Riproduzione nella sofferenza e nella malattia.
Gestazione per altri è il termine atroce con cui si indica la pratica più mostruosa che la scienza medica abbia mai creato.
La enorme maggioranza degli utenti di questo obbrobrio sono donne, quasi sempre donne che fanno parte di una coppia uomo donna, a volte sono donne sole. Una donna ricca ruba la gravidanza a una donna povera. Una donna che ruba a un bambino il suo diritto alla madre, la madre che lo ha portato. Si intitola Baby Makers, the story of indian surrogancy il libro reportage della giornalista Gita Aravamudan sulla clinica dove sono ricoverate (internate) per nove mesi le donne che portano la gravidanza per altre donne . “La madre è lei”, dice la funzionaria della clinica alla donna che paga, “Se lei vuole che la donna abortisca, la donna abortirà ( molti coreani chiedono che siano abortiti i feti femmina, tutti vogliono che siano abortiti i feti Down), se lei vuole che la donna mangi cibo vegetariano o vegano, lo farà. Qui la donna è serena ( separata dalla sua famiglia, non può uscire dalla clinica), mangia cibo sano ( cibo da ospedale) e se lei vuole che il bambino nasca esattamente un determinato giorno induciamo i parto oppure, se lei vuole facciamo il cesareo.
La gestazione per altri è basata sullo sfruttamento del corpo della donna, sul calpestare i diritti dei bambini e sull’idea, scientificamente idiota, che sia solo il DNA a stabilire la fisicità di un individuo, che un ovulo fecondato, lo zigote, con un determinato DNA sviluppi sempre lo stesso individuo qualsiasi sia il corpo che lo contiene. Il DNA dello zigote, e poi dell’embrione e poi del feto interagisce intensamente con l’ambiente, che ne modifica l’espressione. Il fenotipo, la fisicità, la mente di un bambino che si è sviluppato nel ventre di una madre con cui ha in comune metà del patrimonio genetico, che è stato fecondato in quel ventre, che viene atteso da lei con un linguaggio di neurotrasmettitori di gioia che arrivano fino a lui non sono lo stesso fenotipo, la stessa fisicità, la stessa mente di un bambino che si sviluppa dentro un corpo con cui non ha patrimonio genetico comune, in una madre che per nove mesi produce neurotrasmettitori di tristezza, di dolore, di sfruttamento, di nostalgia , di abbandono. L’infelicità della madre scola nel feto, e sprofonda nel suo inconscio insieme al dolore profondo di essere separato da lei alla nascita.
Tutta la nostra sinistra, tutti i nostri sindacati premono per la legalizzazione di questo obbrobrio. Come figlia e nipote di uomini che hanno usato la loro forza, correndo rischi e subendo perdite, per proteggere il lavoro dei braccianti esprimo la mia assoluta vergogna davanti ai sindacalisti italiani che difendono questo calpestare il diritto più elementare. Qualcuno squittisce la frase idiota che “questi bambini esistono, tu che ti dichiari sempre favorevole alla vita vorresti che non esistessero’”
Anche i figli dello stupro esistono, ho dedicato a loro due miei libri, L’Ultimo Orco e Hania, dedicati al loro diritto di vivere, al loro infinito dolore. Il fatto che la loro vita sia sacra, non beatifica lo stupro, che resta immondo, il fatto che la vita dei figli della gestazione per altri sia sacra, non giustifica l’obbrobrio. Uso il termine Gestazione per altri e non utero in affitto, perché questa seconda dizione in realtà ingentilisce l’atrocità, genera l’illusione che solo l’utero sia in gioco, mentre ogni cellula della madre, ogni frazione della sua mente porta la gravidanza. Se una donna commissiona l’ignobile gestazione per altri almeno l’ovulo è suo, il seme del marito, il bambino sa di chi è figlio geneticamente, ha uno coppia genitoriale padre e madre.
L’atroce peggiora dove non ci sia incontro di uomo e donna, dove tutti siamo maschi, occorre ricorrere alla gestazione per altri.
Anche le attiviste di Arcilesbica trovano atroce la gestazione per altri, l’orrore di una donna ridotta a un contenitore, l’orrore dei danni irreversibili alla salute della donne, perché è di moda la foto col bambino, un insulto all’essere donna e anche loro rischieranno di essere duramente “punite” dal ddl Zan Scalfarotto. Noi saremo nella cella di fianco
Ogni tanto qualcuno annuncia che farà nascere un bambino privo della madre, che infliggerà a un bambino la atroce ferita primaria della predita della madre, cancellata , di far nascere un bambino e privarlo della madre e facendogli correre enormi rischi di essere abortito “perché lo ama.” Meno male. Figuriamoci se lo odiava. Un bambino impara a riconoscere la voce della madre quattro mesi prima di conoscere, impara a riconoscere il suo odore appena nato: se ne è privo per tutta la vita i suoi ormoni da stress saranno alle stelle. Un uomo vuol infliggere questo a un bambino perché lo ama. Ama? La gravidanza deve durare 18 mesi, 9 mesi prima del parto e 9 mesi dopo, queste sono le parole con cui in ostetrica e in pediatria si spiega quanto il legame madre bambino nei primi 9 mesi di vita debba essere stretto e assoluto. Sull’allattamento materno di quei primi 9 mesi è basata non solo la potenza del sistema immunitario del bambino, ma anche una particolarmente brillante situazione cognitiva. Ci sono vari tipi di amore, come donna e come madre, come medico che ha visto il dolore dei bambini senza madre, testimonio che l’amore non infligge dolore. Questo uomo, ritiene di essere talmente super come genitore da non avere nessun dubbio sulla sua capacità di fare il padre e di riempire la vita del bambino di un tale quantitativo di qualche cosa da fargli dimenticare di essere un senza madre, figlio di una donna che lo ha dato via. Un ometto dice: io sono capace di sostituire la madre, e tutti credono a questa idiozia? Spettacolare la mancanza di qualsiasi dubbio su se stesso e sul mondo, deve essere divertente vivere con una psiche così, ma per un figlio è meglio un genitore che qualche dubbio ce l’abbia, e per essere ben certo di fare il meglio non infligga dolore, usi i vecchi sistemi sperimentati per millenni, amare una donna, proteggerla, essere disposto a morire per lei, farsi amare al punto tale che lei accetti di diventare madre.
Nella migliore delle ipotesi, molto rara, la madre è una sola, e questa donna che dà sia l’ovulo che l’utero non corre rischi sanitari, lo sperma viene messo in vagina e la gravidanza parte quasi normalmente. In questa maniera le lesbiche diventano madri, e anche questo è sbagliato, perché il padre deve essere un uomo, non un anonimo che ha venduto lo sperma. Nella maggioranza degli stati che praticano l’obbrobrio della gestazione per altri, che vendono le loro donne, è obbligatorio che le madri siano due, anche se moltiplica i loro rischi sanitari, ma chi se ne frega, la loro salute e la loro morte sono quisquiglie, e se moltiplica i rischi di aborto del concepito, ma chi se ne frega, gli embrioni sono sempre molti, e se moltiplica anche il rischio sanitario del bambino una volta nato, sembra che in questi bambini alcuni tumori siano più frequenti. Che le madri siano due rende possibile il delirio di onnipotenza che la madre non esista, che quindi è stato possibile creare un figlio senza madre. Se le donne invisibili sono due, quella che ha venduto gli ovuli e quella che ha venduto la gravidanza: in questo caso non c’è una madre, i rischi sanitari di entrambe si moltiplicano, si moltiplicano i rischi sanitari del nascituro, che è un sopravvissuto, sopravvissuto alla selezione degli embrioni, sopravvissuto al grandissimo numero di aborti spontanei.