Meglio morti, subito, da uomini liberi che morti schiavi un po’ più in là.
Potevamo scegliere tra il contagio e la schiavitù. abbiamo scelto la schiavitù, avremo anche il contagio.
Il 24 marzo Sabino Paciolla ha riportato sul suo blog la traduzione di un articolo di Jason Horowitz, Emma Bubola e Elisabetta Povoledo per il New York Times giornale americano liberal sullo scoppio della crisi da coronavirus in Italia, che afferma che siamo un esempio assoluto, certo, per tutte le nazioni e per tutte le genti, ma non un esempio nel senso che intende Conte. Siamo un esempio di tutto quello che non bisogna fare, la lista perfetta della perfetta serie di perfetti errori. Passeremo alla storia. Ogni testo epidemiologia ricorderà i nomi di Conte, Sala, Speranza, Zingaretti e Casalino scolpiti per l’eternità nel granito dell’infamia, nel marmo dell’inettitudine con sospetto di mala fede e sadismo.
I giornalisti statunitensi spiegano come l’esempio italiano dimostri che le misure per isolare le aree colpite e limitare gli spostamenti della popolazione devono essere adottate subito, devono seguire linee logiche, non devono essere contraddette da assurde dichiarazioni contrarie di assurdi uomini politici che invece che combattere per il bene comune fanno campagna elettorale contro i sovranisti sporchi brutti e cattivi. spiegate con assoluta chiarezza e fatte rispettare rigorosamente. E’ un avvertimento per tutti gli altri paesi se non vogliono ritrovarsi con la stessa crisi che sta fronteggiando l’Italia.
Alcuni stralci: Mentre i contagi da coronavirus in Italia raggiungevano i 400 casi e i decessi superavano la decina, il leader del Partito Democratico, al governo, pubblicava una sua foto mentre brindava durante “un aperitivo a Milano”, esortando i suoi concittadini: “non perdiamo le nostre abitudini”.Era il 27 febbraio. Nemmeno 10 giorni dopo, quando il numero dei contagi era salito a 5.883 e quello dei morti a 233, il leader del partito, Nicola Zingaretti, pubblicava un nuovo video, questa volta informando l’Italia che anche lui era stato contagiato dal virus.L’Italia ha superato la Cina come Paese con il più alto numero di decessi, diventando l’epicentro di una pandemia in continua evoluzione.La tragedia che l’Italia sta vivendo rappresenta un monito per gli altri Paesi europei e per gli Stati Uniti, dove il virus sta arrivando con la stessa velocità. Se l’esperienza italiana ha qualcosa da insegnare è che le misure per isolare le aree colpite e per limitare gli spostamenti della popolazione devono essere adottate immediatamente, messe in atto con assoluta chiarezza e fatte rispettare rigorosamente. Nei suoi tentativi di interrompere il contagio, adottati uno per volta, (isolando prima le città, poi le regioni, quindi chiudendo il Paese in un blocco intenzionalmente permeabile) l’Italia si è sempre trovata un passo indietro rispetto alla traiettoria letale del virus.Per il coronavirus, 10 giorni possono essere una vita.Già a gennaio, alcuni governatori di destra hanno provato a spingere il Premier Conte, loro ex alleato e ora avversario politico, a mettere in quarantena gli alunni delle regioni settentrionali di ritorno dalle vacanze in Cina, una misura finalizzata a proteggere le scuole.Molti esponenti di sinistra hanno criticato la proposta come un allarmismo di matrice populista. Conte ha rifiutato l’iniziativa e ha risposto che i governatori del nord dovevano fidarsi del giudizio delle autorità incaricate dell’istruzione e della salute che, ha affermato, non avevano proposto tali misure. Quando i contagi hanno superato quota 200, i decessi erano già sette e la borsa è crollata, il Primo Ministro Conte e i suoi tecnici hanno rilanciato. Il premier ha incolpato l’ospedale di Codogno per la diffusione, affermando che aveva gestito le cose in un modo “non del tutto proprio”,Mentre i funzionari lombardi si affrettavano a liberare i letti degli ospedali e il numero di persone contagiate saliva a 309 con 11 decessi, il 25 febbraio Conte ha dichiarato che “l’Italia è un Paese sicuro, e forse molto più sicuro di tanti altri”. Messaggi contrastanti seminano confusione, conclude l’articolo, Le rassicurazioni dei leader hanno confuso la popolazione italiana.
I giornalisti del New York Times non sanno il peggio: noi abbiamo ancora le frontiere aperte, e le avremo sempre, perché altrimenti il cuoricino dei buoni si addolora, abbiamo aperto la frontiera di Mentone attraverso la quale la Francia continua a mandarci migranti senza documenti (i sovranisti li chiamano clandestini ma noi no altrimenti il cuoricino dei buoni si dispiace), e sono aperti i porti dalla Libia. Migliaia di euro indispensabili negli ospedali sono stornati per soccorrere estranei. Questo stillicidio di ingressi permetterà di immettere nuovamente il virus nella popolazione italiana, ogni volta che ne si è eradicato, così da renderlo eterno, endemico.
E ora arriviamo la conclusione. La quarantena andava fatta subito. Le restrizioni dovevano essere granitiche, totali e soprattutto immediate, non a pezzi e bocconi, con incredibili imbecillità come preannunciare la chiusura della Lombardia e scatenare la fuga al sud con relativo contagio, senza inutili sadismi come il divieto, con i bambini rinchiusi in casa, ad acquistare colori e prodotti di cancelleria. In nessun caso doveva essere prolungata per più di due settimane. Possiamo arrivare un massimo di quattro, poi, con buona pace dei deliri di onnipotenza del, purtroppo, presidente del consiglio Conte, non può essere prolungata o la catastrofe sanitaria sarà peggiore di quella causata dal virus. Sono decenni che continuiamo a dire che siamo disposti a morire per la libertà. Siam pronti a morte ricorda l’inno di Mameli, inno francamente bruttino, diciamocela questa verità, ma comunque quello francese è peggio. Bruttino o no, è il nostro inno e adesso stiamo tutti un attimo concentrati su Siam pronti a morte. Il coronavirus ucciderebbe il 2% la popolazione, nella peggiore delle ipotesi , secondo i folli algoritmi dei virologi più disperati sarebbero 1.200.000 persone, in maggioranza persone anziane e defedate. In realtà il numero dei morti sarà attorno ai 30000 morti in Italia e 2 milioni nel mondo come la asiatica. Ma se anche i numeri folli fossero sensati, persino questi numero folli sono meno peggio della catstrofe che causerà il lock down. Faccio parte della categoria vecchietti ammaccati, faccio parte del gruppo di quelli che sicuramente morirebbero, quindi non è che questa cosa mi faccia piacere. Sarei però disposta ad andare a morire in una trincea o in montagna con un mitra in mano per salvare libertà del mio paese. Per salvare la sopravvivenza del mio paese. Ma restiamo sui numeri. Chiusi in casa nel giro massimo di 8,12 settimane avremo un’impennata di infarti e ictus dovuti alla sedentarietà che aumenterà ipercolesterolemia, diabete e obesità. Senza possibilità di cura, perché col corona virus non c’è, saranno nel migliore dei casi un milione di morti. Le malattie degenerative non più seguite degenereranno in maniera progressiva, la perdita della fisioterapia leverà mobilità. Ci sarà un’impennata delle depressioni, dovute alla chiusura in casa e dovute anche al crollo economico. Il numero dei suicidi sarà sicuramente di parecchie migliaio, e quelle saranno tutte persone in media più giovani e sane delle vittime del coronavirus, la cui età media è 81 anni. La chiusura in casa e depressione, la mancanza di attività fisica, causerà un crollo delle difese immunitarie dei bambini. si può uscire per portare fuori il cane, ma non il bambino, che deve stare chiuso in casa. Al crollo delle difese immunitarie da mancanza di sole e di attività fisica si aggiungerà quella da cibo scadente perché la nostra economia sta per crollare verticalmente. I bambini immunodepressi muoiono di banali infezioni. moriranno di setticemia conseguente a una banale tonsillite, moriranno di shock settico da gram negativi per una banale cistite. Verranno uccisi dal vecchio streptococco e sarà un crimine dato che, loro, sì, sarebbero in grado di sopravvivere senza il minimo problema all’infezione da coronavirus. Essere rinchiusi sta già causando un aumento delle idee suicidarie in bambini già di nove, dieci anni.
Non mi diverte l’idea di morire, ma sono stata al mondo 67 anni e tutto sommato non mi sembra nemmeno così tragica. Riapriamo le porte. Il 3 aprile data massima, diamo un’ora d’aria ai bambini, i cani si possono portare fuori i bambini no, il 10 ricominciamo a riaprire negozi e aziende o la gente morirà. Apriamo così che anche la sempre più pavida e minuscoa Chiesa Cattolica, o il poco che ne rimane, riesca a tirar fuori il naso, questa chiesetta piccina piccina che non ha fiatato sulle chiese chiuse, purchè restassero aperti i porti e sempre gratuite le pratiche abortive. Chiediamo agli anziani di chiudersi in casa, i figli porteranno loro quello di cui necessitano lasciandolo davanti alla porta. In mancanza di figli manderemo i vigili. Evitiamo stadi e cinema che resteranno chiusi, ma ricominciamo a vivere.
Meglio morti che richiusi. Lo abbiamo sempre detto che per la libertà vale la pena di rischiare la vita. Avevamo ragione. La libertà vale più della vita.