Panteismo e paganesimo.
Il 04 ottobre 2019 a Roma, nei Giardini Vaticani, alla presenza di Bergoglio, si è svolto, un rito, perché di rito innegabilmente si è trattato, che per usare un eufemismo definiamo inconsueto, che ha lasciato numerosi osservatori e commentatori allibiti, sempre per limitarsi a un eufemismo. Questo rito ha introdotto il Sinodo Amazzonico: sinodo cioè specialmente dedicato a un’unica regione, e che le altre si arrangino, una regione dove l’evangelizzazione è stata straordinaria, nel senso che si è ottenuto lo straordinario risultato di nemmeno un battesimo in 53 anni, dove cioè l’ordine di Cristo di evangelizzare è stato calpestato per 53 anni da missionari che si sono limitati aa assistere i corpi, distribuendo antibiotici e cerotti, perché probabilmente all’anima non ci credono molto. I filmati diffusi dagli stessi operatori vaticani mostrano una processione di indios presumibilmente amazzonici alla presenza di Bergoglio, di alcuni cardinali e di altri uomini di Chiesa seduti ad assistere. Gli indios arrivano sul luogo della cerimonia in processione cantando, ballando e suonando le maracas. Tra le loro parole, quando di parole si tratta perché in alcuni momenti sono semplici urli, si distinguono Laudato si’ e Franciscus. Cristo e la Madonna nessuno li nomina, primo perché rischiano di essere divisivi, s, secondo perché il narcisismo della gerarchie religiose della nuova Chiesa 3.0, sempre più straordinaria e pirotecnica non concede spazio se non a se stessa. Gli Indios quindi si mettono in cerchio intorno ad un tappeto che dovrebbe rappresentare il Rio delle Amazzoni e su cui sono posti oggetti delle loro tradizioni e dei loro culti, alcuni clamorosamente fallici, e due statuette stilizzate di donne incinte nude. In seguito ad una sessione di girotondo ballata intorno al tappeto, dopo aver fatto invocazioni a braccia allargate ed alzate, i partecipanti si inginocchiano sempre in cerchio intorno al tappeto rituale. Durante tutta la celebrazione possiamo vedere persone, anche uomini di Chiesa che si prostrano al suolo, come in atto di venerazione e di adorazione della Madre Terra e della natura, in un tripudio molto coreografico di panteismo e paganesimo. Panteismo letteralmente vuol dire che Dio è in ogni cosa, invece la dottrina cattolica ci parla di un “creato”. Nel panteismo la natura è Dio. Nel Cristianesimo Dio è Dio e la natura è creata da Lui, non deve essere venerata, deve essere amata come spiega San Francesco perché ci è stata affidata da Dio e nella Natura troviamo il Suo amore per noi, deve essere studiata come spiega San Tommaso, perché è stata creata da Dio e nella Natura troviamo la perfezione delle Sue leggi. Sempre senza mai nominare né Cristo né la Madonna, la simpatica compagnia pianta un leccio proveniente da Assisi, con chiaro riferimento a San Francesco, che si sta probabilmente rivoltando nella tomba insieme a Sant’ Ignazio la Lojola, che anche lui deve avere i guai suoi in questo momento, essendo San Francesco divenuto nella narrazione corrente un Santo ecologista, inclusivo, irenista, probabilmente anche vegano, e al suo Cantico delle Creature, letto oggi in maniera completamente stravolta. Il leccio è piantato secondo un rito non cristiano, cui partecipano anche prelati, sempre senza affidarlo né a Cristo, né alla Madonna, ma alla terra, viene fatta una montagnola di terra, davanti alla quale tutti si inginocchiano. Più di uno prima di rialzarsi pone il capo al suolo e sembra baciarlo, molti sono scalzi. Nella Chiesa ci si dovrebbe inginocchiare solo davanti al Santissimo Sacramento, cosa per altro molti, inclusi alti prelati, incluso un altissimo prelato, non fanno più.
Tutto questo poi avviene alla presenza del Pontefice, vertice della Chiesa Romana, non amazzonica per il momento, e dei cardinali nei giardini vaticani, a pochi passi dunque dalla Basilica di San Pietro, centro della Cristianità, e dalle Grotte Vaticane, dove sono le sepolture della quasi totalità dei Pontefici di Santa Romana Chiesa. Si può pensare che questa messa in scena possa in qualche modo essere una dissacrazione e magari ridicolizzazione del luogo sacro e della figura del Papa? Al termine di tutto vediamo poi quelle che si può supporre siano sacerdotesse mettere degli anelli al Papa, il quale sorride forse compiaciuto e al quale poi viene messa anche una collana amazzonica. Ma perché la Chiesa, che ormai già da tempo ha rinunciato ad evangelizzare, come d’altronde è ratificato dall’Instrumentum laboris che invita a rispettare questi culti pagani e gli spiriti ancestrali e a non convertire chi li venera, si fa invece contaminare da questi stessi culti? La Chiesa nella sua storia ha sempre evangelizzato, ne è un fondamento, oggi vi rinuncia, ma non solo: volendo essere contaminata, ricercando questa contaminazione, rinnega la propria tradizione di dottrina ed abbraccia una visione gnostica. Si deve constatare che tutto questo purtroppo è coerente con l’Instrumentum laboris del sinodo sull’Amazzonia. Si vuole andare verso una Chiesa sincretica, una specie di religione mondiale panteista, ambientalista ed ecologista, sincretista, vegana, vegetariana, opinabile, flessibile e gay friendly, con Cristo portato ai saldi di fine stagione. . Nel discorso che viene poi fatto compare l’espressione “nuovo mondo”, che ricorre sia nel titolo del romanzo distopico “Il mondo nuovo” di Aldous Huxley sia nel Nuovo Ordine Mondiale di Kissinger degli anni ’70. Un nuovo mondo che l’uomo vuole instaurare ignorando Dio, solo con l’ausilio della tecnica e dell’organizzazione burocratica, ma questo è un concetto che non ha nulla di cattolico, non c’è un nuovo mondo da instaurare su questa terra secondo la dottrina della Chiesa e soprattutto nega il Vangelo. Contrariamente alla canzonetta Imagine di John Lennon, Cristo è divisivo. Sono venuto a portare la divisione. Chi non è con me è contro di me. Quando ero bambina alla fine della Messa ci leggevano l’attacco del Vangelo di San Giovanni. Ce lo leggevano in latino, ma non occorre essere un genio per capire la Messa. Ascoltandolo a ogni Messa, non ce l’avevamo piantato nel cranio il concetto che si diventa fratelli solo in Cristo, si diventa fratelli figli di Dio sono credendo in Cristo. Cattolico vuol dire universale, ma nel senso che la Chiesa cattolica vuole abbracciare tutti in sé con il suo messaggio salvifico, non nel senso che tutto, purché vi sia la bontà, o magari neanche quella vista la relativizzazione di tutto, porta alla Via. La Chiesa cattolica non ha mai detto, come invece oggi qualcuno dice, che tutte le religioni si equivalgono. Nel vangelo di Giovanni (14,6) si legge: “Io sono la Via, la Verità e la Vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”. E poi in Matteo (12,30) e Luca (11,23): “Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me disperde”. E poi, che contrasta con il concetto di nuovo mondo, nell’Ecclesiaste (1,9) si legge: “Ciò che è stato sarà e ciò che si è fatto si rifarà; nulla di nuovo vi è sotto il sole”. Cambiano le forme, cambiano i modi, ma la sostanza della vita rimane la stessa. Poi per finire vi è un richiamo alla “saggezza indigena”, che ricalca il mito del buon selvaggio di Rousseau, secondo cui l’uomo nasce buono e la civiltà e la società lo corrompono, il che contraddice il libero arbitrio della tradizione cristiana, secondo cui ognuno di noi ha una predisposizione sia al bene che al male e può scegliere. Se tutto questo fosse stato fatto e detto in un ambito ateo o laico non avrebbe scandalizzato nessuno, ma il fatto che la Chiesa rinneghi se stessa ancora dello stupore lo crea. Inoltre poi l’8 e il 9 ottobre nella chiesa romana di Santa Maria in Traspontina, in via della Conciliazione, abbiamo avuto, questa volta in chiesa, una replica in forme diverse del rito pagano del 04 ottobre. L’evento era intitolato “Moments of Amazonian Spirituality” e ha visto esibire una ragazza probabilmente amazzonica, scalza, prima su una canoa portata a braccio dagli altri, e poi in un ballo con piroette, anche abbastanza sensuale, esibendo quella che si può suppore essere la Bibbia come un feticcio ai presenti, non dunque come fa il parroco a messa che la alza un momento per mostrarla ai fedeli. Duranti i canti si sono mescolati riferimenti alla natura, alla creazione e alcune espressioni pagane e sincretiche quali “siamo tutti uno” con alcuni messaggi cristiani quali “siamo stati creati a immagine e somiglianza di Dio”.
Ancora più interessante è esaminare le conclusioni del Sinodo