Zingaretti ha pienamente ragione.
Il negazionista Zingaretti è l’ autore del ridicolo e irresponsabile aperitivo a Milano. La narrazione della cosiddetta pandemia ha seguito uno schema estremamente preciso. C’è stata una prima fase in cui si è negato il pericolo e il ministro della salute pubblica ha sperperato i soldi dei contribuenti in criminali spot pubblicitari che incentivavano il contagio, e che deridevano le persone sensate che erano spaventate. A questo è seguita una seconda fase di terrore totale con abolizione dei diritti, cure negate, imposizione del “vaccino” con scarico penale e responsabilità sui pazienti.
Ai pazienti sono state negate le cure, è stata data tachipirina e vigile attesa così da aumentare il numero delle vittime. Questo numero è stato ulteriormente gonfiato dal terrorismo mediatico, così da creare la narrazione di una malattia terrificante e senza possibilità di cura che può essere sconfitta solo con l’uso di un messianico vaccino. Sono state giustificate, grazie a questa narrazione, la distruzione dei diritti costituzionali, la distruzione della scuola e dell’economia. I bambini sono stati rinchiuse in casa come mafiosi agli arresti domiciliari. È stata loro negata la scuola e sono state negate le giostrine ai parchi pubblici. Sono stati costretti a respirare con l’antigienica mascherina e a diventare fobici e ipocondriaci. È stata imposta alla popolazione attraverso ricatti e terrore la somministrazione di farmaci in fase sperimentale che portano descritti sui foglietti illustrativi danni drammatici, che potrebbero includere anche il cancro e la sterilità, e che vengono somministrati anche ai bambini, dopo aver costretto il cittadino a firmare uno scarico di responsabilità.
In una nazione completamente distrutta economicamente, grazie ai provvedimenti assurdi resi necessari da una spietata guerra sanitaria contro i sani, mentre i malati sono stati condannati a tachipirina e vigile attesa, è evidente che i posti in ospedale, ma anche negli ambulatori, saranno sempre più insufficienti per tutti. I posti nelle rianimazioni, negli ultimi anni, si sono sempre riempiti nei mesi invernali di pazienti con influenza, che è una malattia che ha una sua mortalità. I numerosi tagli, che tutti i vari governi e vari governatori, Zingaretti incluso, si sono sentiti in dovere di fare, hanno reso insufficienti le terapie intensive. È quindi possibile che manchino i letti. Trovo corretto che, dove non ci siano letti a sufficienza, sia data la precedenza a coloro che hanno accettato di subire il diktat del governo, che hanno eseguito l’ordine di lasciarsi inoculare, sotto la propria responsabilità, farmaci che non garantiscono l’immunità dalla malattia in questione, ma che potrebbero garantire la disregolazione irreversibile del sistema immunitario.
Questi farmaci funzionicchiano, secondo l’impeccabile definizione di alto valore scientifico di uno dei virologi di regime, abbattono il sistema immunitario, sono responsabili del 95% delle miocarditi nei bambini, sono costati cifre stratosferiche. L’autore della spettacolare definizione si è poi ammalato, benché iper inoculato, ma a lui però delle terapie in tempo utile sono state date. La giustizia è uguale per tutti è scritto nella aule di tribunale dove periodicamente mi processano per aver osato parlare contro l’apologia della pedofilia e dell’abuso sessuale del bambino. Si tratta di na magistratura su cui veglia l’occhio vigile e affettuoso del dottor Palamara. Anche la sanità, evidentemente, è uguale per tutti.
Una sanità sempre più pezzente non potrà più quindi permettersi un letto per tutti. Giusto che qualcuno resti fuori. A questo punto Zingaretti non ha torto. Le persone che si sono lasciate convincere a farsi iniettare questi farmaci che funzionicchiano, accollandosi i rischi e i danni, è giusto che abbiano la precedenza. Chi ha sostenuto il potere e non si è fatto domande, giusto che sia premiato dal potere. Lo spiega Don Vito Corleone ed è lo schema della dittatura sanitaria: tutti i diritti sono aboliti, e verranno restituiti con il contagocce e chi esegue gli ordini. Vale per il diritto al lavoro, vale per il diritto alle cure. Già oggi questo è lo schema. Ai pazienti oncologici non inoculati sono già negate le cure, non solo al Galeazzi di Milano, ma ovunque. Una mamma ha dovuto abortire nel parcheggio come una bestia, non come una persona. Gli inoculati avranno in premio per i loro esami della coagulazione impazziti, per le cefalee continue, per patologie autoimmuni e microtrombotiche eterne, la simpatia di Lucarelli Selvaggina e l’accesso a una sanità squallida costata cifre stratosferiche sottratte ai nostri stipendi, e che dovrebbe essere nostro diritto, e invece, anche questa, diventa una concessione dello Stato se hai eseguito i suoi ordini. Come il lavoro, come la scuola, come il diritto di salire su un treno: concessioni.
Per inciso: è una sanità di ripugnante squallore, dove medici ospedalieri non hanno trovato niente di più intelligente da fare che iniettare paracetamolo endovena a malati covid, dove le persone sono state spostate in terapia intensiva con 94 di saturazione, e dove individui inqualificabili, mentre i pazienti crepavano soli nelle corsie, senza il conforto di un parente vicino, hanno ballato l’orrida canzonetta Jerusalema con addosso divise pagate dai contribuenti e dentro corridoi pagati dai contribuenti senza che nessun direttore amministrativo si rendesse conto che questo è peculato. Mi auguro che la pagliacciata indecente sia stata fatta con le cartoline sbollate, e approfitto per indirizzare a questi tizi e ai loro direttori sanitari e amministrativi, non che ai loro primari, il senso della mia assoluta disistima. Preferirei crepare da sola in un parcheggio che farmi curare da voi.
Possono rassicurare Zingaretti e tutti medici canterini. Preferirei avere un braccio amputato a colpi di ascia che mettere piede in un ospedale italiano a farmi curare da gente che nega le cure ai malati oncologici e manda le madri a abortire nei parcheggi.
Qualsiasi sia il problema, frattura del femore, infarto, cancro, non metterò piede negli ospedali italiani. Sono vissuta da persona libera. Ho gli attributi per morire da persona libera. Oltretutto l’idea che mi tocchi un tizio che zampetta in maniera ridicola sulle note di Jerusalema mentre i pazienti crepano, fisicamente mi dà la nausea. Trovo ripugnante l’idea che possa sfiorarmi con un dito un’infermiera che ha mandato una mamma a partorire in un parcheggio.
Per inciso: nel cattolicesimo l’oppressione dei deboli è uno dei quattro peccati che gridano vendetta a Dio. Avete negato le cure a un malato oncologico? Avete mandato una madre ad abortire in un parcheggio? Siete maledetti. È un’informazione. Vuol dire che l’ira del Signore degli Eserciti sarà su di voi.
Non è un campo in cui le assicurazioni e la legge Gelli sulle deresponsabilizzazione di chi segue un protocollo possano essere utili.