La perversione al potere
In questo bizzarro paese lo stato finanzia ed affida prevenzione di malattie , test e vaccinazioni, e “cura pedagogiche” a un circolo intitolato al più violento apologeta della pedofilia, del sadismo, del masochismo, della necrofilia, Mario Mieli. Morto suicida a 31 anni, Mario Mieli organizzava pubblici spettacoli dove mangiava gli escrementi suoi e del suo cane.
Giovedì 17 febbraio si è svolto presso la Corte d’Appello del tribunale di Torino la seconda puntata della mia rissa con il circolo Mario Mieli. Avrò la sentenza il 18 marzo.
La prima puntata si era svolta due anni fa, e si era conclusa con una condanna che sommando le varie voci arriva a 12000 euro.
Le frasi per cui sono stata incriminata riguardano la affermazione che Mario Mieli fosse un pedofilo, un necrofilo e un coprofago e che, intitolando al suo nome un Circolo, si inneggiasse inevitabilmente alla pedofilia.
Queste due affermazioni sono vere e non danneggiano la reputazione di nessuno.
Mario Mieli era un pedofilo: egli dichiara pubblicamente e per scritto la sua attrazione sessuale per i minori.
La definizione ufficiale di pedofilia, quella a cui sia la medicina che la psicologia devono fare riferimento, è Orientamento sessuale caratterizzato dall’attrazione erotica per i minori, ben distinto quindi dall’atto pedofilo, come infatti ben distingue il DSM.
Il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, noto anche con la sigla DSM, derivante dall’originario titolo dell’edizione statunitense Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders infatti chiarisce con molta precisione la distinzione tra pedofilia, orientamento sessuale basato su attrazione sessuale per i minori, e atti conseguenti a questi impulsi. L’attrazione senza gli atti è un orientamento sessuale. Il significato di pedofilia non è l’agire sui bambini, ma semplicemente avere un’attrazione erotica per loro.
La definizione data dalla maggioranza dei dizionari è orientamento sessuale oppure perversione sessuale, e sottolineo che in psicologia il termine perversione sessuale indica banalmente qualsiasi deviazione della sessualità dalla sua funzione riproduttiva, qualcosa che ha perso il verso, il significato biologico originario, di mezzo per l’incontro di gamete maschile e femminile. Secondo una definizione di Umberto Galimberti (2000) la perversione sessuale è un comportamento psicosessuale che si esprime in forme atipiche rispetto alla norma. Krafft-Ebing (1953) definiva perversa ogni manifestazione dell’istinto sessuale non corrispondente allo scopo della natura, che sarebbe unicamente quello riproduttivo.
Lo stesso Mario Mieli ha come slogan Mens sana in corpore perverso, e in tutta la sua opera dichiara il disprezzo per coloro che usano la sessualità in funzione riproduttiva.
Si dichiarava attratto eroticamente da bambini, quindi pedofilo, Mario Mieli, l’intellettuale suicida cui è intitolato l’omonimo circolo di Roma. La sua attrazione erotica per i bambini è descritta nel suo libro Elementi di critica omosessuale, ed. Feltrinelli. Nel testo Mieli spiega come la pedofilia, l’attrazione erotica per i minori, sia raccomandabile, ed esprime il suo disprezzo per tutti coloro che non provano questa attrazione a causa dei valori naturali e cristiani.
“Noi checche rivoluzionarie sappiamo vedere nel bambino l’essere umano potenzialmente libero. Noi, si, possiamo amare i bambini. Possiamo desiderarli eroticamente rispondendo alla loro voglia di Eros, possiamo cogliere a viso e a braccia aperte la sensualità inebriante che profondono, possiamo fare l’amore con loro. Per questo la pederastia è tanto duramente condannata: essa rivolge messaggi amorosi al bambino che la società invece, tramite la famiglia, traumatizza, educastra, nega, calando sul suo erotismo la griglia edipica” (pag. 55 prima edizione Einaudi).
E ancora: “la corporeità umana entra liberamente in relazioni egualitarie multiple con tutti gli esseri della terra, inclusi i bambini e i nuovi arrivati di ogni tipo, corpi defunti, animali, piante, cose, annullando “democraticamente” ogni differenza non solo tra gli esseri umani ma anche tra le specie. A questa rivoluzione sociale sono di ostacolo i valori famigliari naturali e cristiani”.
Intitolando il circolo al suo nome gli appartenenti al circolo Mario Mieli inevitabilmente dimostrano approvazione ai valori di Mario Mieli. Quando si intitola un circolo, una strada, una scuola, a qualcuno, si inneggia ai suoi valori.
Accusare qualcuno di pedofilia non può essere considerato un insulto, e quindi lo può essere ancora meno accusare qualcuno di approvare la pedofilia, né un’ingiuria, perché la pedofilia, parola che ripeto indica un atteggiamento della mente non l’atto di toccare i bambini, è rivendicata con orgoglio dallo stesso Mario Mieli e da innumerevoli intellettuali.
Il giornale francese Liberation nel 1979 elogiava la pedofilia “volta a spezzare la tirannia borghese” e tesseva lodi sperticate a Jacques Dugué, pedofilo condannato. Lo stesso giornale pubblicò l’articolo “Apprenons l’amour à nos enfants”, con tanto di foto di una fellatio adolescenziale a un adulto? La stessa Libération nel 1981 pubblicava l’articolo “Câlins enfantins” (coccole infantili), in cui un pedofilo indulgeva raccontando del sesso con i bambini. Il 26 gennaio 1977 il quotidiano francese le Monde chiedeva in un manifesto di abbassare la maggiore età sessuale ai dodicenni. Il rapporto con un dodicenne configura il quadro di pedofilia, quindi si dichiararono favorevoli alla pedofilia, gli intellettuali che firmarono: il poeta Aragon, il semiologo Barthes, il filosofo Althusser, Deleuze e Guattari, la psicologa Françoise Dolto, Sartre e Simone de Beauvoir.
Si dichiara normalmente pedofila la associazione statunitense Nambla, North American Man/Boy Love Association.
Posso aggiungere che il Circolo Mario Mieli riceve denaro pubblico attraverso l’UNAR . Le mie parole non avevano come scopo di offendere qualcuno, ma di interrompere i finanziamenti pubblici al Mario Mieli. Ho più volte dichiarato che questo era il mio solo scopo e che avrei interrotto qualsiasi mia attività in questo campo non appena lo scopo raggiunto.
Ritengo una violazione gravissima alla libertà mia e di tutte le persone che in nulla si riconoscono nei “valori” propugnati da Mario Mieli e dal suo circolo essere costretti a finanziarlo con le nostre tasse. Non è la stessa cosa se un circolo si chiama Mario Mieli oppure se si intitola ad Oscar Wilde, oppure a Pier Paolo Pasolini, o si chiama Arcigay, tutti nomi che non offendono la sensibilità di nessuno e che ben si potrebbero conciliare ad un’attività pubblica di assistenza pedagogica e sanitaria, finanziata con denaro dei contribuenti,. Ritengo una violazione della più elementare prudenza pedagogica che un circolo intitolato a una persona morta suicida che nella sua opera si dichiara attratto dai minori, che nella sua vita in più occasioni a coprofagia collabori con il Miur per l’educazione di bambini e adolescenti. Ritengo a dir poco contraddittorio che la Asl 1 di Roma collabori per la prevenzione di malattie sessualmente trasmissibili e dell’epatite A, con un circolo intitolato a una persona che mai ha raccomandato la minima prudenza, che in diverse occasioni ha mangiato in pubblico escrementi suoi e del suo cane, che in un’occasione ha offerto un pane alchemico confezionato con sangue, sperma ed escrementi, quindi con un altro rischio di contagio . (Francesco Paolo del Re Liberazione, 11 marzo 2008)
Un circolo intitolato a Mario Mieli non può collaborare con Miur e Asl. Sia io che tutti i contribuenti che non ci riconosciamo in nulla nei “valori” di Mario Mieli e li troviamo ripugnanti, siamo sottoposti ad un arbitrio. Ricordo che esattamente le stesse mie affermazioni: Mario Mieli era pedofilo, suicida e praticava e diffondeva la coprofagia e il Circolo che porta il suo nome inevitabilmente richiama ai suoi valori, sono riportate in un Testo Interpellanza del Senato della Repubblica del 2015 di Giovanardi, Malan, Gasparri, Formigoni, lasciata cadere nel nulla.
Spiega la figura di Mario Mieli e di altri pedofili politicizzati l’ottimo libro di Emanuele Fusi La sinistra degli orchi, ed Passaggio al bosco, uno dei pochi testi che pone l’attenzione anche all’istigazione di Mario Mieli al sadomasochismo. Secondo Mieli la pederastia, insieme alla necrofilia al sadismo e al masochismo sono stati necessari e irrinunciabili per l’emancipazione dell’umanità. Potete trovare ulteriori e dettagli sui miei processi nel libro Non facciamoci imbavagliare, ed Fede e cultura, che non solo molti librai, ma lo stesso Amazon rifiutano di vendere (chi lo vuole lo chieda alla casa editrice oppure, se lo volete con lussuosa dedica a silvanademaristaff@gmail.com. Vi costa di più che se comprato in casa editrice ma la dedica raddoppia il valore sul mercato del libro usato. Un affare).
I trasgressivi siamo noi. Mario Mieli è il potere.
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