Le dittature vili
Non c’è nessun obbligo vaccinale. Se ci fosse, sarebbero garantiti i risarcimenti ai dolenti, ai resi invalidi e ai parenti dei defunti. A nessuno di costoro sarà invece devoluto un solo euro, anche nell’inverosimile ipotesi che una classe medica tenacemente impegnata a non fare farmacovigilanza, dimostri in qualche sparuto caso la correlazione con l’inoculazione dei medicinali in questione. Si tratta di farmaci in fase sperimentale con i contratti di acquisto secretati, che hanno scritto sui terrificanti foglietti illustrativi le parole: non si conoscono gli effetti a distanza, non si conoscono gli effetti sulla fertilità, non si conoscono gli effetti sulla cancerogenesi. Stiamo parlando quindi di farmaci che potrebbero essere, a quanto ne sappiamo, responsabili di sterilità, di cancro, di invalidanti malattie o di morte. Sono inoltre farmaci testati su cellule ricavate da cosiddetti feti abortiti, in realtà neonati molto prematuri, sezionati senza anestesia (una volta che il bambino è fuori dall’utero della madre e respira con i propri polmoni, non è più un feto). Fino a quando occorre firmare il cosiddetto consenso informato, il cittadino diventa corresponsabile e complice di quanto sta succedendo, dichiara per scritto che sta chiedendo lui il farmaco, di propria volontà, ben consapevole dei possibili rischi, e questo lo pone al di fuori di ogni diritto di risarcimento. Per un vero obbligo vaccinale ci vorrebbero gli attributi, termine un po’ grezzo con cui indico il gesto forte di assumersi le responsabilità e sfidare apertamente il Tribunale Dei Diritti Dell’Uomo, mentre si stanno rinnegando apertamente la costituzione e la convenzione di Norimberga,
La gesuitica propensione del nostro governo è di cercare soluzioni morbide come le sabbie mobili, ben più graziose dell’aspra capacità di assumersi le responsabilità e le loro conseguenze. Ha generato un sistema geniale: mettere il cittadino sotto ricatto, tenendo in ostaggio la sua vita, il lavoro, lo stipendio, il diritto di salire su un autobus, oppure di andare in banca, e ovviamente, nessuno si faccia illusioni, tenendo in ostaggio i figli. I suoi figli non solo saranno discriminati e impareranno a essere sbeffeggiati con il beneplacito delle istituzioni, a cominciare da loro insegnanti: i figli verranno loro tolti. Negli anni 30 e 40 i coraggiosi e i forti potevano rifiutare la tessera dei vari partiti delle varie dittature europee e vivere nella dignità e nella miseria conseguenti a questa scelta insieme ai propri figli. Nella mia famiglia non presero la testa del fascismo e il livello economico crollò parecchio, ma ne valse la pena.
Dopo la seconda guerra mondale, la tessera del partito rimase obbligatoria solo in quell’incredibile carrozzone che fu la defunta Unione Sovietica e paesi alleati. Il vescovo Schneider, cresciuto in Kirghizistan sotto il potere di un’Unione Sovietica che, anche dopo la morte di Stalin, rimase una dannata dittatura, si può realmente considerare un esperto in comunismo. Lui riconosce in quello che sta succedendo una nuova forma di comunismo: il corpo, la mente, ma anche l’anima sono di proprietà dello Stato. La tessera sanitaria è in tutto e per tutto sovrapponibile alla tessera del partito, con un terrificante particolare di differenza: la tessera del partito era una resa solamente della mente. Non iniettavano niente. Non era ceduto il corpo, e non era ceduta l’anima.
Esiste un discorso ufficiale della sempre più pirotecnica Chiesa 2.0 che afferma che essere inoculati con questi farmaci è una forma di carità, che ipotizza che quanto stia succedendo sia la corretta risposta del potere all’esigenza del bene comune, nuovo mostro metafisico che ha sostituito il Volk (popolo tedesco) nel nazismo e il Partito nel comunismo. Il vescovo di Salerno, o per essere più corretti il signore che a Salerno in questo momento chiamano vescovo, ha appena vietato ai sacerdoti che abbiano rifiutato l’inoculazione, di somministrare la Santa Eucaristia. La rivista gesuitica americana America Magazine, ha pubblicato un esilarante articolo che definisce il rifiuto del “vaccino” COVID il “peggior peccato di omissione” per i cattolici di oggi.
Monsignor Schneider ha anche ricordato che i suoi genitori non cedettero, preferendo trascinare sé stessi e i propri figli in una miseria che avrebbero potuto facilmente evitare, grazie alle loro lauree, sostituendo le professioni cui senza tessera non avevano diritto con i pochi filari e le ancora più stentate galline del contadino sovietico. La miseria e l’infinita dignità, potevano essere condivise dai forti con i figli, che così imparavano a diventare combattenti. Erano epoche magnifiche in cui un uomo e una donna potevano perdere la loro ricchezza, ma non i loro figli. Ora questo non sarà più permesso. Oggi ci sono le assistenti sociali, le stesse che hanno applaudito ai congressi Rodolfo Fiesoli, decantato e osannato padrone del Forteto e Federica Anghinolfi, fiore all’occhiello dei servizi sociali di non solo di Bibbiano, ma di tutta Italia. Le assistenti sociali non permetteranno che dei bambini restino affidati a genitori poveri e che non considerano il trio di virologi canterini scienziati di tale valore da affidare alle loro scelte i propri corpi e quello dei propri figli. I bambini verranno tolti per essere inoculati e poi affidati a innovative coppie di famiglie innovative oppure agli attuali sostituti degli orfanotrofi, chiamati ampollosamente case famiglie. Per il loro bene, sia chiaro.
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