Attentato di Stato alla salute pubblica, di Cristiano De’ Medici
- l’impiego delle mascherine (face-mask) protegga dalla trasmissione di malattie respiratorie trasmesse da virus, Covid-19 compreso non è dimostrato scientificamente. Questo uso ha dei rischi. È quindi fondamentale fare un calcolo costi benefici.
- In caso affermativo, vi sono effetti collaterali, rischi, controindicazioni all’uso protratto delle mascherine, sia nella popolazione che lavora in Sanità o che assiste al domicilio persone ammalate di patologia respiratoria severa da virus, Covid-19 compreso, sia nella popolazione generale sana?
- In caso tali presidi siano indossati senza motivo corretto, e vi siano effetti collaterali, controindicazioni, rischi all’uso degli stessi, si potrebbero ravvisare i reati di cui agli articoli: articolo 582 Codice Penale 2020 (R.D. 19 ottobre 1930, n. 1398): [ Chiunque cagiona ad alcuno una lesione personale, dalla quale deriva una malattia nel corpo o nella mente, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni]; articolo 452 Codice Penale 2020 (R.D. 19 ottobre 1930, n. 1398): [delitti colposi contro la salute], articolo 438 Codice Penale 2020 (R.D. 19 ottobre 1930, n. 1398): [Epidemia colposa], Articolo 422 Codice Penale 2020, (R.D. 19 ottobre 1930, n. 1398): [Strage] per coloro che obblighino chichessia ad indossare tali presidi?
Tutto ciò nella ipotesi, verosimile, che le mascherine, come segnalato dalla OMS stessa, creassero ambiente favorevole alla amplificazione di microrganismi, COVID-19 incluso, rischio segnalato ben due volte, e, riducendo la ventilazione e quindi la consensuale stimolazione della produzione di IgA, prima difesa verso i germi patogeni per le vie respiratorie, inducessero riduzione delle difese immunitarie globali e maggior rischio di gravi patologie infettive respiratorie in tutte le classi di età della popolazione.
Ottobre 2020: senza entrare nel merito della importantissima questione “morti PER CoViD vs morti CON CoViD” (solo apparentemente di lana caprina per mancanza di referti autoptici sufficienti in numerosità per dirimere, con il nesso di causalità, la questione), si pone alla attenzione della masse e del comitato tecnico scientifico, nonché del Ministero preposto alla tutela della salute pubblica (bene e diritto primario Costituzionalmente tutelato) che: “attualmente NON vi è alcuna evidenza scientifica diretta (dagli studi sul COVID-19 e nella popolazione sana generale) sulla efficacia dell’utilizzo generalizzato delle mascherine nel prevenire infezione respiratorie da virus, COVID-19 compreso. [pag 6, righe 35-39, WHO, Interim Guidance, 5 june 2020].
Studi su influenza, patologie simil-influenzali e patologie da coronavirus umani (COVID_19 escluso), forniscono evidenza che l’uso della maschera chirurgica [medical mask] possa prevenire la propagazione di goccioline infettive (NB: non la infezione) da un soggetto infetto sintomatico [source control] a qualcun altro, e possa prevenire la potenziale contaminazione dell’ambiente da parte di tali goccioline [pag 6 righe 10-16].
Gli studi analizzati sottolineano altresì, però, che ogni individuo dovrebbe essere in stretta prossimità [close proximity] di una persona infetta nella famiglia o in un assembramento in cui non sia raggiunta la distanza fisica di almeno un metro tra le rime buccali, per poter essere infettato dal virus [pag 6 righe 24-28]. Sempre a pag 6, colonna dx, righe 34-39, si ribadisce l’importante concetto che “molti Stati hanno raccomandato l’uso di maschere di stoffa, non mediche, coprenti la faccia, per l’impiego nella popolazione”. Allo stato attuale, l’impiego molto esteso [widespread] dell’uso della maschera da parte di persone sane nella comunità, NON E’ SUPPORTATO DA EVIDENZA SCIENTIFICA NE’ EVIDENZA almeno DI ALTA QUALITA’, e vi sono potenziali benefici e DANNI DA CONSIDERARE”.
Quindi, al quesito 1, la OMS risponde che NON vi è alcuna evidenza scientifica della efficacia dell’utilizzo della mascherina sul viso nel ridurre il rischio di contagio tra soggetto ammalato e soggetto sano, ma, eventualmente, vi è solo comprensibile riduzione della propagazione di goccioline infette da parte del soggetto infetto.
Si è parlato, e si parla ad oggi, di potenziale contagiosità di soggetti asintomatici o presintomatici: anche in questo il documento della OMS non lascia spazio a dubbi: “ Evidenze attuali suggeriscono che la maggiore trasmissione di COVID-19 avvenga da soggetto Sintomatico (che non respiri in una maschera appropriata), ad altri soggetti in stretto contatto [close contact]; tra i soggetti sintomatici, comunque, lo spargimento, la diffusione [shedding] di RNA, non significa necessariamente essere infettivo, o contagiosità [infectiousness]. La trasmissibilità del virus dipende: dalla vitalità del virus sparso dalla persona, sia che il soggetto malato tossisca o meno, espellendo più goccioline; dipende dalla tipologia di contatto tra le persone e da quali misure di controllo e prevenzione siano in atto [pag 2, righe 34-43].
La trasmissione Presintomatica, si definisce come “trasmissione del virus COVID-19 da un soggetto infettato e spargente virus ma che non abbia ancora sviluppato sintomi” [righe 44-57, pag 2]. Questo poiché sono stati individuati soggetti che presentano test con PCR positivo per COVID-19 da 1 a 3 gg prima di sviluppare sintomi.
In modo perentorio si afferma comunque che “i soggetti che sviluppano sintomi hanno la più alta carica virale nel giorno stesso, o al limite un giorno prima, di sviluppare sintomi, quindi relativamente più tardi rispetto alla propria infezione”. I soggetti Asintomatici, vengono arbitrariamente (ed in modo NON corretto, in quanto meglio definibili “Positivi”) definiti coloro che, infettati da COVID-19 (quindi tracciati come Positivi), non svilupperanno mai alcun sintomo, ma potrebbero [“can”] spargere virus che potrebbe [“may”] essere trasmesso ad altri”.
Comunque si afferma che “dalle evidenze disponibili e dai dati trasmessi dal Member State, si evince quanto sia molto MENO PROBABILE che gli individui infettati-Asintomatici (meglio definibili Positivi), trasmettano il virus rispetto a coloro che sviluppano sintomi” e che, comprensibilmente, studi sulla trasmissibilità da soggetti Asintomatici (meglio definibili Positivi) sono molto difficili da condurre [pag 2, colonna dx, righe 8-12].
La risposta al quesito 2 (“vi sono effetti collaterali, rischi, controindicazioni all’uso protratto delle mascherine”) è assolutamente positiva, come ricavato dal documento citato a fonte OMS: pagg 4 e 8 e, addirittura, la OMS segnala maggiori rischi, effetti collaterali e danni quando ad indossare la mascherina sia la popolazione generale rispetto al personale sanitario
Gli effetti più rimarchevoli, che mettono a rischio la salute individuale e quindi della comunità intera sono:
- Potenziale rischio aumentato di auto contaminazione per manipolazione non corretta del presidio
- Potenziale autocontaminazione, soprattutto in alcuni tipi di mascherine, per non corretto utilizzo ed igiene del presidio, con instaurarsi di CONDIZIONI FAVOREVOLI ALLA AMPLIFICAZIONE DELLA CARICA VIRALE.
- Insorgenza di mal di testa (da vasodilatazione secondaria ad ipercapnia) e/o difficoltà respiratorie (da ipossiemia) a seconda del tipo di maschera indossato
- Potenziale sviluppo di patologie dermatologiche, con lesioni della cute facciale, dermatite irritative, aggravamento di infezione acneica, quando la mascherina venga utilizzata per ore (oltre 1 ora)
- Difficoltà alla chiara comunicazione
- Potenziale disagio
- Falso senso di sicurezza, che può portare a scarsa aderenza ad altre misure preventive fondamentali [critical] come il distanziamento e l’igiene delle mani
- Scarsa capacità di respirare nelle mascherine, nello specifico per i giovani [young children]
- Rischi per coloro che hanno difficoltà respiratorie, soprattutto giovani [children], ma anche anziani, soggetti con patologie neurologiche o psichiatriche, con asma, patologie respiratorie croniche, o coloro che vivano in ambiente umido o caldo
Molti studi seri hanno analizzato gli effetti negativi a danno degli individui che indossino la maschera sul viso, sia a riposo che durante attività. Effetti rilevati tra i più gravi, sono la difficoltà nell’effettuare manovre rianimatorie corrette da parte del personale medico in corso di RCP (viene addirittura segnalato che la miscela di O2/CO2 inalato ed espirato con le mascherine, non raggiunge gli standard del Occupational Safety and health Administrator per i lavoratori.
- [Matuschek C, Moll F, Fangerau H, Fischer JC, Zänker K, van Griensven M, Schneider M, Kindgen-Milles D, Knoefel WT, Lichtenberg A, Tamaskovics B, Djiepmo-Njanang FJ, Budach W, Corradini S, Häussinger D, Feldt T, Jensen B, Pelka R, Orth K, Peiper M, Grebe O, Maas K, Gerber PA, Pedoto A, Bölke E, Haussmann J. Face masks: benefits and risks during the COVID-19 crisis. Eur J Med Res. 2020 Aug 12;25(1):32. doi: 10.1186/s40001-020-00430-5. PMID: 32787926; PMCID: PMC7422455.
- Chandrasekaran B, Fernandes S. “Exercise with facemask; Are we handling a devil’s sword?” – A physiological hypothesis. Med Hypotheses. 2020 Jun 22;144:110002. doi: 10.1016/j.mehy.2020.110002. Epub ahead of print. PMID: 32590322; PMCID: PMC7306735
- Fikenzer S, Uhe T, Lavall D, Rudolph U, Falz R, Busse M, Hepp P, Laufs U. Effects of surgical and FFP2/N95 face masks on cardiopulmonary exercise capacity. Clin Res Cardiol. 2020 Jul 6:1–9. doi: 10.1007/s00392-020-01704-y. Epub ahead of print. PMID: 32632523; PMCID: PMC7338098.
- Tian Y, Tu X, Zhou X, Yu J, Luo S, Ma L, Liu C, Zhao Y, Jin X. Wearing a N95 mask increases rescuer’s fatigue and decreases chest compression quality in simulated cardiopulmonary resuscitation. Am J Emerg Med. 2020 May 27:S0735-6757(20)30424-1. doi: 10.1016/j.ajem.2020.05.065. Epub ahead of print. PMID: 33046304; PMCID: PMC7255202.
- Johnson AT. Respirator masks protect health but impact performance: a review. J Biol Eng. 2016 Feb 9;10:4. doi: 10.1186/s13036-016-0025-4. PMID: 26865858; PMCID: PMC4748517.
- Burgess A, Horii M. Risk, ritual and health responsibilisation: Japan’s ‘safety blanket’ of surgical face mask-wearing. Sociol Health Illn. 2012 Nov;34(8):1184-98. doi: 10.1111/j.1467-9566.2012.01466.x. Epub 2012 Mar 23. PMID: 22443378.
Quindi vi sono danni, controindicazioni e potenziali effetti collaterali anche gravi nei soggetti che indossano la mascherina. Senza sottolineare quanto già indicato dal collegio di psicologi [con documento inviato a:Presidente del Consiglio dei Ministri GIUSEPPE CONTE, Ministro dell’Istruzione LUCIA AZZOLINA, Ministro della Salute ROBERTO SPERANZA, Presidenza della Camera dei Deputati, Presidenza del Senato] e psichiatri italiani in merito al danno psicologico di cui già stanno patendo i bambini ed i giovani italiani (www.comunicatopsi.org), ed ai casi di autismo funzionale che si vanno moltiplicando.
Ma, a questo punto, appare scontata la risposta al terzo, e forse ora più importante quesito posto: SI, sono ravvisabili ipotesi di reato perseguibile penalmente se, accettata la mancanza di evidenza scientifica che supporti l’efficacia delle mascherine sulla trasmissibilità di malattie infettive respiratorie anche virali; ed in presenza di concreti danni, effetti collaterali e controindicazioni all’impiego delle mascherine stesse nella popolazione generale, un soggetto o una istituzione intimi con atti giuridici, mediatici, o con disinformazione, ad indossare tali presidi.
Nel documento ufficiale della OMS, proprio sulla base delle evidenze scientifiche, si ribadisce con forza, più volte, il concetto che il legislatore [decision-maker] dovrebbe adottare un approccio focalizzato al rischio [risk-based approach focusing], nel caso consideri, o addirittura incoraggi, l’utilizzo di maschere nella popolazione
Dovrebbero essere fornite istruzioni precise e dettagliate su “Quando, dove, come e quale tipo” di presidio utilizzare e sulla cura dello stesso.
Si ribadisce che, nonostante alcune Nazioni abbiano deciso di “raccomandare” l’uso di mascherine nella popolazione, tale impiego diffuso ed esteso di mascherine da parte della popolazione sana non è supportato da evidenze scientifiche o altri elementi di qualità.
Si adduce la motivazione, da parte delle Autorità di Stato Italiane, contro le indicazioni della OMS e delle evidenze scientifiche, che i CONTAGI stanno aumentando in modo esponenziale: ciò rappresenta un falso doloso, poiché il “contagio” rappresenta “il passaggio di una malattia infettiva da un soggetto malato ad uno sano che diventa malato”: nello specifico mancano i due presupposti fondamentali: che i soggetti con il tampone positivo siano “malati” e che sia individuabile il soggetto trasmettente la malattia.
Sono stati creati reparti per “quarantenati”, ovvero strutture che accolgono, spesso contro la volontà dei soggetti stessi, persone che stanno bene, alle quali è stato rilevata una discutibile positività al tampone per la ricerca del solo Coronavirus o sua parte di genoma; tali soggetti, sempre in base alle evidenze scientifiche su cui la OMS ha basato le proprie linee guida, NON possono trasmettere alcun virus per due motivi: non tossiscono e non starnutiscono, e, in quanto sani, hanno carica virale, ammesso che vi sia davvero RNA virale, tanto bassa da non essere sintomatici e quindi non poter trasferire ad altri tale carica.
Un secondo elemento che viene addotto come discriminante sulla gravità della “epi-pandemia”, è il numero di posti letto occupati in Rianimazione: anche questa motivazione mediatica, oltre qualsiasi evidenza, e consci che il tasso di occupazione dei posti letto in Unità di Terapia Intensiva ed il loro Turnover, rappresenta elemento tecnico di giudizio in Italia, sulla “qualità e necessità” di cure intensive: ovvero più letti sono occupati e più notti ogni anno ciascun letto viene occupato, più efficiente e miglior qualità esprime quel determinato servizio.
Importante invece sarebbe valutare la tipologia dei pazienti che beneficiano del “letto di Unità Intensiva”: indicazioni, prognosi, risorse impiegate rispetto alla aspettativa di guarigione e financo di vita.
Gli Italiani pagheranno in salute tali decisioni sconsiderate ed arbitrarie, sulle cui basi non è dato comprendere la fondatezza.
Occorre che la Magistratura mostri il proprio volto migliore, e prenda in mano la situazione, le carte, le autorizzazioni, i DPCM e indaghi non ignoti, ma volti e nomi conosciuti, per comprendere l’incompetenza e l’irragionevolezza di coloro che sono stati indicati dal decision-maker come tutori della nostra salute, e che si sono spinti a voler controllare financo il nostro Respiro, mettendo proprio a rischio la salute della collettività.
Oltretutto la Costituzione, che piaccia o meno, garantisce il Diritto alla Salute e non la impone come dovere: al limite, se ve ne fosse una indicazione, lo Stato avrebbe potuto consigliare di indossare la mascherina ai soggetti impauriti al fine che ritenessero di tutelare un proprio diritto, ma lo Stato non può imporre a tutti di essere sani, in ipotesi. Così come non può imporre di non avere rapporti sessuali a rischio, di non fumare, di non assumere stupefacenti per via endovenosa con aghi infetti, di non ingrassare, e via di seguito.
Anche l’ultimo DPCM, dello scorso 24 ottobre, all’articolo 1, sottolinea l’obbligo di “portare con se” le mascherine, rendendone obbligatoria la calzata solo se in situazioni in cui non sia garantita la distanza di sicurezza (oltre 1 metro dalla rime buccali), sia al chiuso e ancor più all’aperto. In tal senso, non sono comprensibili le prese di posizione vessatorie di, per fortuna pochi, sindaci italiani, che hanno istituto l’obbligo di indossare mascherine all’aperto, tout court, nl proprio distretto di “potere”.
Nel caso, come ogni anno, arriveranno le infezioni della vie respiratorie da virus, i medici avranno la accortezza, come non accaduto lo scorso inverno per errori metodologici, di prescrivere antiinfiammatori e cortisonici (per aerosol, per bocca o per via sistemica nei casi più complessi) per sedare la infiammazione, mucolitici per aiutare l’espettorazione degli agenti microbici patogeni, antibiotici per annullare la carica delle sovrainfezioni batteriche, eparina a tutti i pazienti che saranno allettati, i Rianimatori adotteranno misure ventilatorie adeguate ,e non improvvisate, per curare i soggetti più gravi che saranno sottoposti ad intubazione della trachea.
E qualche paziente beneficerà di idrossiclorochina ed antivirale, dimostratisi presidi farmacologici chiave in situazioni specifiche.
Sarebbe utile far si che i soggetti POSITIVI, che qualcuno ritiene definire erroneamente Asintomatici, o “PREsintomatici”, fossero inseriti nelle proprie comunità, proprio perché, in quanto NON potenziali trasmettitori di virus, aiutano l’incontro di bassa carica virale con ogni soggetto cui tossiscano o starnutiscano a meno di un metro, e consentendo la riposta immunitaria ad un elevato numero di persone, essendo vaccini umani.
Cristiano De’ Medici
Medico Chirurgo
Rianimatore
- Chandrasekaran and S. Fernandes Medical Hypotheses 144 (2020) 110002
Fig.1. Pathophysiological changes associated during exercise with facemasks. Potential changes that occur in the immune, muscular, renal, brain, cardiovascular and metabolic systems contributing to anxiety and depression. GFR – Glomerular Filtration Rate; PaCO2 – Partial pressure of Carbondixide; PaO2 – Partial pressure of Oxygen; ↓- decreased; ↑- increased.