Per nessun’altra vaccinazione era opportuno chiedere esami.
Che esami fare?
Le indagini che si possono fare prima della vaccinazione (e soprattutto dopo la cosiddetta vaccinazione), per una valutazione ad ampio raggio dello stato di salute comprendono circa una trentina di voci. In genere i medici di base non sono favorevoli a prescrivere un gran numero di esami poiché la circolare del Ministero della Salute del marzo 2021 ha indicato la non utilità di effettuare le indagini prima di sottoporsi al vaccino, così come il sierologico. Questa indicazione può essere interpretata come “non ci sono problemi”, ma anche non c’è modo di conoscere preventivamente il danno da vaccino. Il “malore” non è prevedibile. E quindi è fuori da qualsiasi risarcimento.
Doveroso nel caso si sia fatta la scelta di subire questi farmaci chiedere al nostro medico di famiglia uno screening pre-vaccinale “ridotto”, dal costo economico contenuto, allo scopo di focalizzarci su quei valori che permettono di verificare l’efficienza dell’apparato che regola la coagulazione per prevenire gli eventi che portano alla formazione di coaguli e trombi. Questi esami possono essere utili anche per le persone che non hanno ancora incontrato il virus perché sappiamo che ci possono essere complicazioni vascolari anche per le persone che si ammalano di Covid. Quindi si tratta di accertamenti non solo pre- vaccino, ma anche screening sulla coagulazione: sono esami utili anche prima di iniziare ad assumere contraccettivi orali.
Questi esami sono:
1 – Emocromo con formula
Consiste nella valutazione dei vari parametri che si riferiscono alle principali componenti del sangue.
2 – Conta delle piastrine
Le piastrine sono il primo elemento che entra in gioco quando c’è un processo di coagulazione. In un microlitro di sangue la conta delle piastrine deve essere compresa fra 150000 e 400000 (range).
L’esame dell’emocromo consente di fare la conta delle piastrine, dei globuli bianchi, dei globuli rossi e valutare l’ematocrito (HT) cioè la percentuale del volume sanguigno occupato dai globuli rossi: è un indice del grado di capacità di fornire ossigeno ai tessuti. I valori cambiano da donne a uomini: per le donne è 35-45%, per gli uomini 40-50%. Queste percentuali possono subire variazioni negli anziani e nelle donne in gravidanza.
L’ematocrito aumenta in tutte le situazioni in cui c’è un incremento della produzione di globuli rossi, in questo caso si parla di emoconcentrazione, cioè di una diminuzione della frazione plasmatica e aumento della densità del sangue. L’ematocrito alto può essere una spia della tendenza a formare coaguli e trombi.
3 – Fibrinogeno
Il fibrinogeno è una proteina plasmatica che interviene nel processo coagulativo formando il tappo di fibrina allo scopo di fermare un’emorragia, è quindi un indicatore della capacità coagulativa dell’organismo. Vi può essere una carenza congenita di fibrinogeno senza che la persona ne sia consapevole, tale carenza può essere sospettata ad esempio in presenza di frequenti fenomeni di epistassi, sanguinamento gengivale, sangue nelle urine o nelle feci, sanguinamenti eccessivi da piccole ferite, comparsa di lividi in assenza di traumi.
4- Antitrombina III (ATIII)
L’antitrombina III è una proteina sintetizzata dal fegato che contribuisce a regolare la formazione del coagulo ematico inibendo la trasformazione del fibrinogeno in fibrina. Interviene nel processo di formazione e disgregazione del coagulo causando la disgregazione del tappo di fibrina che si è formato.
Quando l’ATIII è carente o non funziona in modo adeguato, si ha un aumentato rischio di trombosi.
5 – Tempo di protrombina (PT) e Tempo di tromboplastina parziale (PTT)
Indicano il tempo che impiega il nostro sangue a coagulare, può essere espresso in secondi (valori normali di PTT sono compresi fra 0 e 40 secondi) oppure come rapporto (INR = rapporto internazionale normalizzato ) che è un valore ottenuto trasformando i secondi in un indice numerico allo scopo di eliminare la variabilità dei risultati ottenuti dai diversi laboratori: si ottiene uno schema espresso come 1-2-3-4-5-6. Quando questo valore è alto si ha un rischio di emorragie, quando è basso si ha rischio di trombosi.
6 – D-dimero
Il D-dimero è il prodotto che deriva dalla degradazione dei polimeri di fibrina dopo l’intervento di tutti quei meccanismi che portano alla dissoluzione del coagulo. La presenza in circolo di D-dimeri e degli altri prodotti di degradazione della fibrina attivata indica una precedenza attivazione della cascata coagulativa.
Questo esame viene effettuato d’urgenza in presenza di eventi acuti quali una trombosi venosa profonda o una trombo-embolia polmonare, si fa anche quando il paziente ha dei sintomi che possono far sospettare un evento trombotico quali il dolore ad una gamba, il gonfiore di un arto, la presenza di sangue nell’espettorato o la comparsa improvvisa di difficoltà a respirare (dispnea).
TEST SIEROLOGICI
Il Ministero della Salute ha ritenuto inutile lo screening pre-vaccinale mediante test sierologico ai fini dell’esenzione alla vaccinazione anti Covid-19 asserendo che non ci sono prove che la presenza di anticorpi da pregressa infezione basti a proteggere da un nuovo contagio, né che ci siano evidenze che la vaccinazione di una persona già parzialmente o completamente immune possa essere pericolosa poiché in un soggetto che si è ammalato di Covid, l’immunità naturale che ne deriva è dovuta sia alle immunoglobuline, sia cellulo-mediata mentre la produzione di anticorpi che viene stimolata dalla somministrazione del vaccino a mRNA va a stimolare solo una certa popolazione di anticorpi, cioè riguarda solo la produzione delle immunoglobuline S o RDP, quindi non esiste il problema di sovrapproduzione anticorpale. Secondo la dottoressa Loretta Bolgan, invece, il fenomeno ADE non può essere considerato semplicemente una iperproduzione di anticorpi, bensì un meccanismo molto complesso che favorirebbe l’ingresso del virus o della proteina Spike nella cellula.
Anche se lo screening sierologico non viene riconosciuto dal Ministero della Sanità per l’esclusione dalla vaccinazione dei soggetti che presentano gli anticorpi contro il Covid, il test può essere fatto per sapere se abbiamo contratto il virus senza accorgercene.
Gli anticorpi sono rappresentati da: IgM, compaiono precocemente in seguito ad infezione e perdurano per circa quindici giorni, IgA con funzione immunitaria a livello delle mucose e IgG che compaiono più tardivamente e sono dotate di memoria immunitaria.
Sono disponibili 2 tipi di test:
-Test anticorpi anti- Spike ( si possono far misurare anche dopo la vaccinazione)
Anti S1 e S2 e Anti RBD, relativi alla Spike
-Test anticorpi anti-nucleocapside (ANTI-N), più importanti perchè vengono prodotti solo se abbiamo contratto il virus.
Questa indagine non serve dal punto di vista pratico perché mancano gli studi che indichino quali sono i valori soglia, quindi mancano i valori di riferimento per poter stabilire oltre quale valore anticorpale si è protetti, tenuto conto che la risposta anticorpale è molto variabile e l’efficienza immunologica comprende molteplici fattori quali l’immunità cellulo- mediata, le cellule natural-killer, i macrofagi per cui non è detto che ad un valore alto corrisponda una protezione maggiore rispetto ad una persona che ha valori più bassi.
In assenza di studi su come venga stimolata l’immunità naturale, possiamo solo citare le parole del dottor Marco Marietta, ematologo: sappiamo di non sapere.
Un ultimo consiglio: la vitamina D. Contrariamente a quello che dicono i cosiddetti esperti di regime avere la vitamina D alta o bassa fa l’80% di differenza di mortalità dosate la vitamina D e soprattutto prendetevela. Tanta.
Nella foto Camilla Canepa. Ogni complicazione che arrivi dopo 14 gionri dall’inoculazione dei vaccini o cosiddetti tali non è più considerata conseguenteall’inoculazione. Il temine di 14 gionri è assolutamente arbitrario.
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