L’unica libertà sacra è quella di abortire
L’unica libertà sacra è quella di abortire
La vittoria non appartiene ai grandi eroi. Chiusa è per sempre l’epoca di Achille, quella di Orlando, quella di Lancillotto. La nostra è l’epoca dei personaggi di Sordi e di Verdone, del ragionier Fantozzi. È l’epoca dei poveri e dei fragili, di complessati e degli scadenti. La microbiologia si adegua. Non è l’ebola che ci sta mettendo in ginocchio. Non è nemmeno la peste nera. È un fetentissimo coronavirus poco più che impotente, che ha finora messo a morte meno di 100000 persone su una popolazione di 7 miliardi e qualcosa, eppure ha in pugno il pianeta.
Nel giro di pochi giorni abbiamo rinunciato alle libertà più elementari: camminare, correre, andare a comprarci una maglietta in un negozietto carino. Abbiamo anche rinunciato alle libertà più sacre, andare alla Messa, inclusa la Messa di Pasqua. Riassumo per i non troppo esperti in cattolicesimo. Nel cattolicesimo la Messa è obbligatoria la domenica e i giorni di precetto. L’obbligo è contenuto nel Terzo Comandamento. Il divieto di portare l’orrida, ossuta e stitica Pachamama, patrona del sacrificio umano e dell’aborto sugli altari è contenuto nel primo, e quello lo avevano già preso a calci. Nessun Papa può violare un obbligo di questo genere, che potremo definire un ordine primario. Se è obbligatorio andare a Messa tutte le domeniche, più qualche altro giorno di precetto, di Pasqua e addirittura obbligatoria l’eucarestia. Tutto questo è completamente saltato.
Quelle che non sono saltate sono le due libertà più sacra e inviolabili della nostra epoca, quelle per cui veramente vale la pena di rischiare il contagio, vale la pena di morire e di contagiare: libertà di aborto e libertà di immigrazione selvaggia e incontrollata. Madama Lamorgese , Nostra Signora dell’accoglienza, annullerà tutte le decisioni dei sindaci che cercano di proteggere la salute dei loro cittadini nella prima maniera logica, tirare su il ponte levatoio.
Femministe, Saviano, Boldrini and co proteggono la seconda libertà sacra e inviolabile che brilla e scintilla al di sopra di tutto, la libertà di aborto. Mentre i pazienti oncologici rinunciano a interventi diagnostici e curativi, mentre i pazienti distrofici sprofondano nelle loro distrofie senza cure, l’aborto resta l’unico diritto umano garantito, insieme a quello di immigrazione selvaggia, con un certa logica, prima bisogna fare il vuoto per poi riempirlo. E anche in questo periodo in cui siamo immersi nella morte, se non altro nel racconto della morte perché di morti oggettivamente non ce ne sono così tante, il diritto di uccidere il piccolo grumo di cellule nel proprio addome, quel piccolo grumo che diventerebbe un bimbo che direbbe mamma, deve essere assicurato. Resta sotto censura l’ informazione che non si tratta affatto di un grumo di cellule. La parola grumo intende qualcosa di caotico, mentre il fetino già dai suoi primi istanti è un insieme di cellule con organizzazione straordinaria e incredibile, che ogni giorno acquisisce struttura e competenze. Sono sotto censura le immagini di come avviene veramente un aborto, che sono nauseanti e terribili. È assolutamente vietato parlare di levare la gratuità a un intervento che non è necessità ma scelta e potrebbe essere rimpianto. Chi ritiene che l’utero è suo, se lo gestisca quei soldi suoi, perché l’aborto è una ferita insopportabile quando lo si rimpiange e non voglio finanziare il vostro dolore. Preferisco ve lo paghiate da sole. È meno sbagliato da un punto di vista psicologico. La sacralità della libertà di aborto ha generato due interessanti proposte. La prima è la schedatura, già in fase di attuazione, di tutti i medici obiettori. Ringrazio commossa. Finalmente qualcuno fa qualcosa di intelligente. Quando ho bisogno di un ginecologo, mi rivolgo solo medici obiettori. Se dovessi avere un’emorragia o un cancro, preferirei morire di emorragia o di cancro piuttosto che farmi sfiorare da un ginecologo che ha usato le sue mani per prendere il grumetto di cellule che diventerebbe un bimbo che dice mamma ,smembrarlo senza anestesia nel ventre di sua madre o buttarlo tutto intero mentre ancora si muove nel bidone delle garze sporche.
La seconda idea luminosa, perché le donne che devono abortire stiano più comode e riparate, e di fare gli aborti a casa. Questo è meraviglioso: un bell’aborto sul tavolo da cucina, o direttamente nel letto che faranno da memento per tutto il resto della vita della donna. Gli eventuali bambini li si può chiudere in cameretta con la raccomandazione di non uscire, oppure anche con la raccomandazione di uscire e approfittare per la ricerca di scienze “Mostra e dimostra”: questo era il mio fratellino, questo piedino di tre millimetri ci permette di risalire mediante un semplice calcolo alla settimana di gestazione. Un’idea luminosa poteva splendere solo nella mente di Saviano, Boldrini e associati.
La legge 194 recita: – lo Stato riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio. L’interruzione volontaria della gravidanza non è mezzo per il controllo delle nascite. Art.2 – ……….. della collaborazione volontaria di formazioni sociali di base e di associazioni del volontariato che possono anche aiutare le maternità” difficili dopo la nascita. L’operatore che effettua il colloquio previsto dalla 194 deve cioè tentare di rimuovere le cause che inducono ad abortire.
Questo operatore sarebbe previsto nel comodo aborto sul tavolo da cucina? Potete mandarci qualcuno che si batta veramente per la vita? Potete mandare me, Rachele Sagramoso, Costanza Miriano, Giorgio Celsi, Toni Brandi, Jacopo Coghe o qualcuno in grado di spiegare che la vita è magnifica e vale la pena di battersi per la vita, che se la mamma non può badare al piccolino ci sono migliaia di mamme e papà in lista di attesa, che se lo vuol tenere, procureremo noi passeggini, tutine, scarpine di lana col fiocco. Così dopo questa pandemia nascerà qualche bimbetto in più e il mondo fiorirà di nuovo.
Se è vero che in una catena la forza è data dall’anello più debole, in un popolo la forza è data dall’anello più forte. Fino a quando c’è qualcuno che si batte, quel popolo non è vinto. A Trento, rinchiuso nella unità infettivi, protetto a sua volta dalla tuta bianca, un sacerdote giorno e notte somministra sacramenti e Estrema Unzione. Sua Eccellenza Reverendissima mons. Carlo Maria Viganò ha diffuso un appello a tutti i Vescovi e i Presbiteri del mondo, invitandoli ad unirsi a lui nella recita dell’Esorcismo di Leone XIII, nel giorno del Sabato Santo, alle 3 del pomeriggio.
Sacerdoti,: cotta, stola e rituale! Siete il nostro esercito, l’ultimo che ci è rimasto, avete lo scudo della Fede e la protezione della Regina delle Vittorie. Pregate per noi, pregate per la Chiesa e per i bimbi abortiti. Se avete bisogno del testo digitate Exorcismus in Satanam et Angelos Apostaticos e che San Michele sfoderi la spada con voi.