Terrorismo coccolato e ingrassato.
Sono andata in Etiopia nella bellissima regione del Sidamo del 1986 e che sono andata perché sono un chirurgo e mancavano chirurghi. In Africa mancano i tecnici. In compenso l’Africa è piena di africani che sono in grado di fare moltissime cose. Ci sono moltissimi africani e africane che sarebbero magnificamente in grado di badare a un orfanotrofio, se qualcuno desse loro la possibilità economica di farlo. Una persona che vada ad accudire un orfanotrofio dimostra un grandissimo razzismo: mostra di pensare che nessuna donna africana sia in grado di fare un lavoro altrettanto buono. Gli africani fanno questi lavori meglio degli europei perché loro conoscono il posto. Se siete capaci di amputare un arto, se siete capaci di seguire un parto, se siete capaci di scavare un pozzo, cioè se siete medici, chirurghi, ostetriche, veterinari, o ingegneri, o anche infermieri professionali, allora se andate nel terzo mondo siete dei soccorritori, perché voi siete tecnici e andate luogo dove non ci sono tecnici a sufficienza. Se non sapete fare nessuna di queste cose non siete soccorritori, ma siete sciacquine, termine onomatopeico con cui si indicano individui prevalentemente di sesso femminile, a competenza zero che, con il loro zainetto e il cellulare per farsi il selfie, se ne vanno per il mondo convinti che il mondo sia il loro posto Erasmus. Se non avete capacità tecniche, se non sapete amputare un arto, seguire un parto, scavare un pozzo, l’unico motivo per cui state andando in Africa è ingrassare il vostro ego evidentemente macilento, con il selfie col bambino africano, selfie che sarà un vantaggio per voi, ma non per lui, che sarebbe stato molto meglio accudito se i quattrini che è costata la vostra trasferta fossero stati usati per pagare una vera infermiera africana.
In Italia abbiamo avuto per anni la tragedia dei sequestri, dalla metà degli anni ’70 alla metà degli anni ’80.
Furono rapite in cambio della richiesta di un riscatto 489 persone, le regioni più coinvolte furono la Lombardia, la Calabria e la Sardegna. Gli autori furono criminali comuni, criminali strutturati, mafia e ‘ndrangheta, e l’ “anonima sarda”, molto legata al territorio e quasi tribale.
La ‘ndrangheta, usò la Calabria come custodia degli ostaggi, così da arricchire anche i locali. Il rapimento più famoso fu quello dai Paul Getty, 3 milioni di dollari ottenuti amputando un orecchio dell’ostaggio.
Il ciclo dei sequestri di persona si chiuse nel 1993, anno in cui venne approvata la legge sul blocco dei beni delle famiglie degli ostaggi. Il concetto era: Qualsiasi cosa succeda, anche se ti rimandano il tuo congiunto a pezzi, non puoi pagare il riscatto. Se qualcuno nonostante il blocco dei beni cercava di pagare riscatto, c’era l’imputazione di concorso in sequestro di persona. Quella legge pose fine allo scempio. Ci furono ancora alcuni sequestri in Sardegna e poi ci siamo liberati di questo orrore. Fino a quando questa legge non rese il rapimento un’impresa fallimentare, tutti gli italiani erano in pericolo, non solo quegli abbienti. Chiunque poteva essere rapito, per poi chiedere un riscatto dato che si sarebbe fatta una colletta disperata.
Facciamo immediatamente questa legge, anzi dato che la legge c’è già, applichiamo la anche ai rapimenti internazionali. È assolutamente incomprensibile oltre che ignobilmente razzista, il fatto che se una persona è rapita sul suolo italiano, non viene pagato riscatto e viene impedito alla famiglia di pagarlo e invece se una persona è rapita all’estero addirittura lo Stato si impegna a pagare. Applichiamo immediatamente queste leggi così da chiarire alla sciacquina di turno andata in giro per il mondo che se le cose vanno male il popolo italiano non le pagherà la vacanza studi perché lei se ne torni a casa ingrassata abbronzata lietamente avvolta nel suo telo islamico. Questo fiume di denaro è stato sottratto al popolo italiano dove imprenditori si suicidano e disoccupati pure e dove mancano sempre di più i fondi per le oncologie pediatriche e va aumentare le file dei più squilibrati terroristi.
Tutti gli italiani che si trovano all’estero sono a rischio. Lo Stato italiano è diventato il bancomat dei terroristi. Quante persone verranno assassinate, quante chiese verranno bruciate o fatte saltare con i fedeli dentro, quanti commando terroristici saranno armati con il riscatto della sciacquina di turno?
Ci sono stati altri ostaggi: i marinai italiani, in maggioranza procidani, rimasti mesi se non anni in pugno alla pirateria somala, di cui non è mai impostato un fico a nessuno: erano banali maschi che stavano banalmente mantenendo le famiglie. È la donna che riscalda i cuori, ovviamente, perché mica si può lasciare una donna spesso giovane in mano a non si sa chi, ma proprio per la maggiore fragilità del loro essere, le donne e soprattutto quelle giovane, sono inadatte ad andare a mettersi in pericolo. Un pericolo assolutamente inutile trattandosi di individui privi di qualsiasi competenza specifica, sorridere ai bambini kenioti è una competenza che hanno anche le donne keniote, che conoscono anchela lingua, incapaci di fare una sutura e di aggiustare un cavo elettrico, un rischio inutile che serve solo a pagare i riscatti quando, guarda un po’, il rapimento puntualmente avviene.
Per coloro che non la avessero chiara in mente, do la definizione di ONG: insieme di persone spesso prive di alte competenze che, senza superare un concorso, grazie al trucco del volontariato riescono a ad accedere al denaro pubblico.
Lo Stato italiano ha salvato una sua cittadina. Con quel riscatto sicuramente moriranno centinaia forse migliaia di africani grazie all’incentivo al terrorismo avvenuto nelle loro terre: la loro vita quindi vale meno di quella della ragazza bianca portata in salvo. Con le folli cifre spese avremmo potuto riscattare migliaia di bambini del Burkina Faso che lavorano e muoiono nelle miniere di oro. Nessuno di loro raggiungerà mai 15 anni. Comunque le stesse cifre avremmo potuto pagare centinaia di corsi di infermiera professionale a ragazze africani, centinaia di lauree in medicina ostetricia. Abbiamo invece sovvenzionato il terrorismo internazionale. Le nazioni africane ci ringraziano commossi. Anche quelle asiatiche. Con il denaro del riscatto della fanciulla di turno andata a portare la sua clamorosa incompetenza e il suo zainetto in Africa, Iraq e Siria, abbiamo rafforzato la guerra, abbiamo rafforzato il dolore, abbiamo aumentato la morte, abbiamo incentivato la sopraffazione degli africani. Grazie a noi i terroristi che martirizzano le loro terre sono molto più forti e molto più armati. Le valorose fanciulle che, tutte, si sono esibite nell’eroica impresa di “adesso ti faccio vedere come ingrassa un’italiana”, per tornare pasciute e avvolte in teli islamici sempre trionfanti e giulive, non erano soccorritori in quanto prive di competenze. Qualcuno si chiede se sarebbe possibile ipotizzare una storia meno lienare di quello che sembra, un accordo preventivo. Bizzarro quanto tutte siano state così poco traumatizzate dal rapimento. Le storie della detenzione dei marinai procidani sono puro orrore, nessuno di loro ha portato con se un felice e tenero ricordo dei rapitori.
Sia fatta immediatamente una legge che blocca il riscatto di qualsiasi italiano rapito all’estero, come l’Italia. Se non facciamo immediatamente questa legge, sottoponiamo a un rischio enorme tutti gli italiani che sono fuori dal confine: molti di loro sono fuori dal confine per motivi seri, per motivi di lavoro, per motivi di vera solidarietà. Facciamo questa legge: che sia chiaro alla sciasqina di turno che il popolo italiano non paga più le vacanze studio. Uno Stato serio non finanzia il terrorismo. Uno Stato serio non tratta criminali. Mai. E le sciacquine se restino a casa. La loro pagina Facebook resterà priva del selfie col bambino africano, ma il mondo sarà un posto migliore, con un po’ di terrorismo in meno, con un po’ di arbitrio in meno, con qualche africano assassinato in meno, con qualche disoccupato in meno che si suicida.
Tutte le sciacquine, questo è un elemento fondamentale della parola sciacquina, sono tornate paludate i veli islamici e grate ai loro rapitori, da Somalia, Irak e Siria, senza neanche un barlume di pensiero per i fiumi di dolore che hanno provocato, per il fiume di sangue e asservimento che il peggiore terrrorismo farà con i soldi dei loro riscatti. Sciacquina indica il loro essere insulse, descrive il vuoto, l’incapacità a pesare le conseguenze delle loro azioni. Come ha genialmente commentato Camillo Langone, non hanno subito il lavaggio del cervello, sono partite già lavate, candeggiate. Il loro essere prive di cultura vera,solo buonismo terzomondista ed è la mancanza di cultura vera che le rende così pronte a essere affascinate dalla cultura dei terroristi che riempie il loro vuoto culturale. Nessuna di loro sarebbe stata in grado di dire più di dieci parole sui valori dell’Occidente e del Cristianesimo perché non li conoscono. Tutte sono state avvertite e scongiurare di non andare in luoghi pericolosi e di venire via dai quei luoghi, tutte hanno risposto con la stessa frase, qui sono tutti buoni e tutti mi vogliono bene, con un curioso razzismo secondo cui tutto quello che è extraeuropeo è buono e santo. Tutte hanno deciso di portare il loro nulla in pasto a gentiluomini da foraggiare. Usando il termine sciacquina ho fatto loro il grandissimo onore di credere alla loro buona fede. L’unica alternativa alla parola sciacquina sono le parole : concorso esterno a terrorismo. E queste parole sono particolarmente gravi per chi si fa portabandiera dei terroristi che con il suo comportamento ha foraggiato, diventando corresponsabile moralmente di tutti i crimini che con quel denaro saranno perpetuati. La liberazione di Silvia Romano doveva essere estremamente discreta. E qui si arriva al punto fondamentale. Di Maio e Conte sono atrocemente più colpevoli di questa colpa incredibile che è questa ridicola festa che deride i morti. Sono stata costretta a usare questo termine per tre motivi: che la mia voce risuonasse abbastanza forte da paralizzare l’effetto imitazione che accogliere Silvia, come un’eroina causerà certamente. Far arrivare la mia voce fino al Kenia, perché consoli le madri degli assassinati da Al Shabab, non tutti in Italia hanno deriso la loro morte.
Se, come non escludo, Silvia Romano è sotto ricatto, sarà la prima a essermi grata del termine, che scopre il gioco.
Silvia Romano è salva: contrariamente a migliaia di altre vittime di Al Shabab: le tre sillabe di sciacquina sono irrilevanti. Sua madre l’ha riabbracciata, contrariamente alle madri di migliaia di vittime di Al Shabab, anche per lei queste tre sillabe sono irrilevanti. Tutti coloro che si sono scandalizzati per queste sillabe sono assolutamente indifferente al dolore dei morti massacrati da Al Shabab. Oggi mentre scrivo ho sotto gli occhi la madri e i neonati di Kabul uccisi. Il terrorismo islamico si nutre di consenso. Tutti voi che vi scandalizzate per la parola schiacquina lo alimentate.
Silvia non è stata semplicemente rapita e ricuperata. Silvia, una volta in Italia, grazie a Conte e Di Maio, ha trasformato tutta la faccenda in un enorme spot per Al Shabab. Tra tutti i suoi crimini, Al Shabab ha trucidato, nel 2015, 147 studenti a Garissa in Kenia per la colpa di essere cristiani. Furono trucidati perché rifiutarono di convertirsi. Lo spot fatto dalla signora Romano e ancora di più da Di Maio e Conte e i milioni versati vorranno dire un fiume di sangue. Un fiume di sangue di cui la signora Romano non ha al momento idea , ma che prima o poi schizzerà fino da noi. E sarà giusto così. Accogliere Silva Romano come è stata accolta, come un rock star, vuol dire deridere i morti altrui, e chi deride i morti altrui sarà cancellato. La liberazione doveva essere estremamente discreta, e ora, immediatamente, visto che non c’è nessun rapito, prima che ce ne siano centinaia, facciamo una legge che vieti i ricatti come quella del 93. Ancora più grave il comportamento di Conte e Di Maio.
Nel 2003 in Somalia è stata assassinata la suora laica Annalena Tonelli ( foto): probabilmente, come i 147 ragazzi del 2015 si era rifiutata di convertirsi. È tornata da sola: nessuno ha accolto la sua bara. Lei la aveva mai sentita nominare? Un paese che esalta la viltà e l’irresponsabilità come virtù è troppo imbarazzato davanti alla coerenza e al coraggio. Capisco perfettamente la vigliaccheria. È comprensibile. L’ammirazione per la vigliaccheria mi sfugge. Il trattare Silvia Romano come un’eroina, mentre lei fa lo spot del terrorismo islamico più sanguinario, sarà pagato da migliaia di vite distrutte da quel denaro.
Silvia Romano è salva: contrariamente a migliaia di altre vittime di Al Shabab: le tre sillabe di sciacquina sono irrilevanti. Sua madre l’ha riabbracciata, contrariamente alle madri di migliaia di vittime di Al Shabab, anche per lei queste tre sillabe sono irrilevanti. Tutti coloro che si sono scandalizzati per queste tre sillabe, sono evidentemente assolutamente indifferenti al dolore dei morti massacrati da Al Shabab, e al rischio che un’altra giovane donna ubriaca di emulazione vada a fare un altro disastro. Oggi mentre scrivo ho sotto gli occhi la madri e i neonati di Kabul uccisi. Il terrorismo islamico si nutre di consenso. Tutti voi che vi scandalizzate per la parola schiacquina, lo alimentate.
La vostra indifferenza davanti a questo orrore mi lascia senza parole. vorrei dire alla testata globalist e allo strampalato gruppo che risponde al nome di Sardine, e a tutti gli anattroccoli che mi pigolano l’idiozia che dovrei vergognarmi, che considero la loro disistima una medaglia la valore.