Unplanned: il diritto all’obiezione di coscienza. Perché il film è così importante
L’avvocato Cathy La Torre attivista e politica italiana, afferma di essere un “avvocato specializzato in diritto antidiscriminatorio con particolare riferimento alle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere, e sui diritti della comunità LGBTQI” (Wikipedia). Su Twitter l’avvocato La Torre si presenta così Orgogliosamente Gender |Radical Cheap | Vedo diritti ovunque. ho scritto un libro – Nessuna Causa è persa–
In un twitt del dicembre scorso l’avvocato dei diritti La Torre ha scritto Il professor Galli: “Se medici e infermieri non vogliono vaccinarsi, cambino mestiere”. Una frase, poche parole del tutto condivisibili. Sarebbe da fare lo stesso discorso con i medici anti-aborto…”
Tra i diritti che l’avvocato La Tore difende evidentemente non c’è il diritto a non credere a una medicina dogmatica, a osare esprimere perplessità, ad avere dubbi su una terapia ufficialmente in fase sperimentale dove gli inoculati sono cavie che devono prima firmare una delibera che nega loro qualsiasi diritto di risarcimento anche il caso di morte. Nelle ore in cui scrivo queste righe ho il cuore spezzato per la morte della giovanissima Camilla all’ospedale di Genova dopo AstraZeneca, e di Alessia Reda di 24 anni morta a Cosenza. in seguito all’inoculazione di Moderna La SARS 2 covid 19 ha una mortalità dello 0,6% sulla popolazione totale e dello 0,0000 qualche cosa % sotto i 20 anni, eppure grazie a individui come Galli e gli altri virologi televisivi è stato loro inoculato un farmaco sperimentale che ha effetti collaterali immediati gravi o mortali nel 4 % e effetti collaterali gravi o mortali a distanza ancora sconosciuti come serenamente scritto sui foglietti illustrativi.
L’avvocato La Tosse non riconosce al medico di provare una nausea totale davanti a un corpicino smembrato, una testolina con in faccino deformato dall’ecchimosi data dal forcipe. Nello stesso Twitt l’avvocato dimostra di essere esperta in alcuni diritti umani, ma di ignorane altri: la donna che abortisce deve avere il diritto totale sulle scelte da fare sul suo corpo incluso il guinzaglio messo ai medici che osano avere la nausea davanti alle sue scelte, ma i medici non possono avere il diritto a non volere nel proprio corpo un farmaco ufficialmente in fase sperimentale, con pesanti effetti collaterali di cui quelli a lunga distanza ancora ignoti per contrastare una patologia che, se correttamente curata ( lo ha dimostrato la trasmissione Fuori dal coro e ne do testimonianza anche io) ha la moralità di una normale influenza, farmaco fabbricato oltretutto usando linee cellulari di feto abortito, cioè di un bimbo che avrebbe dovuto avere il diritto di nascere e non lo ha avuto.
Perché parliamo così tanto di Unplanned, film che uscirà in Italia a fine luglio? Perché questo film racconta la storia vera di una giovane funzionaria di Planned Parentwood, il colosso abortista, che finalmente vede cosa veramente è un aborto e si rende conto che è lo scempio di un innocente che percepisce il dolore. Quando si parla di aborto l’attenzione viene sempre messa su la donna. Ci sono altri due protagonisti, costantemente ignorati. Uno è il bimbo, che resta bimbo anche se lo chiamate feto o grumo di cellule, che sente il dolore e che, con tutte le sue poche forze, cerca di sottrarsi alla sonda che lo smembra, il secondo è il medico che deve fare questo. L’avvocato La Torre ha scritto un libro che si intitola Non ci sono cause perse, eppure il bimbo per lei è una causa persa, che non ha diritto a un avvocato difensore, qualcuno che dica alla madre “signora ci ha pensato bene? È il suo bambino, avrà il suo sorriso, avrà il suo coraggio, ora si trova nel suo ventre, il luogo per lui di felicità perfetta, quello che dovrebbe essere il posto più sicuro del mondo, difeso dall’angelo guerriero più potente del mondo, la mamma”.
Soprattutto nei discorsi sull’aborto manca il bimbo, manca il padre, a volte il primo carnefice, a volte col cuore spezzato, mancano i fratelli, che in qualche maniera sapranno, e manca il medico. La grande maggioranza dei ginecologi sono ovviamente obiettori. Guardate nel film Unplanned cosa è veramente un aborto e capirete l’ovvietà di questa scelta, scelta che viene sempre più messa sotto attacco come dimostra l’avvocato La Torre esperta non in diritti, ma in alcuni diritti, perché non è vero che i diritti sono come un raggio di sole: se io ne approfitto per abbronzarmi a te cosa tolgo? A ogni diritto tuo corrisponde un dovere di qualcun altro, cosa che in una facoltà di legge seria dovrebbero insegnare, quindi dovrebbe essere chiaro che chi parla di diritti sta in realtà imponendo doveri e leggi forcaiole, al punto tale che in un unico twitt vengono negati due diritti, il diritto a non volere iniettato nel proprio corpo una terapia in fase sperimentale e il diritto a essere medico senza uccidere grumetti di cellule che provano dolore e diventerebbero bimbi.
Dopo aver visto il film Unplanned, se vi avanza tempo e avete lo stomaco forte, potreste leggere La mano di Dio- viaggio dalla morte alla vita del famoso medico abortista che cambiò opinione, di Bernard Nathason. Nel libro il medico racconta la sua storia, ma anche quella dei più famosi medici abortisti, racconta di comportamenti sadici, di un odio viscerale verso le donne e i bambini che alcuni di loro hanno manifestato, del desiderio spesso presente di spingere le donne all’aborto a tutti i costi, la pericolosa faciloneria di non fare le ecografie per verificare il reale stato, dall’incapacità spesso di seguire gravidanze difficili perché non riescono più a considerare il feto qualcosa per cui battersi. Il dottor Hayat eseguiva di aborti mettendo un dilatatore osmotico, laminaria, nella cervice uterina così da causarne la dilatazione. Una madre chiese al dottore di rimuovere la laminaria messa il giorno prima perché aveva cambiato idea, voleva il bimbo. Non era stata fatta nessuna ecografia e la donna pensava di essere incinta da tre mesi, in realtà la sua gravidanza era di sei. Un enorme numero di donne cambia idea o la cambierebbe se potesse. Nel caso della laminaria messa da un giorno si può cambiare idea, basta levarla e la gravidanza va avanti. Il medico mentendo disse alla donna che era troppo tardi, il feto era morto, grazie alla dilatazione della laminaria riuscì a infilare un forcipe e tirare fuori qualcosa, non riuscì a fare altro e rispedì la donna a casa con l’ordine di tornare il giorno dopo. Durante la notte in preda a dolori atroci la donna è andata in ospedale dove ha partorito una bimba prematura e priva di un braccio, amputato dal forcipe del dottor Hayat. La bimba è vissuta e la sua mamma l’ha appassionatamente amata.
Quando ho bisogno di un ginecologo chiedo se è obiettore. Preferirei morire di cancro o di emorragia se l’unica alternativa fosse essere curata da un medico che pratica aborti, esattamente come preferirei morire piuttosto che assumere farmaci che hanno avuto bisogno di bimbetti assassinati nella loro preparazione.
Potrei avere il diritto di non finanziare l’aborto?
Il 24 maggio scorso è stato presentato a Roma un rapporto sui costi della legge 194 del 1978
dall’ l’Osservatorio Permanente sull’Aborto (OPA), costituito da economisti, giuristi e medici.
Sopprimere quasi 6 milioni di bambini nel grembo materno è costato ai contribuenti circa 5 miliardi di euro. L’aborto non è una necessita, ma una scelta che può essere (amaramente) rimpianta. L’utero è mio e me lo gestisco io è una frase che può avere un senso purché la gestone venga fatta con i soldi propri, perché altrimenti si viola il diritto del cittadino di non desiderare collaborare. In più lo stesso stato che non aiuta la maternità in nessun modo finanzia lo sterminio dei propri futuri cittadini.
La legge 194 ha fallito su tutti i fronti. L’aborto clandestino esiste: i dati ufficiali stimano tuttora tra i 10.000 e i 15.000 i suoi numeri. Il numero degli aborti è diminuito solo apparentemente perché i dati non tengono conto delle pillole post coitali (Norlevo e ellaOne), che non sono caramelle, hanno effetti collaterale e lasciano strascichi psicologici.
L’aborto è gratuito come l’estirpazione del cancro ed è stato eseguito anche quando per Covid i cancro non è più stato curato, ma se una donna in difficoltà vuole il bimbo ci sono solo alcune organizzazioni di volontariato a darle una mano. Lo stato offre solo il diritto all’aborto gratuito e il diritto di scegliere: la scelta non è tra essere madre o non esserlo, ma tra essere madre di un bimbo vivo o di un bimbo morto e la morte, nessuno si faccia illusioni si pianta nel subconscio e penetra in tutta l’anima, sia della donna che del medico che l’ha “aiutata”. Negato il “diritto alla scelta e all’autodeterminazione”: nessuno aiuta la gravidanza, la scelta viene fatta ignorando tutto dell’aborto, le immagini sono vietate perché “ledono la dignità della donna”,
Not with my money.