È sempre più urgente creare una cultura e leggi che stiano dalla parte delle donne
È sempre più urgente creare una cultura e leggi che stiano dalla parte delle donne.
Per capire esattamente che cosa era la società patriarcale occorre ricordare la terribile vicenda del Titanic. Per una incredibile leggerezza, per una assoluta forma di arrogante stupidità, sul Titanic il numero delle scialuppe era insufficiente. I posti sulle scialuppe erano inferiori al numero dei passeggeri. Gli uomini sono più forti delle donne. Avrebbero potuto picchiare le donne e prendersi loro i posti sulle scialuppe, e invece li hanno ceduti alle donne e andare loro verso morte certa. Nella società patriarcale le donne erano privilegiate. Il loro privilegio si manifestava anche simbolicamente. Erano le donne i re e gli ecclesiastici di alto rango a portare gioielli. Erano le donne gli ecclesiastici e a volte i re a portare le sottane. L’uomo si inginocchiava davanti a una donna per chiederla in sposa, ed era lui che doveva esporsi al rischio di essere rifiutato chiedendo. Soprattutto, nell’età patriarcale le donne erano difese dal vedere la propria salute distrutta nelle malattie professionali, e, soprattutto, la gravidanza e la maternità erano difese. Nelle epoche precedenti alla nostra gli asili nido esistevano, ed erano riservati ai figli delle schiave o i figli di donne sole, vedove o abbandonate, che quindi non avevano la potenza di un uomo accanto a sé a proteggere il sacro legame donna bambino. Il femminismo ha tragicamente eliminato tutti i privilegi delle donne. La maternità deve essere sommata al lavoro ed è diventata un peso spaventoso, al punto tale che la natalità sta decrescendo sempre di più. L’ingresso massiccio delle donne nel mondo del lavoro determinato dal cosiddetto femminismo ha permesso un maggiore sfruttamento dei lavoratori grazie alla competizione dovuta al maggior numero di lavoratori. Fino al cosiddetto femminismo non era pensabile dare a un uomo per una giornata di lavoro una cifra per lui insufficiente a mantenere la sua famiglia. Dopo il femminismo si può fare benissimo : devono lavorare anche le donne. Il lavoro di una donna cosiddetta casalinga è enorme e vario, si va dall’ allevare i propri bambini, alla cucina, l’artigianato, a una serie di notevoli attività. Tutto questo non è tassato. Se le donne devono lavorare tutte le attività che loro non possono più fare, devono essere affidate ad estranei mediante un lavoro tassabile. Lo sfruttamento del lavoro femminile ha portato inoltre alla distruzione del rispetto di quello che dovrebbe essere sacro, vale a dire la gravidanza la maternità. Le donne sono costrette a lavorare anche quando sono incinte. Per aborto bianco si intende quello che avviene sui posti di lavoro di operaie che devono stare in piedi per ore spesso anche a contatto con sostanze chimiche e fumi. Le donne incinte sono costrette a fare le insegnanti, i medici e le infermiere, esponendo così il proprio feto al rischio di malattie infettive. Il lavoro è fatica e preoccupazione: costringe a produrre ormoni da stress che arrivano al feto. L’allattamento materno è fondamentale fino a 12 mesi di età e garantisce la salute del bambino dell’adulto. È evidente che il legame madre figlio nei primi 12 mesi di vita è fondamentale. Eppure vengono dati alla madre solo quattro mesi di astensione dal lavoro. Il bambino di quattro mesi deve essere deportato all’asilo nido, dove è affidato a estranei, con il grandissimo rischio di malattie infettive. È fondamentale che vengano garantite le donne almeno un anno, meglio due di astensione dal lavoro dopo la gravidanza e l’astensione dal lavoro nel momento in cui si accorge di essere incinta. Altro punto importante è eliminare le quote rosa. Sono offensive e ignobili, sono inoltre la distruzione della democrazia. Ho diritto di votare chi voglio indipendentemente dal suo sesso. Voglio al governo solamente le donne abbastanza in gamba da raggiungere gli alti livelli con forze proprie, e senza facilitazioni. Ogni popolo ha diritto a una competizione leale dove vince il migliore, senza facilitazioni per nessuno. Le uniche facilitazioni sono dovute a persone con handicap. Le donne non fanno parte di questa categoria. Ogni popolo ha diritto la sua lingua, che nessuno può stravolgere. Stravolgere e offendere la lingua di un popolo vuol dire cominciare processo di etnocidio. Nella nostra lingua si dice presidente, elettricista, musicista, sindaco, ministro e prefetto. Non c’è bisogno di chiamare elettricisto un elettricista maschio come non c’è bisogno di chiamare sindaca un sindaco donna. Tutti termini come sindaca, ministra, e prefetta, sono molto offensivi per le donne, ritenute non abbastanza intelligenti per capire che nella storia dell’umanità si è formata la parola sindaco perché nei secoli passati la struttura sociale era tale che si intrecciano maschi. Posso garantire che le donne sono non hanno bisogno della parola sindaca esattamente come non hanno bisogno di quote rosa. Le donne hanno bisogno di essere protette in quello che abbiamo di diverso dagli uomini, in quello che è il nostro magnifico privilegio: gravidanze e maternità. Per tutto il resto non abbiamo bisogno di protezioni, né linguistiche né di altro tipo. L’aborto è contro le donne. La maternità è il nostro fardello, certo ma anche il nostro straordinario privilegio. L’aborto isola le donne, le rende uniche responsabili della gravidanza, deresponsabilizza l’uomo. La pillola anticoncezionale è un sistema ormonale brutale che modifica violentemente l’assetto endocrinologico delle donne, con possibili complicanze anche gravissime ( parentesi ictus e infarto), particolarmente odiose soprattutto se si tiene presente che sono medicinali dati a persone sane, non effetti collaterali per guarire malattie. La cosiddetta spirale agisce mediante una situazione di infiammazione cronica. L’aborto è antifisiologico, la spirale è antifisiologica, la pillola del giorno dopo è antifisiologica, la pillola dei cinque giorni dopo e antifisiologica, la pillola abortiva trasforma il corpo di una della donna in un sarcofago del proprio bambino morto. Tutte le pratiche contro la fisiologia della donna non devono essere a spese dei contribuenti e garantite dallo Stato. Distruggere assoluta della donna, distruggere il bimbo che lei porta non può essere fatto a spese dello Stato. Il sistema sanitario nazionale deve pagare delle necessità: curare il cancro è una necessità, curare la polmonite è una necessità. La distruzione antifisiologica della capacità riproduttiva della donna è una scelta, una scelta che può essere rimpianta, una scelta che può essere dannatamente rimpianta. Non con mio denaro. Non a spese dello Stato. La cosiddetta gravidanza per altri e un abuso gravissimo sia sulla donna che sul bimbo che deve nascere avendo diritto alla sua mamma. I bambini hanno diritto ad avere la loro mamma e il loro papà, due figure diverse complementari che hanno creato la vita del bimbo unendosi nell’amore. Chiunque osi legiferare contro questo diritto sacro deve essere fermato. Il cosiddetto femminismo ha creato l’assurda illusione che le donne siano un gruppo etnico. Gli ebrei sono un gruppo etnico. Gli armeni sono un gruppo etnico. Noi siamo la parte femminile della specie umana, e gli uomini sono la parte maschile della specie umana. Noi abbiamo bisogno gli uomini e gli uomini hanno bisogno di noi. Questo bisogno nasce dalla profonda diversità fisica e mentale. Siamo diversi e complementari, magnificamente complementari. L’ottuso vittimismo del cosiddetto femminismo ha criminalizzato i maschi e soprattutto ha criminalizzato le caratteristiche maschili, l’aggressività è stata criminalizzata. L’aggressività può diventare terribile, ma un popolo privato della sua aggressività si candida a diventare un popolo di schiavi o un popolo di morti. Tra le caratteristiche del maschio oltre aggressività c’è la protezione. Gli uomini hanno ceduto il loro posto alle donne sul Titanic. I maschi occidentali sono continuamente invitati a vergognarsi di se stessi. La guerra tra uomini e donne ha distrutto le famiglie. Il danno che il divorzio fa sui figli è tragicamente sottovalutato e minimizzato. Il danno sui figli dato dall’assenza della madre per ore e ore sul posto di lavoro, dell’essere deportato piccolissimo all’asilo nido è negato sottovalutato. Le cosiddette femministe dopo aver latrato contro i maschi e preteso nomi ridicoli come ministra o presidenta, si mettono ossequiose lo strofinaccio sulla testa quando devono andare a parlare con maschi islamici. Un comportamento delizioso, qualificabile come un solo termine: sciacquine. Definizione di sciacquina: tizia con curriculum a poco più che zero arrivata al potere grazie quote rosa, benché quel potere non sia assolutamente in grado di gestirlo.
Occorre creare una cultura, e quindi leggi, che stiano dalla parte delle donne, e quindi dalla parte degli uomini, e dalla parte dei bambini.