Lettera aperta all’Ordine dei medici
Spettabile
ORDINE DEI MEDICI DI BOLOGNA
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- OGGETTO: IN RISPOSTA AL DOCUMENTO “IL MEDICO DI FRONTE ALLA VACCINAZIONE ANTI SARS-COVid
- L’Ordine dei medici di Bologna, in data 3 febbraio 2021, ha pubblicato sul suo sito un documento dal titolo “Il Medico di fronte alla vaccinazione anti Sars-Cov-2” nel quale, dopo aver svolto diverse considerazioni sui profili di sicurezza ed efficacia delle neonate vaccinazioni contro il virus pandemico, si legge: “Non sarebbe deontologicamente corretto e né rispettoso delle vittime da Covid-19, in particolare in questo momento storico, che da parte anche solo di pochi medici provenissero voci contrarie alla vaccinazione”.
- La decisione dell’OMCeO bolognese di ascrivere il dibattito medico-scientifico sui nuovi vaccini anti Covid 19, peraltro ancora soggetti ad autorizzazione definitiva, tra le violazioni di natura deontologica, rischia di inficiare la libertà del singolo medico nella relazione di cura con i pazienti ed apre, quindi, ad alcune riflessioni.
- Il documento ricorda la dolorosa necessità, in piena crisi pandemica, “di definire criteri di triage per l’accesso alle terapie intensive a causa della carenza di posti letto e di attrezzature”, carenza che, come è stato spesso evidenziato anche dalla stampa, ha inciso sul numero di decessi per impossibilità di curare tutti i pazienti.
- In questi mesi di pandemia i mass media hanno denunciato come la scarsità di posti di terapia intensiva negli ospedali sia anche il risultato di un sostanziale definanziamento, protrattosi per una decade almeno, del Servizio Sanitario Nazionale.
- In tale contesto di scarsità di risorse per la sanità, sorprende venire a conoscenza degli accordi tra Regioni e Ordini dei medici in base ai quali ciascun medico di famiglia, oltre al normale compenso, riceverà 10 euro per ogni vaccinazione, se somministrata presso lo studio medico e ben 28 euro se somministrata al domicilio del paziente (www.ilmessaggero.it del 3 febbraio 2021, “Vaccino Covid, ai medici di famiglia da 10 a 28 euro per dosi in studio o a domicilio”).
- Con sole 2 vaccinazioni domiciliari al giorno il medico potrebbe, quindi, guadagnare oltre 1.100,00 euro in più al mese, senza considerare le vaccinazioni in ambulatorio. Non certo “bruscolini”.
- Il Codice Deontologico, all’art.4, vieta al medico di sottostare ad interessi di qualsivoglia natura nell’esercizio della professione e l’art. 30 dello stesso Codice impone di evitare qualsiasi condizione di conflitto di interessi, nella quale il comportamento professionale risulti subordinato a indebiti vantaggi economici o di altra natura.
- Il fatto che il medico riceva un emolumento condizionato al numero di somministrazioni vaccinali eseguite appare, quindi, in patente contrasto con le richiamate norme del Codice deontologico e costituisce, all’evidenza, una condotta capace di incidere negativamente sulla fiducia nei confronti dei nuovi vaccini. I pazienti, infatti, potrebbero comprensibilmente domandarsi se la vaccinazione viene promossa dal proprio curante sotto la spinta dei conseguenti guadagni, invece che in ossequio al dovere del medico di tutelare la vita e la salute fisica e psichica dei pazienti stessi (art. 3 cod. deontologico) e il dubbio risulterebbe ancor più corroborato dalla consapevolezza che quel medico non potrà esprimersi che positivamente nei confronti della opportunità della vaccinazione, pena pesanti ripercussioni sul piano deontologico.
- E ciò senza considerare che l’uniformità di pensiero scientifico – alla luce dell’art. 33 della Costituzione Italiana che tutela la libertà della scienza e del suo insegnamento – non può essere considerata neppure un obiettivo legittimo. La libertà della scienza non può che realizzarsi per mezzo del libero confronto tra opinioni diverse.
- L’appello dell’Omceo di Bologna offre, quindi, una visione capovolta, o quanto meno contraddittoria, del codice deontologico del medico, posto che lo stesso è invocato per sanzionare la libertà di dibattito medico-scientifico, incidente sulla imprescindibile libertà della professione medica, ma non per censurare il conseguimento di lauti compensi subordinatamente alla somministrazione di farmaci.
- La stortura si fa ancor più evidente e rilevante in considerazione della corposa relazione del Comitato Nazionale per la Bioetica, datata 8 giugno 2006, dal titolo “CONFLITTI D’INTERESSI NELLA RICERCA BIOMEDICA E NELLA PRATICA CLINICA”. (http://bioetica.governo.it/it/documenti/pareri-e-risposte/conflitti-dinteressi-nella-ricerca-biomedica-e-nella-pratica-clinica/), la quale non viene neppure menzionata dall’Ordine dei Medici di Bologna.
- Nel documento, che è un invito ad assumere urgenti provvedimenti contro la presenza di conflitti di interesse in campo medico-scientifico, dovuti al fatto che tutta la ricerca è ormai finanziata dalla stessa industria farmaceutica, si legge:
- “Recentemente sono state descritte alcune delle situazioni che si vengono frequentemente a creare, nelle quali l’obiettività della ricerca e quella dell’informazione scientifica che viene data ai medici, può venir messa in pericolo: 1) l’industria spesso non fornisce ai medici un’informazione neutrale e completa, ma un’informazione già
- indirizzata, creata nei propri uffici; 2) i farmaci prodotti sono spesso duplicati di altri farmaci già esistenti (i cosiddetti farmaci metoo) che non presentano vantaggi rispetto a questi ultimi e che vengono venduti a un prezzo superiore. L’industria promuove solitamente i medicamenti più recenti e costosi e a tal fine a volte elargisce ai medici vari tipi di “doni” che inducono nei sanitari un atteggiamento incline all’iperprescrizione o alla prescrizione dei farmaci più costosi; 3) l’industria controlla e indirizza la ricerca attraverso i finanziamenti che elargisce all’Università; 4) l’industria a volte interrompe ricerche non favorevoli o ne impedisce la pubblicazione. In altri casi distorce una ricerca in corso, sostituendo gli obiettivi (end points) primari con obiettivi surrogati; 5) i dati bruti delle sperimentazioni clinico-farmacologiche rimangono spesso nelle mani dell’industria e non vengono mai messi a disposizione dei ricercatori che li hanno prodotti. A questi ultimi i dati vengono forniti soltanto quando sono stati rielaborati dagli uffici statistici delle aziende; 6) l’industria, in quanto “proprietaria dei risultati”, non pubblica i risultati negativi; 7) le riviste scientifiche non pubblicano articoli con dati negativi perché di scarso interesse scientifico o commerciale; 8) l’industria condiziona, attraverso la pubblicità, le maggiori riviste mediche, i cui referees spesso hanno rapporti di dipendenza economica dalle aziende; 9) i medici che redigono le rassegne o le linee-guida sovente non sono davvero indipendenti. dalle industrie. 10) anche le pubbliche amministrazioni spesso non sono indipendenti dalle industrie.
- Non si ceda alla tentazione di considerare ormai superati i temi cruciali e gravissimi sollevati dal documento appena citato.
- A conferma che superati non lo sono affatto basti leggere le considerazioni dell’eurodeputato Philippe Lamberts, co-presidente del gruppo parlamentare europeo Verdi, che in riferimento proprio ai contratti per la produzione dei vaccini anti-Covid 19 ha dichiarato: “La mancata trasparenza dei contratti fra le case farmaceutiche e la Commissione Ue è inaccettabile in democrazia” (http://ilmanifesto.it/case-farmaceutiche-e-ue-la-segretezza-dei-contratti-e-un-insulto-alla-democrazia/ ) e ancora in argomento https://www.huffingtonpost.it/entry/stella-egidi-msf-sul-vaccino-e-una-gara-fra-ricchi-troppo-potere-alle-case-farmaceutiche_it_5fad1359c5b635e9de9f3721?ncid=other_email_o63gt2jcad4&utm_campaign=share_email)
- O si veda ancora il recente articolo pubblicato da Il Fatto Quotidiano dal titolo: “Pfizer, 15 miliardi di ricavi in più grazie al vaccino anti Covid (sviluppato con fondi pubblici). Prima il profitto, poi la pandemia”
- https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/02/02/pfizer-15-miliardi-di-ricavi-in-piu-grazie-al-vaccino-anti-covid-sviluppato-con-fondi-pubblici-prima-il-profitto-poi-la-lotta-alla-pandemia/6087462/
- Sono ormai tristemente noti, infine, i conflitti di interesse che hanno attinto persino organismi sovranazionali come l’OMS, le cui campagne vaccinali sono finanziate quasi esclusivamente da “filantropi” privati, i quali sovvenzionano le campagne personalmente (come Bill Gates) o tramite enti a loro collegati (come GAVI Alliance).
- Vi è da chiedersi, quindi, di fronte dell’appello contro i conflitti di interesse nel mondo medico-scientifico lanciato dal Comitato di Biotica del 2006, e a questi campanelli di allarme che evidenziano la commistione tutt’ora esistente ed anzi, più viva che mai, tra profitto e salute, quali rimedi sono stati assunti dalla classe medica e dagli ordini professionali prima di adottare provvedimenti che escludano persino la libertà di opinione nei confronti delle vaccinazioni?
- Tale quesito si rafforza anche a seguito del recente documento dal titolo “I vaccini e Covid 19: aspetti etici per la ricerca, il costo e la distribuzione” licenziato dal Comitato di Bioetica nel novembre 2020, nel quale si fa appello esplicito a una informazione “adeguata, accurata, trasparente e coerente” e si invoca il rafforzamento della “alleanza terapeutica” tra medico e paziente.
- E’ evidente che la assoluta ed incondizionata libertà di espressione e di confronto, che si attenga rigorosamente al criterio scientifico, costituisce l’unico baluardo a difesa della libera scienza e della libera ricerca e del rapporto di fiducia tra cittadino ed istituzioni.
- Giova ricordare infine che una posizione in netto contrasto con quanto espresso dall’OMCeO Bologna è stata di recente licenziata dal Parlamento Europeo che con il parere dd. 28/01/2021 ha raccomandato di “garantire che i cittadini siano informati che la vaccinazione NON è obbligatoria e che nessuno è politicamente, socialmente o altrimenti sotto pressione per vaccinarsi, se non lo desiderano da soli”, nonché di “attuare sistemi efficaci di monitoraggio dei vaccini e della loro sicurezza in seguito alla loro introduzione alla popolazione in generale, anche al fine di monitorarne gli effetti a lungo termine”.
- Alla luce delle sopra esposte considerazioni il documento licenziato dall’Ordine dei medici di Bologna appare giuridicamente, eticamente ed anche scientificamente infondato ed illegittimo.
L’occasione ci è gradita per allegare il documento recentemente approvato dalla rete Sostenibilità e salute proprio in merito alla vaccinazione anti Sars-Cov-2.
Avv. Alessandra Devetag avv. Mirella Manera