Il cardo e la spada
Di Elisabetta Sala ho amato appassionatamente i saggi storici, L’ira del re è morte e Elisabetta la sanguinaria, entrambi pubblicati da Ares.
Sui nostri libri di storia la tragedia dell’Inghilterra è riassunta in poche righe. Per poter sposare Anna Bolena Enrico VIII fece uno scisma, inventò un religione, quella anglicana, il cui capo era lui.
Apparteniamo a una epoca atea di nomadi religiosi, che passano dal cattolicesimo in cui sono nati al buddismo fai da te, allo sciamanesimo o direttamente al paganesimo, in piena letizia. Siamo l’epoca della religione fluida, e anche le nostre gerarchie religiose in un tripudio di inclusione, hanno portato la chiesa cattolica nel fluido, in effetti nelle sabbie mobili. Chi non è con me è contro di me, è scritto nel Vangelo, Io sono la verità e la via. Chi non è con Cristo è contro di lui. Chi è con Cristo per Lui va la martirio. Il Cristianesimo è un religione di gente che non ha paura della morte e del dolore perché l’amore per Dio riempie il loro cuore. Abbiamo chiaro in mente il martirio dei primi martiri. Abbiamo poco chiaro il martirio dei cattolici nel momento in cui arrivano Lutero o Enrico VIII in Inghilterra. Dall’alto di un potere corrotto e che odia il popolo qualcuno decide che la vostra religione deve cambiare. Se non siete contenti, se ritenete che deve qualcosa dire, per voi c’è boia.
Maria Tudor è passato alla storia come La sanguinaria, dà anche il nome a un famoso drink cui il succo di pomodoro dal colore sangue. In realtà i due veramente sanguinari furono il padre e la sorellastra. Sotto Elisabetta la tortura non fu più affidata al boia ma si crearono figure di torturatori ufficiali particolarmente esperti. Richard Topcliffe, il più famoso, si portava le vittime casa per poterle si dichiari giorno e notte senza alcun controllo legale. A lui dobbiamo l’invenzione di strumenti di tortura molto piccoli, leggeri e portatili, molto più maneggevoli della ruota.
Ai saggi si affianca ora un romanzo storico, Il cardo e la spada, sempre delle edizioni Ares.
È come essere sulle montagne russe della storia, leggere Il cardo e la spada di Elisabetta Sala. Lo sfondo è il periodo storico tra i più travagliati dell’Europa centrale, la guerra dei Trent’anni nel frangente danese-svedese 1626-1635, attraverso le vicende personali di alcuni personaggi che, in mezzo a quel caos infernale, devono comunque tirare a campare. C’è Rose, fiera scozzese dai riccioli rossi che, per spezzare <<il vortice di povertà, violenza e disperazione>>, lascia il suo villaggio per andare a vedere il mondo ma finisce col diventare prostituta al seguito degli eserciti che attraversano le vaste pianure continentali salvo, poi, venire salvata dall’amore. C’è Annelise, sposa infelice di uno dei feudatari più importanti della Westfalia, che si trova, suo malgrado, al centro di un inganno di cui porterà per sempre il peso. C’è Brian, luogotenente più cicatrici che carne, un orco che sfoga la sua furia in battaglia e che si riconcilierà con la vita solo grazie all’incontro fortuito con Rose e la sua piccola Helga. Tra tante altre figure che puntellano la narrazione, c’è, poi, il gesuita padre Spee che, in tutto l’orrore e la tremenda fatica di quei tempi che il lettore impara a sentire sulla propria pelle per il ritmo concitato con cui la Sala porta avanti il suo romanzo, si muove soave e pacato per contrastare, con intelligenza e determinazione, gli ingiusti processi per stregoneria e si fa sostegno e aiuto per appestati e derelitti.
E, poi, ci sono i bambini. Protagonisti minori della storia rimandano al lettore la freschezza dell’innocenza anche nelle pieghe più tristi e crudeli della vita che attraversano.
Il cardo e la spada si legge con scioltezza, avvinti dai tanti fili della storia che partono, si trecciano e si ridividono, con colpi di scena mai fini a se stessi ma sempre funzionali allo sviluppo di un nodo narrativo nuovo o alla crescita del personaggio di turno. La Sala riesce a trasmettere bene il buio di quel tempo con l’enorme peso del vivere della povera gente, ostaggio di una storia fatta di lotte di potere e di conquista, e con l’incursione di vere epidemie, come quella di peste, che si portavano via chi era stato risparmiato dalla guerra.
Sullo sfondo di uno dei periodi storici più sanguinosi della nostra Europa, Il cardo e la spada è un viaggio che accompagna il lettore nei risvolti più nascosti e meno scontati della quotidianità di quel tempo, con le sue tante ombre, ma anche con le sue inaspettate luci.