Sessualità infantile: ovvero gli orchi carini politicamente corretti.
Sessualità infantile sono le due parole con cui gli orchi politicamente corretti giustificano i loro scempi. Non esiste una sessualità infantile.
La sessualità è il modo provato da Dio, o, se non credete in Dio, dalla vita, per creare i bambini. Non è una cosa da bambini. La sessualità può fare morti e feriti e i feriti possono essere feriti gravi. La sessualità può generare la vita, può generare la morte, può generare il piacere più grande, può generare il dolore più immondo. I bambini sono quello che la sessualità produce, con la sessualità non devono essere coinvolti. Cosa avete mangiato ieri sera? Potete riassumerlo nella vostra memoria? Se c’era anche mezzo bicchiere di vino o un caffè, aggiungeteli. Ora immaginate di prendere tutta la cena, vino e caffè inclusi, di metterla in un frullatore, tritarla in maniera molto minuta, per poi trasferirla in un biberon, da somministrare a un neonato. Potreste ucciderlo o causargli una insufficienza epatica e renale irreversibile. Quello che buono a un’età, è disastroso a un’altra. La cosiddetta libertà sessuale sembra molto divertente, sulle corte distanze sicuramente può esserlo, ma su lunghe distanze aumenta la frustrazione e la solitudine. E già dannatamente difficile e potenzialmente catastrofica per un adulto. Per un bambino è distruzione. Chiunque parli di libertà sessuale del bambino è un dannato orco. Madre natura segue linee logiche, non concede né la fisicità né la capacità psicologica di gestire la sessualità prima della maturazione sessuale, prima della maturità completa, prima che la persona sia in grado di gestire la sessualità, che, ripeto, anche se questo sembra buffo, serve a creare i bambini. Secondo Madre Natura, chi non è il grado di avere bambini non deve accedervi: la sessualità quindi necessita di una grande affettività e di una grande maturità e deve essere vissuta solo quando la persona è potenzialmente in grado di accudire un bambino. Cos’ succede tra tutte le razze animali.
Esistono due forme di abuso sul bambino, una fatta con torture e morte, come quelle che denuncia don Fortunato di Noto, che, incredibilmente, non si possono fermare perché qualche banale trucco informatico protegge dall’essere localizzati. E incredibilmente le polizie di tutto il mondo hanno di meglio da fare invece che salvare bambini torturati. Fanno eccezione gli Stati Uniti di Trump. I nostri media non lo riportano, ma il presidente Trump ha cominciato un caccia infernale, o forse sarebbe meglio dire magnifica, ai torturatori di bambini. Ogni settimana ci sono bimbi liberati da prigioni spaventose.
E poi c’è invece l’orco gentile e carino, ricevuto nei talk show, osannato sui giornaloni. Cominciamo a parlare da lui.
Mettere le mani su un bambino è sempre un gesto immondo. Esiste però la delirante teoria che possa esserci un abuso gentile, che dove il bambino sia simpaticamente consenziente per lui anzi può essere un’esperienza simpatica. Anzi. Per lui è un dono avere un simpatico amico più grande gli spiega come si sta al mondo, Mentre la parola simpatico rimbalza ovunque, le vite dei bambini vengono distrutte.
Che possa esserci un abuso gentile è assolutamente falso e presuppone due concetti completamente idioti. Il primo è che il bambino possa gestire la sessualità senza subire un danno e il secondo che possa dare un consenso non estorto, e un consenso estorto non è un consenso. Il bambino non ha la capacità psicologica di gestire la sessualità, esattamente come il neonato non ha la capacità epatica e renale di gestire la cotoletta coi piselli. Perché dovrebbe averla? La sessualità serve a creare bambini. Madre natura non la prevede per chi è ancora bambino. Il bambino ha una indubbia sensualità, e altrettanto indubbia e la sua curiosità per la sessualità, esattamente come enorme è la sua curiosità sul fare la ballerina o l’aviatore o il poliziotto o la domatrice di tigri. Oppure il guerriero. Esistono bambini che ti puntano addosso la mano a forma di pistola e fanno pum fingendo di spararti e ci sono bambini e bambine che hanno un atteggiamento seduttivo. Il bambino imita quello che vede. Lo schermo porta al bambino immagini di sparatorie e di seduzioni, e il bambino imita entrambe, ma non deve essere coinvolto in una seduzione esattamente come non deve essere coinvolto in una sparatoria. Aggiungo che il bambino non ha nessuna voglia di essere coinvolto in una vera sparatoria. Il fatto che usando le dita come una pistola e facendo pum finga di sparare, non vuole dire voglia essere coinvolto in una sparatoria, non vuol dire che sia giusto ferirlo o ucciderlo perché “ha cominciato lui”, se qualcuno lo facesse, sarebbe correttamente identificato come folle o criminale. Il bambino seduttivo sta semplicemente imitando una seduzione, non vuole sedurre né essere sedotto esattamente come il piccolo pistolero non vuole sparare, sta semplicemente perfezionando l’imitazione, basata sui neuroni specchio di cui il suo cervello è ricchissimo, perché l’apprendimento e la maturazione sono basati su questa capacità imitativa.
L’orco carino e simpatico è di sinistra. Mettere le mani sul bambino così da distruggere la sua mente e danneggiare il suo corpo, nasce con vietato vietare. Se la sessualità umana viene giustificata in ogni sua modalità di esercizio in base esclusivamente alla autodeterminazione individuale, senza alcun limite di normalità biologica e di riconoscimento etico, allora anche l’atto pedofilo potrebbe trovare una giustificazione sociale.
La deriva proveniente dallo scardinamento del confine tra ciò che è conforme alle strutture fisiche e biologiche dell’essere e ciò che non è ad esse conforme è evidente che porti al rapporto con minori “consenzienti”. Il consenso è insensato. Un bambino con deficit affettivi, soprattutto un bambini senza padre, si lascia estorcere facilmente il “consenso”, per racimolare attenzione e affetto. Questa è la seconda idiozia dell’abusatore di bambini gentile, essendo la prima il concetto che il sesso per un bambino possa non essere distruttivo. Il consenso è sempre estorto, in cambio di affetto dai bambini occidentali, in cambio di cibo da quelli dei paesi del terzo mondo. Il bambino non vuole fare sesso esattamente come non vuole partecipare a una sparatoria.
Peraltro non si può dimenticare che negli anni ’70 un gruppo di intellettuali molto noti, tra cui uno dei capifila del movimento omosessuale, Michel Foucault, diffuse il “Manifesto in difesa della pedofilia”. Il documento aveva in calce i nomi di molti esponenti dell’intellettualità europea, tra cui Louis Aragon, Roland Barthes, Simone de Beauvoir, Michel Foucault, André Glucksman, Felix Guattari, Jack Lang, Bernard Kouchner, Jean-Paul Sartre, Philippe Sollers.
Il testo, volto a propagandare la più assoluta liberalizzazione della sessualità, pretendeva anche che fosse modificato il giudizio in ordine al carattere di perversione dell’abuso sessuale su minore, non tenendo conto della vulnerabilità psicologica di un minore e delle ricadute gravissime che rapporti sessuali precoci possono provocare sull’intera esistenza della persona.
Il sostegno culturale alla liberalizzazione dell’abuso sessuale su minore è stato nei decenni successivi molto attenuato. Non si può tuttavia dimenticare che alcuni intellettuali appartenenti al medesimo mainstream dei firmatari del Manifesto, hanno continuato in un’opera subdola di banalizzazione della pedofilia.
Per esempio Daniel Cohn-Bendit, firmatario del Manifesto, pubblicò nel 1975 il libro “Gran Bazar”, dedicato alla sua esperienza nella scuola materna. In linea con alcune idee promosse nell’ambito dei movimenti di contestazione degli anni sessanta e settanta, alcuni passaggi del libro teorizzano il risveglio della sessualità dei bambini da 1 a 6 anni ed assumono la possibilità di rapporti fisici ambigui. Racconta delle sue esperienze di maestro in una scuola di infanzia nei seguenti termini: “Mi è successo più volte che alcuni bambini mi abbiano aperto la patta dei pantaloni e abbiano iniziato ad accarezzarmi”.
Negli anni seguenti ha parlato di una provocazione letteraria, tuttavia le sue parole restano come segno di un movimento che non si è ritirato nell’ombra, ma che, si è diffuso a macchia d’olio nell’intera società. Grazie a lui sono diventate parole lecite.