Considerazioni energetiche
Milano è stata paralizzata dai guerrieri di Greta. Nel 1915 fu paralizzata dagli interventisti, ragazzi e ragazzini che volevano assolutamente partecipare alla prima guerra mondiale, terrorizzati dall’idea che finisse senza di loro. Loro credevano di essere spontanei, in realtà avevano subito una propaganda manovrata dall’estero. Il governo ne approfittò per “cedere”. Senza quegli idioti ce l’avremmo fatta a star fuori dalla prima guerra mondiale. La gente è andata in strada a chiedere, a pretendere, di crepare nelle trincee mentre il paese sprofondava nella miseria senza gli uomini a lavorare, e ora ragazzi e ragazzini sono scesi in strada a chiedere, a pretendere, tasse atroci e miseria e forse anche fame, perché la transizione verde sarà imposta anche all’agricoltura con costi insostenibili imposti agli agricoltori e inevitabili crolli della produzione.
Greta e i suoi sono un esempio tragico di ignoranza, superficialità e cultura fatta di slogan, come gli interventisti, il che li rende manipolabili e pericolosi. La falsa idea che l’uomo influenzi il clima porterà ad accusare chiunque si opporrà all’impoverimento di essere un pericoloso criminale che causa i tifoni ad Haiti.
Occorre rispondere diventando bravi e tecnicamente preparati. Possiamo smettere di inquinare, risparmiare senza dover essere dissanguati. Il mio amico Giovenni Caluri ha dato qualche consiglio.
Il Petrolio prima o poi finirà. E anche il carbon fossile.
E comunque la combustione, soprattutto di fossili, contribuisce pesantemente all’inquinamento atmosferico, Esistono fonti di energia “gratuite” attualmente poco sfruttate:
Il sole ci regala qualcosa come circa 800 W*mq (all’equatore, al livello del mare, a mezzogiorno, col cielo sereno), il cui valore diminuisce, a parità delle altre condizioni, man mano che si risale verso i poli, in ragione di cos °L dove “°L” rappresenta la latitudine della località.
ad esempio Napoli (~38°N) ha un coefficiente pari a 0,78801; Torino (45°N) ha un coefficiente pari a 0,70710. Questi valori sono ovviamente teorici, e riferiti al mezzogiorno dell’equinozio a cielo sereno
Possiamo convertire l’energia solare in due possibili forme:
– -energia elettrica, coi pannelli fotovoltaici (variante sul tema: sistemi di generazione con caldaia solare, vedi più avanti)
– -energia termica con pannelli solari termici per la generazione di acqua calda
Anche mantenendo il pannello convertitore perpendicolare alla sorgente luminosa (sole), è evidente che esiste un fattore di conversione, ossia, il valore per il quale occorre moltiplicare l’energia da trasformare (J) per ottenere il valore (sempre in J) della forma di energia di arrivo (ad es. da energia elettrica ad energia di moto ecc) perché ogni volta che si trasforma una forma di energia in un’altra, si hanno delle perdite, dovute a diversi fattori. Il fattore di conversione 1 è evidentemente solo teorico Per i pannelli solari termici il fattore di conversione è approssimativamente 0,75-0,80
Per i (migliori) pannelli fotovoltaici si parla di una conquista il raggiungimento avvenuto del fattore di conversione facendo passare la resa dal 20% al 24% utilizzando una sofisticata tecnologia a due strati, ciascuno capace di convertire una differente lunghezza d’onda della luce (Lambda) ricordando le riduzioni dovute ai fattori ambientali (tempo di luce diurna, nuvolosità ecc.) – tutti fattori che “remano contro”
Calcoliamo le superfici ed i costi necessari per un alloggio medio di una famiglia di quattro persone.
Il costo commerciale di un pannello capace di fornire 150 Wp (Watt di picco, ossia il famoso sole a mezzogiorno all’equatore col cielo sereno) è di circa 120 euro, e approssimativamente di 1 mq.
La necessità di un’abitazione media è di circa 4KW. Servirebbero quindi circa 27 pannelli, ossia una trentina di metri quadri, rivolti a Sud, per ottenere una corrente continua, da convertire attraverso un “inverter” collegabile alla rete di distribuzione, con relativi dispositivi e contatori il cui rendimento globale è al massimo dell’80%, il cui costo va oltre i 1000 euro, cui sono poi da aggiungere i costi dei dispositivi meccanici per la posa e quelli elettrici/elettronici per la connessione alla rete di distribuzione (quindi se voglio 4 KW all’uscita, mi occorrono 5 KW di pannelli che così diventano 34) 34*120 fanno 4080 € di soli pannelli + costi di installazione e tutto il resto, inclusa l’IVA, della cui entità è tutto da vedere, perché la notte il sole non c’è, occorre quindi accumulare energia, idem quando è nuvolo piove ecc. e spunta un costo in più: una stazione di energia composta da un parco batterie cui l’inverter si collega per prelevare energia
Tirando le somme vengono offerti impianti da 3 a 6 KWp a circa 9000€
Una centrale elettrogeneratrice centralizzata può avere un impatto ambientale limitato, ma occorre trovare il sito adatto, stiamo parlando di ettari di pannelli, sia pur ad altezza limitata dal suolo; all’ombra non si può coltivare, se si sottraggono ettari alla coltivazione del grano duro, poi lo si deve importare come sta proprio succedendo in Puglia.
Un esperimento dell’università di Siracusa, il Progetto Archimede riguarda la costruzione presso la centrale termoelettrica di Priolo Gargallo (SR) di una serie di specchi in grado di convogliare il calore del sole e consentire la produzione di vapore che muova turbine. Sembra che la resa del sistema sia circa del 45%, il termovoltaico è meglio del fotovoltaico!
Eolico : torri alte cento metri dove pale di una trentina di metri cadauna che girano facendo un gran fracasso, e quindi ben applicabili in posti come i deserti della California o dello Utah, o come i lunghi bassi fondali Danesi, sono difficilmente compatibili con le colline che fanno parte del paesaggio nostrano. Oltretutto deturpate da simili mostri, come Sgarbi ha fatto osservare “anche” nella sua qualità di sindaco di un piccolo paese della Sicilia.
Esistono versioni molto meno impattanti delle tremende torri eoliche, per esempio piccole ruote a pale analoghe a quelle che da un sacco di tempo punteggiano la pianura e le basse colline del grossetano. Anche questa soluzione, prevede comunque la presenza di una stazione di energia per i momenti di stanca.
Idroelettrico: Molti accusano il rischio relativo al cedimento di dighe, specie in occasione di possibili terremoti, in particolare sull’onda delle terribili notizie provenienti da quelli Giapponesi, agitando lo spettro del Vajont.
Anche in questo caso penso alla possibilità di sfruttare i piccoli salti o flussi naturali permanenti di montagna. In ValSusa un’azienda si era specializzata nella costruzione di turbinette di potenza modesta ad uso di abitazioni singole o piccole e piccolissime comunità.
Geotermico: Siamo stati tra i primi al mondo con lo sfruttamento dei Soffioni Boraciferi del Lardarello, vicino a Rosignano, nell’alta Maremma. Abbiamo in Italia centrale, fino alla Sicilia, un sacco di località che a detta dei discendenti dei progettisti di quelle centrali (Progettisti a loro volta; ho sentito uno di loro, geologo, ed un altro, ingegnere; non chiacchieroni) sarebbero sfruttabili per potenze significative ad uso collettivo.
Esiste una combustione ecologicamente ineludibile: Quella orientata al recupero materiali “residui”, ad esempio quelli derivati dalla ripulitura dei boschi, operazione indispensabile se si vuol mantenere un equilibrio idrogeologico ed evitare disastri ambientali, e soprattutto dei rifiuti, oppure di
Questi impianti possono avere rese termiche oltre il 95%, possono ricuperare i materiali metallici, materie prime, eliminano le discariche, generano energia elettrica, utilizzando il vapore surriscaldato in turbine a vapore opportunamente dimensionate, e acqua calda ad uso teleriscaldamento e potrebbero arrivare fino al 15% del fabbisogno energetico totale.
Un altro trucco è il risparmio. Fonti di confindustria riportano un valore tra il 15 ed il 20% dell’intera energia consumata in Italia per l’illuminazione. Eliminare luci inutili, vietare le luci inutili e sostituire le lampadine con il LED . Introdurre le Celle a combustibile che permettono di ottenere elettricità da idrogeno e ossigeno senza che avvenga alcun processo di combustione termica, e che possono avere una resa molto alta.
La prossima volta che incontriamo Greta o uno dei suoi guerrieri possiamo provare a chiedere cosa pensano delle celle a combustibile e del termovoltaico. Se non sanno di cosa stiamo parlando potremmo allora chiedere che si levino dalle strade, perlomeno dalla nostra strada.
Silvana De Mari
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