Non facciamoci imbavagliare
Dopo che sarà passato il DDL Zan Scalfarotto, sarà ancora possibile a una donna protestare se un uomo che dichiara di sentirsi donna entra nello spogliatoio femminile o nel bagno femminile? No, non sarà possibile. È discriminazione Sarà ancora possibile protestare se nel letto di fianco nella corsia di ospedale una donna si trova il signor Vladimir Guadagno, fornito di pene e testicoli, che però si sente donna? No, non sarà possibile: il suo sentirsi donna vale di più del nostro saperlo uomo. È discriminazione. Un sentimento dissociato della realtà acquista più importanza della realtà. La verità diventa una colpa. In questa maniera si permettono anche infiniti abusi, come già successo negli Stati Uniti e in altre nazioni. Uomini in tutto e per tutto maschi si infilano nei luoghi delle donne in maniera violenta, approfittando di una legge che punisce chi protesta. Sarà ancora possibile dire che un bambino deve avere un padre e una madre, possibilmente i suoi, e se non è possibile che abbia i suoi, deve avere una coppia genitoriale uomo donna che sostituisca la coppia biologica che lo ha generato? Certamente no, perché discriminatorio. Come spiegò l’onorevole Scalfarotto diversi anni fa in un confronto con l’avvocato Gianfranco Amato questa frase, che un bambino bisogno di un padre e una madre, è una frase “violenta”, perché discriminatoria, che deve essere punita. Un bambino deve poter avere due padri, e nessuna madre, oppure tre padri, oppure quattro. Sarà ancora possibile dopo l’approvazione del DDL dire che se un bambino perde il corpo della madre che l’ha portato, la sua psiche subisce una ferita primaria, il suo corpo perde gli enormi vantaggi dell’allattamento, perde capacità di produrre endorfine, acquisisce quantitativi eccessivi di ormoni da stress, adrenalina e cortisolo, e quindi subisce un danno? Non sarà possibile. Sarà possibile dire che sfruttare il corpo di una donna con gli ovuli venduti e il corpo di un’altra con la gravidanza portata, con dolore e patologie, così da creare un feto che deve sopravvivere per nascere a un altissimo rischio di aborto, non è un gesto d’amore? No non sarà possibile. E il Web è inondato dalle fotografie dei due tizi per sorridenti col piccolo schiavo che hanno acquistato. Sarà ancora possibile riportare i dati purtroppo incontrovertibili sull’enorme aumento di patologie sessualmente trasmissibili nelle persone a comportamento omoerotico passivo, con una moltiplicazione per 20, o addirittura per 140 a seconda degli studi, delle patologie sessualmente trasmissibili? Non sarà possibile, perché può istillare idee di odio. Qualcuno potrebbe odiare il fatto che gli attivisti lgbt entrino nelle suole a dare, a spese dei contribuenti, informazioni false, si nasce gay, è uno stile di vita come un altro, e che soprattutto sano. Qualcuno potrebbe odiare il fatto che, dopo che enormi fette di denaro della sanità pubblica vengono investite nella guerra alle malattie sessualmente trasmissibili dei maschi a comportamento omoerotico, bisogna ancora finanziare i circoli gay che inneggiano quella stessa promiscuità erotica e a quelle stesse pratiche erotiche causa del disastro, e che spesso sono dotati di dark room, formidabili fabbriche di malattie sessualmente trasmissibili? No, non sarà possibile come non sarà possibile irritarsi per il dover finanziare con le proprie tasse i gay Pride, dove la nostra morale e la nostra religione sono insultati e che, come dimostrano i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, sono seguiti da picchi di patologie oro fecali, principalmente l’epatite a, curate a spese dei contribuenti. Sarà possibile al contribuente dire che, secondo lui, i suoi soldi hanno più valore dell’orgoglio dei gay? Sarà possibile al contribuente dire che l’orgoglio i gay se lo potrebbero sostenere coi quattrini loro e non con quelli dei contribuenti, visto che già finanziamo la cura dell’epatite A? Ovviamente no. Anzi. Il nostro spettacolare governa ha già stanziato 4 milioni di euro per gli lgbt, mentre disoccupati e imprenditori si suicidano.
La violenza più grave sarà contro di bambini. Se un bimbetto di sette anni, magari sotto istigazione di una propaganda martellante pensa che lui non è del tutto certo di voler essere un maschio, sarà incredibilmente preso sul serio, la sua pubertà sarà bloccata, così che anche il suo cervello resti per tutta la vita con caratteristiche infantili, per poi subire interventi devastanti che lo castreranno per dargli l’apparenza, forse, di una donna. Chiunque oserà affermare che il comportamento omoerotico non è geneticamente determinato, come ormai dimostrato al di là di ogni ragionevole dubbio, e che è abbandonabile, come dimostrato dall’enorme numero di ex gay e lesbiche, sarà punito. Non è un crimine affermare che non si nasce di, che la situazione in particolare dei gay cosiddetti passivi, è gravata di patologie, e che è possibile cambiare il proprio orientamento ritornando alla biologia, anzi è un crimine non affermando.
Non è un crimine affermare che ogni bambino ha diritto a sua madre e che è una crudeltà inaudita farlo nascere privo di questo diritto elementare, anzi è un crimine non affermando.
Non è un crimine affermare che una donna povera che vende i suoi ovuli a costo di malattie sta comparendo un gesto disumano, che chi compra quegli ovuli sta compiendo un gesto ancora più disumano, anzi è un crimine non affermarlo.
Non è un crimine affermare che una donna povera che povera una gravidanza che non ha concepito di un feto che non ha patrimonio genetico in comune con lei, con un aumento dei rischi normalmente legati alla gravidanza, per generare un figlio che non avrà diritto né alla presenza di sua madre, né del suo latte, sta compiendo un gesto disumano, che chi compra quel bambino sta compiendo un gesto ancora più disumano, anzi è un crimine non affermarlo.
Non è un crimine affermare che gli uomini sono uomini e le donne sono donne, che negli spogliatoi delle donne entrano solo le donne, che una donna ha diritto a non volere una persona di sesso maschile nel suo spogliatoio anche se questa persona, con un pericoloso allontanamento della realtà biologica, si sente femmina. Non è un crimine affermare che le atlete hanno diritto di competere nelle competizioni sportive con altre donne, non con individui che hanno le ossa di un uomo, i muscoli di un uomo, il cuore di un uomo, e spesso, anche se un po’ ammaccato, il testosterone di un uomo. Anzi, è un crimine non affermarlo.
Quindi cominciamo a batterci per la libertà di parola.
La verità può fare male, ma dire la verità non è violenza, è violenza non dirla. La verità può dare dolore, ma è un dolore senza il quale noi siamo morti e, soprattutto, soffocare la verità è una violenza inaudita, la più tragica violenza che un popolo possa commettere.
Cominciamo combattere per la più elementare libertà di parola, quella di vivere nella verità. E qui si aggiunge una seconda libertà, quella di educare i propri figli. Come abbiamo già visto a Bibbiano, un’importante fetta di assistenti sociali non aspettano altro che una legge per poter levare i bambini ai genitori “omofobi”, come già succede in Germania e in altre nazioni. E qui si aggiunge una terza libertà, libertà di religione, dopo il DDL sarà ancora possibile citare San Paolo, lo stesso Cristo, che spesso parla della distruzione di Sodoma, e soprattutto le parole di Cristo sulle persone a comportamento omoerotico pronunciate in una visione e riportate da Santa Caterina da Siena? Certamente no, a meno che non vogliamo finire prigione.
Bene, finiremo in prigione. Ci sono stati San Paolo, San Pietro, e Solgenyzin: perché noi no?
Come zio Tonino ( Avvocato Antonio Indaco), che all’epoca del fascismo teneva sempre pronta la sacca per quando sarebbero venuti ad arrestarlo, lo hanno poi arrestato, anche noi terremo pronta sacca. Dentro ci saranno due cambi di biancheria, un maglione in più, pigiama spazzolino denti dentifricio e soprattutto il Vangelo e la Divina Commedia. Cercheremo delle edizioni scritte con caratteri piccoli su carta sottilissima, ma li avremo con noi, perché dovremo usare questo tempo per convertire i compagni di cella e per raccontare loro la bellezza. Ci sono grosse probabilità che incontreremo persone che non aspettavano che noi. Non ci perderemo questa magnifica avventura.
L’11 luglio saremo tutti per strada a protestare. Io sarò a Torino in Piazza Paleocapa.
Perché la libertà di parola è sacra, e vale la pena di battersi. Se lasceremo ai nostri figli una libertà inferiore a quella che abbiamo ricevuto dei nostri padri saremo degli indegni. Se la forza di una catena è quella del suo anello più debole, la forza di un popolo è quella del suo anello più forte. Fino a quando qualcuno continua battersi, quel popolo non è domato.
Quale è lo scopo di tutto quello che sta succedendo? Perché tutte le élite sono così impegnate alla “ difesa” di una minoranza che ha già in pugno il mondo della moda, quello di media, quello della musica, quello dello spettacolo, quello della politica, quello dell’economia con boicottaggi che possono distruggere società e che, quindi, è tutto meno che discriminata? Perché se è vero che non amare il comportamento omoerotico è una colpa, la nostra storia e la nostra religione sono “colpevoli”. Per distruggere un popolo occorre sradicarlo, occorre convincerlo che i suoi antenati sono malvagi così da spingerlo a recidere da solo le sue radici, a inginocchiarsi e chiedere perdono e dopo che ha reciso le sue radici, un popolo si candida a diventare un popolo di schiavi o un popolo di morti con notevole facilità. Quindi l’11 luglio combattiamo. La battaglia decisiva.
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