Skinny. E snob.
Amanda Gorman è la ventiduenne afroamericana che, vestita con un cappotto Prada di uno sfolgorante color giallo, ha letto una sua poesia alla cerimonia di insediamento del presidente Biden.
Riporto il testo della prima strofa
When day comes, we ask ourselves where can we find light in this never-ending shade?
The loss we carry, a sea we must wade.
We’ve braved the belly of the beast.
We’ve learned that quiet isn’t always peace,
and the norms and notions of what “just” is isn’t always justice.
And yet, the dawn is ours before we knew it.
Somehow we do it.
Somehow we’ve weathered and witnessed a nation that isn’t broken,
but simply unfinished.
We, the successors of a country and a time where a skinny Black girl descended from slaves and raised by a single mother can dream of becoming president, only to find herself reciting for one.
Quando arriva il giorno, ci chiediamo dove possiamo trovare una luce in quest’ombra senza fine?
La perdita che portiamo sulle spalle è un mare che dobbiamo guadare.
Noi abbiamo sfidato la pancia della bestia.
Noi abbiamo imparato che la quiete non è sempre pace,
e le norme e le nozioni di quel che «semplicemente» è non sono sempre giustizia.
Eppure, l’alba è nostra, prima ancora che ci sia dato accorgersene.
In qualche modo, ce l’abbiamo fatta.
In qualche modo, abbiamo resistito e siamo stati testimoni di come questa nazione non sia rotta,
ma, semplicemente, incompiuta.
Noi, gli eredi di un Paese e di un’epoca in cui una magra ragazza afroamericana, discendente dagli schiavi e cresciuta da una madre single, può sognare di diventare presidente, per sorprendersi poi a recitare all’insediamento di un altro.
Le altre strofe sprofondano nella retorica, ma questa prima, pur non avendo innovazioni stilistiche o concettuali, ha una sua grazia, che si mantiene anche nella traduzione, fino alla parola skinny, magra. Lì crolla.
La parola skinny non è solo sbagliata, è ridicola. La ventiduenne poetessa del terzo millennio non ha mai sofferto la fame dei poveri e dei perseguitati, la magrezza che si precipita a sottolineare è la magrezza da dieta, una dieta spietata, una magrezza cercata e pagata che vale quindi la pena di sottolineare. Dalla sua pagina istagram deduciamo che nel suo soggiorno a Milano la Black poet ha spesso frequentato le sfilate di moda: è un ambiente che è impossibile frequentare senza il mito della magrezza, mito sempre un po’ ridicolo, soprattutto se finisce in una poesia.
La black poet è risalita agli onori della cronaca per aver rifiutato i traduttori europei della sua opera. Quelli scelti originariamente nei Paesi Bassi e in Spagna, bianchi, maschi e di mezz’età sono stati rifiutati in quanto bianchi, maschi e di mezz’età, cioè strutturalmente diversi e quindi incapaci di comprendere la sua poesia per essere sostituiti da qualcuno di più simile ad Amanda. Questo fa crollare non solo ogni possibile arte, ma anche ogni possibile umanità. L’arte può essere compresa da chiunque, indipendentemente dalla sua origine perché nasce dall’anima comune che tutti abbiamo e che è la stessa per tutta l’umanità. Mi commuovono i gospel e ho amato appassionatamente molti autori africani e afroamericani, che non avrei potuto approcciare senza i loro magnifici traduttori.
Amanda si è presentata come un campione del suo popolo, eppure, incredibilmente, alla cerimonia di inaugurazione di Biden, non ha indossato né un abito tradizionale africano né un abito disegnato e magari anche cucito da una coetanea nera, così da farle moltiplicare le vendite, ma un banalissimo cappotto Prada bon ton di improbabile colore giallo, come una qualsiasi rampolla di casa regnante o qualsiasi borghesuccia che ha i soldi e deve farlo sapere. Nessun africano e nessun afroamericano ha confezionato i suoi abiti. È il cappottino Prada, disegnato da bianchi, tagliato da bianchi, colorato di giallo dai bianchi, che, dopo le sparate sui traduttori, diventa imperdonabile. Ci viene il dubbio che la giovane Amanda disprezzi i traduttori perché sono arrivati all’età matura guadagnando cifre che non permettono di vestire Prada, e non sono skinny. Per una donna che sottolinea la parola skinny in una poesia trasmessa in mondovisione, quello è certamente un punto determinante. Le due parole latine sine nobilitate, senza nobiltà, erano abbreviate nei college inglesi con la parola snob.