non la impedisce, se tutto il mondo fosse inoculato contemporaneamente, se le nazioni e in particolare la nostra avessero le frontiere chiuse. Dato che tutte queste affermazioni sono false, farsi inoculare non è un gesto di responsabilità come affermato il nostro presidente della Repubblica, e la criminalizzazione di coloro che, liberamente, hanno scelto di preferire affrontare i rischi della malattia originaria e non quelli della inoculazione, è un crimine umano e scientifico oltre che politico. Le affermazioni false fatte sulla inoculazione dal presidente del consiglio, chi non si vaccina muore, se ci sono solo vaccinati la malattia non si trasmette, sono imperdonabili.
I professori non inoculati hanno avuto il permesso, previa tortura tamponale, di tornare alle loro scuole, ma non alle loro aule. Stanno nelle biblioteche, negli sgabuzzini, nelle infermerie ora chiamate aula covid perché l’unica malattia esistente è quella. Le infermerie sono utili perché sono un posto dove ricoverare innumerevoli ragazzi con inspiegabili malori, con miocarditi che dureranno tempi lunghissimi e non sempre saranno reversibili, con crisi epilettiche, con trombosi, con sindromi neuromuscolari. Giustamente i professori non potranno tornare in aula: se tornassero i ragazzi chiederebbero per quale motivo non si sono inoculati e potrebbero scoprire che la scienza non è univoca e che chi la vende come univoca in realtà sta mentendo, potrebbero scoprire che esistono la dignità e il coraggio del dissenso, potrebbero scoprire che i farmaci che stanno inoculando a loro e che sono stati inoculati a Camilla Canepa sono in realtà pericolosi e con dubbi risultati. E noi medici non inoculati non possiamo tornare a lavorare, restiamo quindi senza mezzi di sussistenza. È una tragedia sia per la perdita di ogni mezzo di sostentamento, sia per la perdita di un lavoro molto amato. Per un chirurgo star lontano da sala operatoria è una sofferenza, come per un cardiologo star lontano dalla corsia. In effetti curare un’ epidemia allontanando il 10% dei medici e degli infermieri è un’ idea bizzarra. È giusto che non possano tornare in corsia: sono quelli che hanno capito e che sanno curare. Saranno sostituiti dai medici ucraini. Se qui ci fosse una guerra io resterei a suturare i feriti. La mia completa disistima a tutti i medici che stanno scappando dal loro paese in guerra, con la sola eccezione dei medici genitori di bambini, ma in questo caso devono restare con i loro bambini, traumatizzati dalla guerra e che sono in un paese nuovo: hanno bisogno di loro ventiquattr’ore su ventiquattro. Se non hanno bambini, tornino al loro paese, che ha bisogno di loro. E già che ci sono, che si portino dietro anche medici italiani, per esempio Burioni, Bassetti, Galli: trovo scandaloso che questi medici non si siano ancora diretti verso l’Ucraina. L’Ucraina ha bisogno di voi. A 60% non sono inoculati e non portano le mascherine. Trovo indecente che non andiate soccorrerli e anche buffo che il loro primo problema siano le bombe e non il virus: secondo le vostre previsioni senza le vostre regole e il vaccino da voi raccomandato, i morti dovrebbero essere centinaia di migliaia. Io nel 1986 sono partita per l’Etiopia, era una nazione con un enorme numero di problemi inclusa una guerra. Voi restate a casa vostra? Che squallore! Il vostro scopo non era salvare l’umanità? Perché solo gli italiani? Dottor Burioni: il battaglione Azov al 90% non è inoculato. Lo spieghi a loro tra una lettura di Kant e un’altra , che sono sorci che devono restare chiusi nello scantinato. Se è vero un terzo di quello che ci avete sempre raccontato, per l’Ucraina in questo momento la SARS2 covid 19 non combattuta con le regole che ci avete imposto, dovrebbe essere un problema ben più grave dei bombardamenti. Oppure se l’Ucraina può fare a meno di voi e di queste regole, non potremmo fare a meno anche noi?
Silvana de mari, medico libero, non inoculato.