Brodo di pollo, leoni e trasgressione.
Maschi e femmine sono profondamente diversi. È diverso il loro corpo, è diversa la loro mente. L’epoca di gran lunga più lunga della storia umana è l’età della pietra. Noi disponiamo di un cervello in grado di sopravvivere all’età della pietra, cioè di un cervello preistorico e dobbiamo confrontarci col post moderno con un cervello preistorico. Nell’età della pietra i ruoli del maschio sono due: cacciatore e guerriero. Cacciatore per trovare cibo, guerriero per difendere il territorio su cui si cercava il cibo e per evitare di diventare cibo. L’età della pietra è caratterizzata da una continua ricerca di proteine, e l’essere umano è costituito da chili di ottime proteine. Compito della donna è custodire la vita e plasmarla: la mente del bambino nei primi mesi di vita, i più importanti si forma su mamma, su mamma il bambino impara a regolare le emozioni. Se mamma non c’è perché è a lavorare e il piccolo è all’asilo nido, tutto questo diventa più difficile, ancora più difficile se la mamma non c’è proprio quindi è una grave scortesia “creare “ un bambino senza madre. Il compito dell’uomo, del padre quindi è proteggere il rapporto madre bambino, e proteggere entrambi con la sua forza. Un uomo che spezzi questo legame per esempio comprando il bimbo dalla donna che lo ha portato,sta creando un figlio senza madre ma anche senza padre. Il primo compito del padre è proteggere quel legame con la sua forza. E con la sua aggressività. I maschi sono più aggressivi. E la loro aggressività protegge la prole. Ho sempre saputo da bambina che se qualcuno mi avesse fatto del male, i carabinieri sarebbero stati l’ultimo dei suoi problemi. Il primo sarebbe stato mio padre. È uno degli effetti del testosterone, insieme al maggiore coraggio fisico. I maschi sono più coraggiosi di noi perché la nostra vita, dato il legame che abbiamo col figlio, è più preziosa della loro e loro devono darla per noi. Se mentre siamo incinte di sei mesi ci mettiamo a fare il doppio salto mortale, nè noi nè il piccolo facciamo una bella fine. Quindi è l’adolescente maschio che fa il doppio salto mortale per far vedere alla ragazza quanto lui è coraggioso, è un’assicurazione: se ci sarà da andare alla morte per lei o per i bambini lui lo farà. E farà anche a botte per far vedere a lei che ha l’aggresività necessaria.
Tutte le volte che spiego che i maschi sono più coraggiosi perché loro è il ruolo di guerrieri, ottengo fiumi di proteste. Rispondo a una delle più buffe: le leonesse, che sono femmine, sono vere combattenti”.
Le leonesse non sono combattenti: le leonesse sono semplicemente carnivore. Una leonessa, in quanto femmina, ha la competitività e l’aggressività molto basse. Se voi vi trovate davanti a una leonessa, la leonessa vi sbrana, ma voi non siete qualcuno con cui compete: voi siete pappa. Una dolcissima leonessa vi sbrana senza per questo essere aggressiva, esattamente come la mia dolcissima nonna andava a tirare il collo a una gallina tutte le volte che uno dei suoi nipoti era malato. Qualsiasi fosse la patologia ci curava con un infernale intruglio a base di brodo di pollo, cipolla e peperoncino, di cui fortunatamente si è persa la ricetta. Comunque funzionava. Di sicuro evitava le recidive. Nel terrore di doverlo ingurgitare di nuovo guarivamo subito e definitivamente.
La dolcissima leonessa non sbrana la gazzella, lo gnu o voi con aggressività, esattamente come la foca non ci mette aggressività a mangiarsi le aringhe, la balena a mangiarsi il krill, e la vacca a mangiarsi l’erba. L’aggressività, che è potente solo dove c’è testosterone, è quella tra due tizi della stessa specie, non tra un rappresentante di una specie e la sua pappa. La pappa sta nella casella pappa, la competizione con individui della stessa specie sta nella casella aggressività, e qui ci va il testosterone. Sono due caselle diverse. La leonessa non è meno brava del leone a cacciare, ma non è capace di difendere il territorio dove cacciare.
La leonessa può muoversi e cacciare e allevare i suoi cuccioli solo all’interno di un territorio, un territorio segnato e difeso da un maschio. I maschi difendono il territorio, come sanno i proprietari di cani maschi e i postini. Difendono il territorio gallo e toro, e smettono di farlo se si amputano le gonadi: bue e cappone non difendono il territorio. Mi sto ripetendo perché secondo me questo concetto non è chiaro nella mente di molti. La leonessa Marisa ha avuto i cuccioli dal leone Marco. Può cacciare con serenità nel territorio segnato e protetto da Marco. Quando arriva un altro leone, Pippo, Marco deve cacciarlo. Se Pippo fosse più forte e uccidesse Marco, dopo di lui ucciderebbe i suoi cuccioli, li ucciderebbe davanti a Marisa, che non ha la potenza di fermarlo, così che senza cuccioli lei torni rapidamente all’estro, lui possa montarla e avere dei cuccioli suoi. Lo stesso avviene tra i leoni marini, le foche e un mucchio di altri. Se non c’è il padre a proteggerli, altri maschi uccidono i cuccioli per avere i loro discendenti con quella femmina. Esattamente quello che succede alla fine della guerra di Troia: il figlio di Ettore ucciso e sua madre che diventa schiava. Dove non c’è più il loro padre a proteggerli, i cuccioli aumentano il rischio di essere uccisi.
Ho raccontato questa storia per chiarire l’idea che ci vogliono i leoni maschi per proteggere i cuccioli. e questo vale anche per noi. Io, ripeto, ho sempre saputo che se qualcuno mi avesse toccato, mio padre lo avrebbe fatto a pezzi, anche a costo di morire nell’impresa, e questo era il suo compito. Ora immaginiamo che Marisa sia un’ottima cacciatrice, e dica “io sono mia, io non ho bisogno di nessuno, io sono stufa, io il territorio me lo difendo da sola”, e mandi via Marco: i suoi figli non hanno più difesa.
Quando non c’è più un uomo, quando il padre è morto, o se ne è andato, o è stato mandato via, in una di queste disastrose evenienze aumenta il livello di ansia dei figli, a volte cominciano gli attacchi di panico. Noi femmine il territorio non lo sappiamo difendere, non lo sappiamo difendere perché non è compito nostro, e quando il padre non c’è più i figli stanno svegli di notte, perché gli orchi esistono, non è vero che non esistono, non è vero che si fermano a parole.
I popoli dove il maschile ha travolto il femminile e lo ha azzittito, sono travolti dall’aggressivita, i popoli dove il femminile prevale sul maschile non hanno più la capacità di difendere il territorio e credono che la libertà e la vita siano possibili senza combattere. Perché se un uomo ha tutta la sua potenza, se la sua donna non gliela ha tolta col disprezzo, ma anzi l’ha aumentata, stando dalla sua parte, sempre, facendo il tifo per lui, quell’uomo è in grado di difendere il figlio. Un uomo è in grado di dare un pugno sul tavolo e dire no, al figlio che vuole farsi di spinelli, che vuole andare al rave party. Un padre è in grado di fermare la figlia sedicenne che di notte, o anche di giorno, va a cercare una dose dagli spacciatori nigeriani o senegalesi o italiani, disposta a pagarla con denaro o anche con altro. Dove non c’è un uomo, un padre, è più facile a un sedicenne con gli attacchi di idiozia – che a 16 anni sono la norma – dire la fesseria del secolo, tipo “smetto di andare a scuola, che sono stufo” “smetto di lavarmi” “smetto di uscire dalla mia stanza”. Per favore non mi scrivete che a casa vostra è zia Carmela che la mette giù dura e Zio Ugo è un mollaccione. Stiamo parlando di statistica: il 90 % delle donne è più accogliente del 90% degli uomini. Il 90% degli uomini ha più coraggio e senso dell’autorità del 90% delle donne. Voi siete un’eccezione? Fate parte del 10%. Una minoranza.
Dove c’è un uomo e tutta la sua potenza, il compagno della madre non uccide i bambini di botte, il compagno della vicina di casa non entra nella casa dove c’è la bambina di sei anni e lei non volerà dalla finestra. Le statistiche purtroppo ci dicono che il nuovo compagno della madre ha un rischio ben superiore rispetto al padre naturale di aggressione. Ci sono patrigni meravigliosi, certo, ma non tutti lo sono. E ci sono padri criminali, ma il loro numero è molto basso, più basso, ben più basso dei patrigni. I pedofili hanno la capacità incredibile di localizzare il bambino che non ha un padre che lo difenda con tutta la sua ferocia. In effetti i grandi paladini della pedofilia, i firmatari del Manifesto a favore della pedofilia, Simone de Bouvoir, Sartre, e altri, hanno avuto come primo scopo l’abbattimento dell’autorità paterna, perché prima bisogna levare di torno Marco. Ma se non abbatti il padre, alle pudenda del bambino non ci arrivi. Prima occorre trasformare le donne in vittime e i maschi in carnefici, poi hai mano libera non solo sui bambini, ma su tutti. Dove la famiglia sia annientata il potere dello Stato (maiuscolo, il nuovo Dio) è assoluto. Lo stato decide che il tuo bimbo malato deve morire e che il tuo bimbo sano deve essere indottrinato in mostruose lezioni di cosiddetta educazione sessuale.
Ritroviamo i padri. E che le donne facciano qualcosa di veramente ribelle e trasgressivo, qualcosa contro le élite, contro chi ci vuole morti.
Sposarsi con un uomo perbene, mettere al mondo i suoi figli e allevarli insieme, caldi e sicuri nella casa di papà e mamma. Questa è trasgressione.