È morto il 2 aprile Monsignor Livi, leone della Chiesa
È morto il 2 aprile Monsignor Livi, leone della Chiesa, l’ultimo leone della Chiesa. Ero andata a trovarlo nella clinica di Milano, dove avevano deciso di tentare l’intervento di asportazione di un tumore maligno cerebrale che in un altro ospedale avevano rifiutato di eseguire. Era lucidissimo, ma aveva la parola impedita. Anche così era riuscito a ripetere, a esprimere il suo dolore su quanto la Pastorale di Papa Francesco abbia portato la Chiesa a essere moribonda. Trovate le sue parole, quando ancora era in grado di pronunciarle e scriverle nei suoi libri e nelle sue interviste. Monsignor Livi asseriva che Papa Francesco è stato eletto apposta dal gruppo di teologi cosiddetti di San Gallo, Kasper, Marx e altri, che già dall’elezione di Sua Santità Benedetto XVI hanno voluto l’elezione di un Papa che portasse a una svolta del cattolicesimo in senso luterano, a una riforma in senso luterano del cattolicesimo. Il cosiddetto dialogo interreligioso consiste nel fatto che io luteranesimo sia apprezzato e amato, e non rinunci a una virgola, il cattolicesimo si annulli e diventi protestante, si annulli e chieda perdono del crimine di aver osato contrastare l’orrenda eresia di Lutero. Il teologo preferito di Bergoglio, il disastroso Antonio Spadaro, pubblica su Civiltà Cattolica a firma di un altro gesuita, Pani, la teoria che Lutero aveva ragione. La Chiesa ha sbagliato a contrastarlo nel ‘500, quindi ora occorre rivalutare il suicida Lutero, che con tanto amore disseminò l’Europa di morti ammazzati, e fare quello che lui voleva, una chiesa senza sacerdozio, una chiesa senza dogmi, una chiesa senza magistero, e perché no?, anche una chiesa inesistente. La Scrittura sarà lasciata in mano alle persone che la interpretano, ognuno a modo suo, con il cristianesimo che si spampana in una serie di chiesine e sette sempre più piccole e dai nomi sempre più improbabili. Sacerdoti, vescovi e papi, ( minuscolo) smettono di essere espressioni del sacro, ma del popolo che elegge. Il popolo vuole in divorzio? Lo diamo. Il popolo vuole abortire perché è più comodo che tirare su i bambini, e la chiesa dichiara la Bonino una grande italiana, e così via. La Legge è una burla, le persone si fidano della propria coscienza e va bene così. Se la mia coscienza mi dice che è giusto abortire, abortire è giusto. Il Vangelo dice il contrario. Il Vangelo è potenza, giustizia e giudizio, non zucchero filato.
Monsignor Livi era certo che l’elezione di Bergoglio fosse stata orchestrata a San Gallo, dalla cosiddetta congiura di San Gallo e spiegava come fosse un’assoluta sciocchezza quello che molti ripetono: che l’elezione di Bergoglio sia stata voluta dallo Spirito Santo. Lo Spirito Santo inspira tutti perché tutti facciano il bene, ma purtroppo solo una parte delle persone lo ascolta, e tutti, anche i cardinali hanno il libero arbitrio di fare il male, libero arbitrio che non è mai sospeso. Il cardinal Kasper dal punto di vista cattolico è eretico, già da vent’anni propugna il diritto a poter divorziare senza essere considerati in peccato dalla Chiesa, ed è stato a lui affidato il Sinodo della Famiglia. La Messa deve essere fatta che piaccia i Luterani, senza il Sacrificio. Non bisogna inginocchiarsi mai davanti al Santissimo perché i luterano non ne riconoscono la sacralità. Il danno è cominciato sessanta anni fa quando Paolo VI modificò, ma il termine corretto è stravolse completamente la Messa, una Messa che si era formata attraverso i secoli, in pochi mesi discutendone a un tavolo con i luterani, una bella Messa che fosse a metà con loro. Il danno è cominciato quando Giovanni XXII dichiarò che non si condannava più chi contraddice il dogma. Non condannare niente vuol dire approvare tutto. Approvare tutto vuol dire che non esiste la Verità. Non esiste una verità per cui battersi, non esiste una verità per cui morire. Se non esiste la verità, Cristo perché è morto in croce? Se le religioni si equivalgono, perché non mettersi sotto un sicomoro a fare oooooom, tanto è tutto lo stesso.
La verità si è persa, annegata nello zucchero filato di una chiesa sempre più buona che ha annullato il principio di verità e quindi il principio di giustizia e quindi il principio di bellezza, che considera Cristo semplicemente il proprio precursore, che può essere sempre contraddetto e migliorato, che ha rinnegato verità, giustizia e bellezza portando sugli altari l’orrida Pachamama, osceno idoletto incas, simbolo di una Madre Terra stitica ossuta e astiosa, cui per secoli sono stati sacrificati feti e bambini nella speranza di raccolti migliori.
Il fumo di Satana già avvistato da Paolo VI in Vaticano ha fatto il nido e si stanno schiudendo le uova.
Una chiesa annegata nello zucchero filato ha perso il suo ultimo leone. O forse no. Resta ancora Monsignor Viganò. Il penultimo leone.